Quartiere San Pellegrino,Piazza
San Pellegrino ,Viterbo,
info e foto Anna Zelli
sito originale e ufficiale
web
www.annazelli.com
San Pellegrino Viterbo |
quartiere medioevale di san pellegrino piazza san pellegrino viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
QUARTIERE SAN PELLEGRINO VITERBO |
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Archi Casa V.Pagnotta
da vedere dintorni
Via San Lorenzo
Ospedale
Grande degli Infermi
Torre Zazzera ex Almadiani
Scalintata via del Ganfione
Palazzo Caetani Chigi
Archi via Santa
Maria Nuova
Via dei Pellegrini
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Via
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Maidalchini
Chiesa Santa Maria
Nuova
Archi piazza Plebiscito
Confraternita San Leonardo
Chiesa S. M. della Cella
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del Bacucco Non sono terme:
Ruzzola D'Orlando
San Pellegrino in Fiore
Archi di Viterbo centro
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Quartiere Medioevale di San Pellegrino, Viterbo centro storico,è una zona che conserva le originarie caratteristiche architettoniche medioevali della città, qui si diramano una serie di vie, di archi, di palazzi, di torri, che ci rimandano indietro di secoli. C'è in succedersi di case dal colore grigio, dovuto al peperino, pietra locale. Camminando si viene attratti da scorci e giochi di chiaro scuro, e la sera questa zona ha una sorta di magia, un alone di mistero. Fino a alcuni decenni fa, il quartiere di San Pellegrino era abitato da contadini ed artigiani, vi erano negozi di antiquari, e botteghe d'arte, che avevano preso il posto delle stalle e dei magazzini. Nel tempo i privati che hanno acquistato le antiche dimore, ne hanno valorizzato gli aspetti dell'architettura medioevale. Numerosi anche qui come in altre zone della città, sono i profferli , tipici delle abitazioni di Viterbo che portano al pianerottolo d'ingresso della casa, sovrastati da un arco a sesto ribassato, nel quale al piano terra si apre un locale che un tempo era adibito a negozio, o a magazzino, o a ricovero degli animali, o dove si conservavano i prodotti della campagna. Passeggiare per queste strade ci riporta indietro nel tempo, le torri ci rimandano alle lotte tra i guelfi e i ghibellini,qua e là ci sono anche delle case in stile rinascimentale. Le viuzze, gli archi, le scale delle case, il grigio della pietra locale ci rimandano echi lontani. Una piccola nota, peccato che lo stato di conservazione e la pulizia delle strade e degli edifici lasci un pò a desiderare, (2021), si spera che l'Amministrazione metta mano al restauro e alla conservazione di questo luogo pieno di fascino. Lungo la via San Pellegrino vi sono una serie di vie che conducono a valle al ponte del Paradosso e al caratteristico medioevale quartiere di Pianoscarano. Un tempo qui risiedevano umili famiglie di contadini ed artigiani, vi erano negozi di antiquari e botteghe d’arte, che presero il posto delle stalle e dei magazzini. Nel periodo in cui ci furono i negozi d’arte, il quartiere venne ristrutturato ed uscì dal degrado inevitabile che stava vivendo per le scarse risorse economiche degli originari residenti,persone umili che non avevano modo di valorizzare le proprie abitazioni. Da Vedere nel Quartiere Medioevale di San Pellegrino Viterbo centro storico Piazza San Pellegrino, Viterbo, è una piccola piazza, molto suggestiva, nel quartiere medioevale della città, qui possiamo ammirare la chiesa di San Pellegrino ed il Palazzo degli Alessandri. Potente famiglia Guelfa insieme ai Gatti, di cui si ammira il palazzo Gatti su via La Fontaine. Qui c'è la Torre degli Alessandri, la Torre Scacciaricci, la Chiesa di San Pellegrino, il Museo delle Macchine di Santa Rosa, ed una fontana. Palazzo degli Alessandri vedi: palazzo degli Alessandri Palazzo degli Alessandri, piazza di San Pellegrino, Viterbo, il palazzo è a tre piani ha al centro del lato dove si apre l’ingresso un ampio balcone, in cui il tradizionale profferlo presenta la variante della scala posta all’interno del muro perimetrale, ed in più è caratterizzato dalla presenza di un porticato. I due corpi di fabbrica sono uniti da un terzo elemento di realizzazione più tarda, poggiato su un arco sotto il quale passa la strada. Questa, della casa ponte,è una particolarità che ricorre con una certa frequenza nell’architettura medievale viterbese. Il palazzo presenta elementi gotici che lo datano intorno al XIII secolo. La scala è fiancheggiata da un parapetto, decorato da un motivo ornamentale a stella di diamante. Questo palazzo corse il rischio di essere distrutto dalla fazione ghibellina che aveva costretto gli Alessandri ad abbandonare la città e fu Papa Innocenzo IV che a quel tempo si trovava a Perugia che impose ai viterbesi che non si distruggesse né il palazzo né la