Museo dei Templari, Via Chigi,Viterbo, info e foto a cura di Anna Zelli sito originale e ufficiale web www.annazelli.com
Via Chigi Viterbo |
museo dei templari via chigi viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
MUSEO DEI TEMPLARI |
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Palazzo Caetani Chigi
Antica sede Magistratura
Archi Casa V. Pagnotta
Terme
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Museo dei Templari a via Chigi, Viterbo, centro storico, il Museo Storico-Didattico dei Cavalieri Templari e il nuovo complesso monumentale di Viterbo Sotterranea si possono visitare tutti i giorni con una visita guidata dedicata che conduce alla scoperta di questi magici luoghi, etruschi e templari, un viaggio nella storia lungo migliaia di anni.Per ulteriori informazioni e notizie: Tesori d’Etruria, Piazza della Morte, 1 Viterbo cellulare 338.8618856 telefono 0761.220851. Ordine dei templari, era un ordine religioso cavalleresco fondato tra il 1099 e il 1119 circa, fu soppresso nel 1312, dal Re Filippo IV di Francia che ne requisì tutti i beni; il nome completo era Poveri commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone, più noto come Cavalieri Templari o solo come Templari, fu uno dei più noti ordini di epoca medioevale, cristiano cavallereschi. Quest’ordine, nacque in Terrasanta che al tempo era il centro delle lotte tra cristiani ed islamici, a seguito della prima Crociata del 1096. Al tempo molti pellegrini si recavano in Terrasanta ma spesso venivano assaliti e depredati, per questa ragione e per difendere i luoghi sacri della cristianità , un gruppo di cavalieri decise di fondare un ordine templare che aveva come scopo la difesa della incolumità dei pellegrini europei che si recavano a Gerusalemme. L’Ordine con il sostegno di Bernardo di Chiaravalle, venne ufficializzato nel 1129, si diedero anche una regola monastica con il doppio ruolo di cavalieri combattenti e monaci, con non poche perplessità rispetto ai dettami originari, non violenti, della religione cristiana. Nel tempo l’ordine fu dedito ad attività agricole e finanziarie, gestendo i beni dei pellegrini e diventando il più avanzato sistema bancario dell’epoca. Divenne un centro di potere e ricchezza inimicandosi il Re di Francia Filippo il Bello, che avviò un lungo processo che iniziò nel 1307 e si concluse nel 1312, con la chiusura definitiva dell’ordine stesso, ratificata dalla bolla Vox in Excelso di Papa Clemente V che sospese l’ordine in via amministrativa ma senza condannarlo del tutto. L’ordine al di là delle leggende, fu soppresso soprattutto, per permettere al Re Francese di impossessarsi degli ingenti averi appartenenti all’Ordine del Tempio e sanare così i debiti che lo stesso Re aveva contratto con loro. Fu infatti avviato un processo di eresia contro gli appartenenti, perché la legge canonica del tempo prevedeva che chi ne era accusato avrebbe perso tutti i propri beni. Naturalmente le accuse furono montate ad hoc ed estorte le ammissioni di colpa attraverso la tortura da parte dell’Inquisizione. Nel corso della sua esistenza l'Ordine Templare ebbe varie funzioni: quella religiosa,militare,la coltivazione delle terre, e la gestione di sistemi economici e finanziari, le quali consentirono la formazione di un'imponente struttura territoriale, organizzativa ed economica, che interessò non solo il Vicino Oriente, ma anche una grande parte delle regioni europee (eccezion fatta per la Spagna).Il mantenimento di un ingente gruppo di armati in Terrasanta richiedeva infatti un adeguato sforzo produttivo anche sul continente europeo, non solo per rifornire di vettovagliamenti le milizie, ma soprattutto per sostenere i costi legati alle armi, ai cavalli, alla flotta navale, alle attrezzature di servizio e alla costruzione di edifici e fortificazioni. I templari usarono una cospicua parte delle loro ricchezze per costruire numerose fortificazioni in tutta la Terrasanta.In questa prospettiva la crescita dell'Ordine, che inizialmente si era retto sulle donazioni dei primi cavalieri, fu ben presto accentuata dal favore del papa Innocenzo III, che aveva concesso all'Ordine la totale indipendenza dal potere temporale, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al privilegio di rendere conto solo al pontefice in persona e alla possibilità di esigere le decime. La presenza dei templari sul territorio di entrambi i continenti, asiatico ed europeo, era assicurata dalle diverse sedi templari: le Precettorie, le Mansioni e le Case fortezza o "Capitanerie" (queste ultime due meno importanti delle Precettorie), largamente autonome dal punto di vista gestionale. Precettorie e Mansioni distribuite in Oriente e in Occidente, Capitanerie soprattutto in Terrasanta. Nelle grandi capitali (Parigi, Londra, Roma e altre) vi erano le Case, ognuna delle quali aveva il controllo di una delle sette grandi province dall'Inghilterra alle coste dalmate in cui i templari avevano diviso la loro organizzazione monastica. Al massimo del loro fulgore arrivarono presumibilmente ad avere quasi 10 000 proprietà, distribuite capillarmente in tutta Europa e Medio Oriente, il che