Via Chigi,Viterbo, informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli sito originale e ufficiale web www.annazelli.com
Via Chigi Viterbo |
via chigi viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
VIA CHIGI
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Palazzo Caetani Chigi
Antica sede Magistratura
Archi Casa V. Pagnotta
Terme
del Bacucco Non sono terme:
Ruzzola D'Orlando
Eventi a Viterbo
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Via Chigi, Viterbo, va da via San Lorenzo a via Sant’Antonio, a via Faul, e a via di Valle Piatta, lungo la via Chigi c’è una strada stretta, via del Gesù che porta a piazza del Gesù. La via prende il nome dalla Famiglia Chigi che qui ha un palazzo ed una torre.Sia rriva a via Chigi da Via Sant'Antonio, da via San Lorenzo e da via del Gesù. Palazzo Chigi Palazzo Chigi, già Caetani, via Chigi 17, Viterbo il palazzo affaccia su via Chigi mentre il prospetto posteriore da su via del Ganfione, oltre al palazzo qui vi era anche un giardino, Il palazzo risale alla seconda metà del XV secolo, accanto ha una possente torre, lo stile è del tipo rinascimentale toscano, fu edificato, riadattandolo su strutture medioevali precendenti, per volere della Famiglia Caetani o Gaetani di Pisa, i loro stemmi sono ancora presenti, il palazzo fu poi acquistato dalla Famiglia Chigi nel 1510, che non ne modificò la struttura e che a tutt’oggi appare integra. I Caetani ottennero la cittadinanza viterbese nel 1473, e come si usava a quel tempo dovevano avere una proprietà in città per essere dichiarati cittadini a tutti gli effetti. Carlo d’Antonio Caetani era un mercante toscano e svolgeva la sua attività lungo la via San Lorenzo, a piazza del Comune e la sede delle attività era presso San Biagio. Carlo d’Antonio Caetani era un ricco commerciante di allume, e scelse Viterbo come base del suo commercio tra la Toscana e la Tolfa, il figlio Alfonso, continuò l’attività del padre, e alla sua morte avvenuta nel 1495, il figlio Carlo fu messo sotto la tutela del nonno Ludovico Margani, poi nel 1497, la tutela passò alla madre Crisofora, che per un certo tempo tentò di portare avanti l’attività del marito. Alfonso aveva lasciato i suoi beni in eredità alle due figlie Emilia e Lucrezia, sposate, e al figlio Carlo nato dal matrimonio con Cristofora Ludovica Margani, la quale ebbe in seconde nozze un altro figlio Ludovico. A seguito di contrasti sull’eredità, nel 1509 e non essendoci accordi sulla divisione dei beni di Afonso Caetani, tra Civitavecchia, la Tolfa e Viterbo, decisero di vendere la proprietà di Viterbo ai Chigi. Scrive Simonetta Valtieri che il 23 Agosto 1509 il palazzo, “appresso ad torre farolfo”, con due piccole case poste di fronte, fu diviso tra i figli di Alfonso Caetani, Emilia, Lucrezia e Carlo nato dal matrimonio con Cristofora di Ludovico Margani, alle figlie andò il piano nobile del palazzo, una casetta di fronte ed “una cantina sotto allo tinello” posta a piano terreno entrando a destra. Cristofora ebbe il piano terra più due cantine e la casa davanti al palazzo utilizzata da Pietro Paolo Barbieri. Passò poi, con atto del 5 Febbraio 1510, in proprietà di Francesco di Mariano Chigi, venuto a Viterbo nel 1501, ma la cui famiglia era già dimorante a Viterbo nel 1438. Il palazzo fu acquistato dal Chigi, per metà dagli eredi di Alfonso Caetani, figlio di Carlo, e l’altra metà da Cristofora di Ludovico Margani di Roma. I Chigi erano banchieri senesi e gestivano un banco all’inizio di via San Lorenzo, sono visibili i due portoni con due stemmi a via San Lorenzo di questi due banchi, ed un altro al pian terreno del Palazzo a via Chigi, si notano gli ingressi murati sotto alle finestre del piano terreno. Con la loro attività finanziavano l’industria di armentizia, ovvero il commercio di bovini ed ovini. Ebbero nel 1537, avendo prestato al Comune dei soldi in uso un terreno per il pascolo di migliaia di pecore di loro proprietà. Guardando frontalmente il palazzo, sul lato destro della facciata c’è lo stemma Chigi Della Rrovere che ha sostituito quello più antico. Il portale è bugnato piatto e decentrato rispetto alla facciata, sul lato sinistro in alto c’è lo stemma Caetani, i precedenti proprietari. L’edificio