torre. Il porticato è formato da due archi a tutto sesto sorretti da poderose colonne , al loro incrocio si vede scolpito lo stemma degli Alessandri , la croce di Sant’Andrea, formata da una X screziata come l’ermellino. Il progressivo innalzamento della piazza aveva sensibilmente ridotto l’altezza delle colonne facendone scomparire le basi e che comprometteva l’armonia dell’insieme, nel 1927 si procedette ad un restauro per eliminare questo problema. Il palazzo è attualmente di proprietà dell’Amministrazione Provinciale che lo impiega per mostre, iniziative culturali ed eventi. (nel 2021 è in stato di abbandono come del resto tutta la zona, negozi chiusi, poca manutenzione delle strade, ma nonostante questo vale sempre una visita). Questo meraviglioso palazzo venne edificato nella prima metà del 1200 dalla Famiglia degli Alessandri, di fede guelfa. In quel tempo a Viterbo c’erano furiosi contrasti tra i guelfi, gli Alessandri ed i Gatti, ed i ghibellini capitanati dalla famiglia Tignosi. (vedi il palazzo Gatti a via Cardinal La Fontaine, strada parallela a via San Pellegrino), contrasti che si sedarono solo alla morte dell’Imperatore svevo Federico II. Nel 1250 Papa Innocenzo IV decise si recarsi a Viterbo, a condizione che non venisse distrutto il palazzo della famiglia Alessandri, però nel frattempo la famiglia aveva abbandonato la città. La proprietà passò ai figli di Rollando degli Alessandri, e nel ‘400 l’intero stabile e le case circostanti passarono alla famiglia Pollioni. Poi il palazzo venne diviso in varie proprietà, e nel XX secolo vennero effettuati importanti restauri. Il palazzo degli Alessandri occupa tre dei quattro lati della piazza di San Pellegrino, molto bella è la Loggia degli Alessandri, che in realtà è un profferlo presenta un orlo centinato sorretto da mensole.Gli stemmi di famiglia. sono visibili sui vari lati, Un grande arco rampante collega i due edifici, al di sotto vi è un bel portico con colonne ed archi a tutto sesto e sotto i capitelli vi sono gli stemmi degli Alessandri.Un tempo il piano stradale era più basso e nel riempirlo furono occultate le basi delle colonne del portico. Su via San Gemini c'erano le stalle della famiglia Alessandri, per i muli ed i cavalli. Si scorgono in una vicina casa dei ganci che servivano per portare il fieno nelle stanze superiori. La terza facciata del palazzo prosegue fin a piazza Cappella. Qui c'era una cappella dedicata alla Madonna Immacolata. C'era anche la sede del corpo di guardia degli armigeri, all'esterno si nota un grande arco chiuso da una bella cancellata in ferro. Torre Alessandri o Scacciaricci Vedi : Torre degli Alessandri Scacciaricci Torre degli Alessandri o Scacciaricci, piazza San Pellegrino,Viterbo detta anche Torre Scacciaricci, si trova sul lato destro, procedendo per via San Pellegrino da piazza San Carluccio, appartenuta a questa famiglia di fazione guelfa, la quale era protetta da ben sette torri. La prima torre che si incontra viene erroneamente chiamata Torre Scacciaricci, ma la famiglia Scacciaricci aveva solo delle proprietà. Gli Alessandri di origine franca e guelfi come i Brettoni ovvero i Gatti, si trasferirono a Viterbo nel XII secolo. Questa casata aveva delle proprietà sia a San Pellegrino che a San Salvatore. Forse la Torre Scacciaricci è quella a sinistra più bassa. L’edificio che un tempo era degli Alessandri aveva il portone d’ingresso a piazza Scacciaricci 3. Il colonnato che sostiene il manufatto è caratterizzato da capitelli con foglie e simboli araldici. Sopra vi è una sorta di fortificazione. Quando la famiglia Alessandri si estinse, i beni passarono a fu Contuccio di Francesco dei Signori di Montecasoli signori di un Castello della zona di Bomarzo. E dal 1416 il palazzo e la torre divennero di loro proprietà. Nel ‘500, l’intero complesso passò alla famiglia Pollioni. Poi questa proprietà passò ai frati del Convento di Santa Maria Liberatrice nei pressi della Trinità, i quali già nel ‘600 l’avevano data in locazione a Domenico Scacciaricci.una proprietà che era di fronte alla chiesa di San Pellegrino. I vari passaggi storici delle proprietà degli Alessandri : secondo lo studioso Bianchi: la Famiglia Maccarina aveva la sua dimora in via delle Caiole, nel 1618 Tarquinio Maccarini di Giacomo vendette l’immobile contiguo alla torre a Girolamo canonico e Orazio avvocato Vittori fu Domenico, e quindi questa Torre dovrebbe essere chiamata Torre Maccarini o Vittori. .Nel 1789 a causa di mancati pagamenti della locazione i Frati tornati in possesso di queste proprietà la diedero in locazione a Luigi Calcagnini con l’obbligo di miglioramenti. Sulla Torre si ammira una bella finestra con bifore. Famiglia degli Alessandri Vedi: Famiglia degli Alessandri Famiglia Degli Alessandri presenti a Viterbo nel XII secolo, furono una famiglia aristocratica