Palazzo dei Priori, Viterbo, informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
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palazzo dei Priori, piazza del plebiscito o piazza del comune viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PALAZZO DEI
PRIORI |
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Palazzo dei Priori, o palazzo del Comune, piazza del Plebiscito, Viterbo, oggi sede del Comune di Viterbo; l’edificazione di questo palazzo ed i lavori di ampliamento della piazza iniziarono nel 1264 e comportarono la demolizione di alcuni degli edifici preesistenti e lo smantellamento di quello che un tempo era il grande cimitero di Sant’Angelo, che occupava gran parte dell’odierna superficie del Palazzo dei Priori, è rimasto dell’antico cimitero il porticato del 1460 voluto da Papa Pio II, ovvero Enea Silvio Piccolomini, portico ancora oggi esistente. Fu deciso di spostare qui la sede amministrativa di Viterbo quando i papi abbandonarono Roma per trasferirsi a Viterbo, e cosi il palazzo vescovile a piazza San Lorenzo, divenne il Palazzo dei Papi, e le istituzioni civiche ed amministrative vennero trasferite qui da piazza del Gesù, in precedenza chiamata piazza San Silvestro. Non si sa esattamente la data precisa della costruzione di questo palazzo, alcuni ritengono sia dello stesso periodo, il 1200, del palazzo del Podestà, e del palazzo del Capitano del Popolo, altri lo datano al 1460 ai tempi di Papa Pio II. In origine il palazzo del Comune doveva essere la sede del governatore Pontificio, ma nel 1510 il governatore si insediò nel palazzo del Capitano del Popolo sfrattando i priori che qui avevano la propria residenza. In epoca medioevale il palazzo era ad un solo piano, piuttosto severo e scarno, la facciata era in conci di peperino traforata da più finestre ad arco acuto, e decorata in cima da merlature. Al primo piano vi era solo una immensa sala per le riunioni consiliari affollate da consiglieri e giurati delle Arti. Tutti gli ambienti erano estremamente essenziali e austeri, anche al piano superiore, qui vi erano i magazzini militari dove si custodivano in tempo di pace, archi, lance, balestre e più avanti nel tempo anche cerbottane e colubrine, antichi pezzi d'artiglieria a canna lunga e sottile. Al pian terreno vi erano gli uffici del Comune, la cappella, e stanze per ospitare i Priori. La giustizia si amministrava all’ingresso del palazzo, dove i priori stavano seduti su appositi sedili in pietra. Sempre qui si riceveva il giuramento dei Podestà. In epoca rinascimentale, si volle ingentilire il palazzo ed ampliarlo, pertanto nel 1448 si diede l’avvio ai nuovi lavori, rimase dell’antico palazzo solo il porticato. La facciata che vediamo oggi è di tipo rinascimentale, con due ordini di finestre a , quello inferiore a croce guelfa e quello superiore ad arco; al centro lo stemma di papa Sisto IV Della Rovere,1481, che finanziò i lavori, infatti il suo nome è inciso anche sull'architrave delle finestre. Da una delle finestre, quella che guarda dritto verso la via Cavour, da la migliore visione del passaggio della macchina di Santa Rosa, che avviene ogni anno il 3 settembre a sera, però questa finestra si apre solo per visitatori illustri, l’ultima volta è stata aperta nel 1986 in occasione della visita a Viterbo di Papa Giovanni Paolo II nel 1986. Su un lato della piazza corre un portico a nove archi, al centro del quale troviamo un ingresso che conduce al giardino interno: da ammirare la bella balaustra in peperino che delimita il giardino verso valle Faul, l'elegante fontana del 1626 realizzata su disegno di Filippo Caparozzi ,artista viterbese, e sei coperchi di sepolcri etruschi