Ex chiesa San Leonardo scomparsa,via Cavour, Viterbo, informazioni foto a cura di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Via Cavour Viterbo |
ex chiesa di san leonardo di san leonardo scomparsa via Cavour viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||
CARCERI
SAN LEONARDO |
||||||||||||||||||||||||||||||||||
dismesse via Cavour Viterbo
Via Cavour
Confraternita San Leonardo
Antica sede Magistratura
Archi Valentino Pagnotta
Archi piazza Plebiscito
Terme
del Bacucco Non sono terme:
Ruzzola D'Orlando
San Pellegrino in Fiore
Guida Turistica Viterbo
|
Antiche carceri di San Leonardo, tra via Cavour e via San Lorenzo,inizio della via che affaccia su piazza del Plebiscito,Viterbo, non in uso, resta l'antico edificio che fa angolo tra via Cavour e via San Lorenzo.Il palazzo è oggi proprietà comunale.Vi è una piccola epigrafe su via Cavour ed uno stemma posto al di sotto del Landriano, che recita : Autorizzato dal Cardinale Alessandro Farnese, legato perpetuo, a spese della città, fece edificare in questo luogo più adatto, il pubblico carcere, l'anno 1539. Sul lato dell'antico carcere, a via San Lorenzo, vi sono numerosi stemmi, uno grande con i gigli farnesiani di Papa Paolo III, alcuni con il leone simbolo di Viterbo. L'edificio venne ristrutturato nel 1589 su disegno dell'architetto romano Traiano Scheratti ed è attualmente destinato a uffici del Comune di Viterbo. Nel 1761 fu posta una lapide sulla facciata di via San Lorenzo, a ricordo dell'evento che in quell'anno le carceri erano vuote. L'angolo della facciata ha un pilastro commemorativo dell'apertura di via Cavour, antica via Farnesiana, avvenuta nel 1579. Oggi le nuove carceri di Viterbo, sono fuori del centro città e si chiamano Mammagialla. Ex Chiesa di San Leonardo scomparsa, oggi c’è un teatro al posto del precedente Teatro San Leonardo, la Fondazione Caffeina, via Cavour, Viterbo, venne edificata nel 1636, nello stesso palazzo dove nel 1576 erano state trasferite le pubbliche carceri. La sua erezione si deve ai confratelli di San Leonardo e venne consacrata nel 1641, divenuta fatiscente il Sodalizio di San Leonardo di Viterbo la fece restaurare dall’architetto Paolo Oddi. Durante il periodo Napoleonico fu incorporata alle carceri. Venne poi, di nuovo benedetta nel 1816,dal Cardinale Severoli che consacrò l’altare maggiore, qui c’era un quadro opera di Anton Angelo Bonifazi dove è rappresentato San Leonardo protettore dei carcerati,in una tela si vede il Santo tra i carcerati, in un’altra San Leonardo in gloria. Oggi queste tele si trovano presso il Museo Civico di Viterbo. La chiesa al suo interno presentava 6 altari ricavati nel muro, coperti da un baldacchino, dedicati a San Leonardo, a Santo Stefano, a San Lazzaro a San Giuseppe e ai Santi Bernardino e Domenico. San Leonardo di Noblac, vita opere storia, Viterbo, la etimologia del nome significa forte come un leone, fu abate francese e molto venerato in Europa, durante il periodo medioevale, è noto come San Leonardo abate di Limoges del Limosino o confessore, nacque ad Orléans,nel periodo storico in cui regnava l’Imperatore Anastasio I Dicoro, presumibilmente nel 496 e morì a Noblac il 6 novembre del 545 o del 559. All’epoca, Orleans, era parte della Gallia, la famiglia di origini nobili possedeva il Castello di Vandome che era nel villaggio di Corroi, presso Orleans, i genitori erano in amicizia con il Re Clodoveo, il quale fece da padrino, la notte di Natale, al battesimo del piccolo Leonardo. Sia Leonardo che il Re furono battezzati dall’Arcivescovo Remigio di Reims, questo perché il Re Clodoveo, aveva promesso alla moglie Clotilde prima della battaglia di Tolbiaco, che