Via San Clemente, piazza San Lorenzo, Viterbo, info storiche e turistiche foto di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Viterbo |
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VIA SAN CLEMENTE PIAZZA SAN LORENZO |
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Via San Clemente, Viterbo, zona colle San Lorenzo, si arriva a via San Clemente da via Sant'Antonio, da piazza San Lorenzo e da via dell'Ospedale, la via costeggia il Palazzo dei Papi il cui fronte è a piazza San Lorenzo, mentre il retro affaccia su valle Faul, ed è proprio su questo lato che si trova la via San Clemente. La via conduce sia a via Faul che a via Sant'Antonio. Da piazza San Lorenzo, è possibile accedervi dalla scalinata posta sotto il grande arco che sostiene la loggia delle Benedizioni o dei Papi. Da via San Clemente è possibile ammirare sia il campanile della non più esistente chiesa di Santa Maria della Cella, che la fortificazione del Palazzo papale che con i suoi possenti contrafforti strapiomba a valle Faul.A Valle Faul vi è un grande parcheggio gratuito, e di recente, a piazza San Lorenzo è stato istallato un ascensore che in meno di un minuto porta a valle. E da qui, da piazza San Lorenzo, in poco tempo a piedi si è anche sul ponte San Lorenzo, su via San Lorenzo, che incrocia tra le altre sia piazza della Morte che piazza del Gesù. San Clemente I Papa San Clemente I Papa, vita opere storia, a lui è dedicata la via di San Clemente sotto il palazzo dei Papi che conduce a valle Faul, Viterbo. Poche e scarse le notizie sulla data di nascita e morte fu al soglio pontificio tra l’88 ed il 97, probabilmente fu il quarto vescovo di Roma, dopo San Pietro, Lino, e Anacleto, con il nome di Papa Clemente I, chiamato Clemente Romano per distinguerlo dall’omonimo Alessandrino. Clemente era romano, ma di origine ebraica, fu discepolo di Paolo suo collaboratore a Filippi, fu nominato vescovo da San Pietro.La tradizione lo vuole figlio del senatore Faustino, della gente Flavia, parente dell’Imperatore Domiziano, e forse la sua discendenza lo salvò dalle persecuzioni del 95. Fu lui che scrisse la lettera ai Corinti, nella quale si ribadiva la superiorità della Chiesa di Roma sulle altre. La lettera fu originata da una rivolta dei presbiteri di Corinto del 96 . Con Papa Clemente I aumentano i proseliti cristiani in Oriente. A Roma gli è stata dedicata la chiesa di San Clemente a via San Giovanni in Laterano. Si narra che Clemente avesse convertito al cristianesimo una tale Teodora, moglie del Prefetto Sisinnio, e convertitola l impose anche il voto di castità, cosa che fece infuriare il marito, il quale un giorno la pedinò e la sorprese a pregare all’interno di una catacomba, in una sala dove Clemente celebrava la messa. Furente Sisinnio ordinò che si arrestasse il Papa, solo che improvvisamente divennero ciechi sia Sisinnio che le sue guardie. Tedora tornò a casa con il marilo, in quale tornato nella sua dimora riacquistò la vista. Papa Clemente dopo Papa San Pietro fu una delle più forti personalità dei primi anni del papato di Roma, ed inviso agli imperatori, tanto che Nerva successore di Domiziano, lo esilia nel 97 nel Chersoneso. In questo luogo Clemente svolge opera di apostolato, mentre a Roma lo sostituisce Evaristo. Clemente si incontrò con due mila cristiani perseguitati e condannati ai lavori forzati nelle cave di marmo e li incoraggia ad avere fede, fa nuovi proseliti al Cristianesimo e questo irritò il nuovo Imperatore Traiano, che considerava il cristianesimo come una piaga da estirpare. Cercò di obbligare Clemente a fare pratiche pagane , ma al suo rifiuto, Clemente viene da Traiano condannato a morte e gettato nel Mar