si articola su tre livelli, scanditi da semplici cornici marcapiano prive di decorazioni. Il primo piano ha uno sviluppo in altezza maggiore rispetto al terzo piano destinato alle soffitte, le finestre sono essenziali, ad arco, le finestre del primo piano sono ornate dalle bugne simili al portale d’ingresso, mentre quadrate e semplici sono le finestre del piano terra. Le finestre del primo piano sono bugnate e quelle al piano presentano eleganti ferri da tendone o da stendardo, su uno dei quali è la stella, facente parte dello stemma dei Chigi. L’insieme della struttura del palazzo, quattrocentesco, richiama l’architettura del Rinascimento fiorentino, l’interno è irregolare dovuto a dei lavori che però mantennero le antiche murature. Il cortile interno è di stile rinascimentale, si sviluppa su due lati asimmetrici, con un colonnato a due livelli, che rimanda al giardino di Palazzo Medici Riccardi, soprattutto nel capitello che a Viterbo troviamo simile nel chiostro tardo quattrocentesco di Santa Maria in Gradi, e nel portico di Palazzo Lunense. All’interno del cortile è conservata la Madonna con Bambino di Antonio del Massaro. L’interno del Cinquecentesco palazzo Caetani Chigi, oggi è di proprietà della famiglia Egidi, ha le sale interne che furono affrescate dai grandi artisti dell’epoca, le sale al primo piano nobile sono una dentro l’altra il tutto è decorato ed affrescato, sono presenti stemmi, ed un monumentale camino, Vi sono varie sale, la Sala di Afrodite con vedute paesaggistiche, vi è una piccola cappella, vi è poi, la sala di San Paolo con soffitti decorati e grottesche, uno studio detto del Pappagallo, riccamente affrescato, scene di caccia di Antonio Tempesta, e figure bibliche. Cortile Loggia interno Cortile interno portico e loggia, palazzo Chigi, via Chigi, Viterbo, non è visitabile, all’interno il cortile, di stile rinascimentale, conserva un bel portico ad elle sorretto da sei colonne più due mezze colonne ai lati. Il portico è sovrastato da una loggia con tre colonne più mezza colonna posta di lato, vi si arriva mediante una scalinata a due rampe, sovrastata da una volta a botte Sulla facciata della loggia, che affaccia verso il portico, vi erano dei graffiti colorati, alcune tracce di questi sono visibili sotto il tetto ; sempre nel cortile del portico, si vede una porta con stipiti ed architrave in stile cinquecentesco con bassorilievi di frutta e festoni. Giardino Palazzo Chigi Giardino palazzo Chigi Torre e Loggia Chigi Giardini Cortile e loggia esterna palazzo Chigi, Viterbo, i giardini esterni del palazzo Chigi sono visibili dal cortile del palazzo dei Priori, la cui entrata è a piazza del Plebiscito, affacciandosi dal cortile sul lato sinistro si nota un bel giardino, con al centro una fontana rotonda ed una colonna, altri elementi decorativi qui presenti non sono visitabili, perchè il palazzo oggi è una proprietà privata ed appartiene alla famiglia Egidi. Da via Sant'Antonio o meglio dal Sacrario o da Valle Faul, sono visibili sia la Torre Chigi ex Caetani, che gli archi della loggia che affaccia sul giardino privato. Edicola Chigi Edicola palazzo Chigi non è visitabile in quanto si trova all’interno del Palazzo che è una proprietà privata della Famiglia Egidi, la Madonna con Bambino è all'interno di un'edicola, l'opera è attribuita ad Antonio del Massaro detto il Pastura, uno dei pittori viterbesi più famosi tra al fine del XV e gli inizi del XVI secolo, fu allievo del Pinturicchio, vissuto tra la seconda metà del '400 e i primi del '500, purtroppo lo stato di conservazione è pessimo, varrebbe la pena di un restauro. Torre Chigi Torre Palazzo Chigi, questa torre di forma quadrangolare in origine apparteneva al Palazzo di Palino Tignosini, i Caetani l’ebbero in dote quanto Barrolomeo Tignosini del ramo di Pisa aveva sposato Camilla figlia di Carlo Caetani che l’aveva ricevuta dal fratello Alfonso. Questa torre in origine era chiamata del Farolfo in quanto si ritiene che nella metà del Quattrocento questa torre e parte del caseggiato appartenesse ad Antonio Di Pietro di Ser Farfolfo, poi passò ai Caetani e successivamente ai Chigi, oggi alla famiglia Egidi.. Nel 1820 la torre ed il palazzo erano di proprietà della Marchesa Porzia Patrizi Chigi Montori fu Giovanni. Poi nel 1918 Donna Lauro Naro Patrizi Montori di Filippo nel 1918 cedeva il bene all’avvocato Ferdinando Egidi, che era amministratore del patrimonio immobiliare di casa Chigi, nel 2020 è ancora in proprietà dei discendenti Egidi.. Utimamente sia il palazzo che la torre che la strada sono stati restaurati. La torre è caratterizzata da tutti quegli elementi costruttivi comuni alle altre torri medievali che si ergono sulla città. Stemmi Chigi Caetani Stemmi Chigi