con sopra statue giacenti. Il portico interno risalirebbe al 1541, mentre il loggiato che lo sovrasta è databile 1632. Qui troviamo, sulla sinistra per chi entra nel giardino, uno scalone che conduce al piano nobile dove si possono visitare quattro sale che occupano tutta la facciata del palazzo. Lo stile del palazzo è quattrocentesco, sulla facciata è visibile il grande stemma di papa Sisto IV della Rovere che finanziò i lavori, ed un altro stemma, sempre di Papa Sisto IV è visibile sull’ingresso. Intorno alla fine del ‘500 si procedette alla decorazione pittorica del palazzo : dalla Sala dell’Aurora il cui soffitto è stato dipinto da Felice Ludovisi, alla sala con gli affreschi interamente dedicati alla Madonna della Quercia e alla storia del suo santuario, dalla Sala del Consiglio, dove oggi si riunisce il Consiglio comunale di Viterbo, fino alla seicentesca Cappella Palatina. Il cuore dell’edificio è la Sala Regia, un salone di rappresentanza con pitture dedicate al mito di Ercole, ed affrescato dall’artista Baldassarre Croce; il soffitto invece è opera del pittore Tarquinio Ligustri, che in sedici riquadri ha raffigurato i trentatré castelli che si trovavano al tempo sotto l’influenza della città di Viterbo. Tutti questi lavori di abbellimento vennero conclusi nel ‘600, con la sistemazione del cortile interno e dello scalone che dava l’accesso alle sale del Comune. Il cortile presenta un bel loggiato mentre il portico inferiore del cortile venne costruito nella metà del ‘500. La sala del Consiglio, fin dalla metà del XVI secolo fu destinata al corpo consiliare della città. Nel 1558 fu affrescata da maestro Teodoro, siciliano: i riquadri alle pareti sono ispirati ad avvenimenti storici locali ed alle mitiche origini che il frate domenicano Giovanni Nanni attribuì a Viterbo per darle lustro. Il soffitto a cassettoni è quello originale del XV secolo, mentre gli stemmi dipinti sono di epoca più recente ed appartengono ai pontefici Paolo V e Alessandro VII, le cui famiglie rispettivamente i Borghese e i Chigi godevano della cittadinanza viterbese .La Sala dei Paesaggi, o Sala delle Bandiere, è attribuita a Giuseppe Torriani (1789) e sulle pareti presenta paesaggi della Tuscia. Il Palazzo dei Priori è collegato al Palazzo del Podestà dalla Pinacoteca, dove troviamo opere di Rolando di Gaetani, artista viterbese che dipinse la necropoli di Castel d'Asso, la storia leggendaria di Viterbo in cui Ercole lotta contro il leone Nemeo, e l'emblema con la scritta Favl acronimo di Fanum, Arbanum, Vetulonia e Longula, castelli fondati nientemeno che da Noè e poi riuniti da re Desiderio fino a formare la città.Qui ci sono altre quattro sale, le più notevoli delle quali sono quella dell'Aurora, che prende il nome dal dipinto del soffitto, rifatto nel dopoguerra, e la Sala Rossa, caratterizzata da mobili di notevole pregio e da due quadri, lo "Sposalizio della Vergine" di Pietro Vanni copia del XIX secolo,e il "Sacrificio di Polissena" di Domenico Corvi fine '800. Visita al Palazzo dei Priori, piazza del Plebiscito Viterbo, oggi sede del Comune di Viterbo, si accede al palazzo dei Priori entrando a sinistra del cortile dove c’è una scalinata a due rampe che porta al primo piano. Sotto una grande finestra si può vedere un sarcofago etrusco del III secolo a.C. con coperchio e cassa scolpiti. Il coperchio mostra un giovane semidisteso, mentre sulla parte sottostante scene di lotta., incisa sulla gamba della figura c’è una croce detta scaccia diavoli, incisa per mandare via tutte le eventuali energie negative provenienti dal sarcofago. C’è anche un leone in peperino posto su un basso capitello e sopra incassati nel muro due leoni con in