Valle Faul,Viterbo, informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli sito originale e ufficiale web www.annazelli.com
Valle Faul Viterbo |
valle faul viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
VALLE FAUL |
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Mura
Valle Faul
Largo Caduti delle Foibe Vie dintorni Valle Faul
Largo Cavalieri Costantiniani
Archi Valentino Pagnotta
Terme
del Bacucco Non sono terme:
Ruzzola D'Orlando
San Pellegrino in Fiore
Archi di Viterbo centro
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Valle Faul, Viterbo, centro storico, è un grande giardino oltre ad essere anche un grande parcheggio gratuito. Qui ci sono due ascensori, uno che porta a piazza San Lorenzo, e l'altro alla zona della Trinità.Sono visibili da una parte il complesso papale e la loggia dei Papi e il dismesso Ospedale Grande degli Infermi, dall'altra l'imponente chiesa della Trinità dei Pellegrini. Da una parte la valle conduce a Porta Faul, dall'altra a piazzale dei Martiri d'Ungheria e alla zona del Sacrario. Uscendo da porta Faul si prende di fronte via Bagni che conduce alle Terme dei Papi. Sono 4 chilometri, ci si arriva rapidamente. Un tempo qui vi era un mattatoio ed il gazometro.. Vie di accesso a Valle Faul : Cinta Muraria da via S. Paolo Mura di valle Faul, Viterbo, nel 1243 quando la città di Viterbo fu assediata dalle truppe di Federico II Barbarossa, non c’erano le mura, e il sito era difeso da palizzate e da trincee chiamate “carbonare”, ad ogni modo l’esercito svevo venne sconfitto dalla resistenza dei viterbesi. Cinta Muraria via San Paolo, da Porta Faul a Porta del Carmine : Cinta muraria che da porta Faul va a porta di Valle si data tra il 1257 o il 1268, un tratto murario che a causa del torrente Urciorno che spesso straripava era soggetto a crolli continui, e a restauri. Qui erano presenti anche tre torri, Porta Faul in origine era una torre, ma poi la sua altezza venne dimezzata. Nel 1547 ad opera di Alessandro Farnese, nipote dell’allora Papa Paolo III, venne edificata una porta di ingresso monumentale, la Porta Faul. All’inizio venne chiamata Porta Farnesia o Farnesina. Vi sono i gigli ed una iscrizione che tradotta ci dice : “ Nell’anno 1268 l’illustre stirpe di Raniero Gatti , Visconte, per Grazia di Dio, capitano egli stesso di Viterbo fece costruire queste mura con una fonte ricca di acque , al di qua e al di là della torre del fosso di Faul. Accanto c’è la mole della Torre della bella Galiana, o del Branca, venne edifica nel 1296 da Corrado Branca sulla parte superiore vi sono gli stemmi e le chiavi papali e i simboli del podestà Corrado del Branca , c’è anche una iscrizione che tradotta, recita: “ Nel nome del Signore, amen. Nell’anno del Signore 1296 il nobile uomo Corrado Branca , cittadino di Gubbio, podestà della città di Viterbo, onorato per il suo felice governo, fece edificare questa torre con il provento di 150 libbre paparine, che il castello di Montalto, la terza parte del porto spetta la Comune di Viterbo, è tenuto a pagare annualmente il medesimo Comune. Rendiamo grazie a Dio” Dopo questa torre c’è la porta di Valle, che venne chiusa dopo l’apertura della Porta Faul. E’ stata riaperta nel 1974. Questa porta è sovrastata da una torre aperta in alto con un arco a tutto sesto. Al suo interno ci sono tre archi sovrapposti, e al suo interno una pietra riproduce lo stemma della Camera Apostolica che le chiavi e la mitra. Nel 2016 la torre e la porta di Valle sono state restaurate. Cinta muraria che da porta di Valle va a Porta San Lorenzo: secondo gli studiosi questo tratto di mura venne edificato nel 1257, mentre la porzione che va fino a Pianoscarano risalirebbe al 1118. Qui c’era la Torre di Valle, e accanto l’orto della Chiesa di Santa Maria della Palomba, oggi scomparsa, restano solo alcune tracce, e un molino. In questa zona la Famiglia Balasco aveva dei molini a frumento e molini a olio, che erano alimentati dal fosso di San Pellegrino il quale era una diramazione del torrente Teneri. In questa zona più avanti vi era la torre Amendola, che lo studioso Della Tuccia ne colloca l’edificazione al 1457, quando, nella sua parte superiore venne innalzato un muro. Proseguendo verso porta del Carmine, qui c’era la Torre del Bacarozzo, vi erano in questa zona abitazioni della Famiglia dei Monaldeschi, nei pressi della scomparsa chiesa di San Nicola degli Scolari oggi ex chiesa di San Carlo, che fu feudataria del Castello di Montecalvello, i cui esponenti ebbero ruoli di prestigio a Viterbo durante i secoli dal XIII al XVI. Su questa torre del Bacarozzo il Pinzi colloca al XII secolo l’apertura della Porta San Lorenzo, che conduceva all’omonimo colle. Ma dal 1467, la strada non è praticabile e la torre del Bacarozzo e la porta San Lorenzo non sono visibili, in quato facenti parte di una proprietà privata. Cinta Muraria da Porta San Lorenzo a porta del Carmine: questo tratto di mura risalirebbe al 1118, questo, tratto non presenta torri, qui c’è la Porta del Carmine che deve il nome ad un monastero non più esistente dal XVIII secolo. Porta Faul Porta Faul o Farnesiana, chiamata anche porta Eulali, Viterbo, chiamata anche porta Farnesiana, si trova alla fine della vallata, la attuale porta porta Faul venne aperta in sostituzione della vicina porta di Valle nell'anno 1568, mentre l’antica porta Eulali fu edificata nel 1268 dal Visconte Gatti nipote di Raniero, insieme alle mura che cingono la vallata fino al palazzo dei Papi e alla chiesa della Trinità dei Pellegrini. Dopo 3 secoli questa porta venne chiusa e sostituita da quella che vediamo oggi, L’attuale porta si apre alla base di un'antica torre la cui parte superiore è stata demolita e il progetto della porta Faul fu attribuito al Vignola. Il grande architetto lavorava per la casa Farnese e lo stemma con i gigli dei Farnese è visibile in alto fiancheggiato da quelli del comune e del vice legato pontificio, lo stemma di un certo Ansoino Polo che era un vice legato. In onore dei Farnese originariamente la porta prese il nome di Farnesiana. Infatti sembra che Jacopo Barozzi da Vignola, allora alle dipendenze del cardinale Farnese e occupato alla edificazione del palazzo a Caprarola forse possa aver ideato la porta. A poca distanza da porta Faul si trova la chiesa di Santa Maria in Valverde, poi conosciuta come chiesa dei Giustiziati, che al suo interno ne ricevevano cristiana sepoltura, questa chiesa era officiata dai monaci dell’Abbazia di Sassovivo di Foligno ai quali si deve nel 1297 la torre possente che si