Caetani Stemmi Caetani Chigi via del Ganfione Stemmi Famiglia Chigi S temmi Famiglia CaetaniStemmi Chigi e Caetani Stemmi Chigi a via San Lorenzo, Viterbo, due stemmi Chigi, con i monti con la stella sono sopra due portoni, qui vi era probabilmente il banco dei Chigi, Stemma Chigi , via Chigi Viterbo si vede sull’angolo destro della facciata è lo stemma Chigi Montoro - della Rovere, che ha sostituito l’altro più antico: inquartato, nel 1° e 4° di azzurro alla rovere sradicata e coi rami passanti in doppia croce di sant’Andrea d’oro, nel 2° e 3° di rosso al monte di sei cime d’oro sormontato da una stella di otto raggi dello stesso. Stemmi Caetani di Pisa, uno stemma è sul lato sinistro del portone a via Chigi, del palazzo Chigi, mentre un altro stemma Caetani è su via del Ganfione.uno stemma recante lo scudo dei Caetani. Stemma di San Bernardino da Siena, si vede al palazzo Chigi a via Chigi Viterbo, campeggia il grande monogramma del Cristo di San Bernardino, sopra il portone bugnato d’ingresso. Stemmi Caetani e Chigi a via del Ganfione, Viterbo, uno stemma Caetani è a via del Ganfione, Viterbo, e quasi di fronte su un altro portone è presente lo stemma dei Chigi. Simbolo San Bernardino Fontane Chigi Fontane Chigi, via Chigi, Viterbo, fontana sullo spiazzo di fronte al palazzo, risale al XVI secolo fu fatta realizzare dai Chigi stessi, è posta tra i numeri. civici 16 e 18, è addossata al muro, vi si accede mediante dei gradini, ed la testata è mistilinea con tettuccio spiovente, recante lo stemma dei Chigi i monti disposti a piramide con la stella a 8 punte, a metà del quale vi era un beccuccio in ferro per la fuoriuscita dell’acqua al di sotto, aveva una vasca rettangolare che però una esplosione dolosa del 1980 ha distrutto. Sul palazzo al lato destro della fontana vi è una bella finestra cinquecentesca con festoni e frutta. Fontana al giardino Chigi, visibile dal cortile del Palazzo dei Priori, è una fontana con vasca circolare sul fianco c’è una colonna con scolpito lo stemma della famiglia Chigi, i monti e la stella. Un’altra fontana di cui non ho la foto, è all’interno del palazzo, ha una vasca quadrangolare ed è decorata nella parte frontale dallo stemma dei Gatti, a sinistra una foglia d’edera con le lettere A e B, tale stemma è dovuto dal fatto che Battista Gatti si sposò nel 1508 con Francesco Ghigi, poi nel 1510 il palazzo venne acquistato dai Chigi dalla famiglia Caetani e divenne di loro proprietà. Famiglia Caetani Famiglia Caetani Famiglia Caetani, storia della famiglia, a Viterbo apparteneva loro il palazzo a via Chigi che prima che passasse a questa famiglia era di loro proprietà. La Famiglia Caetani si insediò a Viterbo in epoca rinascimentale era originaria di Pisa, si stabilì qui per il commercio dell’allume, che svolgevano tra la Tolfa e la Toscana, L’allume è un sale, usato nelle industrie tessili come fissante per colori, basilare nella tintura della lana, nella realizzazione delle miniature su pergamena e nella concia delle pelli. Serviva anche alla produzione del vetro ed in medicina era usato come emostatico. L'alunite deriva da rocce vulcaniche ricche di alluminio, sottoposte all'azione di acque termali, è un doppio solfato formato da alluminio e potassio. Questo solfato venne scoperto nel 1460 da Giovanni Da Castro, commissario dello Stato Pontificio,il quale, individuò nel territorio dei Monti della Tolfa delle piante di agrifoglio, questa pianta segnalava, che al disotto delle sue radici, vi era la presenza di alunite. Questa scoèerta fu basilare per la ricchezza economica italiana che non doveva dipendere dalle importazioni, Per questo motivo i Caetani del ramo di Pisa, si trasferirono a Viterbo ed è a loro che si deve