fra le più importanti della Viterbo medievale,di fede guelfa, i suoi esponenti furono uomini d’arme, magistrati comunali, amministratori civili e avvocati. Lo stemma della Famiglia si vede su una delle facciate dei palazzi degli Alessandri su via San Pellegrino. Gli Alessandri forse di origine Franca furono sempre alleati delle famiglie dei Brettoni o Gatti anche loro della parte Guelfa. Alessandro fu console e sindacatore del Comune di Viterbo e nel 1242 podestà del Castello di Sipicciano. I suoi figli Rollando e Clavello furono capitani del popolo a Viterbo nel 1273-1274. Sono questi gli anni durante i quali viene realizzata la loro splendida dimora, Palazzo degli Alessandri nel quartiere di San Pellegrino a Viterbo, che è divenuto non solo simbolo del quartiere ma dell’intera città. Con l'abbandono della città da parte della famiglia il Palazzo rischiò di essere distrutto e fu preservato solo grazie a Papa Innocenzo IV che, con apposita bolla del 1252, raccomanda di non distruggere le abitazioni dell'illustre casata, in seguito sarà acquistato nel 1451 da Angelo di Francesco dei signori di Monte Casoli per poi passare alla famiglia Pollioni, oggi è proprietà del comune. La famiglia Alessandri era proprietaria di numerosi terreni in contrada Merlano e sul piano dei Bagni, intorno al Bullicame. Un Giacomo di Domenico fu Priore della Comunità nel 1430; un Domenico di Biagio nel 1500 era speziale e la stessa attività svolse il figlio Biagio che fu pure Priore della Comunità alla metà del XVI secolo; con l’unica figlia di questo Biagio, Francesca, la famiglia sembra avviarsi all’estinzione. Alle soglie del XVII secolo viveva Lorenzo Gilberto Alessandrini dottore in utroque iure che era definito di origine viterbese. Negli anni successivi non si hanno ulteriori notizie del casato. (tratto da wikipedia). Famiglia Scacciaricci Famiglia Scacciaricci, storia, Viterbo, di questa famiglia si ricorda un tale Giacinto, che fu orafo e fonditore, nacque a Viterbo nel 1711 e morì nel 1792, i suoi avi, diedero il nome alla piazza e alla via Scacciaricci, che erano nella zona di San Pellegrino, la Torre degli Alessandri è spesso chiamata anche Torre Scacciaricci. Non ho trovato altre informazioni su questa famiglia, che sembra fossero fonditori, orafi ed argentieri. Stemma Alessandri stemma Palazzo degli Alessandri, Stemma degli Alessandri, storia, Viterbo, lo stemma della Famiglia si vede su una delle facciate dei palazzi degli Alessandri su via San Pellegrino e piazza San Pellegrino. Gli Alessandri ponevano il loro stemma sui propri possedimenti, d'azzurro alla croce velata di Sant'Andrea.. Le porte al piano terra conducono sia ai sotterranei che ai piani superiori del palazzo. Profferlo Alessandri Profferlo balcone o loggia palazzo degli Alessandri, via San Pellegrino Viterbo, affaccia su piazza San Pellegrino, è molto bella come come loggia ma è in realtà è un profferlo che presenta un orlo centinato sorretto da mensole.(mancante di scale esterne) Archi palazzo Alessandi Archi palazzo degli Alessandri, Archi palazzo degli Alessandri, via e piazza San Pellegrino, Viterbo: il palazzo degli Alessandri si sviluppa ad L, sono due costruzioni, che hanno l'aspetto di una casa-ponte, collegate da un ampio arco, da una parte c'è il palazzo, un arco che collega l'altra costruzione e questa sotto presenta una sorta di portico con archi e colonne che sostengono il sovrastante edificio. Chiesa San Pellegrino Vedi: Chiesa di San Pellegrino Chiesa di San Pellegrino, piazza San Pellegrino, Viterbo, si trova a metà di via san Pellegrino ed affaccia sulla omonima piazza, che da il nome a tutta la zona, l’architettura è di origine romanica, e purtroppo dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale ha subito radicali cambiamenti, della antica tela di San Pellegrino con gli angeli restano poche testimonianze ed una riproduzione. La chiesa è dedicata al Santo di cui ne porta il nome, documenti antichi testimoniano come questa chiesa dipendesse dalla Abbazia di Farfa, centro monastico sabino. La chiesa viene menzionata per la prima volta in un atto del 1045, che la ricorda come detto sopra, alle dipendenze dei monaci di Farfa e sottoposta alla giurisdizione dell'Abbazia di S. Martino al Cimino. Nel 1889 il vescovo Antonio Maria Grasselli ordinò il rifacimento della facciata: oggi, un arco a sesto acuto retto da semipilastri (probabile risultato di una manomissione arbitraria non risalente all'asseto originario della facciata) incornicia l'intera facciata, composta dal portale rinascimentale, anche questo, delimitato da un arco a tutto sesto e sorretto da pilastrini che terminano con capitelli fogliati, e da un rosone. Della struttura medievale, alterata nel corso dei secoli e quasi completamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, restano solo alcuni