indica la loro notevole influenza economica e politica nel periodo delle Crociate. Organizzazione gerarchica dei Cavalieri Templari, vi erano quattro tipologie di confratelli: i cavalieri, equipaggiati come cavalleria pesante; i sergenti,equipaggiati come cavalleria leggera, provenienti da classi sociali più umili dei cavalieri; i fratelli di mestiere e i fattori, che amministravano e operavano nelle proprietà dell'Ordine; i cappellani, che erano ordinati sacerdoti e curavano le esigenze spirituali dell'Ordine. Diversi erano i gradi di responsabilità di comando e amministrazione che erano attribuiti al Maestro (Gran Maestro secondo una dizione diffusa ma inesatta), ai Commendatari, ai Siniscalchi, ai Marescialli, ai Gonfalonieri e ad altri ruoli. Alcuni confratelli si occupavano esclusivamente di attività bancarie, in quanto l'ordine attraverso il denaro e le merci preziose potevano finanziare leCrociate. La parte più significativa dei Cavalieri templari si dedicava tuttavia alle azioni militari ed erano probabilmente le unità da combattimento meglio addestrate e disciplinate del proprio tempo, una sorta di precursori dei moderni corpi speciali o unità d'élite, identificabili, almeno per quanto riguarda i Templari delle origini, in una forma embrionale dei corpi di protezione civile e di difesa civile.A sostegno del corpo militare dell'ordine venivano aggregate truppe ausiliarie, anche mercenarie, come i Turcopoli.Ciascun cavaliere disponeva di due o tre cavalli che lo potessero accompagnare per qualsivoglia compito bellico e di un gruppo di sergenti e scudieri pronti ad agire per le evenienze. Il maggior compito dei Templari non fu comunque solo di tipo militare, quanto piuttosto di tipo culturale ed economico, con la diffusione di strumenti economico-finanziari, con la distribuzione del reddito attraverso la creazione di posti di lavoro: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la costruzione delle cattedrali, l'ordine portò sviluppo e lavoro in molte parti dell'Europa medioevale, attraverso un'estesa rete di succursali. Molti governi europei (ed italiani in particolare) ricorsero ai loro servizi per ottenere finanziamenti, per gestire le contabilità e le finanze pubbliche In campo militare, come gli altri Ordini cavallereschi, i Templari realizzarono castelli, cittadelle fortificate, posti di guardia in genere, con caratteristiche di grande solidità e di notevole funzionalità bellica. Da questi presidi erano pronti a partire piccoli drappelli o grandi corpi militari, per le azioni di soccorso o di protezione dei pellegrini e degli eserciti cristiani. Gli insediamenti più significativi furono, secondo i dati disponibili, oltre quaranta, distribuiti strategicamente sui confini della Terrasanta, in prossimità delle vie di comunicazione più frequentate o delle aree militarmente più critiche. Parte di essi era localizzato nella zona settentrionale, nella regione di Antiochia, partendo dal mare e giungendo ad est oltre il gruppo di rilievi del monte Amano Fra essi rivestiva particolare importanza Bagras, in prossimità del passo di Belen. Le navi dei Templari, le navi lunghe (galee) erano destinate agli scopi bellici, dalle forme allungate, spinte soprattutto dai remi, con l'eventuale ausilio di una vela, in genere la vela latina, triangolare, reintrodotta dagli arabi, che permetteva di navigare parzialmente contro vento. Gli equipaggi giungevano fino a 250 uomini, in genere prigionieri di guerra resi schiavi e incatenati permanentemente ai remi. Le navi tonde erano destinate fondamentalmente al trasporto di materiali e, occasionalmente, di truppe e animali. Corte, tozze e panciute, erano mosse a vela e avevano un equipaggio più ridotto, Nel del trasporto dei cavalli le navi erano attrezzate con un grande portellone laterale, che permetteva di movimentare gli animali. Durante il viaggio le fessure del portellone venivano accuratamente chiuse Le navi degli Ordini cavallereschi si prestarono occasionalmente anche ad attività corsare e di pirateria. La regola dei Templari, Le prime testimonianze sulla nascita dei Templari non consentono di definire con certezza se essi si fossero aggregati sulla base di una regola precisa. Solo durante il Concilio di Troyes del 1129 essi assunsero una regola, come era consuetudine per gli ordini monastici, avallata anche dall'appoggio di Bernardo di Chiaravalle, sostanzialmente basata su alcuni elementi della Regola benedettina nella versione utilizzata dalla congregazione cistercense di cui Bernardo faceva parte.Della Regola Templare originale esistono alcuni esemplari, redatti in latino, lingua ufficiale dell’epoca, usata nei testi formali, religiosi e laici, mentre le stesure successive utilizzarono la lingua francese antica I tre classici voti degli ordini monastici - povertà, obbedienza e castità – non risultano esplicitamente espressi nella Regola dei Templari. La formulazione della castità appare solo nei capitoli dell'appendice e sembra soprattutto volta a scoraggiare la convivenza fra fratres e sorores.. Risulta esplicito il consenso all'ingresso nell’Ordine, degli uomini sposati e alla possibilità di