avrebbe abiurato , insieme alla sua corte i riti pagani e così insieme a Leonardo si fece battezzare anche lui. Da giovane Leonardo rifiutò di dedicarsi alla carriera cavalleresca per seguire gli insegnamenti dell’Arcivescovo Remigio. l’Arcivescovo ebbe il privilegio dal Re di liberare i prigionieri che avesse incontrato e che ritenesse innocenti, diventato Abate, Leonardo ereditò questo stesso privilegio adoperandosi anche lui a liberare i prigionieri ridotti in povertà. Gli venne offerta la sede vescovile, ma Leonardo la rifiutò preferendo la vita da eremita. Queste furono le sue parole al Re : “Principe, date la mitra pontificale a coloro che la desiderano. Io mi accontento di lodare il Signore conducendo una vita da eremita”. Il Santo abbandonò con il fratello Lifardo la corte, e per un periodo si ritirò nel monastero di Micy, divenuto diacono , qui, avrebbe compiuto il primo miracolo, trasformando l’acqua in vino. Morto san Massimino, probabilmente intorno al 520, si diresse a sud dove decise di fondare il suo eremo nella foresta di Pauvain, nel Limosino. Ebbe molti seguaci e la fama della sua santità arrivò fino al re che ne richiese l'intervento quando la regina Clotilde, transitando in quella zona, fu sorpresa dalle doglie del parto. L'intervento di Leonardo lenì i dolori della regina che poté dare alla luce il suo bambino. Clodoveo per riconoscenza gli concesse la parte di bosco che sarebbe riuscito a descriverne in un giorno a dorso d'asino. Qui Leonardo edificò un oratorio intitolato a Nostra Signora di sotto gli alberi ed eresse un altare in onore di san Remigio. Secondo la leggenda devozionale, fece, quindi, un buco in terra che si riempì miracolosamente d'acqua dando origine ad un pozzo che venne nominato nobiliacum, in ricordo della donazione regale. Dal nobiliacum prese il nome anche la cittadina che si andò formando attorno al monastero e che inizialmente prese il nome di Noblac, quindi Noblat e oggi è chiamata Saint-Léonard-de-Noblat in onore del suo illustre fondatore. La tradizione vuole che il santo sia morto la sera del 6 novembre, ma manca una datazione precisa dell'anno, che dovrebbe attestarsi intorno alla metà del VI secolo e fu inumato nell'Oratorio che aveva fondato. L'Oratorio con le spoglie di Leonardo divenne ben presto una famosa meta di pellegrinaggio di fedeli, tanto che, probabilmente lo stesso Pipino il Breve vi si recò in pellegrinaggio, dopo la vittoria nell'assedio di Limoges. Con l'aumentare del numero dei pellegrini, si decise di erigere una chiesa più grande e le reliquie del santo furono perciò trasportate nell'erigenda chiesa sotto il regno di Luigi il Pio. Nel 1094, nel corso di una epidemia detta "male degli ardenti", le reliquie del santo furono portate in processione e, secondo la leggenda, l'epidemia cessò. Il culto ebbe una rapida diffusione in tutta Europa a partire dall'XI secolo. Un grande contributo al suo culto lo dette anche il pellegrinaggio nel 1106 di Boemondo I d'Antiochia, imprigionato dagli infedeli e poi liberato tre anni più tardi, per merito, a suo dire, dell'intervento di san Leonardo da lui invocato. Anche il re d'Inghilterra Riccardo cuor di leone si sarebbe recato a ringraziare il santo nel 1197, a seguito della sua liberazione dalle prigioni dell'imperatore di Germania. Noblac divenne anche una delle tappe del cammino verso Santiago di Compostela, divenendo così a maggior ragione una meta di pellegrinaggio frequentatissima dai fedeli, in particolare da quelli dell'Europa centrorientale. La sua venerazione si diffuse anche in Italia dove la sua popolarità ebbe un impulso anche grazie ai Normanni che ne introdussero il culto nei