eleva sulle mura che seguono, sulla sinistra, l’andamento della collina. Gli stessi monaci in seguito si trasferirono nella poco distante chiesa di Santa Maria della Ginestra posta all’interno della città. Questo era un punto vulnerabile di Viterbo ed infatti subì l’assedio nel 1243, vi è una lapide che cita come il Visconte Gatti fu il costruttore dell’ultimo tratto delle mura di Viterbo, edificato nel 1268. Stemmi e lapide a porta Faul Lapide a porta Faul, Viterbo, l’epigrafe ricorda che questa porta venne aperta nel 1568 nel periodo in cui il Cardinale Alessandro Farnese, nipote di Papa Paolo III, fu reggente di Viterbo e della Provincia del Patrimonio con il titolo di Legato Perpetuo. Nell’epigrafe si cita anche Ansoino Polo il quale sostituiva il Cardinale quando era richiamato altrove. La nuova porta inizialmente fu chiamata Farnesina, poi prese il nome di porta Faul. Stemmi porta Faul, valle Faul, Viterbo,uno stemma con i gigli dei Farnese è visibile in alto fiancheggiato da quelli del comune e del vice legato pontificio, lo stemma di un certo Ansoino Polo che era un vice legato. In onore dei Farnese originariamente la porta prese il nome di Farnesiana. Infatti sembra che Jacopo Barozzi da Vignola, allora alle dipendenze del cardinale Farnese e occupato alla edificazione del palazzo a Caprarola forse possa aver ideato la porta. Largo Martiri delle Foibe Largo Martiri delle Foibe Istriane, Viterbo, si trova subito dopo la porta Faul, è dedicata ai caduti uccisi nelle foibe istriane.I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA. Monumento delle Foibe Monumento a Carlo Celestini porta Faul Monumento memoria caduti Foibe,Carlo Celestini, sacrificato alle Foibe, presso Porta Faul,Viterbo, si trova subito fuori porta Faul, lato strada Bagni. Porta di Valle Porta di Valle, valle Faul, passaggio pedonale, a sinistra si trova la torre della Bella Galiana, sulla destra di porta di Valle c’è un abside che altro non è quanto rimane della distrutta Chiesa della Palomba. Questa porta si trova al di sotto della omonima Torre, ha conservato intatta la sua forma primitiva, la porta non è visibile dalla strada in quanto una casa privata ne ostruisce completamente la vista. Sulla cuspide sono visibili gli stemmi della famiglia romana dei Papareschi. Secondo lo storico Tuccia l’anno della sua apertura risale al 1255 Porta e Torre Bove o Bonaventura
Porta Bove o Bonaventura, Viterbo, la porta Bove è detta anche porta Bonaventura, si tratta di una antichissima porta che fu chiusa per lungo tempo, e proprio questa condizione le ha permesso di conservare il suo aspetto originario. La porta Bove deve il suo nome al podestà Bovo Odonis romano, risale al 1215, è una sorta di porta-torre e infatti si trova sotto l'omonima torre e non è visibile dalla strada in quanto è stata costruita una casa che la ostruisce completamente alla vista. Unico particolare visibile è la caratteristica cuspide sulla quale sono scolpiti gli stemmi della famiglia romana dei Papareschi. Lo storico Della Tuccia riporta il 1255 come anno della sua apertura. La porta di Bove ha una base quadrangolare, vi sono inserite due epigrafi, quella esterna ricorda alcuni rifacimenti ordinati dal podestà Bonaventura Papareschi di Roma nel 1255, i cui stemmi sono visibili in alto, l’altra epigrafe posta all’interno ricorda il restauro delle mura fatto dal podestà Rinaldo di Brumfort nel 1290. Nella seconda metà del Quattrocento, davanti a porta Bove venne edificata una torre semicilindrica che oggi fa corpo unico con una piccola casa che vi è addossata e che ne chiude l’ingresso. Nello spazio compreso tra questa porta e il varco che collega il centro storico con il quartiere Pilastro vi era una porta chiamata Porticella o Quadrata, sembra che avesse in rilievo le quattro lettere “FAVL” in bronzo, ma venne abbattuta nel 1582 con la motivazione che impediva l’uscita dei venti malevoli e i miasmi che si creavano durante le frequenti pestilenze. Porta San Lorenzo Porta San Lorenzo, o del Bacarozzo valle Faul, Viterbo, era nei pressi del ponte del Paradosso, qui c’era una antica strada attraverso la quale si poteva raggiungere il colle San Lorenzo o del Duomo, la porta era a protezione del quartiere di Piano Scarano, venne chiusa nel XIII secolo quando poi fu aperta la porta del Carmine. Di questa porta rimangono solo alcune tracce Torre del Bacarozzo Torre del Bacarozzo, valle Faul, Viterbo, salendo per via Sant’Antonio, dove un tempo c’era la chiesa di Santo Stefano in valle di cui si hanno solo pochi resti, di fronte,vi è della terra incolta e una cinta muraria qui si apriva la Porta San Lorenzo una delle poche dotata di ponte levatoio, chiusa e non accessibile sopra la quale spiccano i resti della torre del Bacarozzo. Rientrati Porta di Valle, si sale a destra per Via S. Antonio. Sulla sinistra s’incontra un caseggiato addossato al costone occidentale del colle del Duomo; sul fianco di un edificio sono visibili modeste tracce architettoniche della duecentesca chiesa di S. Stefano in Valle (alcune monofore e un oculo), nei pressi della quale sorgeva un ospedale amministrato dalla confraternita di S. Leonardo che, istituita nel 1144, è il sodalizio laico più antico d’Italia. Sul lato opposto della strada, oltre un’ampia striscia di terra incolta, corre la cinta muraria sulla quale spiccano i resti della Torre del Bacarozzo e l’antica Porta di S. Lorenzo (non accessibile), una delle poche che nel Medioevo era dotata di ponte levatoio.Vedi: Torre del Bacarozzo Torre e Porta di Valle Torre e Porta di Valle o d’Eulali, Viterbo, è quasi adiacente a quella di Faul che la sostituì. La porta che anticamente era denominata porta d' Eulali perse di importanza e venne quindi chiusa, è stata riaperta nel 1990. Di fianco alla porta è ancora visibile l'abside dell'ex abbazia della Palomba. Questa antica porta risale al XII secolo, fu riaperta solo nel 1974, aveva un’alta torre inserita a difesa al cui fianco sporge l’abside della chiesa di Santa Maria della Palomba, questa porta venne chiusa nel 1459 e fu più volte danneggiata dalle piene del vicino torrente Urcionio. Poi venne definitivamente abbandonata e murata nel 1568 quando al suo posto fu edificata la vicina porta Faul. A sinistra si nota un’alta torre fatta erigere dal podestà Corrado di Branca nel 1296, con i proventi delle tasse del porto di Montalto di Castro, è detta Torre della Bella Galiana. La tradizione popolare vuole che qui sia stata uccisa la nobildonna viterbese. Torre Bella Galiana o del Branca Torre della Bella