una loro temporanea adesione all'Ordine, altrimenti inconciliabile con una castità permanente. Si scoraggia la frequentazione e l'intimità con donne, madri comprese. In merito alla povertà, si esortano i cavalieri a donare tutti i loro beni (solo metà se sposati) a sostegno dell'Ordine, consentendo però il possesso di terre e l'asservimento di uomini e agricoltori. In altri testi posteriori si ammette, anzi si giustifica, la pratica del bottino di guerra. In relazione all'obbedienza, appare chiaro l'intento di conservare una disciplina collettiva, con limiti soprattutto indirizzati all'ostentazione degli abiti e degli accessori, al decoro personale, alle regole quotidiane, alla preghiera, all'alimentazione e alla solidarietà collettiva. Preciso è il divieto alla pratica di atti di violenza superflua (caccia, ad esclusione del leone, e uso di archi e balestre). Le successive versioni della regola furono redatte in francese, risultando molto più dettagliate e ricche di prescrizioni sulla vita militare, rivolte sicuramente, ad un ordine già altamente strutturato Gli abiti e l’aspetto dei Templari, La regola dei templari conteneva anche delle disposizioni riguardo alla veste da indossare che doveva essere bianca, nera, o bigia; inoltre i cavalieri indossavano un mantello bianco mentre per i sergenti e per gli altri appartenenti all'ordine ne era previsto uno di colore marrone scuro. Era inoltre vietato qualsiasi accessorio ad ornamento, anche se con la bolla pontificia Omne Datum Optimum, emanata nel marzo 1139, venne permesso di portare una croce patente rossa, ricamata in alto a sinistra sul mantello come ricordo del pellegrinaggio armato a Gerusalemme. Tale croce era di piccole dimensioni (come ben si evince dalle rappresentazioni dell'epoca) e non di grandi dimensioni sul torace o sulla schiena, come si vede invece in varie rappresentazioni ottocentesche o nella filmografia moderna. Ai templari era inoltre vietato portare i capelli lunghi mentre la barba doveva essere lunga e non curata, anche se tali disposizioni non furono seguite a lungo. Ai cavalieri non era concesso nemmeno di usufruire dei bagni alla maniera orientale. Fra i simboli dei templari vi era il beauceant, caratterizzato appunto dalla croce patente rossa in campo bianco e nero. Storia dell’Ordine dei Templari, tra l'XI e il XII secolo, si ebbe la rinascita del monachesimo e la fondazione di numerosi ordini religiosi, che si dedicarono al lavoro manuale e al rinnovamento della vita collegiale adottando la regola di San Benedetto. Anche la chiesa secolare stava attraversando un periodo di rinnovamento, conosciuto come "riforma dell'XI secolo", che la vide rafforzarsi a spese del potere laico anche grazie al successo nella cosiddetta lotta per le investiture tra il papa riformatore Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV di Franconia. La chiesa, nella ricerca di condurre il popolo ad una vita più incline ai dettami evangelici, si occupò anche di arginare la violenza costante insita nella società promuovendo a tal fine la "Tregua di Dio". È in questo contesto religioso che la chiesa cattolica incoraggiò i cavalieri del tempo a diventare milizie Christi, "cavalieri di Cristo", con lo scopo di combattere gli infedeli in Terrasanta, piuttosto che compiere brutalità in patria. A questi monaci cavalieri, non veniva più chiesto di abbandonare il mondo, come agli altri monaci, per espiare i propri peccati, ma di utilizzare le proprie armi per la causa della cristianità. Il 27 novembre 1095, papa Urbano II, nel corso del decimo giorno del concilio di Clermont tenne un discorso in cui fece un appello ai presenti perché si recassero in Terrasanta a riconquistare Gerusalemme, a quel tempo in mano ai turchi selgiuchidi. Il papa ricordò ai presenti di come i pellegrini cristiani in viaggio verso Gerusalemme fossero regolarmente vittime di atrocità e persino di omicidi e come l'imperatore di Costantinopoli Alessio I Comneno avesse chiesto il loro aiuto per fermare l'espansione dei turchi. L'appello del papa non rimase inascoltato e in poco tempo una spedizione di cavalieri, anticipata da altre spontanee, prese la via verso l'Oriente per quella che passerà alla storia come la "prima crociata". Grazie alle indubbie capacità guerriere dei crociati e al momento di difficoltà del mondo musulmano lacerato dalle divisioni interne, l'impresa si concluse con il successo dei cristiani quando, il 15 luglio 1099, le truppe di Goffredo di Buglione presero Gerusalemme dopo oltre un mese di assedio. Oltre alla conquista della città Santa, i cristiani dettero vita ai primi quattro stati crociati ove si insediarono: la contea di Edessa, il principato di Antiochia, il regno di Gerusalemme e la contea di Tripoli. Conquistata Gerusalemme molti crociati, considerato concluso il loro obbligo di pellegrinaggio, fecero ritorno in patria mentre a coloro che decisero di rimanere in Terrasanta si presentò fin da subito il problema di come difendere i luoghi santi e come assicurare la protezione alle migliaia di pellegrini che giungevano da tutta Europa.Per far fronte a questa problematica, nacquero dei gruppi