tratti delle mura esterne. L’interno, è a navata unica ed il soffitto è a capriate, presenta tracce di affreschi del 400 e del 700, mentre il presbiterio è stato ricostruito dopo il 1945 in forme moderne. La pala d’altare del 1979 è una copia del San Pellegrino e Angeli di Vincenzo Strigelli del XVIII secolo andata distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. L’unica opera degna di menzione è un’Annunciazione, databile XV secolo, collocata nella seconda nicchia della parete sinistra. Entrando sulla parete destra vi è il quadro di Santa Giacinta con Santa Rosa ai piedi del Crocefisso. Nella parte interna della chiesa, sul lato destro, si vedono le sagome di due grandi archi chiusi che si protendevano sul porticato esterno. Si ipotizza che la chiesa fosse dedicata a San Pellegrino vescovo di Auxerre. La chiesa ha accanto la Casa Parrocchiale, la parte esterna laterale ha nella parte alta finestre a feritoia, in basso, una piccola porta di accesso. Qui sulla parete esterna vi è un affresco del 700 che raffigura la Madonna con Santa Rosa. Questa chiesa risale al 1044, era una chiesa molto più piccola della attuale e disposta con l'entrata ed il portico verso l'attuale piazza Cappella, e probabilmente insisteva sulla piazza anche una cappella, poi tolta e che ha dato il nome alla piazza. si vedono su questa parete verso piazza Cappella, le linee dei precedenti archi. Qui vi era annesso anche un ospedale che fu soppresso nel 1576. San Pellegrino di Auxerre
San Pellegrino Auxerre vita opere San Pellegrino di Auxerre, 16 maggio del III secolo, venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica. La diocesi di Auxerre conserva un antico testo, le Gesta pontificum Autissiodorensium, databile alla fine del IX secolo e composto sullo stile del Liber pontificalis della Chiesa di Roma, nel quale Pellegrino è indicato come il primo vescovo e fondatore della Chiesa di Auxerre. Di san Pellegrino esiste anche una Vita scritta verso il VII secolo; il suo nome è iscritto ancora in un antico calendario dei santi di Auxerre del VI secolo, che fu integrato nel martirologio geronimiano,verso la fine dello stesso secolo, molto probabilmente a Auxerre ad opera del vescovo Aunacario. Pellegrino, appartenente al clero di Roma, fu inviato in Gallia da papa Sisto II al soglio dal 257 al 258, che lo consacrò vescovo. Fermatosi ad Autricus, odierna Auxerre, convertì molti pagani. Rifiutatosi di sacrificare agli idoli, fu imprigionato a Bougiacus, oggi Bouhy, sottoposto a torture ed infine decapitato.Altri autori invece pongono l'invio in Gallia di Pellegrino durante il papato di Sisto III al soglio dal 432 al 440, il che porrebbe il suo episcopato a metà circa del V secolo. In questo caso, secondo Viard, Pellegrino predicò il vangelo nel territorio di Auxerre, quindi nella Puisaye e fu messo a morte in odio a Cristo durante un tumulto delle popolazioni rurali già sotto gli imperatori cristiani. Secondo il Liber pontificalis, durante il papato di Leone III al soglio dal 795 al 816, fu costruita a Roma la chiesa di San Pellegrino, dedicata al protovescovo di Auxerre. Prima del IX secolo le sue reliquie, conservate a Bouhy, furono trasferite nella città episcopale. L'odierno Martirologio Romano, riformato a norma dei decreti del concilio Vaticano II, fa memoria del santo vescovo il 16 maggio. Campanile Chiesa San Pellegrino Campanile Chiesa San Pellegrino Campanile chiesa di San Pellegrino, via San Pellegrino, Viterbo, è visibile dalla parte sopraelevata di San Pellegrino. Stemma Chiesa S. Pellegrino Stemma Chiesa San Pellegrino, Stemma Chiesa San Pellegrino, in alto oltre il rosone e l'arco, un grande stemma, del quale non ne conosco l'attribuzione araldica. Sodalizio Facchini S. Rosa Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, Viiterbo, la sede si trova accanto al palazzo degli Alessandri, i facchini ogni anno la sera del 3 settembre trasportano sulle loro spalle la monumentale macchina in onore della Patrona di Viterbo. Museo Macchine S. Rosa Vedi : Museo Macchine S. Rosa Museo Macchine di Santa Rosa Sodalizio dei Facchini, piazza San Pellegrino, Viterbo, fu aperto nel 1994, è ospitato in un palazzo che risale al XII o XIII secolo, il palazzo fu acquistato dal Comune di Viterbo e poi venne donato nel 1978 al Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, qui si trovano sia il Sodalizio dei Facchini che un piccolo Museo. Il museo si articola su due piani, al piano terra è possibile ammirare i modelli delle diverse Macchine di Santa Rosa che in grande furono utilizzati nelle processioni e trasportate dai facchini. Vi è anche la riproduzione di un antico modello risalente al 1690. Altri sono databili al XX secolo tra questi “Ali di Luce” ideato dall’architetto e facchino Raffaele Ascensi. Al primo piano è possibile assistere a dei filmati dei