Galliana, o del Branca a valle Faul Viterbo, del 1295, è posizionata nella parte a Sud della città, vicina alla Porta di Valle, insieme alle alte torri ancora esistenti regala alla città di Viterbo un panorama ancora dall’aspetto medievale. La Torre viene chiamata anche del Branca e venne costruita dal Corrado di Branca Podestà di Viterbo nel 1295. Egli la edificò con i proventi doganali del porto di Montalto tributaria di Viterbo. Alla Torre è legata la Storia della bella Galliana narrata da Lanzillotto cronista viterbese del XIII sec., secondo cui a Viterbo viveva una bellissima ragazza chiamata Galliana la bella. Data la sua bellezza, i giovani venivano da diversi paesi per poterla ammirare. Un giorno Giovanni di Vico, discendente di una famiglia prefettizia di Roma venne nella Tuscia e la vide uscire dalla chiesa di San Silvestro e lei non lo degnò neanche di uno sguardo. Così Giovanni tento di rapire la giovane in una notte ma un fulmine colpì una campana, i cittadini accorsero e impedirono al giovane di rapire la bella fanciulla. Passò del tempo e Giovanni radunò un esercito e assediò Viterbo chiedendo la giovane in sposa, il popolo si rifiutò e combatté ferocemente fino a ferire Giovanni. Egli promise a quel punto di ritirarsi a patto che gli mostrassero Galliana. Il giorno successivo Galliana si affacciò da una finestra della Torre, così venne colpita da una freccia dei soldati di Giovanni e morì. La reazione dei viterbesi fu durissima e anche Giovanni morì in quello scontro. Così la Torre prese il nome della Bella Galliana. La Torre a pianta quadrata, si presenta in buono stato di conservazione, al centro della torre è possibile vedere la finestra da cui si narra che si affacciò la bella Galliana. Sulla sommità della Torre vi è una pietra rettangolare con a sinistra un martello, al centro due bande ondate e a destra le chiavi papali. Nel mezzo della facciata vi è, in una cornice quadrata, una apertura rotonda che forse conteneva una iscrizione o un bassorilievo. Subito sotto troviamo l’epigrafe con la scritta in gotico antico: in nomine domini amen. In nomine Domini amen anno Dni MCC. nonagesimo VI nobilis vir dominus Conradi de Branca civis eugubinus, potestà civitatis viterbii felici suo regimine civitatis deoratus honore, hanc turrim fecit edificari de redditu centum cinquaginta librarum papalinorum , que castrum monti alti provenientem a parte portus pertinente ad comune viterbii tenetur eidem communi solvere annuatim Deo gratias . (Nel nome del Signore. Amen. Nell’anno del Signore 1296 il nobile uomo Corrado del Branca, cittadino di Gubbio, podestà della città di Viterbo onorato per il suo felice governo, fece edificare questa torre con il provento di 150 libbre paparine, che il castello di Montalto, la terza parte del porto spetta al Comune di Viterbo, è tenuto a pagare annualmente al medesimo Comune. Rendiamo grazie a Dio) . Risale al 1186 la prima cessione ai viterbesi del terzo del porto di Montalto. Il cronista viterbese Niccolò della Tuccia (sec. XV) fa risalire all’anno 1174 la visione della Bella Galliana. La Torre è stata restaurata nel 1979 in seguito al crollo dell’arco dovuto al terremoto. Durante i restauri del 1979 dalla Ditta Antonio Ciorba venne rinvenuta l’epigrafe nelle vicinanze poi murata sulla facciata. Sempre durante questi restauri è stata ritrovata una freccia infilata fra i sassi della torre. Torre Bella Galliana Torre della Bella Galiana, o del Branca, valle Faul, Viterbo, accanto ci sono i resti di una antica chiesa chiamata Chiesa della Palomba. La torre venne edificata nel 1295 per volere di Orazio di Corrado Branca che impiegò nell’esecuzione dell’opera somme del Comune di Montalto pari ad un terzo delle entrate doganali di allora del porto La leggenda della bella Galiana, avvenne poi che la bella Galiana venisse chiesta in sposa da giovani e nobili provenienti dalle città vicine, ma lei fidanzata con un giovane contadino chiamato Marco, respingeva ogni proposta, anche se avanzata da nobili. Si narra che un giorno Giovanni di Vico, discendente di una potente famiglia prefettizia di Roma, venne nella cittadina della Tuscia appositamente per ammirare la stupenda ventenne viterbese di cui non si fa che lodare in ogni dove l'incomparabile bellezza. Il nobile vide la fanciulla uscire con un'amica uscire dalla chiesa di San Silvestro e, avvicinatosi, le fece un inchino, ma Galiana neppure lo degnò d'uno sguardo. Nei giorni successivi, Giovanni compì ogni tentativo per avvicinare Galiana, parlarle, dichiararle il proprio amore, con l'unico risultato di sentirsi riferire che la ragazza non gradiva la sua corte e lo pregava di desistere dalle sue insistenze. Ferito nell'orgoglio da questo rifiuto, Giovanni stabilì di rapire la ragazza. Così, in una notte particolarmente buia, Giovanni si arrischiò ad arrampicarsi con una fune fino alla finestra della camera dove dormiva Galiana. Pare che un fulmine colpisse quella notte la campana della torre Monaldesca, che risuonò su tutta la città. I cittadini accorsero e impedirono al nobile romano di portare a termine il suo piano. I priori bandirono Giovanni di Vico da Viterbo, proibendogli il ritorno in città, pena la morte. Passò del tempo e Giovanni, radunato un esercito, marciò contro Viterbo, minacciando di prendere d'assedio la città se Galiana non fosse stata sua sposa. La risposta dei Viterbesi fu un netto e chiaro rifiuto. Allora il nobile mise in atto il suo piano. Cinse d'assedio Viterbo e concentrò i suoi sforzi dalla parte di Valle Faul, che era la più vulnerabile. Ma il popolo in armi seppe respingere ogni assalto, infliggendo gravi perdite alle truppe prefettizie. Si racconta che le donne viterbesi stavano a fianco degli armati sulle mura e che, anzi, proprio ad una di esse toccò la ventura di scagliare la freccia che colpì Giovanni, ferendolo gravemente. Allora il nobile romano fece sapere ai Viterbesi che se ne sarebbe andato, a patto che gli mostrassero Galiana. Egli si sarebbe accontentato di ammirarla per l'ultima volta, poi avrebbe tolto l'assedio. I priori si rivolsero a Galiana, la quale accettò per amor di patria. Il giorno successivo la ragazza si affacciò da una lunetta nella torre di Porta di Valle, quando una freccia scoccata da un soldato prefettizio la colpì alla gola. È incerto se il soldato scagliasse la freccia per sua iniziativa, o se compì il misfatto per ordine dello stesso Giovanni. La ragazza cadde morta. Molto violenta fu la reazione dei Viterbesi, i quali uscirono dalle mura in armi, guidati da un certo Guerriante, e