l’edificazione dell’attuale palazzo Chigi a via Chigi. Il palazzo risale alla seconda metà del XV secolo, accanto ha una possente torre, lo stile è del tipo rinascimentale toscano, , i loro stemmi sono ancora presenti il palazzo fu poi acquistato dalla Famiglia Chigi nel 1510, che non ne modificò la struttura e che a tutt’oggi appare integra. I Caetani ottennero la cittadinanza viterbese nel 1473, e come si usava a quel tempo dovevano avere una proprietà in città per essere dichiarati cittadini a tutti gli effetti. Carlo d’Antonio Caetani era un mercante toscano e svolgeva la sua attività lungo la via San Lorenzo, la piazza del Comune e la sede delle attività era presso San Biagio. Carlo d’Antonio Caetani un ricco commerciante di scelse Viterbo come base del suo commercio di allume tra la Toscana e la Tolfa, il figlio Alfonso, continuò l’attività del padre, e alla sua morte avvenuta nel 1495, il figlio Carlo fu messo sotto la tutela del nonno Ludovico Margani, poi nel 1497, la tutela passò alla madre Crisofora, che per un certo tempo tentò di portare avanti l’attività del marito. Alfonso aveva lasciato i suoi beni in eredità alle due figlie Emilia e Lucrezia, sposate, e al figlio Carlo nato dal matrimonio con Cristofora Ludovica Margani, la quale ebbe in seconde nozze un altro figlio Ludovico. A seguito di contrasti sull’eredità, nel 1509 e non essendoci accordi sulla divisione dei beni di Afonso Caetani, tra Civitavecchia, la Tolfa e Viterbo, decisero di vendere la proprietà di Viterbo ai Chigi La famiglia presente a Viterbo, era nota come Caetani o Gaetani, o Cajetani, era originaria di Gaeta, antica Caieta, discendente dai duchi di Gaeta, sembra fossero di origine Gota, una antica federazione di tribù germaniche orientali che invase l’Europa centro meridionale nell’ultimo periodo dell’Impero Romano d’Occidente, originarie della regione di Gotalan in Svezia, la popolazione dei Goti faceva parte della popolazione dei Vandali. La famiglia Caetani svolse un ruolo importante nel Ducato di Gaeta, nella Repubblica di Pisa, nello Stato Pontificio, e nel Regno delle due Sicilie, si ricorda che fu una delle Famiglie Longobarde più importanti a Pisa. Discendeva dalla famiglia Caetani, il Papa Gelasio II, eletto nel 1118. La genealogia documentata di questa famiglia inizia dal XII secolo, in questo periodo si sono accertati vari rami distinti, uno a Gaeta da cui discendono tutti, uno a Pisa, uno a Roma, uno a Napoli ed un ultimo ramo ad Anagni.Il fondatore di questa famiglia fu Anatolio I Conte di Gaeta nel 730, nipote in linea paterna di Teodorico Re dei Goti, e per linea materna del conte di Tuscolo che discenderebbe dalla Gens Anicia. Giovanni Caetani, nel 917 venne nominato duca di Gaeta dall’Imperatore del Sacro Romano Imperio Lotario I. I Caetani mantennero il dominio sulla città di Gaeta fino alla metà dell’XI secolo, quando il duca Giovanni V fu deposto dal principe di Capua. Dai duchi di Gaeta discesero gli altri rami, quello pisano del Gaetani patrizi di Pisa e conti di Terriccio, Pomaya e d’Oriseo, esiliato da Pisa nel XIV secolo, Il ramo Pisano dei Caetani, nel 1306 venne bandito dalla città per l'alleanza con gli Angioini, fu un pretesto per allontanare questa potente famiglia che si trasferì in Sicilia.,questo evento comportò la scissione in due rami, quello Laziale e quello siciliano. Il ramo siciliano dei Caetani, era ancora presente in Sicilia fino al secolo scorso, e si estinse con il conte Alessandro nel 1823. Vi sono anche altri rami quello laziale dei Gaetani duchi di Sermoneta da cui discesero i Gaetani dell’Aquila D’Aragona ed i Gaetani di Pisa. La linea pisana dei Caetani, o Gaetani, fu fondata da Ugone, e Giovanni Caetani alla fine dell’anno 1000 diede lustro a questa famiglia diventando il Capitano generale dei Pisani e dei Genovesi, fu alleato con il Re Alfonso di Castiglia e partecipò all’assedio di Toledo nel 1085; fu anche comandante dei pisani nella Prima Crociata in Terra Santa Un altro illustre personaggio del ramo pisano, della famiglia fu Gherardo, fu il conte di Terriccio, patrizio pisano, vicario generale della Repubblica Napoletana e capitano generale dei pisani per la spedizione in Sardegna nel 1108 e per la spedizione nelle Baleari