trasporti passati e recenti della Macchina di Santa Rosa. Mentre all’ultimo piano in una sala chiusa al pubblico vi è la sala consigliare del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. Questa processione avviene ogni anno la sera del 3 settembre e consiste in un'alta struttura illuminata a forma di campanile che viene portata a spalla per le strette vie del centro storico medioevale di Viterbo, da circa 100 uomini, chiamati “Facchini di Santa Rosa”. Il trasporto trae le sue origini dalla solenne traslazione del corpo di Santa Rosa dalla chiesa di Santa Maria in Poggio oggi chiesa della Crocetta, dove era stata inizialmente sepolta la Santa, al monastero delle Povere Dame di San Damiano dove oggi si trova il santuario a Lei dedicato, la traslazione della santa fu voluta, nel 1258, da papa Alessandro IV. La Macchina di Santa Rosa è una struttura a forma di campanile, che viene realizzata in vari materiali è alta quasi trenta metri e pesante più di 50 quintali, questa enorme e pesante struttura, la sera del 3 Settembre di ogni anno viene portata a spalla per le vie strette e ripide vie del centro storico di Viterbo da circa 100 uomini, detti "Facchini". Questa suggestiva processione è stata inserita dall’Unesco tra le meraviglie del mondo. All’interno del museo sono visibili il modello di un baldacchino ligneo di foggia barocca, datato 1690, le sobrie strutture di tipo neoclassico, modelli dalle linee ascensionali del revival gotico nell'Ottocento, per giungere, infine, alle interpretazioni in chiave moderna degli elementi stilistici tipici di Viterbo dei modelli più recenti Fontana via S. Pellegrino Fontana San Pellegrino, Viterbo, è una fontana di forma quadrangolare, ricostruita agli inizi del ‘900 su un modello antico. Aveva accanto un lavatoio, nel 1841 la fontana venne spostata e rifatta con un blocco di peperino. presenta una vasca rettangolare appoggiata al muro di sostegno del sovrastante ulteriore tratto di via San Pellegrino. Via San Pellegrino Via San Pellegrino, quartiere Medioevale, Viterbo,centro storico, si trova poco distante da piazza e via San Lorenzo è il vecchio quartiere medievale di Viterbo, pressoché integro: La via San Pellegrino incrocia varie strade : via delle Piaggiarelle, via Centoponti, via delle Caiole, via Scacciaricci, via Borglungo, da queste strade si va nel quartiere di Pianoscarano, sull'altro lato, via del Lauro, via Grotti, via San Pietro, La via porta a piazza San Carluccio, a piazza del Fosso, a piazza Scacciaricci, a piazza San Pellegrino, a piazza degli Orfani. Si accede al quartiere medioevale di San Pellegrino da piazza San Carluccio, un tempo chiamata San Salvatore, qui si dirama la via San Pellegrino, parallela a via Cardinal La Fontaine, dalle varie viuzze poste sulla destra della via a si va a valle verso Pianoscarano. Il quartiere di San Pellegrino, risale al duecento ed è patrimonio dell’UNESCO perché è il più grande e ben conservato (non molto bene nel 2021) esempio di architettura medioevale, gli edifici poggiano direttamente sul tufo, senza fondamenta, sono ad uno o più piani, di cui uno seminterrato. Spesso il piano che dava sulla strada era adibito a magazzino o a bottega. Esternamente si può ammirare il caratteristico profferlo, che si diffuse a partire dal XIII secolo fino a tutto il XIV secolo, caratterizzato da una scala esterna che consentiva l’accesso di ingresso alla casa al primo piano. Il balcone poggia in genere su un arco ribassato, impostato in parte su un pilastro. Probabilmente Il profferlo era una caratteristica delle case rurali, portata all’interno dell’architettura cittadina, Alcune case hanno l’accesso ed affacciano su una corte interna comune che in dialetto viterbese si chiama richiastro. Le case costruite sul tufo hanno in genere il seminterrato, scavato nella roccia e coperto da una volta a botte ad arco ribassato. Sia le mura del seminterrato che quelle dei piani superiori sono in blocchi di peperino. Oltre alle case con il caratteristico profferlo, ci sono le case a ponte , ovvero due edifici posti uno di fronte all’altro, separati dalla sottostante strada, ed uniti da un passaggio. Nel 1450, in occasione del Giubileo, lo Stato Pontificio impose la demolizione di parte delle scale esterne e questo processo durerà fino al XIX secolo. Gli archi, i profferli, le scalinate, le mensole, le torri, gli stemmi, compongono un insieme inimitabile che spezzano la monotonia del grigio. Lungo la via San Pellegrino vi sono una serie di vie che conducono a valle al ponte del Paradosso e al caratteristico medioevale quartiere di Pianoscarano. Un tempo qui risiedevano umili famiglie di contadini ed artigiani, vi erano negozi di antiquari e botteghe d’arte, che presero il posto delle stalle e dei magazzini. Nel periodo in cui ci furono i negozi d’arte, il quartiere venne