costrinsero alla fuga le schiere prefettizie. Sembra che anche Giovanni di Vico morisse per le ferite riportate. Era l'anno 1138. Il corpo di Galiana fu tumulato in un sarcofago che era stato tratto, dicono alcuni, dall'antico masso del sacrificio, sul quale venne scolpito il miracolo del leone e della strofa. Il sarcofago fu portato nel portico della chiesa dedicata all'Angelo con la Spada, dove ancora oggi si può ammirare. Torre Sassovivo Torre Sassovivo nei pressi di porta Faul, innalzata nel 1297 dai monaci benedettini e, più in alto, con la Porta Bove, è un’imponente porta-torre costruita nella prima metà del XIII secolo.si trova a poca distanza da porta Faul presso la chiesa di Santa Maria in Valverde, poi conosciuta come chiesa dei Giustiziati, che al suo interno ne ricevevano cristiana sepoltura, questa chiesa era officiata dai monaci dell’Abbazia di Sassovivo di Foligno ai quali si deve nel 1297 la torre possente che si eleva sulle mura che seguono, sulla sinistra, l’andamento della collina. Gli stessi monaci in seguito si trasferirono nella poco distante chiesa di Santa Maria della Ginestra posta all’interno della città.Vedi : Torre Sassovivo Torre Porta Bove Torre e porta Bove, o anche porta Bonaventura,oltre ad essere una porta è anche una torre, Viterbo, si trova alle spalle del complesso della Chiesa della Santissima Trinità, è inserita all'intero delle mura di Viterbo e dentro il giardino della Chiesa e pertanto non è visitabile, si trova su un piano più alto rispetto al piano stradale. Un tempo questa porta era aperta e consentiva di andare verso la zona del Riello, poi per la perdita di importanza venne chiusa, essendo la strada ridotta ad un viottolo di campagna. Alcuni storici collocano la costruzione di questa porta al 1215, facendone derivare il nome dal senatore di Roma Bavone, che in quell'anno era il podestà di Viterbo, mentre per il Bussi la torre viene datata al 1255 e fa riferimento alla famiglia Bonaventura che ebbero incarichi di podestà , anche lo storico Orioli sposa la tesi del Bussi, e spiega che il nome BO.VE deriva da Bonaventura. Mentre per lo Scriattoli, storico del '900, indica il 1215 come la data di costruzione della Torre e giustifica gli stemmi che qui sono presenti dei Papareschi, come coloro che fecero eseguire i lavori di sistemazione e rifinitura della torre stessa. Nel 1215, riferisce lo storico Della Tuccia, che furono anche erette le mura che da porta Bove arrivavano al piano di San Faustino e alla Porticella. All'interno di questa porta, parzialmente interrato, sopra l'arco, vi è una cuspide con scolpiti i nomi dei Papareschi di Roma, e in questo caso del Cardinale Bonaventura che era un discendente di Papa Innocenzo II, e che fu podestà di Viterbo tra il 1255 e il 1256. Vi è anche una lapide in latino che tradotta : "quando fu il 50 e poi il 5 dopo il 1200, il proconsole Bonaventura, nobile dell'Urbe, bella mi fece ed anche più grande, il nome augurale accompagna l'opera, per questo vuole che mi chiami Bonaventura. Colui che mi costruì ed il podestà che mi adornò, possa egli vivere in eterno con la gente che abita Viterbo". Fu come già detto sopra chiamata anche Bove, Bovo, o Bovone, sembra in riferimento ad Oddone di Bovo, un romano, che fu anche lui podestà di Viterbo nel 1215 anno della costruzione della porta, mentre il Bonaventura fu colui che la restaurò, decorandola ed inserendo il suo stemma, quello dei Papareschi, che circondano la lapide. Sopra la torre, in alto, ci sono altri stemmi due per ogni fianco. Vi è anche un'altra lapide inserita nella cinta muraria che tradotta dice . "Nell'anno 1290 il podestà Rinaldo al pari di Ettore, valente soldato che la palatina stirpe dei Brumfort vanta, fece fondare queste mura di Viterbo, costruite nel nome del verbo, altre mura edificare ed altre per uguale ragione riparare. Le sue onorate armi, insegne da Re, sono qui sottoposte agli stemmi del Sommo Pontefice. Dunque, lettore, circondata da salde mura, sono io città di Viterbo. mi accompagna la protezione del Verbo, decisa a seguire le sorti del Papa Niccolò IV. " Prospero fece scrivere questa lapide, e scrisse anche i versi della lapide di Porta Sonsa. Forse era uno che nel 1301. fu uno dei personaggi degli Otto del Popolo della Comunità di Viterbo. Nel 1354, la torre venne occupata dalle milizie vaticane ad opera del viterbese Giovanni Moscio. Nel 1404 i residenti di San Faustino si riunirono per la concessione dei terreni prossimi a Porta Bove ai frati Agostiniani e al Convento della Santissima Trinità. Nel 1457 Giacomo Almadiani e Nofrio edificarono una torricella restaurarono la torre Bove ed edificarono i merli.La porta è chiusa.(anno 2021). Ex Chiesa S. M. in Valverde Ex Chiesa Santa Maria in Valverde Ex Chiesa e Convento dei frati di Santa Maria in Valverde o dei Giustiziati,via San Paolo, Viterbo, a poca distanza da porta Faul, nel XVI secolo la struttura fu adattata a cimitero dei condannati a morte, per questo è conosciuta come Chiesa dei Giustiziati. Il convento di Santa Maria in Valverde fu fondato intorno alla metà del ‘200 dai Servi di Maria Madre di Cristo, un ordine pauperistico originario di Marsiglia che aveva proprie filiali in mezza Europa, il pauperismo fu un movimento spirituale medioevale, caratteristico degli ordini mendicanti e di altri predicatori cristiani che esaltavano il messaggio religioso e sociale della povertà. I frati erano chiamati anche “mantellati bianchi”,o frati della Pica, perchè i loro mantelli bianchi con le scapolari nere richiamavano la livrea della gazza o pica. Probabilmente i frati della Pica vennero a Viterbo su richiesta di Papa Clemente IV affinché fronteggiassero, con la loro energica azione pastorale, la diffusione dell’eresia dei Catari che, dalla vicina Umbria, stava fortemente contaminando la Tuscia Strada Bagni valle Faul, Viterbo, si apre subito dopo la porta Faul, sulla destra oggi c’è un’officina, l’edificio è ciò che rimane di un antico convento: il Convento dei Frati di Santa Maria in Valleverde. Ex Chiesa S. M. delle Ginestre Ex Chiesa Santa Maria delle Ginestre,Viterbo, valle Faul, si trova sul lato del colle della Trinità dei Pellegrini, il campanile è a vela, era una antica cella farfense che venne concessa prima ai monaci Benedettini e successivamente ai frati terziari francescani. Oggi la vediamo nelle trasformazioni avvenute dopo i restauri del XVI secolo, voluti dagli allora amministratori della Confraternita della Misericordia, che reintitolarono la chiesa a San Giovanni Decollato. Questa