Nero, con un’ancora al collo. Era l’anno 100, e dopo un anno dalla sua morte ci fu un altro miracolo, le acque del mare si prosciugarono e miracolosamente apparve un sacrario, per permettere ai fedeli di scendere in processione e pregare il Santo, questo miracolo dell’apertura delle acque del Mar Nero si verificò di anno in anno. Un altro miracolo fu il ritrovamento dopo un anno di una vedova del suo bambino ritenuto smarrito per sempre e riapparso dopo un anno sano e salvo San Cirillo e San Metodio, portarono nell’869 le reliquie del Santo a Roma per volere di Papa Niccolò I fu tumulato nell’altare maggiore della Basilica di San Clemente a Roma. Tra i suoi scritti l’opera più riconosciuta e autentica è la Lettera alla Chiesa di Corinto, nella Prima lettera di Clemente indirizzata alla Chiesa di Corinto, il santo spingeva i membri della Chiesa corinzia alla concordia, rimproverando i personalismi e le ambizioni dei singoli. Questa lettera ha fornito molti importanti conoscenze riguardo la vita delle prime comunità cristiane. La sua importanza venne presto riconosciuta, tanto che fu inserita nel Codex Alexandrinus, considerata dalla Chiesa Siriaca fra gli scritti canonici. San Clemente viene rappresentato come un papa con un’ancora, oggetto del suo martirio, ed un pesce, simbolo del cristianesimo. La Chiesa cattolica ha fissato il giorno della sua venerazione e memoria liturgia al 23 novembre, quando fu tumulato a Roma. Le chiese ortodosse lo ricordano invece il 25 novembre. Ex Chiesa S. Maria della Cella Ex Chiesa Santa Maria della Cella, scomparsa resta soo il campanile medioevale, via San Clemente, piazza San Lorenzo,Viterbo, la si vede si vede sporgendosi dalla Loggia dei Papi ed è sulla parte destra della terrazza che affaccia verso valle Faul. La chiesa insieme al campanile è una delle più antiche testimonianze della architettura medioevale di Viterbo. Di questo edificio si hanno notizie a partire dal VII secolo, questa Cella era una comunità periferica dell’antico nucleo monastico di Farfa della Sabina che nei primi decenni dell’VIII secolo ampliò i propri possedimenti oltre il territorio di Rieti per spingersi fino all’area del Monti Cimini. Nei primi decenni del VIII secolo, l’abbazia iniziò ad ampliare i confini dei propri possedimenti oltre il territorio reatino e, ad occidente, raggiunse l’area cimina ed il distretto tuscanese. La Tuscia viterbese, seppure nominalmente assoggettata alla Chiesa romana, continuò a risentire lungamente dell’influenza diretta dell’impero longobardo e di questa particolare condizione approfittarono i farfensi per consolidare le loro proprietà e per fondare nuove comunità periferiche, chiamate “celle”, che avevano la funzione di amministrare in loco il complesso sistema di aziende curtensi dipendenti dal monastero sabino. Il campanile della Chiesa di Santa Maria della Cella è visibile dalla terrazza della loggia dei Papi, e proprio il campanile è tutto ciò che resta di questa antica chiesa medioevale, che dall'VIII secolo come già scritto, apparteneva all'Abbazia di Farfa, infatti nel 967 l'imperatore Ottone I confermava che questa apparteneva ai benedettini, e la definì come Cella Sancte Marie infra Castrum Viterbense, ovvero che era all'interno dell'abitato di Viterbo. Questa chiesa sorse ancora prima della Cattedrale e del Palazzo Papale. Ad essa era collegato il convento Benedettino, ma nel 1349 sia la chiesa che il convento a causa di un terremoto subirono ingenti danni, e vennero ricostruiti e novo nella seconda metà del XV secolo per volere del Vescovo Pietro De' Gennari. Nel 1550 venne istituita la Confraternita della Concezione detta anche di Santa Maria della Cella, che si