ristrutturato ed uscì dal degrado inevitabile che stava vivendo per le scarse risorse economiche degli originari residenti,persone umili che non avevano modo di valorizzare le proprie abitazioni. L'aspetto medievale di Viterbo, ancora integro lo possiamo ammirare ora grandioso, ora intimo, nelle chiese, negli ospizî, nei palazzi, nelle case, nei chiostri, nelle fontane, spesso in suggestivi complessi, più pittoreschi per l'irregolarità del terreno e dei fabbricati. Esso risale al più florido periodo della città, che fu tra il sec. XI e il XIV, quando a Viterbo si raccolse e si moltiplicò l'attività artistica che operava anche nelle terre vicine, a Corneto (Tarquinia), a Toscanella (Tuscania), a Vetralla, a Vitorchiano, con caratteri suoi proprî, prima romanici, poi gotici, nei tipi costruttivi, negli ornati, nell'uso del materiale locale, il peperino, un tufo poroso, di origine vulcanica, grossolano ma atto a forti effetti pittorici. Sulla piazza San Pellegrino si affacciano la chiesa di San Pellegrino e il palazzo duecentesco degli Alessandri, residenza della antica famiglia guelfa. La chiesa di San Pellegrino risale all’IX secolo, la facciata venne rifatta nel 1889. Lungo la via San Pellegrino e tutto il quartiere vi erano un tempo molti negozi di raffinato artigianato locale e botteghe di artisti, ora per lo più vi sono bar e ristoranti. Da vedere a via San Pellegrino quartiere medioevale di Viterbo Palazzo Niccolò Perotti vedi: Palazzo Niccolò Perotti Palazzo Niccolò Perotti, via san Pellegrino Viterbo, è primo palazzo a destra dopo aver lasciato piazza San Carluccio, Perotti fu Govrenatore di Viterbo dal 1464 al 1469. In seguito questa abitazione venne trasformata in Ospizio per i convalescenti.Nel 1738 fu il primo brefotrofio della città,in seguito venne trasferito nella Rocca Albornoz, per la protesta delle vicine monache. Famiglia Perotti Niccolò Perotti, o Niccolò Perotto, in lingua latina Nicolaus Perottus nacque a Sassoferrato, nel 1430 circa e qui morì nel 1480, è stato un umanista, filologo e arcivescovo cattolico italiano.Cadetto di una famiglia aristocratica, ricevette una educazione umanistica. Intorno al 1443 iniziò a studiare a a Mantova poi, nel 1446 a Ferrara e a 16 anni abitò presso la famiglia dell'umanista inglese William Gray, che più tardi divenne vescovo di Ely. Nel 1446 si recò a Roma dove divenne segretario del cardinale Bessarione, colto umanista bizantino. Seguì il cardinal Bessarione a Bologna, dove fu legato pontificio dal 1450 al 1455. Probabilmente insegnò retorica e poetica all'università di Bologna. A Bologna continuò l'attività di traduttore attirando l'attenzione del papa Niccolò V, che lo assunse come traduttore dal greco. Nel 1452 Perotti ricevette a Bologna l'alloro poetico dalle mani dell'imperatore Federico III. Nel 1455 Perotti tornò a Roma, dove venne nominato segretario apostolico. L'anno successivo ricevette gli ordini, e il 19 ottobre 1458 fu nominato arcivescovo di Siponto, sede nella quale tuttavia non risiedette mai. Partecipò al Concilio di Mantova, indetto da Pio II per cercare di arrestare gli Ottomani che nel 1453 avevano espugnato Costantinopoli. Ritornò successivamente al seguito di Bessarione, restandovi fino al 1464, anno in cui fu nominato governatore del Patrimonio di San Pietro. Nel biennio 1460-61, al seguito del cardinale Bessarione, Perotti fu in Germania, dove venne nominato consigliere imperiale di Federico III, e poi a Venezia, dove ottenne la nomina a referendario pontificio. Fu anche a Viterbo, dove svolse l’attività di Governatore del Patrimonio di San Pietro, da 1464 fino al 1469. Durante il soggiorno viterbese iniziò a pubblicare le sue opere di Filologia, Nel 1469 Perotti tornò a Roma; Nel 1471 fu nominato governatore di Spoleto, incarico che lasciò l'anno successivo. Nel 1474 divenne governatore di Perugia. Ai primi del 1477, terminato l'incarico in Umbria, Perotti si ritirò nelle Marche, dove rimase fino al termine della vita. La sua attività letteraria di Niccolò consistette quasi interamente di opere di filologia, di grammatica e di traduzioni dal greco in latino. Fu anche autore di invettive, carmi latini, lettere, per lo più ancora inediti. Fontanella Testa di Leone Fontanella con testa di Leone, via San Pellegrino, Viterbo, si trova sotto il primo arco che si incontra venendo da piazza San Carluccio, una piccola fontanella, che non eroga più acqua, con una piccola vasca semicircolare sovrastata dalla testa di un leone, simbolo di Viterbo, sulla cui bocca c'è un piccolo bocchettone, dal quale un tempo fuoriusciva l'acqua. Edicola via S. Pellegrino
Edicola sacra, via San Pellegrino, Viterbo, si vede sotto il primo arco, venendo da piazza San Carluccio, in alto, sul lato destro, è una Madonna con Bambino. Lungo la via altre edicole sacre vedi: Madonnelle S. Pellegrino.