confraternita si occupava di preparare i condannati a morte e si occupava della loro sepoltura dopo la loro esecuzione. Nel ‘500 qui c’era un lazzaretto, oggi sconsacrata è chiusa al pubblico.vedi : Ex Chiesa S.M. della Ginestra Ex Chiesa San Giovanni Decollato Ex Chiesa San Giovanni Decollato o ex Chiesa Santa Maria della Ginestra o Lazzaretto, Viterbo, centro storico, è a via San Giovanni Decollato, via del Lazzaretto, vie che mettono in comunicazione valle Faul con il quartiere di San Faustino, la chiesa oggi è sconsacrata e si trova su una piccola collina di fronte a quello che un tempo era il Mattatoio, ci sono anche un giardino ed una fontana in peperino, in tempi recenti è stata adibita a pizzeria, la pizzeria, e meno male è stata chiusa nel 2015. La via San Giovanni Decollato un tempo era il tracciato di una antica via di origine etrusca che oggi da Porta Faul sale al colle della Trinità. La facciata è estremamente semplice, l’interno è a croce latina e presenta colonne in peperino, sono visibili i resti dei 3 altari, tutti gli arredi oggi sono custoditi nella Chiesa di San Faustino e Giovita, tra questi, tele, calici ed un crocifisso ligneo. All’interno della chiesa sono ancora presenti tre altari, ricordati già nel 1468. Sull’altare maggiore si trovava un quadro con la Decollazione di San Giovanni Battista opera di Anton Angelo Bonifazi. Sull’altare a sinistra era il quadro raffigurante la Madonna sul sepolcro e l’angelo della passione, opera di Ludovico Mazzanti. Sull’altare di destra era un Crocifisso ligneo descritto da Feliciano Bussi sulla sua storia di Viterbo. Tali opere oggi sono conservate nella chiesa dei Santissimi. Faustino e Giovita. La facciata si presenta con un impianto semplice a capanna, un portale centrale e i due portali minori in asse con le cappelle laterali. Un grande finestrone si apre perpendicolare sopra al portale centrale. Sulla sinistra della facciata è posto il campanile a vela: nel 1582 si ha notizia di una campana della Abbazia di S. Martino venduta alla chiesa. In origine il nome di questa chiesa era di Santa Maria della Ginestra e risale al XIII secolo, solo più tardi assumerà il nome di San Giovanni Decollato. La si conosce anche con il nome di Lazzaretto, perché ospitò i malati delle tante epidemie che colpirono la città, come il tifo, il vaiolo, la peste, la spagnola. Questa chiesa ai tempi dell’assedio dell’Imperatore Federico II, nel 1243, insieme al convento controllava tutta la zona di valle Faul, e quindi aveva anche una funzione strategica militare, ed infatti fu l’Imperatore Federico II che realizzò le due piazzole esterne per posizionarvi le catapulte e con queste colpire Viterbo, che a quel tempo da porta Faul a porta Bove era sprovvista di mura. Questa chiesa era di proprietà dei monaci dell’abbazia di Sassovivo, in provincia di Perugia, i quali la diedero in enfiteusi ai frati francescani.(L'enfitèusi è il diritto reale di godimento su un fondo di proprietà altrui, generalmente agricolo; l’enfiteuta ha la facoltà di godimento pieno sul fondo stesso, ma per contro deve migliorarlo e pagare al proprietario un canone annuo in denaro o in derrate.) Nel 1524 Viterbo viene colpita dalla peste, i malati sono tantissimi, ed allora i Priori decisero di mandare via i frati e di requisire questa chiesa per adibirla a Lazzaretto. L’epidemia durò 5 anni, ma i frati che erano stati sfrattati furono però cacciati definitivamente forse perché non furono del tutto rispettosi, durante quel periodo, della regola di San Francesco. Poi nel 1855, ci fu un’altra epidemia a Viterbo, il colera, e la chiesa venne di nuovo adibita a lazzaretto e gestita dal Comune di Viterbo. Successivamente gli ambienti di San Giovanni Decollato, vennero adibiti a magazzino comunale, a sede della banda comunale, a garage dei mezzi della nettezza urbana ed infine a pizzeria. Attualmente è chiusa e non visitabile, come la maggior parte dei siti di interesse turistico e che si trovano nel centro storico di Viterbo, purtroppo e molti di questi sono in condizioni miserrime. (anno 2021). Storia della Chiesa : Nel 1262 papa Urbano IV confermò al monastero di Farfa il possesso della chiesa di Santa Maria della Ginestra. Nel 1280 la parrocchia di Santa Maria della Ginestra, che si estendeva da porta Bove all’Ospedale di Santo Spirito nella valle di Faul, (dove oggi si vede il rudere della Chiesa di Santa Croce), passò nel 1293, per concessione del vescovo di Viterbo, ai Benedettini del monastero di Sassovivo, a cui fu data la facoltà di costruirvi un convento. La chiesa entrò nella giurisdizione della chiesa di Santa Maria di Valverde, fuori porta Faul, oggi sconsacrata, e nel 2021 i locali adibiti ad attività di gommista.. A partire dal 1450 la chiesa passò ai frati del Terzo ordine Francescano. Un inventario dei beni risalente al 1468 ricorda che all’interno del complesso si trovavano una sacrestia, l’oratorio, una tavola con la Madonna, una statua di gesso, la cucina, il tinello e l’oliario. Subentrarono, nel 1520, al terzo ordine Francescano sino al 1553 i Minori Osservanti, poi fu la volta della Confraternita della Pietà, quindi della Misericordia o di San Giovanni Decollato. Dal 1525, fino al 1527 la chiesa fu ridotta a lazzaretto per lo scoppio della peste nel 1524. Nel 1530 furono allontanati i frati francescani perché, secondo il Signorelli, “malviventi viene richiesta da altri frati e si fanno voti che ve se ne pongano beneviventi senza però cedere loro la chiesa”. Nel 1542 erano responsabili della chiesa due rettori laici. Nel 1549 la Confraternita della Pietà si unì a quella della Misericordia: le due confraternite sono ricordate nella chiesa ancora nel 1553. Dal 1613 quella della Misericordia assunse il nome di Confraternita di San Giovanni Decollato, che ben presto impose anche alla chiesa il nome del proprio patrono. Papa Paolo V, il 21 Luglio 1611, concesse alla Confraternita, il privilegio di liberare ogni anno un condannato a morte nella ricorrenza di San Giovanni Decollato, facoltà che fu esercitata fino al 1643. Nel 1612 viene citata, tra i beni della chiesa, una piccola effige raffigurante la Decollazione di San Giovanni Decollato e una immagine “antiqua”. Nel 1855, a causa di un epidemia di colera il Comune riutilizza la chiesa a Lazzaretto Nel 1875 la chiesa passò di proprietà allo Stato Italiano, e da allora venne abbandonata. Ai primi del ‘900 il parroco della chiesa dei Santissimi Faustino e Giovita, don Oreste Guerrini, salvò vari oggetti in essa conservati. Successivamente fu destinato a