loro regni. San Leonardo divenne così uno dei santi più popolari nell' Europa medioevale. San Leonardo è rappresentato con delle catene, per la sua particolare protezione agli imprigionati o ai carcerati ingiustamente; talvolta è rappresentato in abito diaconale, episcopale, e più spesso indossa il saio da monaco. Con l'inizio della guerra dei cent'anni, che vedeva la Francia in lotta con l'esercito inglese, la cripta contenente le reliquie del santo fu murata per evitare razzie. Terminata l'occupazione inglese, si decise di recuperare le reliquie del santo. La loro inventio sarebbe avvenuta il 17 febbraio del 1403. Le circostanze di questa straordinaria scoperta sono riportate dall'abate Oroux nel XVIII secolo:“Dopo aver perso totalmente le tracce del luogo di inumazione del Santo, si tenne una cerimonia di preghiera, nel corso della quale un contadino s'alzò per indicare in quale luogo della chiesa scavare. Lì furono ritrovati tre casse di piombo, all'interno di un sarcofago in pietra. Due di queste presentavano delle iscrizioni in latino inerenti alle ossa e alle ceneri di san Leonardo. ( + ossa beati leonardi +). A seguito di tale ritrovamento, le reliquie furono collocate all'interno di due grossi reliquiari posti sopra l'altare maggiore, protetti da una grata di ferro battuto. Mentre le due casse di piombo, ormai vuote, sono parte del tesoro della Collegiata e sono tuttora visibili per i visitatori. Sempre presso la Collegiata all'interno di una coppa dorata del XIX secolo è custodito il cranio di San Leonardo. Ancora oggi, in tale data, presso la Collegiata, si commemora tale ritrovamento. Inoltre, ogni sette anni, la Confrérie de Saint-Léonard-de-Noblat, organizza le Ostensioni, una presentazione solenne delle reliquie alla venerazione dei fedeli, per commemorare il Miracolo degli ardenti avvenuto nell'agosto del 1094. Esse hanno inizio con la ricognizione canonica delle reliquie di san Leonardo abate da parte dei confratelli, il venerdì di Quaresima e terminano la domenica della Santa Trinità. Altre reliquie sono custodite in Toscana (a Cerreto Guidi e a Stagno comune di Collesalvetti), a Malta, a Mascali (probabilmente parte di un'ulna), a Panza (Forio) dove è custodita unitamente ad una reliquia secondaria donata nel 2004 dalla Confrérie de Saint-Léonard-de-Noblat, in occasione del Meeting Nazionale Amici di San Leonardo tenutosi ad Ischia. Un'altra reliquia secondaria (o reliquia da contatto) è custodita presso la Parrocchia di San Leonardo abate in Marsala (TP) e portata da un pellegrinaggio a Noblat organizzato dal parroco Don Giuseppe Maniscalco il 27 maggio 1990. Per le vicende che lo videro restituire la libertà a molti prigionieri, è considerato il patrono dei carcerati; gli è stata attribuita la protezione dei fabbricanti di catene, fibbie, fermagli, ecc. Nella zona di Liegi in Belgio è patrono dei minatori. La sua intercessione viene invocata per i parti difficili, i mal di testa, le malattie dei bambini, le malattie del bestiame, la grandine, i banditi e anche contro l'obesità. Dopo il 1030 venne messa in circolazione un’anonima “Vita sancti Leonardi” con l’aggiunta della descrizione di nove miracoli a lui attribuiti. I prigionieri dovunque lo invocassero, vedevano le catene spezzarsi, i lucchetti si aprivano, i carcerieri si distraevano, le porte si spalancavano; questi infelici riacquistata la libertà, accorrevano da Leonardo per ringraziarlo e molti rimanevano con lui. a Nobila, il santo liberava i carcerati, che erano essenzialmente prigionieri di guerra,si ricorda che la pena in quei secoli era corporale o pecuniaria per le punizioni, e che la detenzione serviva per riscuotere