San Leonardo,Santi a Viterbo vita opere storiai, Viterbo, info e foto a cura di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Viterbo |
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SAN LEONARDO |
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Ex Chiesa San Leonardo
Ex Chiesa S. Leonardo in Colle
Guida Turistica Viterbo
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San Leonardo di Noblac, a lui era dedicata una chiesa, la chiesa di San Leonardo, nella attuale via Cavour scomparsa.L' etimologia del nome Leonardo, significa forte come un leone, fu abate francese e molto venerato in Europa, durante il periodo medioevale, è noto come San Leonardo abate di Limoges del Limosino o confessore, nacque ad Orléans,nel periodo storico in cui regnava l’Imperatore Anastasio I Dicoro, presumibilmente nel 496 e morì a Noblac il 6 novembre del 545 o del 559. All’epoca, Orleans, era parte della Gallia, la famiglia di origini nobili possedeva il Castello di Vandome che era nel villaggio di Corroi, presso Orleans, i genitori erano in amicizia con il Re Clodoveo, il quale fece da padrino, la notte di Natale, al battesimo del piccolo Leonardo. Sia Leonardo che il Re furono battezzati dall’Arcivescovo Remigio di Reims, questo perché il Re Clodoveo, aveva promesso alla moglie Clotilde prima della battaglia di Tolbiaco, che avrebbe abiurato , insieme alla sua corte i riti pagani e così insieme a Leonardo si fece battezzare anche lui. Da giovane Leonardo rifiutò di dedicarsi alla carriera cavalleresca per seguire gli insegnamenti dell’Arcivescovo Remigio. l’Arcivescovo ebbe il privilegio dal Re di liberare i prigionieri che avesse incontrato e che ritenesse innocenti, diventato Abate, Leonardo ereditò questo stesso privilegio adoperandosi anche lui a liberare i prigionieri ridotti in povertà. Gli venne offerta la sede vescovile, ma Leonardo la rifiutò preferendo la vita da eremita. Queste furono le sue parole al Re : Principe, date la mitra pontificale a coloro che la desiderano. Io mi accontento di lodare il Signore conducendo una vita da eremita. Il Santo abbandonò con il fratello Lifardo la corte, e per un periodo si ritirò nel monastero di Micy, divenuto diacono , qui, avrebbe compiuto il primo miracolo, trasformando l’acqua in vino. Morto san Massimino, probabilmente intorno al 520, si diresse a sud dove decise di fondare il suo eremo nella foresta di Pauvain, nel Limosino. Ebbe molti seguaci e la fama della sua santità arrivò fino al re che ne richiese l'intervento quando la regina Clotilde, transitando in quella zona, fu sorpresa dalle doglie del parto. L'intervento di Leonardo lenì i dolori della regina che poté dare alla luce il suo bambino. Clodoveo per riconoscenza gli concesse la parte di bosco che sarebbe riuscito a descriverne in un giorno a dorso d'asino. Qui Leonardo edificò un oratorio intitolato a Nostra Signora di sotto gli alberi ed eresse un altare in onore di san Remigio. Secondo la leggenda devozionale, fece, quindi, un buco in terra che si riempì miracolosamente d'acqua dando origine ad un pozzo che venne nominato nobiliacum, in ricordo della donazione regale. Dal nobiliacum prese il nome anche la cittadina che si andò formando attorno al monastero e che inizialmente prese il nome di Noblac, quindi Noblat e oggi è chiamata Saint-Léonard-de-Noblat in onore del suo illustre fondatore. La tradizione vuole che il santo sia morto la sera del 6 novembre, ma manca una datazione precisa dell'anno, che dovrebbe attestarsi intorno alla metà del VI secolo e fu inumato nell'Oratorio che aveva fondato. L'Oratorio con le spoglie di Leonardo divenne ben presto una famosa meta di pellegrinaggio di fedeli, tanto che, probabilmente lo stesso Pipino il Breve vi si recò in pellegrinaggio, dopo la vittoria nell'assedio di Limoges. Con l'aumentare del numero dei pellegrini, si decise di erigere una chiesa più grande e le reliquie del santo furono perciò trasportate nell'erigenda chiesa sotto il regno di Luigi il Pio. Nel 1094, nel corso di una epidemia detta "male degli ardenti", le reliquie del santo furono portate in processione e, secondo la leggenda, l'epidemia cessò. Il culto ebbe una rapida diffusione in tutta Europa a partire dall'XI secolo. Un grande contributo al suo culto lo dette anche il pellegrinaggio nel 1106 di Boemondo I d'Antiochia, imprigionato dagli infedeli e poi liberato tre anni più tardi, per merito, a suo dire, dell'intervento di san Leonardo da lui invocato. Anche il re d'Inghilterra Riccardo cuor di leone si sarebbe recato a ringraziare il santo nel 1197, a seguito della sua liberazione dalle prigioni dell'imperatore di Germania. Noblac divenne anche una delle tappe del cammino verso Santiago di Compostela, divenendo così a maggior ragione una meta di pellegrinaggio frequentatissima dai fedeli, in particolare da quelli dell'Europa centrorientale. La sua venerazione si diffuse anche in Italia dove la sua popolarità ebbe un impulso anche grazie