magazzino comunale, poi a sede della Banda musicale di Viterbo e, tra il 1970 e il 1980 divenne garage della nettezza urbana del Comune. Sul finire degli anni ‘80 la Cooperativa Centro Arte e Restauro “Andrea Scriattoli” stipulò un contratto col Comune, in cui era previsto il completo restauro dell’edificio in cambio della concessione in affitto dell’intero complesso. Successivamente la chiesa fu trasformata nel Ristorante Pizzeria il Lazzaretto che nel novembre 2015 cessa l’attività. Ex Chiesa Santo Stefano in Valle Ex Chiesa Santo Stefano in Valle Chiesa di Santo Stefano in Valle, e gli antichi Ospedali, via Sant’Antonio, nei pressi di Valle Faul, Viterbo, di questo antico edificio sono visibili solo modeste tracce architettoniche della duecentesca alcune monofore ed un oculo. Presso questa antica chiesa che si trovava nei pressi di Valle Faul all’inizio della via Sant’Antonio via che sale verso il colle del Duomo e verso Piano scarano, furono istituiti tra il 1144 e il 1636 l’Ospedale Franco e l’Ospedale di San Lorenzo. E’ in questa piccola chiesa che sorse all’inizio un piccolo ospizio dedicato solo alla cura degli associati, poi successivamente quando la comunità ebbe una espansione maggiore venne istituito l’Ospedale Franco che potesse accogliere oltre agli associati anche le persone povere e bisognose di cure, infatti nel 1160 comperarono una casa e la adattarono ad ospedale, lo chiamarono ospedale di Santo Stefano in Valle derivandolo dalla attigua chiesa. Coloro che facevano parte di questa confraternita erano chiamati Oblati, in quanto la loro sussistenza derivava dalle elemosine e dai lasciti. Gli Oblati erano dei Monaci laici e molte persone donarono i loro beni all’ospedale, oppure si rifugiarono in questo luogo per periodi di meditazione e penitenza. Ci fu poi a Viterbo un lungo periodo di lotte intestine tra i Gatti e i Cocco, tantè che di questo ospedale abbandonato da tutti se ne perde la traccia, e nel 1235 è già di proprietà della Curia. Pertanto l’Ospedale Franco divenne Ospedale di San Leonardo, ma poi sempre per via delle lotte tra i guelfi e i ghibellini anche questo ospedale cadde in rovina e dal XV secolo se ne perde la memoria. L’ospedale era diventato un covo di ghibellini ed oltretutto era situato in un luogo malsano, isolato, soprattutto perchè la città si stava formando in un punto più salubre sulle alture del colle San Lorenzo. Naturalmente insieme all’Ospedale San Leonardo decadde anche l’importanza della chiesa di Santo Stefano in Valle, I Canonici della Cattedrale di San Lorenzo non volendosi più occupare di questa proprietà ormai fatiscente la donarono alla Confraternita di San Leonardo a patto che il cappellano fosse uno dei Canonici di San Lorenzo. La confraternita di San Leonardo si occupava della cura dei carcerati. Questa fu la chiesa che ospitò la prima confraternita di Viterbo e i primi due Ospedali. La chiesa infatti cambiò il nome in Santo Stefano dei Carcerati. Nel 1636 la Confraternità si trasferì a via Nuova, oggi via Cavour, accanto alle carceri, e poco dopo la chiesa in valle venne chiusa al culto. La Confraternita di San leonardo aveva il dovere di prendersi cura di tutti i carcerati della città, specialmente di quelli poveri, di somministrare loro giornalmente il vitto, di sollecitare i processi e di impedire che i carcerati chiusi nelle segrete non vi rimanessero oltre i 3 o 5 giorni, senza essere esaminati da un giudice, ogni sabato dovevano visitare le carceri insieme al Governatore, al Vescovo, ai Priori del Comune, all’Avvocato dei Poveri e al Procuratore del Fisco. E oltretutto la congregazione aveva il privilegio speciale di liberare dal carcere ogni venerdi santo un detenuto anche se condannato alla pena capitale a scelta del Vicelegato o Governatore della città, per offrirlo in quello stesso giorno alla Santa Croce. Le carceri andavano da via Cavour a via San Lorenzo, e qui dove oggi c’è il Teatro Caffeina c’era la Chiesa di San Leonardo di cui oggi non se ne ha più traccia. Questa chiesa venne fondata nel 1633 La Confraternita rimase attiva fino al 1842, quando le Carceri passarono a totale carico del Governo. Ex chiesa Santa Croce in Valle Ex Chiesa Santa Croce in Valle Ex Chiesa di Santa Croce in Valle, Valle Faul, Viterbo, sconsacrata, qui un tempo c’era uno dei più antichi ospedali della città. è di fronte alla scultura del Gigante Jhonson, e attraversando la strada c’è il breve tunnel che porta all’entrata dell’ascensore che da valle Faul Porta a piazza San Lorenzo, purtroppo questa chiesa si trova in totale stato di abbandono (2020), Poggia su una struttura medioevale che un tempo era ricovero per gli orfani, ospedale e cimitero della città. Il secolo scorso fu sede di una fabbrica di fiammiferi e luogo per la raccolta di carta da macero. La chiesa ha anche un campanile di forma triangolare, unico nella città di Viterbo. La chiesa prese il nome della Croce, quando qui si stabilirono i padri Crociferi. Nel 1480 i Crociferi cedettero la chiesa alla Confraternita della Misericordia che aveva come fine assistere e confortare i condannati a morte e dopo l’esecuzione seppellirli. Nel 1531 i Crociferi abbandonarono la chiesa e nel 1539 venne aperto un ospedale chiamato della Misericordia o ospedale Maggiore. Nel 1541 venne concesso un terreno e aperto un cimitero, dedicato alla sepoltura dei degenti morti nell’ospedale. Nel 1545 l’ospedale venne chiuso e nel 1585 venne concesso in uso all’Arte della Seta, divenne poi un magazzino, e poi nel 1785 il Comune concesse il sito ai Fratelli dell’Oratorio di Santa Croce. Alla fine dell’800 divenne un deposito per la conservazione della canapa. Qui un tempo c’era la Ditta Ascenzi che fabbricava fiammiferi e poi divenne centro di raccolta per la carta da macero. Colonna di Ser Monaldo La colonna di ser Monaldo. Viterbo, centro storico la si vede in una aiuola tra la via Santa Maria in Volturno e piazza Martri D’Ungheria. E’ una colonna a forma di prisma, piuttosto grezza, ed ha sul capitello una scritta “Memoriale Dni Monaldi”. Non si sa a quale Ser Monaldo questa colonna si riferisca, c’è una teoria che indica un tale Monaldo dei Monaldeschi della fazione dei Maganzesi che nel 1454 uccise in una congiura Guglielmo Gatti, a seguito di questo delitto, il Rettore del Patrimonio, Paolo di Santa Fede, amico dei Gatti, fece catturare Monaldo,Palamone, Palino e Valentino Tignosi, congiurati, e fece impiccare Valentino Tignosini e Ser Monaldo Monaldeschi a due ulivi posti all’interno del convento della Chiesa di San Francesco. Mente