i riscatti. A Noblac accorrevano anche malati di ogni genere, che solo a vederlo, ritornavano guariti. Parecchi familiari del santo eremita si stabilirono nei dintorni del monastero con le loro famiglie, dando così origine ad un villaggio, che poi prenderà il suo nome. S. Leonardo. San Leonardo u particolarmente venerato all’epoca delle crociate e tra i suoi devoti si annovera il principe Boemondo d’Antiochia (Boemondo d’Altavilla, 1050-1111, figlio di Roberto il Guiscardo) che preso prigioniero dagli infedeli nel 1100 durante la I crociata, venne liberato nel 1103, attribuendo la sua liberazione al santo che aveva invocato; quando tornò in Europa donò come voto al santuario di Saint-Léonard-de-Noblat, delle catene d’argento, simili a quelle che lo tenevano legato. Il ‘Martirologio Romano’ lo celebra il 6 novembre; San Leonardo è molto raffigurato nell’arte, quasi sempre con le catene, simbolo della sua particolare protezione per i carcerati ingiustamente In Belgio è patrono dei minatori del bacino minerario di Liegi; introdotto dai Normanni, il suo culto si diffuse anche in Sicilia, testimoniato dalle tante opere d’arte che lo raffigurano, come del resto in tutta Europa. Antica Confraternita di San Leonardo, via Cavour, Viterbo, centro, storico, in epoca rinascimentale tra il XVI ed il XVII sorsero varie confraternite una tra queste la Confraternita di San Leonardo che si occupava dei carcerati e che venne istituita il 6 Novembre del 1541. La sede della fondazione di questa Congregazione, era inizialmente alla Chiesa di Santo Stefano in Valle, tra il 1541 ed il 1544, poi venne spostata alla Chiesa di Santa Maria della Salute tra il 1595 ed il 1613. poi alla Chiesa di San Giovanni Battista in Valle, ed infine dal 1636 al 1810, alla Chiesa di San Leonardo in via Cavour, dove oggi c’è il teatro Fondazione Caffeina. Durante l’occupazione Napoleonica fu trasferita alla chiesa di Santa Caterina, poi alla chiesa di Santa Croce dei Mercanti e poi alla Chiesa di San Biagio, per tornare nel 1816 alla chiesa di San Leonardo. La congregazione aveva lo scopo umanitario di assistenza ai carcerati, i quali dovevano pagare al Capitano una somma che serviva alla conduzione del carcere stesso. Il problema sorgeva per quei poveri detenuti che non erano in grado di pagare questo importo e quindi a loro ci pensava la Confraternita che aveva molte rendite. Il Carcere all’inizio era sotto i portici dell’attuale Palazzo dei Priori, nella sezione a destra rispetto all’attuale entrata, poi nel 1563 venne trasferito nel palazzo del Podestà, e poi in un edificio sulla via Farnesina, oggi via Cavour, angolo via San Lorenzo. La Confraternita si occupava affinchè i processi venissero svolti in tempi brevi e che i detenuti non restassero nelle segrete per più di 3 o 5 giorni e che venissero esaminati da un giudice. Inoltre il venerdì Santo avevano la possibilità di far liberare un carcerato anche se destinato alla pena di morte, eccetto quelli che si erano macchiati di furti o di delitti terribili. Gli adepti alla Confraternita erano vestiti con un sacco di tela rosso cupo, un cappuccio e un cordone dello stesso colore, in seguito, per distinguerli dalla Confraternita del Santissimo nome di Gesù nel 1786 venne aggiunta una mozzetta di lana celeste sulle spalle. La mozzetta era un mantellina con un piccolo cappuccio, chiusa al petto da una serie di bottoni, in genere era di colore rosso per i papi e di colore viola per i vescovi. Nel 1761 avvenne una circostanza eccezionale, le carceri erano vuote per mancanza di delinquenti, l’evento venne ricordato da una lapide posta dal Governatore Emerigo Bolognini sulla facciata del palazzo. Le