del 1113 per le quali il pontefice Pasquale II lo investì del titolo di conte d'Oriseo e gli ornò lo stemma dei pali rossi in campo d'oro d'Aragona. Edificò la chiesa di San Giovanni al Gatano a Pisa; combatté nel 1137 contro re Ruggero II di Sicilia insieme alla lega di Lotario III del Sacro Romano Impero. I conti di Terriccio erano considerati signori di Pisa si imparentarono con gli imperatori tedeschi quando il conte Corrado Gaetani d'Oriseo e Terriccio sposò una figlia dell'imperatore svevo Federico II e di Bianca Lancia, per cui divenne viceré di Sicilia dal 1246 al 1256. Il ramo Gaetani d'Oriseo che visse in Sicilia fino allo scorso secolo e si estinse con la Contessa Donna Rosalia Gaetani che sposò Don Angelo Giarrizzo dei Baroni di Rincione, nipote del Governatore di Caltanissetta, il Barone Tommaso Giarrizzo. I loro discendenti assunsero il cognome Giarrizzo Gaetani d'Oriseo. Celebre membro di questo ramo fu il Conte Giuseppe Gaetani e Landolina che, deputato al parlamento siciliano del 1812 per volere di Lord Bentink, Governatore della Sicilia, partecipò alla stesura della Costituzione siciliana dello stesso anno che aboliva la feudalità e adottava un sistema di common law sul modello inglese. Nel periodo Fascista i due cugini Berengario Giarrizzo Gaetani e Alfonso Gaetani furono rispettivamente podestà di Caltanissetta e Naro, e quest'ultimo venne investito del titolo di Conte dal Re Umberto II di Savoia il 20 novembre 1974. Il ramo Gaetani di Terriccio che, presente a Pisa nel 1496 con Benedetto, si estinse nella prima metà del secolo scorso con Alessandro Gaetani, patrizio pisano, proprietario del castello di Terriccio e della omonima tenuta di 1700 ettari nella maremma pisana che vendette ai principi Poniatowski alla fine del Settecento e del Palazzo Gaetani di Piazza Carrara a Pisa che fu lasciato in eredità a Luigi Frassi il 16 agosto 1824 La famiglia Agostini, discendente dei patrizi pisani della Seta Gaetani Bocca, possiede l'archivio ed il castello di Vecchiano dei Gaetani pisani. Maria Cristina Gaetani (di Francesco di Benedetto di Filippo di Benedetto) sposò il marchese e patrizio pisano Francesco della Seta ed il loro figlio Orazio Felice della Seta venne nominato erede da Francesco Gaetani e dal fratello Giuseppe Gaspare. I Gaetani dell'Aquila d'Aragona, principi di Piedimonte e Gioia, duchi di Laurenzana, conti di Fondi, Traetto, Alife e Morcone. Linea fondata da Onorato Gaetani dell'Aquila, nel 1454. Il titolo aggiuntivo d'Aragona venne assunto nel 1529 in seguito al matrimonio di Onorato, viceré di Sicilia, con Lucrezia d'Aragona, figlia illegittima di re Ferdinando I di Napoli. Il ducato di Laurenzana, appartenente al Regno di Napoli, fu assunto invece da Alfonso Gaetani nel 1606 in seguito al suo matrimonio con Giulia di Ruggiero, duchessa di Laurenzana. Piedimonte fu elevato a principato nel 1715. I Caetani, duchi di Sermoneta, poi principi di Caserta e principi di Teano, questa linea fu fondata da Giacobello Caetani, al cui nipote, Guglielmo, fu concesso il ducato di Sermoneta da papa Pio III nel 1503, il marchesato di Cisterna venne invece concesso alla famiglia da papa Sisto V nel 1585. Nel 1642, Francesco, settimo Duca di Sermoneta, divenne principe di Caserta per matrimonio con Anna Acquaviva unica figlia ed erede del principe Andrea Matteo IV; il suo discendente Michelangelo cedette nel 1750 il feudo ai Borboni, ottenendo in cambio il titolo di Principe di Teano. Nel XIX secolo, Michelangelo Caetani, tredicesimo Duca di Sermoneta e terzo Principe di Teano, fu apprezzato dantista, nonché brevemente Sindaco di Roma dopo Porta Pia. Fu sua figlia Ersilia, sposata al conte Lovatelli, archeologa di valore e prima donna ad essere ammessa nell'Accademia dei Lincei. L'altro figlio di Michelangelo, Onorato, fu un uomo politico. Tra il dicembre 1890 e il dicembre 1892 fu il sedicesimo Sindaco di Roma, quindi senatore del Regno d'Italia e nel 1896, per breve tempo, Ministro degli Esteri nel secondo Gabinetto di Antonio di Rudinì. Fu anche Presidente della Società Geografica Italiana dal 1879 al 1887. Ebbe cinque figli: Leone (1869-1935), Roffredo (1871–1961), Livio (1873-1915), Giovannella (1875-1971), Gelasio (1877-1934) e