dedicava alla carità e alla assistenza dei poveri. Il Campanile presenta delle analogie con quello della Chiesa di San Sisto e con il chiostro della Chiesa di Santa Maria Nuova. Ci sono motivi in laterizio sia nel campanile che nella torre campanaria. Palazzo dei Papi Il Palazzo dei Papi , piazza San Lorenzo, Viterbo, fu eretto nella forma attuale da papa Alessandro IV al soglio pontificio dal 1254 al 1261 ampliando il preesistente palazzo vescovile della città quando a causa dell'ostilità del popolo e della borghesia romana, capitanata dal senatore Brancaleone degli Andalò, preferì trasferire, nel 1257, la sede della Curia pontificia a Viterbo. L’ampliamento avvenne a cura del Capitano del Popolo Raniero Gatti, il quale, con il consenso del successore di Papa Alessandro IV, Papa Clemente IV, edificò una grande sala per le udienze nota come Sala del Conclave. Nel 1267 venne eretta sempre da Raniero Gatti, anche la Loggia delle Benedizioni, nota come loggia dei Papi, la quale ha una architettura elegante ed armoniosa. Purtroppo nel 1277 una parte del palazzo crollò ed uccise Papa Giovanni XXI. La struttura del Palazzo dei Papi è massiccia, e strapiomba verso valle Faul con poderosi contrafforti ed archi.La Sala del Conclave si affaccia su piazza San Lorenzo e presenta 6 finestre bifore sormontate da altre a feritoia, la stessa struttura si ripete nella parte opposta rivolta sulla via San Clemente. Si accede alla Sala del Conclave dalla imponente scalinata, sormontata alla cima da due colonne. Qui si può vedere lo stemma di San Bernardino, e poggiante su una mensola, la scultura di un piccolo leone. Si può notare anche una lapide posta a ricordo di Raniero Gatti. Sul lato destro del palazzo tramite una cancellata si ha l’accesso al balcone della Loggia, dove si può ammirare la fontana del XV secolo recante sul bordo i simboli araldici della famiglia Gatti, Nel 1325 sia il tetto che la struttura ad archi sul lato verso valle Faul crollarono. Da allora la loggia è nello forma in cui oggi la ammiriamo. Ospedale Grande Infermi Il Complesso dell’Ospedale Grande degli Infermi,è un vecchio ospedale di Viterbo, occupa un’ampia area del colle tra via San Lorenzo e la piazza San Lorenzo, ormai è dismesso a parte un’area adibita all’accoglienza e al recupero di persone affette da disabilità mentali. L’ingresso principale dell’Ospedale era su via Sant’Antonio qui c’è lo stemma dell’ospedale, un trimonzio sormontato da tre croci. L’attuale facciata risale al 1878. La data di inizio per la costruzione di questo complesso risale al 1573, su disegni dell’architetto Messer Domenico Poggi che era anche un Priore, le spese per la costruzione furono a carico sia del Comune, che del Cardinale Farnese e del cardinale Gambara. L’impianto idrico dell’ospedale si approvvigionava alla Fonte di San Lorenzo. Nel 1578 per l’ampliamento dell’ospedale, venne acquistato l’orto dei Tignosi, nel 1582, la chiesa di Sant’Anna, mentre nel 1583 venne edificata nella parte principale dell’ospedale, la cappella su disegno del viterbese Francesco Monaldi, questa cappella nel 1844 a causa di ulteriori ampliamenti venne distrutta. Una nuova cappella venne edificata nel 1950, in stile barocco. Nel 1596 per ulteriori ampliamenti vennero acquistati la casa ed il giardino dei Tignosini che confinavano con via della Cella, la chiesa di San Gregorio ed i possedimenti dei Marsciano. Nel 1747 venne chiuso l’Ospedale dei Convalescenti e ceduti i beni all’Ospedale Grande. Durante il periodo Napoleonico l’Ospedale venne saccheggiato di tutto anche dei medicinali. Nel 1807 per volere di Papa Pio VII, venne concesso all’ospedale la carica di prima Scuola Clinica dei domini