spontanei di cavalieri, che fecero voto di essere crociati permanenti, di fare vita comune e di spendere le proprie energie per difendere i luoghi santi conquistati. Da questi primi gruppi nacquero così diversi ordini religiosi che si prefissero l'obiettivo di garantire l'incolumità dei devoti; il primo fu l'Ordine dei canonici del santo Sepolcro, fu fondato nel 1099 da Goffredo di Buglione. Subito dopo vennero a costituirsi quello di San Giovanni dell'Ospedale e quello del Tempio, che, secondo teorie non da tutti accettate, risalirebbe agli anni 1119-1120. Hugues de Payns, fu fondatore e primo maestro dell'Ordine del Tempio, andò per la prima volta in Terrasanta nel 1104 per accompagnare il conte Hugues de Champagne, in pellegrinaggio.Ritornato nel 1107, decise nel 1114 di stabilirsi in Terrasanta, insieme al compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer e ad alcuni altri cavalieri, qui organizzò il primo nucleo originario dell'ordine templare, che aveva il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che si recavano a visitare Gerusalemme.Tra il 1118 e il 1120 i Cavalieri ricevettero riconoscimenti e favori dai primi re di Gerusalemme, ebbero l'assegnazione dei locali presso la moschea al-Aqsa da parte di Baldovino II, unitamente a donazioni di terre e denaro. La moschea al-Aqsa sorgeva nell'area dove era stato costruito il Tempio di Gerusalemme, e per questa ragione, vennero chiamati milites Templi o Templarii, perchè era consuetudine per i gruppi di monaci di assumere come titolo il nome del luogo dove si stabilivano pertanto i pauperes milites Christi, furono noti con l’appellativo di Templari.I cavalieri oltre povertà, castità ed obbedienza tipici della tradizione monastica, formulavano anche il voto della lotta contro gli infedeli. La penuria di documenti dell'epoca rende complicata l'esatta ricostruzione dei primi anni dell'Ordine del Tempio ma la nascita formale delle fraternità viene solitamente collocata al 23 gennaio del 1120 in occasione di un concilio tenutosi a Nabalus in Samaria Solo a partire dal 1125 l'ambiente religioso europeo e i governanti di Gerusalemme si resero conto della loro potenzialità bellica, tanto che numerosi uomini, tra cui il conte Ugo I di Champagne, e addirittura donne accorsero in Terrasanta per combattere tra le fila dei Cavalieri. Tra il 1127 e il 1129 il Maestro Hugues de Payns si recò sul continente europeo per raccogliere adesioni, donazioni, denaro a sostegno della loro causa. Uno dei problemi che affliggeva l'iniziativa dei Cavalieri era conciliare la lotta armata e la dottrina della Chiesa. Il Maestro Hugues trovò il sostegno di cui aveva bisogno in una delle personalità più in vista e autorevoli della chiesa: il monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle, il quale teorizzò il "malicidio" per giustificare le attività degli ordini dei monaci guerrieri e si offrì di contribuire alla prima stesura della prima regola dei templari oltre che ad intervenire a loro favore nel De laude novae militae, un trattato in cui loda la "nuova cavalleria" nel 1128. Il 13 gennaio 1129, il consiglio si aprì alla presenza di numerose personalità religiose i cui nomi apparvero nel prologo di quella che sarà la prima regola dell'ordine. Tra esse ci furono il legato del papa in Francia, il cardinale Matteo di Albano, svariati abati cistercensi e cluniacensi, l'arcivescovo di Reims, Guglielmo II di Nevers, Hugues de Panys e Tebaldo II di Champagne.Tra i vari risultati del consiglio, vi fu la fondazione dell'Ordine dei cavalieri templari che venne dotato di una propria regola alla cui base vi era la regola di San Benedetto con alcuni prestiti da quella agostiniana. Una volta che questa venne adottata si rese necessario sottoporla a Stefano di Chartres, patriarca latino di Gerusalemme. Questa regola, successivamente conosciuta come "Regola primitiva", a cui come detto contribuì alla stesura anche Bernardo di Chiaravalle, rappresenta uno dei pochi documenti coevi dell'epoca di fondazione dell'ordine Scritta in francese antico, includeva la traduzione dell'originaria Regola latina che non sarebbe stata facilmente compresa, visto che molte reclute templari non conoscevano il latino.Secondo gli studiosi, i manoscritti originali della Regola templare in latino furono distrutti durante gli arresti in Francia avvenuti nel 1307. Una ulteriore definizione del ruolo e delle prerogative dell'ordine fu espressa nel 1138 dalla bolla Omne Datum Optimum di Papa Innocenzo II emanata quando il Maestro dell'ordine era Robert de Craon e considerata l'atto istituivo dell'ordine. La bolla fu di vitale importanza per l'ordine dei cavalieri templari perché sancì la totale indipendenza del suo operato essendo soggetti solo all'autorità papale, l'essere esente dal pagare tasse e gabelle, di avere un proprio clero e di beneficiare della protezione apostolica. Tale documento creò attriti con il clero regolare che portò a molti conflitti di interesse tra i templari e i sacerdoti che portarono a mettere più volte in discussione la bolla stessa, tanto che dovette essere confermata ben dodici volte tra il 1154 e il 1194. La bolla