Michelangelo (1890-1941). Leone fu uno dei massimi storici dell'Islam classico. Deputato nel 1909 per il IV collegio di Roma e di simpatie socialiste, votò contro l'intervento voluto da Giovanni Giolitti in Tripolitania e Cirenaica. Costituì col proprio patrimonio l'attuale "Fondazione Leone Caetani per gli Studi Islamici" presso l'Accademia nazionale dei Lincei. Roffredo, l'ultimo duca di Sermoneta, fu un distinto compositore. Sposò nel 1911 Marguerite Chapin, una colta americana che fonderà delle importanti riviste letterarie internazionali. Dal matrimonio nacquero due figli: Camillo (1915-1940), morto nella II guerra mondiale in Albania, e Lelia (1913-1977), che dedicò la sua vita allo sviluppo del Giardino di Ninfa. Gelasio, ingegnere ed imprenditore, fu anche, tra l'altro, ambasciatore d'Italia a Washington dal 1922 al 1925, deputato e senatore del Regno, oltre che autore della raccolta di documenti sulla storia della propria famiglia Domus Caietana. Servì come tenente di artiglieria nel regio esercito ricevendo l'Ordine militare di Savoia e tre medaglie d'argento. In particolare fu l'ideatore del tunnel minato sotto la cima del Col di Lana che, dopo la sua esplosione il 17 aprile 1916, consentì all'esercito italiano di impossessarsi di un importante punto di osservazione e controllo delle vallate circostanti. Da Michelangelo (1890-1941), attraverso la figlia Topazia (1921-1990), sposata ad Igor Markevitch, discende il musicista Oleg Caetani. Il patrimonio materiale e culturale dei duchi di Sermoneta è oggi affidato ad alcune fondazioni: oltre a quella citata in memoria di Leone presso i Lincei, quelle intitolate a Roffredo, che gestisce la fortezza di Sermoneta ed il giardino di Ninfa, ed al figlio Camillo, titolare dell'archivio e di parte del palazzo alle Botteghe Oscure a Roma. Il casato di Sermoneta si è estinto nel 1961. I Gaetani del Cassaro, furono principi del Cassaro e marchesi di Sortino, questa Linea fu fondata da Cesare Gaetani e Moncada, Pretore di Palermo nel 1604, investito principe del Cassaro e marchese di Sortino nel 1631. Appartenne a questa famiglia il celebre Cesare Gaetani e Lanza, principe del Cassaro e marchese di Sortino, barone di Ministeri, Bamini, Casalotto, Sant'Andrea e Chiusa, che finanziò personalmente gli scavi del teatro greco di Siracusa e fu pretore di Palermo per 4 volte. Prima della sua morte nel 1773, il popolo della città rubò tutte le più importanti reliquie dalle chiese della città accumulandole sotto palazzo Gaetani di Palermo. Fu l'ultimo membro di questo ramo, il cui titolò passò poi alla famiglia Specchi Gaetani di Agrigento. La linea Caetani di Torre, fu fondata da Giacomo detto (Iaco) Bello Caetani nato intorno al 1319/1323 e che morì impiccato nel 1360, con la divisione dei feudi paterni ottiene Filettino, Vallepietra e Torre, Condomino di Sermoneta e Bassiano col fratello Nicolò, la linea si estinse nel 1898 con la morte di Anatolio, IX conte di Torre. (rielaborato estratto da wikipedia) Famiglia Chigi Famiglia Chigi, Viterbo, furono banchieri, ed avevano dei banchi a via San Lorenzo, si notano su due portoni su via San Lorenzo due stemmi dei Chigi ovvero monti stilizzati disposti a piramide sormontati da una stella ad 8 punte, la famiglia Chigi possedeva a Viterbo un palazzo ed una torre acquistata dai Caetani nel 1510, la famiglia Chigi è un'importante famiglia nobiliare di origine senese, fra cui si annoverano diversi papi e cardinali, e in particolare Papa Alessandro VII. Originaria di Siena possedeva nel senese il castello di Macereto, discendente da un ramo collaterale dei conti Ardengheschi, era in origine una famiglia di banchieri, divenuta nobile alla fine del Trecento. Diede alla Chiesa un beato, Giovanni da Lecceto (1300-1363), eremitano, ricordato per aver soccorso i bisognosi nel corso della epidemia di peste del 1348 ricordata anche da Boccaccio nel Decamerone, e la beata Angela, pure eremitana (secolo XIV). Divennero preminenti in Siena con Mariano (1439-1504), famoso banchiere, che ricostruì il palazzo della famiglia e Sigismondo (1479-1525), che fece costruire la Villa delle Volte e decorare il Palazzo Chigi di Siena. L'ascesa della famiglia Chigi da Siena alla corte papale : uno dei