mezzo la scritta Favl risalente al XVI secolo. C’è anche uno stemma medioevale con il leone e la palma. Inoltre si vedono gli stemmi sia della Famiglia Gatti : un gatto posto su due fasce orizzontali; sia della Famiglia Di Vico : l’aquila imperiale tedesca con sei piccoli pezzi di pane. Il pane era il tributo che la famiglia Di Vico riscuoteva dai fornai di Roma ogni giorno; sia lo stemma dei Tignosi : il giglio e la falcetta. La porta è scolpita in bassorilievo con decorazioni dorate e lo stemma della città e due statue di profeti, di cui una mancante. Sopra l’altare un quadro di Bartolomeo Cavarozzi del 1622 che raffigura la vergine Maria e Santa Elisabetta. Sull’architrave della porta di sinistra c’è lo stemma di Papa Giulio II della Rovere e da qui si entra nelle sale comunali affrescate. La prima sala detta della Madonna della Quercia, illustra la nascita e la storia della devozione della città verso questa Madonna, con un grande affresco che raffigura la processione con le autorità cittadine, il clero, e tutta la cittadinanza, che in questo modo vollero ringraziare per il miracolo contro la invasione delle cavallette del 13 maggio 1581, e come ex voto venne offerto alla Madonna una riproduzione in argento della Viterbo turrita. Vi è anche una carrozza, unica superstite di tre, che furono acquistate dal Comune nell’800 per dare maggiore decoro alle cerimonie pubbliche e per dare il benvenuto agli ospiti più illustri. Sopra la porta un affresco del ‘500 legato anche questo al culto della Madonna della Quercia, con ai lati San Lorenzo e San Giovannino. Nell’architrave in peperino un rilievo, un dipinto e lo stemma di Papa Giulio II. La seconda sala è la Sala Regia, qui sono illustrate la leggenda e la storia della città di Viterbo, in sei grandi quadri, alcuni di questi sono opera dei fratelli Zuccari a Caprarola e di Baldassarre Croce del bolognese che li ultimò nel 1589. Il primo quadro parte dalla storia di Noè che dopo il diluvio ripopola la terra con i figli Sem e Jafet, manca Cam perché considerato maledetto, e le terre sono quelle dell’Etruria, Roma non esiste ancora ma solo un modesto castello con la scritta Janiculum. Il secondo dipinto è una fantasiosa ricostruzione topografica di Viterbo durante il periodo etrusco, con i quattro centri abitati di Fano, Voltumna, che era sull’altura dove oggi c’è la chiesa della Santissima Trinità, Arbano che corrisponde al colle del Duomo, Longula che è l’attuale Pianoscarano. Un altro dipinto raffigura le terre e le città donate nel 1103 dalla Contessa Matilde di Canossa a Papa Pasquale II, al soglio dal 1099 al 1118, viterbese, nativo di Blera. Un altro quadro illustra il patrimonio di San Pietro in Tuscia. Dove si racconta la nascita leggendaria di Viterbo voluta dal re Longobardo Desiderio nel 773, che viene raffigurata racchiusa entro le mura con 3 dei 4 centri, e in un altro affresco la nuova città venne chiamata Viterbo. Il quarto dipinto raffigura Papa Celestino III che nel 1193 nomina il primo vescovo viterbese e la sua influenza sulle diocesi di Tuscania, Blera e Centocelle. Il quinto dipinto raffigura il Rettore del Patrimonio Bernardo Coucy che per riconoscenza alla città di Viterbo che lo aveva liberato dall’assedio a Montefiascone nel 1315, gli concede l’onore di avere la bandiera della Chiesa, venne inserita nello stemma ma non fu mai usata mantenendo fino al 1200 la propria bandiera con i colori giallo oro blu. Il sesto quadro raffigura Papa Paolo III Farnese che istituisce l’ordine dei Cavalieri del Giglio, una nuova milizia per la difesa del Patrimonio. Sopra la porta di accesso al loggiato che si apre su valle Faul, c’è la figura di Michele imperatore di