papali, l’inaugurazione avvenne nella sala Regia del Palazzo dei Priori, e rimase attiva fino al 1835. Nel 1824 il Vaticano nella persone di Papa Leone II stabilì che la laurea in medicina poteva essere rilasciata solo dalle università di Bologna e di Roma, Viterbo venne considerata come una succursale di Roma e alla fine la sua funzione didattica venne chiusa. L’Ospedale Grande curava tutti gratuitamente, i malati erano collocati in corsie separate per uomini e donne, le quali erano diverse a seconda del tipo di malattia, e come personale c’erano dei Governatori speciali, un Priore come amministratore, Medici, Chirurghi, giovani assistenti, apprendisti e donne inservienti. Qui già c’era un reparto chiamato Reclusorio de’ Pazzi. Nel 1850 per l’edificazione di una nuova corsia venne chiuso un vicolo adiacente all’ospedale. Nel 1855 ci fu un ulteriore ampliamento, posti i cancelli, e come assistenti ai malati vennero collocate le suore della Carità. Nel 1860 venne realizzata la camera mortuaria ed un ambiente per le autopsie sui cadaveri, che in precedenza venivano eseguite sulla strada e alla vista di tutti. Nel 1944 l’ospedale a causa della guerra e dei bombardamenti venne notevolmente danneggiato, venne restaurato nel 1950 e assunse il nome di Ospedale Grande degli Infermi. Sempre nel 1950, l’Ospedale entrò in pieno possesso dei beni della famiglia Calabresi, una importante eredità, per volere di Angela Bevilacqua. Infatti fin dal 1933, la signora Angela Bevilacqua, vedova Calabresi Vanni, aveva lasciato erede di tutti i suoi beni immobili l’Ospedale di Viterbo, solo se il suo unico figlio, Renato Vanni, psichicamente minorato, non avesse messo al mondo figli legittimi. Renato non ebbe figli e quindi alla sua morte l’Ospedale si trovò proprietario di sette poderi di circa centoventi ettari, unitamente ad altri fabbricati in Viterbo, tra i quali il Palazzo Calabresi. Oggi l'Ospedale attivo di Viterbo è al Belcolle, in una vasta area tra Viterbo e San Martino al Cimino. Come arrivare a via San Clemente Viterbo colle San Lorenzo
Mappa via San Clemente e Valle Faul Mappa via San Clemente Viterbo,informazioni storiche e turistiche e foto Anna Zelli Fotografie Via San Clemente Viterbo Via San Clemente, Viterbo, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Ex Chiesa Santa Maria della Cella di cui resta solo il campanile via San Lorenzo Viterbo Via San Clemente, chiesa Santa Maria della Cella, campanile S. M. Cella Campanile Ex chiesa Santa Maria della Cella
Campanile ex Chiesa Maria della Cella, Via San Clemente, foto Anna Zelli Palazzo dei Papi veduta verso valle Faul a via San Clemente Viterbo Archi esterno Palazzo Papale, veduta da via San Clemente, Viterbo,info re foto Anna Zelli Archi Palazzo Papale a via San Lorenzo Viterbo Archi esterno Palazzo Papale, veduta da via San Clemente, Viterbo,info re foto Anna Zelli Veduta del palazzo Papale verso valle Faul sotto la via San Clemente Viterbo Via San Clemente, Viterbo, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Veduta Ospedale Grande degli infermi da valle Faul Viterbo ospedale Grande degli infermi veduta da valle Faul Viterbo centro info e foto Anna Zelli Da vedere a via San Clemente Viterbo centro storico
Da vedere nei dintorni di Via San Clemente e piazza San Lorenzo Viterbo
piazza San Lorenzo Viterbo centro storico piazza San Lorenzo, foto Anna Zelli Mappa Piazza San Lorenzo Viterbo centro storico Mappa piazza San Lorenzo e dintorni Valle Faul Viterbo San Pellegrino Quartiere - Colle San Pellegrino - Mappa San Pellegrino Pianoscarano quartiere - Colle Pianoscarano - Mappa Pianoscarano
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aggiornato ottobre 2023