Milites Templi, promulgata il 9 gennaio 1144, da papa Celestino II concedeva ulteriori privilegi, tra cui il permesso ai cappellani dei templari di officiare una volta all'anno in regioni o città interdette, "per l'onore e il rispetto della loro cavalleria", oltre che di raccogliere questue.Con la bolla Militia Dei, pubblicata da papa Eugenio III il 7 aprile 1145, venne permesso ai templari di costruire i propri oratori, ma anche di avere una completa indipendenza dal clero secolare attraverso il diritto di raccogliere le decime e seppellire i loro morti nei propri cimiteri. La protezione apostolica fu estesa anche ai parenti dei templari, alle loro proprietà e perfino a chi lavorava per loro e ai loro contadini. I templari presentarono poi denunce al papa in merito al fatto che il clero pretendesse un terzo dell'eredità di coloro che desideravano essere sepolti nei cimiteri dell'ordine dei Templai, che poi con la bolla Dilecti filii venne ordinato di accontentarsi di un solo quarto delle eredità. Nel frattempo la contea di Edessa era caduta dei mani dei musulmani guidati da ‘Imād al-Dīn Zangī e lo stesso Bernardo di Chiaravalle indisse nel 1147 la seconda crociata nel tentativo di riprendere la città ora in mano turca. La spedizione venne condotta dal Re Luigi VII di Francia e dall'imperatore Corrado III di Svevia. Nell'estate dello stesso anno i templari guidati da Everard des Barres, loro precettore in Francia, si dimostrano decisivi nel riportare all'ordine l'esercito di del re francese che, in seguito a numerose imboscate turche nei pressi del monte Honaz, era finito allo sbaraglio e rischiava di essere massacrato dalle frecce turche. Dopo aver riportato la disciplina nei ranghi dell'esercito francese, alcuni gruppi di soldati guidati ciascuno da un templare riescono prima a proteggersi dalle frecce creando colonne protette da scudi triangolari ai fianchi, poi a infliggere pesanti perdite ai turchi nel corso di diverse sortite, fino a raggiungere la salvezza nel porto di Antalya da cui poi l'esercito si imbarcherà per Antiochia. Un assedio a Damasco nel 1148 in cui partecipò anche un gruppo di templari guidati dal maestro Robert de Craon ebbe un secondo insuccesso e pose praticamente fine all'avventura di Luigi VII e Corrado III. Terminata così la seconda crociata, negli anni successivi i templari divennero un corpo combattente a tutti gli effetti, con l’incarico di proteggere le forze crociate dopo la sconfitta di Cadmos nel 1148 e di Inab poi nel 1149 entrarono a Gaza, consolidarono anche molti castelli e guarnigioni a loro affidati. Nel frattempo, re Baldovino, deciso a riscattare il fallimento dell'assedio di Damasco, decise di sferrare un attacco ad Ascalona. Il maestro dell'ordine, Bernard de Tramelay appoggiò l'iniziativa del re e, il 16 agosto 1153, l'assedio della città ebbe iniziò. Il combattimento si risolse in un massacro per i templari che, entrati in città al seguito del maestro, vennero tutti uccisi dai difensori egiziani. Nonostante questo, Ascalona cadde il 22 agosto 1153 e i cavalieri templari elessero un nuovo Maestro nella persona di André de Montbard che accettò la carica per contrastare l'elezione di un altro cavaliere, Guglielmo II di Chanaleilles, figlio di Guglielmo I, uno degli eroi della prima crociata, favorito del re Luigi VII di Francia e che avrebbe permesso alla corona di Francia di controllare l'ordine. Il 25 novembre 1177 venne combattuta la battaglia di Montgisard, vicino a Ramla, Le truppe del re vennero rinforzate da ottanta templari provenienti da Gaza e questa alleanza di forze riuscì ad avere la meglio sull'esercito di Saladino. Con Salah ad Din, il Saladino, capace di dare maggiore coordinamento alle forze musulmane locali, cambiò lo scenario della regione, portando quasi alla dissoluzione dei regni crociati. Dopo la morte del re Baldovino V di Gerusalemme, Guido di Lusignano ascese al trono della Città Santa grazie al matrimonio con Sibilla d'Angiò, sorella del re Baldovino IV. Su consiglio dei templari e degli ospitalieri, Guido si mosse con l'esercito per attaccare i musulmani. Poiché il clima era particolarmente arido e l'unica zona ove i crociati potevano rifornirsi d'acqua era a Hattin, vicino a Tiberiade, il re condusse le sue truppe in questa direzione. Il 4 luglio 1187, Saladino circondò i cristiani nel corso della battaglia di Hattin, facendo prigioniero quasi l'intero esercito di circa quindicimila uomini, così come lo stesso re. Saladino fece giustiziare tutti i templari catturati per via del fatto che, secondo la Regola di San Bernardo, non potevano godere del diritto di riscatto, così come avvenne per gli ospitalieri; solo il maestro dei templari, Gérard de Ridefort, venne risparmiato il quale, in cambio della vita, utilizzò la sua autorità per far arrendere alcune città crociate spiando la strada ai musulmani per la presa di Gerusalemme.Così, dopo avere conquistato altre città cristiane, il 2 ottobre Saladino fece il suo ingresso trionfale a Gerusalemme che nel frattempo si era anch'essa arresa al condottiero curdo. Nel tentativo di riconquistare Gerusalemme e di contrastare i successi