ai Normanni che ne introdussero il culto nei loro regni. San Leonardo divenne così uno dei santi più popolari nell' Europa medioevale. San Leonardo è rappresentato con delle catene, per la sua particolare protezione agli imprigionati o ai carcerati ingiustamente; talvolta è rappresentato in abito diaconale, episcopale, e più spesso indossa il saio da monaco. Con l'inizio della guerra dei cent'anni, che vedeva la Francia in lotta con l'esercito inglese, la cripta contenente le reliquie del santo fu murata per evitare razzie. Terminata l'occupazione inglese, si decise di recuperare le reliquie del santo. La loro inventio sarebbe avvenuta il 17 febbraio del 1403. Le circostanze di questa straordinaria scoperta sono riportate dall'abate Oroux nel XVIII secolo:“Dopo aver perso totalmente le tracce del luogo di inumazione del Santo, si tenne una cerimonia di preghiera, nel corso della quale un contadino s'alzò per indicare in quale luogo della chiesa scavare. Lì furono ritrovati tre casse di piombo, all'interno di un sarcofago in pietra. Due di queste presentavano delle iscrizioni in latino inerenti alle ossa e alle ceneri di san Leonardo. ( + ossa beati leonardi +). A seguito di tale ritrovamento, le reliquie furono collocate all'interno di due grossi reliquiari posti sopra l'altare maggiore, protetti da una grata di ferro battuto. Mentre le due casse di piombo, ormai vuote, sono parte del tesoro della Collegiata e sono tuttora visibili per i visitatori. Sempre presso la Collegiata all'interno di una coppa dorata del XIX secolo è custodito il cranio di San Leonardo. Ancora oggi, in tale data, presso la Collegiata, si commemora tale ritrovamento. Inoltre, ogni sette anni, la Confrérie de Saint-Léonard-de-Noblat, organizza le Ostensioni, una presentazione solenne delle reliquie alla venerazione dei fedeli, per commemorare il Miracolo degli ardenti avvenuto nell'agosto del 1094. Esse hanno inizio con la ricognizione canonica delle reliquie di san Leonardo abate da parte dei confratelli, il venerdì di Quaresima e terminano la domenica della Santa Trinità. Altre reliquie sono custodite in Toscana (a Cerreto Guidi e a Stagno comune di Collesalvetti), a Malta, a Mascali (probabilmente parte di un'ulna), a Panza (Forio) dove è custodita unitamente ad una reliquia secondaria donata nel 2004 dalla Confrérie de Saint-Léonard-de-Noblat, in occasione del Meeting Nazionale Amici di San Leonardo tenutosi ad Ischia. Un'altra reliquia secondaria (o reliquia da contatto) è custodita presso la Parrocchia di San Leonardo abate in Marsala (TP) e portata da un pellegrinaggio a Noblat organizzato dal parroco Don Giuseppe Maniscalco il 27 maggio 1990. Per le vicende che lo videro restituire la libertà a molti prigionieri, è considerato il patrono dei carcerati; gli è stata attribuita la protezione dei fabbricanti di catene, fibbie, fermagli, ecc. Nella zona di Liegi in Belgio è patrono dei minatori. La sua intercessione viene invocata per i parti difficili, i mal di testa, le malattie dei bambini, le malattie del bestiame, la grandine, i banditi e anche contro l'obesità. Dopo il 1030 venne messa in circolazione un’anonima “Vita sancti Leonardi” con l’aggiunta della descrizione di nove miracoli a lui attribuiti. I prigionieri dovunque lo invocassero, vedevano le catene spezzarsi, i lucchetti si aprivano, i carcerieri si distraevano, le porte si spalancavano; questi infelici riacquistata la libertà, accorrevano da Leonardo per ringraziarlo e molti rimanevano con lui. a Nobila, il santo liberava i carcerati, che erano essenzialmente prigionieri di guerra,si ricorda che la pena in quei secoli era corporale o pecuniaria per le punizioni, e che la detenzione serviva per riscuotere i riscatti. A Noblac accorrevano anche malati di ogni genere, che solo a vederlo, ritornavano guariti. Parecchi familiari del santo eremita si stabilirono nei dintorni del monastero con le loro famiglie, dando così origine ad un villaggio, che poi prenderà il suo nome. S. Leonardo. San Leonardo u particolarmente venerato all’epoca delle crociate e tra i suoi devoti si annovera il principe Boemondo d’Antiochia (Boemondo d’Altavilla, 1050-1111, figlio di Roberto il Guiscardo) che preso prigioniero dagli infedeli nel 1100 durante la I crociata, venne liberato nel 1103, attribuendo la sua liberazione al santo che aveva invocato; quando tornò in Europa donò come voto al santuario di Saint-Léonard-de-Noblat, delle catene d’argento, simili a quelle che lo tenevano legato. Il ‘Martirologio Romano’ lo celebra il 6 novembre; San Leonardo è molto raffigurato nell’arte, quasi sempre con le catene, simbolo della sua particolare protezione per i carcerati ingiustamente In Belgio è patrono dei minatori del bacino minerario di Liegi; introdotto dai Normanni, il suo culto si diffuse anche in Sicilia, testimoniato dalle tante opere d’arte che lo raffigurano, come del resto in tutta Europa. 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