Per ulteriori foto e
informazioni Torri a Via San Pellegrino Altre Torri nella zona di San Pellegrino, a piazza del Fosso 1, vi è un’altra torre dimezzata e con tetto utilizzata come abitazione. A via Ottusa 27 vi è un’altra torre di pertinenza sempre della famiglia degli Alessandri. Nel XVII secolo queste proprietà passarono alla famiglia Falebuche. A piazza del Fosso 70 , nella parte rialzata di via San Pellegrino vi è un’altra torre. A piazza del Fosso72 vi è una casa che presenta sulla facciata un rosone e probabilmente in origine doveva essere stata una chiesa non più esistente. L’edificio nel 1820 apparteneva all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma e fu affittato a Vinginia Francini fu Paolo. A via Borgolungo 9-11 vi era una casa Torre di origine medioevale con finestre ad arco ribassato.Torre a piazza del Fosso, probabilmente anche questa era degli Alessandri, oggi è di proprietà privata. Fontane San Pellegrino quartiere medioevale Fontane S.PellegrinoFontanella del Leone a via del Pellegrino, Viterbo, si trova sulla destra, venendo da piazza San Carluccio,accanto al primo arco che si incontra, mentre sotto l'arco in alto a sinistra c'è una Edicola Sacra, una madonnella. Un'altra.Fontana detta San Pellegrino, si vede subito dopo la Chiesa di San Pellegrino sul lato sinistro. Edicole Sacre Madonnelle a via San Pellegrino Madonnelle S. PellegrinoEdicole Sacre a via San Pellegrino Viterbo : Edicola sacra, a via del Pellegrino, di fronte alla fontanella con leone, si trova sotto il primo arco, che si incontra venendo da piazza San Carluccio, un'altra edicola sacra è su via San Pellegrino, addossata alla Chiesa di San Pellegrino, lato dove c'è la fontana di San Pellegrino, Un' edicola sacra è alla fine della via San Pellegrino verso via San Pietro lato sinistro. Archi a via San Pellegrino Archi zona San PellegrinoArchi zona San Pellegrino, Viterbo,numerosi sono gli archi a San Pellegrino, di seguito le foto. Profferli e Case Ponte quartiere San Pellegrino Profferli e Case PonteProfferli e Case Ponte zona San Pellegrino, Viterbo, numerosi sono i profferli, alcuni hanno conservato il loro impianto originale con la scala esterna, altri sono privi di questa scala, in quanto i gradini occupavano troppo spazio e fu imposto ai proprietari di toglierli, Scalinate zona San Pellegrino Scalinate zona San PellegrinoScalinate zona via san Pellegrino, Viterbo, una immette su via Grotti e l’altra immette sulla piazza Scacciaricci, Stemmi zona San Pellegrino Stemmi zona San Pellegrino, Viterbo, numerosi sono gli stemmi nella zona di San Pellegrino, Soprattutto della Famiglia Alessandri che qui aveva 7 Torri, ne sono rimaste 3, e palazzi.
Vie da via San Pellegrino Via delle Piaggiarelle, traversa di via San Pellegrino, Viterbo, la via è sul lato destro, porta al Ponte del Paradosso e al quartiere di Pianoscarano. Via Centoponti, traversa di via San Pellegrino,Viterbo, si trova sul lato destro, venendo da piazza San Carluccio.Il nome deriva dai numerosi gradini. In fondo a destra si arriva al quartiere di Pianoscarano. Via del Lauro, è una traversa a sinistra di via San Pellegrino venendo da piazza San Carluccio, e porta a via Cardinal Pietro La Fontaine.Il palazzo d'angolo un tempo era la sede dell'Arte dei Pellai, con annesso ospedale, non più esistenti. Via delle Caiole, traversa a destra di via San Pellegrino, Viterbo, il nome è forse legato alla trasformazione del latte che avveniva in appositi recipienti chiamati cagliole, da caglio, la via porta al ponte del Paradosso e al quartiere di Pianoscarano, la via è molto stretta., ed in fondo c'erano le conce dei pellami, qui ci sono due archi e gli stemmi dei colonna e dei Farnese Via Scacciaricci,traversa a destra di via San Pellegrino Viterbo, qui domina la grande Torre erroneamente detta Scacciaricci.appartenuta alla nobile famiglia degli Alessandri e successivamente ad altre famiglie. .Via Grotti, è una traversa della parte sopraelevata di via San Pellegrino. Via Borgolungo, è una traversa a destra di via San Pellegrino, che si incontra superata la piazza San Pellegrino e la chiesa di San Pellegrino. Via San Pietro, Viterbo, è alla fine di via San Pellegrino, la via si dirama di fonte e sul lato sinistro per un breve tratto, per poi diramarsi nella via San Leonardo e nella via Cardinal La Fontaine. Una via da vedere che è nei pressi di via San Pellegrino, è Via dell'Incontro, è una traversa di via San Pellegrino, vi sono 5 archi dei quali ne sono visibili attualmente solo 4 è una piccola via molto suggestiva. Via delle Conce e via San Tommaso, anche qui c'erano delle case degli Alessandri, che forse ospitavano loro parenti o alleati d'armi.qui si notano profferli, stemmi, i piani terra in genere ospitavano le cavalcature destinate alle incursioni d'armi.