Costantinopoli, che si riteneva appartenesse ad una famiglia originaria di Viterbo. Sulla stessa parete c’è l’immagine di Remigio Lelio fondatore dell’ultima dinastia regnante dell’Impero d’Oriente nel 1260. Nella sala altre figure esponenti della stessa famiglia, oltre a busti di vescovi ed abati di origine viterbese, e sulle porte due reali due finte, sopra, sono ritratti alcuni cardinali viterbesi : tra questi Egidio Antonini, vari dipinti adornano la sala, il soffitto è a cassettoni dipinto anche lui dove sono illustrati parte dei paesi e dei castelli dominati da Viterbo, gli esecutori, artisti viterbesi come Ludovico Nucci, Tarquinio Ligustri. C’è inoltre il leone dorato su fondo blu e la data di decorazione del soffitto. Dopo la Sala Regia, c’è la Sala del Consiglio ed è qui che si riunisce il comune dal XVI secolo. La parte centrale della sala è rivestita con pannelli in legno, sopraelevata, ed è qui che siedono la giunta ed il sindaco durante le riunioni, vi è raffigurata anche con una statua in legno la Giustizia. Anche il soffitto è dipinto, i personaggi che adornano le pareti sono opera di Teodoro Siciliano. Sulle porte laterali a sinistra c’è lo stemma del cardinale Alesandro Farnese nipote di papa Paolo III. Vi è anche l’omaggio ad Alessandro VII Chigi. Segue la Sala dei Paesaggi, con affreschi eseguiti nel 1789 da Giuseppe Torriani , ci sono varie poltrone risalenti al XVI secolo, bandiere di e Viterbo e di Roma, vi è anche un grande candeliere in legno intagliato e dorato. Qui si trova la “finestra del Papa”, perché è da questa finestra che il Papa può vedere la macchina di Santa Rosa. Segue la Sala dell’Aurora, dipinta nel 1953, dal viterbese Felice Ludovisi che si ispira alla omonima sala di Palazzo Farnese a Caprarola. Alle pareti i busti di Papa Gregorio XVI e Papa Pio VI. Vi sono anche dei modelli delle macchine di Santa Rosa. Segue la Sala dei Matrimoni, qui un tempo vi era conservato una copia del dipinto dello Sposalizio della Vergine eseguita da Pietro Vanni nel 1899, perché l’originale di Lorenzo da Viterbo venne in parte distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, sopra le porte dipinti di Angelo Canevari che rappresentano la Giustizia, la Fortezza, la Fedeltà e la Sapienza. Ultima è la Sala del Trono, o Sala rossa, per la tappezzeria che riveste le pareti, fino a qualche anno fa ospitava l’ufficio del Sindaco, vi sono mobili e consolle barocche , quadri e tele di epoche diverse, due bussole del settecento, e lo sposalizio della Vergine ma non visitabile. Il corridoio che unisce due edifici, un tempo una loggia, oggi ospita la pinacoteca con quadri raffiguranti pontefici, e amministratori del comune, In fondo vi è un dipinto con toni notturni di Castel D’Asso. Segue la Sala degli Uscieri, con maioliche moderne di Faenza e i busti di cinque pontefici, ed un dipinto del primo conclave con il tetto scoperchiato. La domenica ed il sabato si può visitare gratuitamente il palazzo dei Priori, ingresso su via Ascenzi, dalle 10 alle 16. Gli altri giorni durante gli orari di ufficio del Comune. Da vedere al Palazzo dei Priori: Porticato palazzo dei Priori, Viterbo, guardando il palazzo, sul lato destro, c’è una lunetta dipinta di G. Antonio Marozio, raffigurante Cristo sorretto da due angeli del 1486. Sopra, il porticato c’è lo stemma dei Della Rovere e il nome di Papa Sisto IV. Il portale in peperino apre al cortile interno del palazzo dei Priori. Cortile Palazzo dei Priori, Viterbo, il cortile ha un bel porticato, scandito da 8 colonne di peperino che sorreggono una bella loggia, edificata tra il 1629 e il 1632. Sul lato sinistro c’è una scala che porta al giardino inferiore, sullo sfondo