Carceri rimasero a via Cavour fino al 1842, poi vennero trasferite a via Sallupara una strada nei pressi di piazza della Rocca, oggi sono al Mammagialla. Palazzo delle Carceri Vecchie, tra via San Lorenzo,via Cavour, Viterbo, in questo palazzo, nella metà del XV secolo, forse, anche se poco credibile, c'erano delle scuole e al pian terreno il Monte di Pietà. Con l'apertura della via Nova, Farnesiana, oggi via Cavour, una parte dell'antico edificio venne demolita, ed il Comune decise con un decreto del 1576 che le scuole fossero trasferite nel palazzo comunale e che qui ci fosse la sede delle carceri. Questo palazzo apparteneva alla Camera Apostolica e Papa Clemente VIII nel 1592 donò questo luogo alla Confraternita di San Leonardo dei Carcerati, e fino al 1842, questa fu la sua destinazione, e la confraternita ebbe il compito di occuparsi dei detenuti. Dopo il 1842 fu il Governo a gestire il mantenimento dei detenuti, pertanto lo scopo della Confraternita si esaurì e queste carceri vennero spostate e accorpate ad altre che erano in una antica scuderia, vicina alla Rocca, chiamata lo stallone del Papa. Questo stabile, di due piani delle Carceri Vecchie venne ceduto dalla Tesoreria di Stati all'Ospizio degli Esposti, e nel 1843 divenne proprietà del Comune. Sotto lo stemma del Landriano, c'è una epigrafe dove è scritto tradotto dal latino : "Autorizzato dal Cardinale Alessandro Farnese legato Perpetuo, Marsilio Landriano, Prolegato, a spese della città fece edificare questo luogo più adatto, il pubblico Carcere, l'anno 1539". Sia le cantonate di questo palazzo che di quello di fronte, con i relativi stemmi e le decorazioni, furono disegnati, su proposta di Farnese, dall'architetto romano Giovanni Malanca, che era un dipende e pagato dal Comune I conci, le sculture e le cantonate del palazzo furono eseguiti dal Maestro Polidoro, da Bruno e Ludovico, scalpellini viterbesi. L'edificio venne rimaneggiato nel 1589 dall'architetto romano Traiano Schiratti, che fu anche architetto della Famiglia Altemps. Purtroppo non ci sono che tracce molto modeste del vecchio palazzo. Epigrafe Lapide Carcere di San Leonardo, è su via San Lorenzo visibile da piazza del Plebisicito, Viterbo, che ricorda un avvenimento eccezionale: l’apertura delle porte del carcere per mancanza di carcerati : l’epigrafe recita: “in onore di Emerico Bolognini Governatore, solerte integro impareggiabile perché queste carceri costruite per reprimere la sfrenatezza dei malvagi, ha potuto testé, in mezzo al plauso universale, mostrare vuote e aperte, spettacolo raro pei cittadini e pei forestieri, la Confraternita di S. Leonardo, con grato animo, pose questa memoria l’anno 1761” ( da : Scriattoli, 1915-20, p. 84). Da vedere Antica Chiesa di San Leonardo scomparsa oggi c'è il Teatro Fondazione Caffeina
Via Cavour Viterbo centro storico via Cavour, Viterbo, informazioni turistiche e foto a cura di Anna Zelli Via San Lorenzo - Piazza San Lorenzo - Piazza del Plebiscito Viterbo via San Lorenzo - piazza San Lorenzo - piazza del Plebiscito Vie di Viterbo centro - Piazze Viterbo centro - Quartieri Viterbo centro storico Viterbo centro storico - Viterbo dintorni - B&B Viterbo centro storico Viterbo guida centro storico - Viterbo dintorni Copyright dal 2011
Tutte le foto
ed i contenuti del presente sito web
sono di Anna Zelli,sono di
Informazioni Turistiche
città di
Viterbo monumenti di Viterbo centro storico Viterbo centro storico - Viterbo dintorni |
|||||||||||||||||||||||||||||||||
Città di Viterbo |
informazioni storico turistiche e fotografie della città di Viterbo a cura di Anna Zelli |
torna Guida di Viterbo
torna alla Home
aggiornato febbraio 2024