Piazze da via San Pellegrino Piazza San Carluccio, Viterbo, centro storico, la piazza va da via Pietra del Pesce a via del Macel Maggiore, a via San Pellegrino e a via San Carluccio. Da via del Macel Maggiore si è a via Cardinal La Fontaine, mentre da via Pietra del Pesce si è a piazza della Morte.Piazza del Fosso, è sulla sinistra, dove c'è il sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, sulla parte alta di via San Pellegrino. Qui si ammira una Torre probabilmente anche questa degli Alessandri. Piazza Scacciaricci, qui si vede un balcone con una lunga scalinata ed una torre, probabilmente questo edificio venne acquistato dalla Famiglia Scacciaricci, quando ormai gli Alessandri non erano più a Viterbo. Piazza San Pellegrino,qui ci sono le case degli Alesandri, il palazzo e la torre, e la chiesa di San Pellegrino.Piazza degli Orfani, è in fondo a via San Pellegrino.Piazza Cappella,Viterbo, quartiere medioevale di San Pellegrino, centro storico,deve il nome alla presenza qui, in antico di una cappella un avancorpo che venne aggiunto alla preesistente chiesa nel 1555, la cappella fu aggiunta dalla Compagnia del Santissimo Sacramento, oggi scomparsa. Qui c'è un altra abitazione, che fu sempre degli Alessandri con un bel profferlo del '200. Oltre a questo vi erano altri edifici probabilmente destinati alla servitù, di proprietà sempre degli Alesandri. Vi sono anche stalle e giardini ed ampi sotterranei. Questa piazza deve il restauro alla Associazione Amici di Viterbo con il contributo della Cassa di Risparmio locale. Come accedere a via San Pellegrino zona medioevale Viterbo
Mappa Via San Pellegrino Viterbo centro storico mappa San Pellegrino, Viterbo centro storico, informazioni e foto Anna Zelli Quartiere Medioevale di San Pellegrino Viterbo centro storico Quartiere Medioevale San Pellegrino, Viterbo informazioni turistiche e foto Anna Zelli Palazzo Niccolò Perotti Viterbo Palazzo Niccolò Perotti Viterbo Famiglia Perrotti Famiglia PerottiFontanella del Leone Fontanella del LeoneMadonnelle quartiere medioevale San Pellegrino Viterbo Madonnelle S. PellegrinoChiesa San Pellegrino piazza San Pellegrino Viterbo Chiesa San PellegrinoFontana via San Pellegrino Viterbo Fontana via San PellegrinoSan Pellegrino vita opere San Pellegrino vita operePalazzo degli Alessandri via San Pellegrino Viterbo Palazzo degli AlessandriTorre Alessandri Scacciaricci Via San Pellegrino Torre Alessandri-ScacciaricciFamiglia degli Alessandri vita storia Famiglia degli AlessandriProfferli quartiere medioevale San Pellegrino Viterbo Profferli e Case PonteArchi quartiere medioevale San Pellegrino Viterbo Archi zona San PellegrinoStemmi e lapidi quartiere San Pellegrino Viterbo Stemmi lapidi San PellegrinoScalinate quartiere medioevale San Pellegrino Scalinate zona San PellegrinoTorri zona San Pellegrino Viterbo Torri zona San PellegrinoMuseo delle Macchine di Santa Rosa via San Pellegrino Viterbo Museo Macchine S. RosaSodalizio Facchini Santa Rosa Via San Pellegrino Viterbo Sodalizio Facchini S. RosaFontane San Pellegrino quartiere medioevale Viterbo Fontane S.PellegrinoVia San Pellegrino e vie da vedere nella zona Medioevale di Viterbo centro storico
Piazze San Pellegrino zona medioevale e dintorni Viterbo centro storico
Da vedere a via San Pellegrino e piazza San Pellegrino e dintorni Viterbo Centro storico
San Pellegrino Quartiere - Colle San Pellegrino - Mappa San Pellegrino Pianoscarano quartiere - Colle Pianoscarano - Mappa Pianoscarano
da vedere nei dintorni di via San Pellegrino Viterbo
via San Pellegrino informazioni storico turistiche e foto via San Pellegrino,Viterbo, info e foto a cura di Anna Zelli Vie da via San Pellegrino - Piazze da via San Pellegrino Vie da San Pellegrino - Piazze da Via S. PellegrinoVia San Pellegrino - Piazza San Pellegrino Quartiere San Pellegrino
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pagina aggiornata Marzo 2024