la salma di Guglielmo Gatti venne sepolta nella tomba di Famiglia nella Basilica di San Francesco. Successivamente, questa colonna venne innalzata come monito a chiunque volesse farsi giustizia da se. Ma nonostante questo assassinio sia ampliamente documentato non sono stati trovati riferimenti che lo colleghino a questa colonna. Si hanno notizie storiche di questa colonna già dalla fine del Quattrocento. Un tempo sulla sua sommità veniva posto un palio, come premio al vincitore della corsa dei cavalli. Su questa colonna, sono presenti anche due fori, i quali sembra che servissero a legare qui i falliti ed i bari per esporli alla pubblica gogna. Un tempo, nello spazio antistante alla colonna si svolgeva una fiera, durante le feste pasquali, detta fiera dei falliti. Un tempo questa colonna era nei pressi della attuale e diroccata Chiesa di Santa Croce, che si trova a Valle Faul, fu poi collocata all’ex Mattatoio e poi posta nel piccolo giardino che delimita via Santa Maria in Volturno. Ex Chiesa Santa Maria Maddalena Ex Chiesa Santa Maria Maddalena Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, Viterbo,si trova a via Faul, è un chiesa sconsacrata e purtroppo in stato di abbandono, si tratta di un piccolo edificio della metà del XII secolo con campanile, oggi privo di campana, resto di una antichissima chiesa costruita dai Benedettini del Monastero sul Monte Amiata. In questa chiesa si riunivano intorno all’anno 1000, la fratellanza dei Bifolchi, Questa associazione di laici, creata in nome di Dio, della Vergine, di santa Maria Maddalena e di san Colocio, aveva per fine il mutuo soccorso ed è una delle più antiche in Italia.Successivamente nel XIV secolo l’edificio passò alla Confraternita dei Disciplinati, i quali nella metà del ‘300 si trasferirono nella Chiesa di Santa Maria dell’Edera alla Quercia (frazione di Viterbo). Giuseppe Signorelli data l’istituzione di questa Confraternita dei Disciplinati al 1196 provenivano da san Lorenzo, e poi presero poi il nome di Confraternita di santa Maria Maddalena,vestivano con il sacco bianco e mozzetta leonata, ovvero una mantella che arrivava fino al petto e disciplina pendente, una sorta di pendente di ferro con manici legato alla cintura con il quale si auto flagellavano, questa confraternita aveva come scopo di convincere alla penitenza le persone traviate. Nel 1577 si aggregò alla Confraternita del Gonfalone di Roma. La facciata della chiesa è assai semplice, ha un rosone tondo e la porta d’ingresso in peperino con scolpito sull’architrave Caste ad Deum adeunto. Nel 1892 i beni della Confraternita di santa Maria Maddalena furono trasferiti alla Congregazione di Carità.La chiesa fu chiusa al culto nel 1927, venne venduta ed adibita prima a mola ad olio e poi a magazzino di carta straccia; è stata restaurata verso il 1995 oggi è di proprietà privata. Le Conce dette di Zagarello,via Faul, Viterbo, si tratta di un edificio che si trova accanto alla ex chiesa di Santa Maria Maddalena in disuso da decenni è stato restaurato nel 1999, qui c’era una industria di conceria di pelli che, dal vicino mulino dei Chigi nella Valle di Faul, si riforniva di vallonea da cui si estraeva il tannino. Edicola sacra Madonnina Edicola sacra madonnella su via Faul Viterbo, si trova accanto alla chiesa di Santa Maria Maddalena, a via Faul, Viterbo. Ex Chiesa della Palomba E Chiesa Santa Maria della Palomba Ex Chiesa Santa Maria della Palomba, distrutta, valle Faul, Viterbo ne rimane solo un abside alla destra della porta di Valle. Non si sa di preciso la data di edificazione di questa chiesa, per il Pinzi esisteva già nell’anno Mille, mentre Scriattoli la colloca nel XIII secolo e ci dice che fu menzionata per la prima volta nel 1236. In origine qui c’era la sede delle monache cistercensi che vi rimasero fino al 1502. Rimasto libero il complesso venne ceduto nel 1503 da Papa Giulio II ai Gesuiti, la congregazione fu fondata nella metà del ‘300 dal Beato Giovanni Colombini e soppressa nel 1688 da Papa Giovanni XI in Abbazia. Durante la rivoluzione Francese venne trasformata in magazzino e caserma dalle truppe di occupazione. Poi nonostante il ritorno dello Stato Pontificio la chiesa cadde in stato di abbandono. Ed ancora oggi non ha avuto un restauro serio. Complesso Etrusco Poggio Giudio
Complesso sepolcrale Complesso Sepolcrale etrusco di Poggio Giudio, strada Bagni, Viterbo cosi chiamata perché questa zona era riservata alla sepoltura degli ebrei. Gigante Johnson valle Faul Scultura del Gigante Jhonson, valle Faul Viterbo, è una installazione in alluminio composta di 5 giganteschi pezzi che rappresentano una figura al suo risveglio. Questa scultura è stata realizzata nel 1989 dallo statunitense Johnson Seward ed è chiamata risveglio, fu messa in occasione dei 20 anni dalla caduta di Berlino all’Eur a Roma, poi fu trasferita a Siracusa durante il G8 e poi a Viterbo. Di questa identica scultura vi sono due fusioni, una è nel Maryland, e l’altra del 2009 è a Chesterfield nel Missouri. Tunnel ascensore San Lorenzo Tunnel ascensore di accesso a piazza San Lorenzo, Valle Faul, vi si accede da porta Faul,,si trova in fondo al parcheggio, all'altezza della ex Chiesa di Santa Croce in Valle e della statua del Gigante Jhonson, guardando in alto sul lato destro ci ono il complesso Papale e dell'Ospedale Grande degli Infermi, l di sotto, si vede ilil tunnel, in fondo al quale c'è l'ascensore, gratuito, che in meno di un minuto porta alla piazza San Lorenzo, al Palazzo e alla loggia dei Papi. Ascensore piazza Martiri Ungheria Ascensore piazza Martiri Ungheria Ascensore accesso a piazza Martiri d'Ungheria Valle, qui c'è un ascensore che porta alla piazza, una sorta di colonna quadrata in ferro. è sulla stessa direttrice del tunnel sotto palazzo dei Papi, ma sul lato opposto. Ponte Tremoli Ponte Tremoli, Largo Croce, Viterbo, a sinistra del largo vi è una discesa con due spallette in peperino, è quanto rimane dell’antico ponte Tremoli che risaliva al XIII secolo, fu interrato nel 1937, insieme al torrente Urciorno, collegava la zona della Trinità dei Pellegrini a valle Faul. Fontana ex Matttoio Fontana ex Mattatoio a Valle Faul, Viterbo centro storico, è una vasca quadrangolare, in peperino, addossata al muro dell'ex mattatoio, non eroga acqua, ci sono due bocchette tonde dalle quali fuoriusciva l'acqia, al centro vi è uno stemma. Fontana moderna Moderna fontana Valle Faul, Viterbo, si trova al centro della valle, vi sono vari bocchettoti posti a terra che creano un gioco di zampillo d'acqua verso l'alto.