del Saladino fu indetta da papa Gregorio VIII nel 1187 una terza crociata, denominata "crociata dei re" in quanto vide la partecipazione di Federico Barbarossa che tuttavia non giunse mai in Terrasanta poiché morì durante il viaggio, Filippo II Augusto, re di Francia e Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra. Nel 1191 i templari si stabilirono ad Acri, riconquistata da re Riccardo, e nel settembre dello stesso anno, insieme agli ospitalieri contribuirono in modo decisivo alla battaglia di Arsuf, dove il Saladino fu sconfitto e con lui il mito della sua invincibilità. Nel 1192 i templari acquistarono l'isola di Cipro, che, a seguito di una sanguinosa rivolta, a loro volta la vendettero a Guido di Lusignano, che ne fondò un regno. Quella che solitamente viene individuata come la quinta crociata ebbe come obiettivo della spedizione, l'Egitto: i vari corpi di spedizione raggiunsero Damietta nel 1218. Il tentativo di conquistare la città vide coinvolti i templari, ma la situazione strategica e tattica fu talmente sfavorevole che nel 1221 l'esercito cristiano rinunciò all'impresa. I templari, che pure persero il Maestro nei combattimenti, tennero una condotta non sempre limpida e si attirarono ostilità e polemiche che sarebbero riemerse per secoli. Nel 1225 l'imperatore Federico II decise di recarsi in Terrasanta per riconquistare Gerusalemme. L'evento, usualmente indicato come sesta crociata, fu condotto sul campo diplomatico e ottenne realmente la riconquista pacifica della Città Santa. Federico si autonominò re. Con la sola eccezione della corte imperiale, l'intera vicenda suscitò un'ostilità generale, sia in campo islamico sia in campo cristiano. Si creò un conflitto insanabile fra l'imperatore e i templari, che avevano perso, oltre al ruolo ormai consolidato sui campi di battaglia, anche i diritti sui locali del Tempio, a causa degli accordi stipulati dall'imperatore. In più, Federico II, contribuì alla diffusione in patria voci su presunte amicizie tra i Templari e i musulmani, al fine di screditarli ulteriormente agli occhi de cristiani. Nel 1244 l'impazienza di alcuni comandanti cristiani condusse il grosso delle forze crociate in un tragico scontro con forze islamiche inferiori, per numero e per organizzazione, ad al-Harbiyya (o La Forbie). Nonostante il vantaggio numerico dei crociati, la loro sconfitta fu totale: dei trecento cavalieri templari riuscirono a salvarsi solo una trentina di uomini. I vantaggi ottenuti durante anni di diplomazia, accortamente gestiti dagli ordini religiosi cavallereschi e dai templari in particolare, furono azzerati, riconducendo i cristiani del Medio Oriente in uno stato di profonda crisi. Una successiva serie di spedizioni in Terrasanta, sotto la guida di Luigi IX Re di Francia, ebbe inizio nel 1249. Gli storici usano distinguere due episodi diversi, indicandoli come settima e ottava crociata. Le navi cristiane si diressero verso l'Egitto e Damietta, ancora in mani islamiche, fu rapidamente riconquistata. Sull'onda di questa vittoria i franchi non seguirono i consigli dei templari, ma si gettarono sulla città di Mansura, senza le necessarie precauzioni (1250). Il disastro fu totale. Dei duecentonovanta cavalieri templari che avevano partecipato al combattimento pur avendo ripetutamente cercato di dissuadere i comandanti franchi, se ne salvarono solo cinque. Ma la tragedia continuò: in fase di ritirata i soldati cristiani furono attaccati e decimati. Tra i molti prigionieri si contò anche lo stesso re Luigi. Nel 1266 avvenne la caduta della fortezza di Safed, per opera di un cavaliere traditore. Luigi IX promosse una seconda spedizione, indicata come ottava Crociata. La spedizione partì da Aigues-Mortes nel luglio del 1270. Il re sbarcò a Tunisi assieme al fratello Carlo I d'Angiò, ma l'assedio si prolungò molto: la peste e la dissenteria decimarono l'esercito uccidendo lo stesso re nell'agosto dello stesso anno. Nel 1291 cadde definitivamente San Giovanni d'Acri e con il massacro di almeno 60 000 cristiani che ne conseguì, i templari decisero di evacuare Tortosa e Atlit. Nel 1302 la perdita di Ruad e il massacro della guarnigione templare pose definitivamente fine alle Crociate e all'avventura dei cristiani in Terrasanta. Sporadici tentativi e velleitari pronunciamenti dei decenni successivi non avrebbero incitato nessuno a prendere nuovamente le armi in nome della fede. Gli insuccessi militari in Terrasanta furono accompagnati anche da una decadenza morale progressiva dell'ordine, tanto che "la fama di superbia e di viziosità che i Templari si portavano dietro non era sempre frutto di calunnia". La perdita dell'austerità che aveva contraddistinto i primi Cavalieri è testimoniata perfino da alcune lastre funerarie che mostrano i dignitari dell'ordine sbarbati e con i capelli lunghi e curati, in contraddizione con le loro consuetudini. Con la perdita si San Giovanni d'Acri, i cristiani furono costretti a lasciare la Terra Santa. Nemmeno gli ordini religiosi poterono evitare tale esodo e i Templari scelsero di ripiegare verso Cipro dove insediarono la loro sede centrale. Tuttavia, una volta che questi