Terme delle Bussete:
note anche come i Bagni della Regina, i resti
di queste terme sono in una zona che oggi è
inglobata
dall’aeroporto militare di Viterbo e
pertanto non sono più visibili al pubblico.
Secondo Pasqui queste erano verso il casale
destro delle Bussete e 300 metri a nord-est
rispetto al casale delle Zitelle. Lungo il
terreno sono disseminati vari resti, ed un
acquedotto raso terra, in calcestruzzo, largo
70 cm e in alcuni punti interrato di 65 cm,
forse era servito da una antica sorgente detta
Bagno della Regina, che era dietro il Casale
delle Bussete e che arrivava fino al
Casale
delle Zitelle. Per questi collegamenti è
probabile che ci fosse un unico complesso
termale. Forse è proprio sui resti di questo
casale che venne edificata la residenza del
comandante dell’Aeroporto Militare di Viterbo.
Reperti archeologici rinvenuti in questa zona
sono visibili presso il Museo Civico di Viterbo,
tra questi un ritratto di donna in marmo venuto
alla luce intorno agli anni 50 presso
l’aeroporto militare. Una condotta di quasi un
metro, un ramaiolo in bronzo databile alla fine
del IV-III secolo a.C. Nel 1818 sono state
scoperte in località Bussete un gruppo di tombe
scavate nel terreno e ricoperte da semplici
tegole, all’interno ossa umane, qualche vaso di
ceramica, frammenti di tegole, monete antiche e
un grande anello d’oro con una pietra in diaspro
rosso incisa. Il ritrovamento di questo anello è
stato definito come Gemma della Cassia,
l’incisione rappresenta un uomo con la barba,
una donna ed un’aquila in atto di spiccare il
volo. In questa zona vi erano
dei ruderi di terme romane, demoliti, qui fu
ritrovata anche una scultura in bronzo del dio
Mercurio con le ali in testa non ben definite,
una borsa nella mano ed un caduceo nella
destra. Nel 1823 venne rinvenuta una grotta
sepolcrale con un cunicolo all’interno della
quale furono scoperti vasi e lucerne, Altre
testimonianze sepolcrali furono scoperte nello
stesso anno. Nel 1927 presso la sorgente del Bussete vennero scoperti degli oggetti databili
al III secolo a.C., tra questi avanzi in
terracotta, il frammento di un piede, di un
occhio e due monete in bronzo con incise una
nave romana, sempre in bronzo, una piccola
statua raffigurante Marte e la parte posteriore
di un cavallo. Sempre in questo luogo, il Rossi Danielli rinvenne una ulteriore tomba, scavata
nel tufo, di 80 cm. Ricoperta da tegole,
all’interno della quale c’era uno scheletro
umano, e piccoli vasi in argilla. Feliciano
Bussi, nella sua Istoria di Viterbo, del 1742,
menziona il ritrovamento nel 1630, nelle Bussete,
di uan statua di Venere, nota come Venere de’Medici, che fu donata dal Cardinale
Brancaccio vescovo allora di Viterbo al nipote
Alessandro VI Flavio Chigi che poi la regalò al
Granduca Ferdinando II di Toscana, oggi se ne
sono perse le tracce.
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