Piazzale Divisione Paracadutisti
Piazzale Divisione Paracadutisti Piazzale Divisione Paracadutisti della Folgore, Viterbo, questo piazzale è a a valle Faul dove c'è un grande parcheggio, è tra via San Giovanni Decollato, via Faul e via El Alamein. Da vedere nei dintorni di Valle Faul Viterbo centro storico Palazzo Papale vedi Palazzo Papale o dei Papi - Ex Ospedale Grande Infermi vedi Ospedale Infermi dismesso - Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini vedi Chiesa Santissima Trinità - Terme di Viterbo vedi Terme di Viterbo - Terme dei Papi - Colle della Trinità : Colle della Trinità - Colle San Lorenzo :Colle San Lorenzo - Complesso sepolcrale etrusco Poggio Giudio. Come arrivare a Valle Faul Viterbo centro storico
Mappa Valle Faul dintorni Viterbo centro storico Giardino Valle Faul Viterbo Fontana a Valle Faul di recente costruzione Fontana di recente costruzione a Valle Faul Viterbo centro storico - Fontane lavatoi di Viterbo Colle San Lorenzo veduta del Palazzo Papale da Valle Faul Viterbo centro storico colle San Lorenzo veduta del palazzo Papale da valle Faul Viterbo Panorami di Viterbo centro Scultura Gigante Johson Valle Faul Viterbo centro storico Scultura Gigante Johson Valle Faul Viterbo centro storico Statue busti sculture Viterbo Scultura Gigante Johson Valle Faul Viterbo centro storico info e foto Anna Zelli Scultura Gigante Johson Valle Faul Viterbo centro storico info e foto Anna Zelli Parcheggio Valle Faul Viterbo centro storico Parcheggio Valle Faul, Viterbo centro storico info foto Anna Zelli
Tunnel lato
destro valle Faul da pota Faul in fondo
Tunnel e ascensore da Valle Faul a piazza San Lorenzo Ascensore che da Valle Faul porta a piazza Martiri d'Ungheria Viterbo centro storico Ascensore a Valle Faul Viterbo centro storico info turistiche e foto a cura di Anna Zelli Fontana all'ex Mattatoio a Valle Faul Viterbo centro storico Fontana all'ex Mattatoio a Valle Faul Viterbo centro storico, Fontane lavatoi di Viterbo Ex Gazometro a Valle Faul Viterbo centro storico Valle Faul Viterbo centro storico, informazioni e foto Anna Zelli Ex Mattatoio a Valle Faul ora adibito a centro culturale (anno 2020) Valle Faul Viterbo centro storico, informazioni e foto Anna Zelli Fontana Ex Mattatoio valle Faul Viterbo centro Fontana ex Mattatoio a Valle FaulModerna Fontana a Valle Faul Viterbo centro moderna fontana valle FaulPorta Faul a valle Faul porta Faul o FarnesianaMura di cita a Valle Faul Viterbo centro Mura Valle Faul - via San PaoloStemmi a porta Faul a Valle Faul Viterbo centro Stemmi e lapide porta FaulStemma porta Faul, Viterbo informazioni turistiche e foto Anna Zelli Simbolo leone porta Faul, Viterbo informazioni turistiche e foto Anna Zelli Lapide a Porta Faul Valle Faul Viterbo Lapide porta Faul, Viterbo informazioni turistiche e foto Anna Zelli Largo Martiri delle Foibe Istriane presso porta Faul a Valle Faul Viterbo
Largo Martiri delle Foibe Istriane presso porta Faul a Valle Faul Viterbo Porta di Valle a Valle Faul Viterbo centro Porta di VallePorta Bove o San Bonaventura valle Faul Viterbo centro storico Porta Bove o BonaventuraPorta Bove o Bonaventura Porta San Lorenzo o del Bacarozzo Viterbo centro Torre Porta di Valle Viterbo centro Torre e Porta di ValleTorre Sassovivo valle Faul Viterbo centro Torre Bella Galliana valle Faul Viterbo Ex Chiesa Valverde fuori porta Faul Viterbo centro Via San Paolo Viterbo Ex Chiesa Santa Maria della Ginestra valle Faul Viterbo centro Ex Chiesa San Giovanni Decollato valle Faul Viterbo centro ex chiesa San Giovanni DecollatoEx Chiesa Santa Croce in Valle Valle Faul Viterbo centro Ex Chiesa Santa Croce VallePiazzale Divisione Paracadutisti Folgore (dove è il parcheggio) Piazzale Divisione Paracadutisti Folgore (dove è il parcheggio) Colonna di Ser Monaldo Ex Chiesa Santa Maria Maddalena via Faul Viterbo centro Ex Chiesa S. M. MaddalenaEx Chiesa Santa Maria della Palomba Valle Faul Viterbo centro Complesso Etrusco Poggio Giudio fuori Valle Faul Viterbo Complesso Etrusco Poggio GiudioPonte Tremoli i Strada Bagni Viterbo di fronte porta Faul Viterbo Strada Bagni porta alla zona della Terme di Viterbo Terme di Viterbo Da vedere a Valle Faul Viterbo centro storico informazioni e foto
Da vedere nei dintorni di Valle Faul Torna Valle Faul Viterbo centro storico Valle Faul,Viterbo, informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli San Pellegrino Quartiere - Colle San Pellegrino - Mappa San Pellegrino Pianoscarano quartiere - Colle Pianoscarano - Mappa Pianoscarano
Via San Pietro Colle San Lorenzo - Valle Faul Piazza S. Francesco - Piazza San Faustino - Piazza della Trinità
Colle S. Francesco - Colle San Faustino - Colle della Trinità
Piazza della Rocca Viterbo Piazza della Rocca, Vie di Viterbo, Viterbo - Piazze di Viterbo Mappe di Viterbo centro storico Vedi Piazze di Viterbo - Vie di Viterbo centro storico Piazze di Viterbo centro - Vie di Viterbo centro Viterbo centro storico - Viterbo dintorni Viterbo guida centro storico - Viterbo dintorni
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Viterbo monumenti di Viterbo centro storico
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