ebbero abbandonato la Terrasanta, con pochissime probabilità di poterla un giorno riconquistare, in occidente sorse la questione dell'utilità dell'Ordine del Tempio il cui scopo originario per cui erano stati fondati, difendere i pellegrini diretti a Gerusalemme sulla tomba di Cristo, si era oramai reso irrealizzabile. Per diversi decenni, il popolo aveva anche percepito i cavalieri come signori orgogliosi e avidi che conducono una vita disordinata (le espressioni popolari "bevi come un templare" o "giura come un templare" sono rivelatrici a questi sintomi), tanto che dal 1274 al concilio di Lione II i più alti dignitari dell'ordine dovettero produrre un libro di memorie per giustificare la loro esistenza.Abitualmente si parlava dei Templari come di un covo di eretici e di viziosi; voci probabilmente alimentate dal fatto che molti peccatori erano in effetti approdati all'Ordine per riceverne protezione a fronte di un, non sempre sincero, pentimento. Alcuni storici, inoltre, addebitano alcune responsabilità del discredito dell'Ordine al gran maestro Jacques de Molay, eletto nel 1293 dopo la perdita di San Giovanni d'Acri, il quale aveva temporeggiato riguardo alla proposta fattagli da papa Clemente V nel 1306 di fondere i Templari con l'Ordine degli Ospitalieri al fine di poter mettere in campo una nuova forza maggiormente organizzata per una nuova crociata che avrebbe dovuto riconquistare la Terrasanta. Per questo il Gran Maestro venne tacciato di codardia se non addirittura di connivenza con i musulmani con cui avevano intrecciato alcuni rapporti.In ogni caso, già dalla metà del XIII secolo l'ideale crociato era andato in crisi, tra continue richieste di denaro per finanziare imprese spesso fallimentari e crociate predicate più per motivi politici che per combattere gli infedeli, portando la popolazione a considerarle negativamente insieme agli Ordini militari la cui funzione appariva sempre più effimera. Dal canto loro, i Templari, venuta sempre meno la loro funzione di guerrieri in Terrasanta, avevano oramai da tempo posto maggior attenzione verso l'Europa dove, grazie a lasciti, donazioni e proventi da speculazioni, avevano accumulato ingenti ricchezze a discapito del loro voto di povertà; un'ulteriore aspetto che li rendeva facile bersaglio delle critiche della popolazione ma che li rendeva molto interessanti agli occhi del re di Francia intenzionato ad appropriarsi dei loro ingenti beni per rimettere in sesto le casse del Regno. Il primo a muovere della accuse formali contro l'Ordine fu il templare rinnegato Esquieu de Floyran che nel 1305 presentò le proprie tesi al re Giacomo II d'Aragona i quale, tuttavia, non gli volle dare seguito. Diversa sorte ebbe de Floyran quando si rivolse al re francese Filippo IV il Bello che dette ordine ai suoi consiglieri Guglielmo di Nogaret e Guglielmo di Plaisans di aprire una inchiesta formale. Lo stesso Guillaume de Nogaret pagò successivamente Esquieu de Floyran per diffondere tra la popolazione le accuse di "Negazione di Cristo e sputi sulla croce, rapporti carnali tra fratelli, baci osceni esercitati dai Cavalieri del Tempio". Gli addebiti mossi ai Templari erano talmente infamanti, eresia, idolatria e sodomia, che papa Clemente V (da poco trasferitosi ad Avignone e quindi sottoposto ad una sostanziale pressione da parte della corona di Franca) decise di aprire un'inchiesta il 24 agosto 1307.Tuttavia, Filippo di Francia non era intenzionato a dare campo libero al papa nel condurre le indagini e, il 14 settembre inviò messaggi sigillati a tutti i balivi, siniscalchi e soldati del regno ordinando l'arresto dei templari e la confisca dei loro beni, in quella che alcuni storici hanno definito come “la prima retata della storia”.La mossa riuscì in quanto fu astutamente avviata in contemporanea contro tutte le sedi templari di Francia; i cavalieri, convocati con la scusa di accertamenti fiscali, vennero tutti arrestati. Quella stessa mattina, Guillaume de Nogaret accompagnato da alcuni uomini d'arme entrò nelle mura della sede dei Templari di Parigi, dove risiedeva il maestro dell'ordine Jacques de Molay. Alla vista dell'ordinanza reale che giustificava gli arresti, i Templari si lasciarono portare via senza alcuna resistenza. A Parigi si contarono 138 prigionieri, oltre al maestro dell'ordine. Uno scenario identico si svolse contemporaneamente in tutta la Francia. La maggior parte dei Templari non offrirono alcuna resistenza. Alcuni riuscirono a scappare prima o durante gli arresti. I prigionieri furono rinchiusi per la maggior parte a Parigi, Caen, Rouen e al castello di Gisors. Tutti i loro beni furono inventariati e affidati alla cura del Tesoro Reale. L'azione di Filippo non trovò l'appoggio degli altri regnanti cristiani che non vollero seguire il suo esempio: Edoardo II d'Inghilterra dichiarò di non credere alle accuse, Giacomo II d'Aragona arrivò a difendere l'Ordine e il papa criticò, ma sempre diplomaticamente, il modo con cui erano stati condotti gli arresti poiché si trattava di una prevaricazione della sua autorità in quanto i Templari erano soggetti alla sua giurisdizione. Tuttavia, i Templari