Fontane e Lavatoi e Nasoni a Viterbo centro storico, le
fontane di
Viterbo e le relative piazze sono da sempre state il naturale ed
utile ornamento ad uno spazio di incontro tra le persone, piazze
come luogo di scambio, umano, culturale, artistico ed economico. Le
fontane di Viterbo, sono rigorosamente per la maggior parte in
peperino, e a forma di fuso, o a coppe contrapposte, ed hanno avuto
nei secoli una vitale importanza per lo sviluppo della città. Vi
sono anche fontane di forma quadrata, per lo più usate come
abbeveratoi, o vasche lunghe rettangolari, usate come
lavatoi. Le
piazze erano, e lo sono tutt'ora, il centro della vita cittadina,
qui si svolgevano, e si svolgono, le manifestazioni religiose
ed i mercati, erano e restano il centro sociale della vita dei
cittadini. Le fontane a forma di fuso, sono di impronta tipicamente
viterbese, in generale queste si trovano in una piazza ed hanno
vicina una chiesa, la fontana a fuso è formata da una colonna
centrale che regge al di sopra un elemento ovoidale sovrapposto da
una cuspide o da una piramide. La fontana a fuso è in genere
decorata con foglie lanceolate di acanto o da un anello merlato che
collega la cuspide. La presenza dell'elemento a forma di pigna
riprende un elemento presente sia nelle tombe etrusche che nei
monumenti e nelle fontane di età romana. La pigna era il
simbolo della fertilità, e aveva un rapporto con l'acqua simbolo di
vita. L'acqua fuoriesce da cannelli di ferro, che sono posti o
all'interno delle fauci di leoni,in quanto il leone è il simbolo di
Viterbo, o inseriti nella bocca di figure umane. Le fontane a fuso,
sono ancora presenti a Viterbo, anche per via dei bombardamenti
durante la Seconda Guerra Mondiale, molto è andato distrutto e mai
più ricostruito, sono una a piazza della Morte, una a
San Giovanni
in Zoccoli, una a San Faustino, una a
Santa Maria del Poggio e
l'ultima a Pianoscarano. Le fontane a coppe contrapposte vennero
edificate già durante il Medioevo, ma ebbero il loro sviluppo nel
XVI e nel XVII secolo, sono formate da una grande struttura che
sostiene due coppe decorate, tra queste c'è la fontana a
piazza
Fontana Grande, in stile gotico, di forma slanciata, in stile
viterbese e romanico, con stemmi e decorazioni. Dello stesso stile è
la fontana a piazza della Rocca, la fontana al cortile del
Palazzo
dei Priori, e le due fontanelle a nicchia
addossate alla balaustra
del cortile del palazzo dei Priori. E molto elegante e a coppe
contrapposte è la bella fontana dei Leoni a piazza delle Erbe. Le
fontane di forma rettangolare, invece, in generale sono appoggiate
ad un muro esterno, o di un palazzo o di una chiesa, o di un
lavatoio, avevano la funzione di permettere ai cittadini di
prelevare acqua per l'uso quotidiano. Tra queste fontane le fonti
del Capone, di San Leonardo, di
San Moccichello, del
convento della
Santissima Trinità, di San Pellegrino, di
San Carluccio,di Porta San
Pietro, della Chiesa del Gesù, del
Mattatoio, della famiglia Chigi.
All'interno dei monasteri , dei giardini e delle case private si
trovano fontane a coppe contrapposte, ma difficilmente visitabili.
Tra queste, quella del convento di San Francesco, le due fontane del
giardino Vescovile, e quella del Chiostro del Monastero di
Santa Rosa. Di epoca Rinascimentale sono le fontane con il
bacino incassato, tra queste quella del giardino del Palazzo San
Sisto, e l'altra alla Rocca Albornoz. Tra le fontane a forma
quadrata molto bella quella a piazza San Lorenzo, posta alla
sinistra del Duomo. Tra le fontane a coppa appoggiate ad una nicchia
c'è la fontana Maidalchini, la fontana a
via Fontanella del
Suffragio, e la fontanella della piazzetta dell'Ospedale
Grande.
Recente è la fontana al cortile del Palazzo della Prefettura, la
fontana del palazzo Zelli Pazzaglia, la fontana del palazzo Macchi
oggi nel palazzo Gentili a via Saffi, sede della Provincia. I
lavatoi, semplici nella loro forma , erano adibiti al al lavaggio
degli indumenti, era utilizzabile da ambo i lati. Pochi sono anzi forse
nessuno, sono i lavatoi ancora in uso. Sempre a Viterbo, girando per
la città, sono presenti anche delle fontanelle, dette nasoni,
probabilmente ad imitazione delle fontanelle di Roma, che dovevano
essere utili a chi veniva in visita alla città di abbeverarsi, non
fosse che l'acqua di Viterbo è ormai da anni inquinata
dall'arsenico, e quindi non sono fruibili