più celebri personaggi della famiglia Chigi fu Agostino, detto il Magnifico nato a Siena nel 1465 e morto nel 1520, nato a Siena e vissuto al tempo di papa Leone X, banchiere della corte romana e generoso mecenate, amico di Pietro Bembo, di Paolo Giovio e di Pietro Aretino. La famiglia raggiunse l'apice della importanza storica con l'elezione a pontefice del cardinale Fabio Chigi col nome di Alessandro VII al soglio dal 1655 al 1667, che ebbe due nipoti cardinali: Flavio I, principale artefice delle collezioni artistiche di famiglia, e Sigismondo; l'altro nipote Agostino nato nel 1634 e morto nel 1705 sposò Maria Virginia Borghese, nipote di papa Paolo V. A partire dalla seconda metà del Seicento si formò il grande patrimonio immobiliare dei Chigi fino a divenire nella metà dell'Ottocento tra i cinque maggiori proprietari terrieri dello Stato Pontificio. Nel 1658, a causa dei forti debiti contratti dalla famiglia Farnese per mantenere lo sfarzo della corte di Parma, Ranuccio II Farnese decise di vendere il principato di Farnese presso Viterbo con l'annesso titolo di principe alla famiglia Chigi i quali, data la loro posizione di grande ricchezza, necessitavano di un degno titolo nobiliare per poter emergere in società: fu così che Agostino Chigi divenne primo principe di Farnese. Dopo pochi anni, nel 1662 Flavio Chigi acquista dagli Orsini di Bracciano oberati di debiti il principato di Campagnano. Nel Settecento i Chigi ebbero un altro cardinale nella figura di Flavio II nato nel 1711 e morto nel 1771, filogesuita e papabile al conclave di Clemente XIV. Grande personalità fu nel XVIII secolo quella di Sigismondo Chigi, intellettuale di cultura illuminista e filofrancese. Nell'Ottocento un importante matrimonio ha messo in contatto i Chigi con la grande aristocrazia europea, quando Mario Chigi (1832-1914) sposò la principessa Antonietta Sayn Wittgenstein (1839-1918), nipote del celebre generale tedesco Peter Wittgenstein, che fermò Napoleone a San Pietroburgo, e figlia della bellissima Leonilla Bariatinsky (1816-1918), appartenente ad una delle più importanti famiglie russe, la nonna era cugina carnale dello zar Paolo I di Russia. Sempre nel XIX secolo i Chigi ebbero l'ultimo cardinale: Flavio III (1810-1885), già Nunzio Apostolico a Parigi. I Chigi di Siena e gli altri rami familiari : Da Benedetto Chigi, vissuto nel secolo XV, discese il ramo dei Chigi di Siena, i cui rappresentanti più notevoli furono il musicista e uomo politico Scipione (1584-1633) e Carlo Corradino (1802-1881), ufficiale della marina sarda, poi governatore dell'Elba per conto del granduca di Toscana (1840-46), combattente di Curtatone nel 1848 e senatore del regno d'Italia dal 1860. A incominciare dal figlio Fabio Chigi (1849-1906) il ramo assunse il nome di Chigi-Saracini-Lucherini. Dal cardinale Flavio Chigi, nipote di Alessandro VII, che lasciò i suoi beni e titoli al nipote Bonaventura (1693), derivò il ramo dei Chigi-Zondadari di Siena; da Francesco Chigi, fratello di Agostino il Magnifico, discesero infine i Chigi Montoro di Viterbo. A Roma l'ultimo Principe fu Don Agostino Chigi Albani della Rovere (1929 - 2002), storico dell'arte, mecenate artisti italiani filantropo,ha ceduto al comune di Ariccia il Palazzo Chigi, con annesso parco e beni immobili di famiglia, il 29 dicembre 1988.Attualmente la famiglia Chigi è rappresentata dal principe Mario Chigi (1929), figlio di Francesco, che risiede nella villa di Castel Fusano e dal figlio, il duca Flavio Chigi (1975). La tenuta di Castel Fusano fu rimodernata nel seicento da Pietro da Cortona che ne curò anche la decorazione interna assieme ai suoi allievi. Da loro prende il nome Palazzo Chigi, un edificio storico di Roma, acquistato dagli Aldobrandini nel 1659. Dal 1712 (pontificato di Clemente XI) al 1966 (pontificato di Paolo VI) il primogenito della famiglia Chigi di Ariccia ha rivestito la dignità ereditaria di maresciallo di Santa Romana Chiesa e custode perpetuo del Conclave. Ultimo Maresciallo fu don Sigismondo Chigi (1894 - 1982) che ha sposato l'americana Marian Berry (1901 - 1989). (ripreso dal sito web di wikipedia on line) Palazzo Tignosini Palazzo e Famiglia Tignosini, via Chigi, Viterbo, alla sinistra del palazzo