Le terme dell’Asinello, Viterbo,
Castel D’Asso, Viterbo,sorgente San Cristoforo, il Maestro Gerolamo
nella metà del XIV secolo menziona il Bagno
dell’Asinello tra i dieci principali terme esistenti
nei pressi di Viterbo, mentre Niccolò della Tuccia ricorda che nel 1447 la madre di papa
Niccolò V soggiornò per un mese in questo bagno
e in quello del Re Pipino; nel 1462, invece il
cardinal Bessarione vi fece costruire un
ricovero. Ancora in uso alla fine del
Cinquecento, benché necessitasse di restauri,
questo era un bagno scoperto e alimentato
attraverso condotti provenienti da una sorgente
che si trovava poco lontano; nell’area
circostante vi erano anche altre sorgenti e
banchi di travertino che venivano cavati per la
produzione di calce .I Bagni dell’Asinello, compaiono
poi nella carta di G.F. Ameti del 1696 e li
ritroviamo ancora nella cartografia di fine
Settecento e di metà Ottocento, sempre
rappresentati tra il
Fosso Arcione e il
Fosso Freddano.
L’odierna località
Asinello, denominata anche
Vaccareccia, è
compresa tra il Fosso
Freddano a nord e la
località San Cristoforo
a sud, mentre le sorgenti, tuttora attive,
sgorgano sulla collinetta prospiciente da est la
S.P. 15, la vecchia strada della Dogana, subito
a sud del Fosso le
Farine, in prossimità dei ruderi di due
casali. Nell’area non sono visibili resti
riferibili all’età romana, ma la presenza di
strutture e materiali antichi è attestata da
Semeria, che documenta “ruderi di antiche
mura, con rottami di pietre, mattoni e marmi”;
il sito poteva essere facilmente raggiunto dalla
via Cassia, che
passava appena 750 m più a est, grazie a un
diverticolo. Oggi rimane in uso solo una vasca e
sono visibili alcuni canali di travertino
parzialmente distrutti oppure ostruiti a causa
delle concrezioni prodotte dall’acqua calcarea;
alcuni sembrano portare via dalla vasca l’acqua
in eccesso, un altro, visibile per una
quarantina di metri, passa al di sotto dello
spigolo di uno dei due casali. Nelle fotografie
aeree storiche, della seconda metà degli anni
Trenta e in uno scattato dalla RAF nel settembre
del 1943 sono evidenti sia i casali, che la
vasca e i canali; anomalie riferibili a ruderi
di edifici si possono notare subito a sud di
questo complesso, mentre i resti di una grossa
struttura a pianta rettangolare, disegnata anche
negli “abbozzi di delimitazione delle proprietà
private” realizzati dagli operatori della SARA a
seguito delle misurazioni di campagna, sono
visibili più a ovest . Tutta l’area a nord del
Fosso le Farine
è caratterizzata da travertini affioranti e
concrezioni calcaree in parte formatisi per la
sedimentazione delle acque provenienti dal piano
soprastante, in parte dovuti alla presenza di
ulteriori sorgenti. Inoltre, una sorgente ancora
oggi attiva è quella di San Cristoforo, ubicata
nell’area immediatamente a sud dell’Asinello, in
prossimità dell’incrocio con la
strada per Castel
d’Asso; i banchi di travertino di
quest’area, come si evince dalle fotografie
aeree storiche, sono stati oggetto in passato di
un’intensa attività estrattiva.
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informazioni turistiche e foto a cura di Anna Zelli
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