si ammira un meraviglioso panorama, da dove si vedono in lontananza la cupola e la Chiesa della Santissima Trinità, la vicina torre di Porta Bove. Nel cortile c’è una bella fontana in peperino costruita nel 1624 su disegno del pittore viterbese Filippo Caparozzi, poggia su una balaustra ed ha sui due lati altre due piccole fontane. All’interno del cortile vi sono dei sarcofagi etruschi in peperino risalenti al III secolo a.C. Sempre nel cortile lapidi e stemmi. Edicole dipinte Palazzo dei Priori e a piazza del Plebiscito, Viterbo, una si trova in una lunetta all’interno del porticato del palazzo del Comune sul lato sinistro, un’altra è sopra il balcone del palazzo del Podestà e un’altra più grande al di sotto in una lunetta, mentre su via Roma addossata al palazzo del podestà c’è un altro dipinto sul lato destro del balcone. Stemmi Palazzo dei Priori, Viterbo, sull’architrave del palazzo dei Priori spicca lo stemma di Papa Sisto IV. Mentre all’interno del cortile, ci sono vari stemmi recuperati da edifici che oggi non ci sono più, tra questi lo stemma del cardinale Alessandro Farnese divenuto Papa con il nome Paolo III, del cardinale Rodolfo Pio di Carpi con il nome di Papa Paolo II, di papa Innocenzo XII, e del comune di Viterbo. Lapidi Palazzo dei Priori, Viterbo, vi sono numerose lapidi all’interno del cortile del Palazzo dei Priori. Scalinate Palazzo dei Priori, Viterbo, all’interno del cortile del palazzo c’è una scalea che dal portico interno porta al primo piano. A metà della scala c’è un sepolcro proveniente dalla antica città di Musarna, Una volta saliti si aprono quattro grandi sale che occupano la parte frontale del palazzo dei Priori. Nel cortile ci sono delle scale che portano ai giardini comunali sottostanti. Loggia Palazzo dei Priori all’interno del cortile, Viterbo, una bella loggia rinascimentale sovrasta il piano terra ed è visibile dal cortile del palazzo dei Priori. Panorama dal cortile palazzo dei Priori, Viterbo, da qui si ha una bella veduta sui tetti di Viterbo, e sullo sfondo la chiesa della Santissima Trinità e di valle Faul. Fontana Palazzo dei Priori, piazza del Plebiscito, Viterbo, si trova nel cortile di un palazzo che un tempo era il palazzo del governatore divenuto poi, sede dei Priori ed oggi sede del Comune di Viterbo. La fontana venne realizzata nel 1624 per decisione del Consiglio Comunale, che ne affidò la realizzazione del bozzetto al pittore viterbese Filippo Caparozzi, oltre alla fontana disegnò anche l’elegante balaustra, ornata da due nicchie laterali a forma di conchiglia dove ci sono due vasche semicircolari. Sulla sommità di queste due fontanelle laterali ci sono due vasi che un tempo ospitavano piante di agave. La fontana al centro ha tre gradini che sorreggono la prima grande vasca, qui si può notare lo stemma del vescovo Girolamo Grimaldi, genovese, che alla morte del cardinale Alessandro Farnese divenne dal 1625 al 1628 governatore di Viterbo.Quattro delfini sorreggono con la coda la sovrastante coppa ovale, sul bordo della quale ci sono 4 teste di leone che lasciano fuoriuscire l’acqua , sopra a questa una terza vasca, più piccola delle altre due, dove si ergono leoni con la testa rivolta verso chi guarda, e la palma di Ferento, simboli dello stemma di Viterbo. Foto palazzo dei Priori piazza del Plebiscito Viterbo Palazzo dei Priori, Viterbo,informazioni turistiche e foto Anna Zelli Palazzo dei Priori del Comune oggi sede del Comune, piazza del Plebiscito Viterbo Palazzo dei Priori del Comune informazioni turistiche e foto a cura di Anna ZelliDa vedere a Palazzo dei Priori o del Comune Viterbo
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Aggiornato Marzo 2024