Porte murate e scomparse, Porte storiche di Viterbo, Mura di Viterbo, Viterbo, info cura di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Porte di Viterbo centro |
porte storiche scoparse o murate viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||||
PORTE SCOMPARSE |
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Le porte scomparse o murate di Viterbo sono, porta San Sisto sostituita da Porta Romana, Porta Sonsa a Corso Italia, Porta Quadrata o Porticella era nei pressi di Porta Bove, Porta di San Lorenzo o del Bacarosso chiusa e non visitabile perchè in una proprietà privata. Porte scomparse di Viterbo Porta San Sisto, scomparsa, (sostituita) era l’antico nome di porta Romana, che aveva questo nome per la vicina chiesa di San Sisto, questa antica porta è scomparsa, è stata sostituita da porta Romana, rimane solo un piccolo arco a destra vicino ad una modesta fontana, oggi è utilizzato come passaggio pedonale. Porta Sonsa, scomparsa, (murata), tracce sono visibili su Corso Italia 101, Viterbo, la porta risale al 1095, vi rimane solo la targa marmorea, e la mostra murata di una antica fontana scomparsa anch’essa. Questa porta, le cui tracce rimasero visibili fino al XV secolo, scomparve secoli fa, era una importante via di accesso alla città, d’epoca medioevale, questa porta chiudeva il tracciato dell’odierno Corso Italia all’altezza di Via Mazzini , poggiava a sinistra sul fronte della Chiesa di S.Matteo in Sonsa e a destra sulla torre di Rolando Gatti. Un’ epigrafe che era collocata sopra la porta Sonsa, oggi è visibile, murata, nella facciata dell’ex chiesa di San Matteo, all’incrocio tra via Mazzini e corso Italia, una iscrizione rivela che l’attuale collocazione risale ad un restauro del 1558. Questa antica iscrizione, un tempo era situata sopra una mostra in peperino di un fontanile pubblico, oggi non più esistente. Sull’arco una lapide ricorda un tale Martinelli che aveva trovato, a sue spese, l’acqua e l’aveva resa di pubblico utilizzo nel 1634. I lavori per la costruzione di questa porta iniziarono nel 1095 sotto il dominio di papa Pasquale II al soglio dal 1099 al 1118 e dell’imperatore Enrico IV nato nel 1056 e morto nel 1106, figlio di Federico Barbarossa. Porta Sonsa fu portata a completamento sotto il pontificato di papa Eugenio III al soglio dal 1145 al 1153. Fuori le mura scorreva il fosso Sonsa, che adesso chiamiamo Urcionio. Porta Sonsa o Sonza aveva un grande privilegio, che gli era stato concesso dal figlio dell’imperatore Barbarossa : ovvero che “qualsiasi Viterbese che avesse qualche forma di servitù nei confronti di un altro se passava sotto questa porta diventava libero”, porta Sonsa era, una specie di “porta della libertà”. L’epigrafe che riguarda la porta risale al XII secolo, come rivelerebbe l’uso dell’alfabeto misto romanico e gotico maiuscolo, e questa è la traduzione dal latino delle 10 righe incise sul marmo: “Mi chiamo Sonsa, Porta di Viterbo la Spelndida. Grande il mio nome, eterni i miei privilegi, chiunque sia gravato da condizione servile, se mio cittadino si faccia, sia considerato uomo libero. Il sommo Imperatore Enrico mi concesse questo privilegio, anno 1095 dell’incarnazione del Signore, questa porta iniziò ad essere costruita essendo papa Eugenio. Costruttori furono Raniero Mincio e Pietro per deliberazione dei consoli e di tutto il popolo, Gottifredo dettò i versi e Rollando li scolpì. Porticella o Porta Quadrata, scomparsa, (abbattuta) era nei pressi di porta Bove, Viterbo, nello spazio compreso tra porta Bove e il varco che collegava il centro storico con il quartiere Pilastro sembra che questa porta avesse in rilievo le quattro lettere “FAVL” in bronzo, ma venne abbattuta nel 1582 con la motivazione che impediva l’uscita dei venti malevoli e i miasmi che si creavano durante le frequenti pestilenze. Porta San Lorenzo o del Bacarozzo, murata, dell'antica porta, ora racchiusa in una proprietà privata, rimangono solo alcune tracce. Essa fu chiusa fin dal XIII secolo. Sotto di essa passava l'antica strada che portava al colle del duomo prima che venisse aperta la porta di Piano Scarano. Questa porta non è raggiungibile ed è appena visibile, era detta anche porta del Bacarozzo, forse era solo una porta pedonale e venne presto chiusa e sostituita dalla porta del Carmine. Porta detta della porticella, scomparsa, era una porta che era tra la piazza della Trinità e la via Santissima Maria Liberatrice, oggi è scomparsa, in origine tra il quartiere di San Marco e parte del quartiere di San Faustino, vi erano Porta San Marco, Porta Capo di Piaggia, Porta Santa Lucia, e la porta della Porticella che era nei pressi ella Trinità, probabilmente quest’ultima risaliva al 1213. Un tempo questo era un colle impervio, che saliva verso l’attuale zona del Sacrario dove c’era il Ponte Tremoli, che sovrastava il fiume Urciorno ormai interrato. Il colle della Trinità partiva da piazza dei Caduti, da via Marconi e da via Santa Maria in Volturno. In antico, la scomparsa porta della Porticella, si chiamò Quadriera, poi Porta di Santa Maria in Volturno per la chiesa che sorgeva nei pressi, anche questa scomparsa. Fu anche chiamata Porta del Tignoso per la presenza della vicina Valle Faul. Fu anche chiamata Porta San Faustino, comunque il nome più noto era Porticella per le sue modeste dimensioni. Secondo l’Orioli vi erano ancora delle mura verso la via di SS Maria Liberatrice, vi era anche l’immagine del Salvatore poi distrutto. Secondo il Signorelli, questa porta venne edificata dopo il 1126, Niccolò della Tuccia la pone nel 1215. Viene poi menzionata nel 1237, dallo Statuto di Viterbo, in quanto venne riaperta al transito. Qui vi erano delle mura che arrivavano fino alla Porta di Valle, nella zona di Valle Faul. Fu proprio vicino a questa porta che vi era la casa del pittore viterbese Lorenzo da Viterbo. Sembra che questa porta venne demolita nel 1582 per ampliare la strada. Recentemente l’Associazione Amici dei monumenti di Viterbo ha collocato una lapide sulla facciata del palazzo al n° 43 di Via Maria ss. Liberatrice, una iscrizione in ceramica smaltata che recita “L’insigne pittore del ‘400 Lorenzo da Viterbo, la cui memoria vive negli affreschi, della Cappella Mazzatosta, abitò in questo luogo dove due secoli prima la Porticella segnava il limite dell’abitato.” Tratto da Mauro Galeotti “L’illustrissima Città di Viterbo”, Viterbo, 2002 Porte scomparse Porte Murate Viterbo
Targa a ricordo della Porticella via SS Maria Liberatrice 43 Viterbo Mura e Porte di Viterbo centro storico
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Aggiornato Marzo 2024