Caetani-Chigi, via Chigi c'è un palazzetto appartenuto ai Tignosini, discendenti dei più celebri Tignosi, che durante il XV secolo si contesero con i Monaldeschi e i Gatti il controllo della città. Sulla facciata un interessante stemma raffigurante due ali spiegate. Palazzo dei Tignosi di Palino Tignosini, tra via Pietra del Pesce, piazza della Morte, e piazza San Ccarluccio, il monastero della Chiesa di Santa Giacinta Marescotti, si ampliò nel 1508 per volere della ministra Margherita Martellacci, che acquistò una casa di Tignoso di Palino Tignosini. Questa casa nel 1610 fu ridotta in parte a piazza ed in parte fu incorporata al monastero ove un salone fu chiamato di Palino come ricorda Domenico Bianchi. Nel 1529, le monache, avendo ricevuto l’anno avanti un legato di mille ducati d’oro e una casa a Roma, decisero di ampliare il monastero chiedendo al Comune di poter chiudere la strada che era tra il convento e il loro mulino. Il Comune approvò la chiusura, ma chiese di aprire una nuova strada chiamata via Pietra del pesce. Famiglia Tignosini Famiglia Tignosini ramo bastardo della Famiglia Tignosi, Viterbo, I Tignosini, si distingueranno nella storia di Viterbo, per la loro violenza e risolutezza nelle liti tra fazioni quattrocentesche e saranno detti anche Maganzesi. In questa particolare denominazione i cronisti e gli studiosi del passato hanno voluto riconoscere l’indizio di un’origine tedesca del ceppo familiare primitivo. In realtà il soprannome maganzesi o maguntini (citato per la prima volta solo nel 1429) fu coniato dai nemici dei Tignosini come sinonimo di rinnegati, secondo l’accezione che il termine assunse nel corso del Medioevo. Nell’epopea della Chansons de geste, infatti, Gano di Magonza era il paladino franco che ordì con i Mori l’aggressione della retroguardia di Carlo Magno nelle gole di Roncisvalle. Nei poemi cavallereschi italiani Il Furioso, L’Innamorato, Astolfeida., Gano e i membri della sua discendenza furono definitivamente rappresentati come proverbiale immagine dei traditori. Bibliografia: di Ser Marcus de Montfort dal sito web Lo Straccifojo. Museo dei Templari Museo dei Templari a via Chigi, Viterbo, centro storico, il Museo Storico-Didattico dei Cavalieri Templari e il nuovo complesso monumentale di Viterbo Sotterranea si possono visitare tutti i giorni con una visita guidata dedicata che conduce alla scoperta di questi magici luoghi, etruschi e templari, un viaggio nella storia lungo migliaia di anni.Per ulteriori informazioni e notizie: Tesori d’Etruria, Piazza della Morte, 1 Viterbo cellulare 338.8618856 telefono 0761.220851. Vedi : Ordine dei Templari Come Arrivare a via Chigi Viterbo centro storico Fotografie Via Chigi Torre e Palazzo Chigi Viterbo centro storico Via Chigi, Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Palazzo Chigi via Chigi Viterbo centro storico Palazzo Chigi ex Caetani Via Chigi, Viterbo centro storicoCortile del Palazzo Chigi Viterbo via Chigi Cortile palazzo Chigi Via Chigi, Viterbo centro storico Cortile palazzo Chigi Via Chigi, Viterbo centro storico Cortile palazzo Chigi Via Chigi, Viterbo centro storico Rosone al Cortile palazzo Chigi Via Chigi, Viterbo centro storico Cortile e Loggia Palazzo Chigi via Chigi Viterbo Cortile e Loggia palazzo Chigi Via Chigi, Viterbo centro storico Torre Palazzo Chigi viterbo centro storico Torre Chigi ex Caetani Via Chigi, Viterbo centro storicoViterbo veduta della Torre e del Palazzo Chigi da piazza Martiri d'Ungheria Viterbo Via Chigi, Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Finestra decorata a via Chigi Viterbo centro storico Via Chigi, Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Dettaglio Finestra a via Chigi lato fontana Viterbo centro storico Via Chigi, Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Da vedere a Via Chigi Viterbo centro storico informazioni e foto
Via Chigi Viterbo centro storico Via Chigi,Viterbo, informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli Mappe Viterbo centro storico Mappe colli vie piazze zone ViterboSan Pellegrino Quartiere - Colle San Pellegrino - Mappa San Pellegrino Pianoscarano quartiere - Colle Pianoscarano - Mappa Pianoscarano
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