arrestati iniziarono a confessare gli addebiti che gli erano stati mossi, talvolta a seguito di intimidazioni e torture, talvolta perché realmente colpevoli, non lasciando altre possibilità al papa di ordinare anch'egli l'arresto di tutti gli appartenenti all'Ordine e della messa in tutela ecclesiastica dei loro beni; ordine che avvenne con la bolla pontificia Pastoralis praeminentiæ del 22 novembre 1307.Con questa tutti i sovrani cristiani dovettero adeguarsi alla volontà papale, ma gli effetti furono ben diversi: ad esempio in Spagna e Cipro, dove i Templari vantavano appoggi e una effettiva organizzazione, essi ripararono nelle proprie fortezze riuscendo perlopiù a salvare vita e beni. Agli arresti e alle confessioni seguì un processo che, per via della sua portata che del modo con cui vennero mosse le accuse, lo storico Franco Cardini definisce come uno dei primi “processi massmediali”. Riguardo alla confessioni, sempre Cardini, nota come tutte riportino pressoché le stesse dichiarazioni: di aver rinnegato Cristo, di aver venerato idoli pagano (come gatti, teste a tre facce o Bafometto) e compiuto atti osceni; un segno che fa pensare ad una orchestrazione da parte degli accusatori che vollero dare una giustificazione giuridica alla chiara volontà regia di arrivare alla condanna dell'Ordine e alla espropriazione dei beni senza dargli possibilità di una vera difesa. Vennero biasimati anche per aver intrattenuto rapporti giudicati troppo amichevoli con i signori musulmani, arrivando con alcuni di loro, come Usama ibn Munqidh, a porgergli veri e propri favori, come quello di concedergli di pregare nella Cupola della Roccia, benché già trasformata in chiesa cristiana. Lo storico italiano, tuttavia, non esclude che alcuni Templari fossero, almeno in parte, colpevoli di alcune delle accuse a loro mosse; innanzitutto c'è da rimarcare il fatto che molti Templari erano entrati nell'Ordine per espiare precedenti "peccati", come eresia e sodomia, e che una volta ammessi non fossero stati immuni da aver reiterato tali comportamenti, inoltre è normale presupporre che all'interno di un gruppo così grande vi potessero essere alcuni soggetti che avevano compiuto, magari solo in passato come un cavaliere che confessò fatti di trentasei anni prima, i peccati di cui erano accusati, ma è da escludere che questi fossero sistematicamente diffusi a tutto l'Ordine come l'accusa voleva dimostrare. Per legittimare maggiormente il processo in corso contro i Templari e rafforzare la propra autorità a discapito di quello papale, Filippo IV convocò gli stati Generali del 1308 a Tours con cui si reiterò la condanna nei confronti dell'Ordine. In risposta, il Papa chiese di potere ascoltare i Templari a Poitiers, ma poiché la maggior parte dei dignitari erano imprigionati a Chinon, re Filippo ricorse al pretesto che essi erano troppo deboli per affrontare il viaggio per negare al papa tale possibilità. Quindi Papa Clemente V delegò due cardinali perché si recassero a Chinon ad ascoltare i testimoni. Il manoscritto noto come pergamena di Chinon, ritrovato nel 2001 nell'Archivio Segreto Vaticano, dimostrerebbe come in quell'occasione il papa avesse concesso l'assoluzione agli alti dignitari dell'Ordine dalle accuse formulategli dalla corona francese. Poiché l'Ordine del Tempio si trovava sotto l'autorità papale e non sotto quella regia, furono le autorità ecclesiastiche a dover istruire il processo contro di loro. A seguito della bolla Faciens misericordiam, in cui furono definite le accuse portate contro il Tempio, il 12 novembre 1309 si tenne a Parigi la prima commissione pontificia che doveva giudicare l'Ordine, non tanto come insieme di persone fisiche (ovvero gli appartenenti) ma come una personalità giuridica in sé.Nell'agosto successivo tutti i vescovati ricevettero l'ordine di far comparire davanti alla commissione tutti i Templari arrestati. In quest'occasione, solo uno di essi confermò la confessione fatta precedentemente: il 6 febbraio 1310, quindici Templari su sedici, proclamarono la loro innocenza, ben presto seguiti dalla maggior parte dei loro fratelli. Preoccupato di poter perdere la propria autorità sul processo in corso, Filippo IV fece nominare arcivescovo di Sens il fidato Philippe de Marigny, fratellastro di Enguerrand de Marigny, suo stretto collaboratore e consigliere. Così il processo prese una chiara direzione e andò a velocizzarsi tanto che, il 12 maggio 1310, vennero condannati alla morte sul rogo cinquantaquattro Templari che avevano ritrattato le loro precedenti confessioni fatte tre anni prima. Entro il 26 maggio dell'anno successivo vennero portati a termine tutti gli interrogatori. Nel generale clima di condanna ci fu l'eccezione rappresentata da Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna e responsabile del processo per l'Italia settentrionale: egli assolse i cavalieri e condannò l'uso della tortura per estorcere confessioni (concilio provinciale di Ravenna, 1311). La precedente bolla Faciens misericordiam, con cui il papa istruiva la commissione incaricata di giudicare l'Ordine, disponeva inoltre l'apertura entro il 1310 di un concilio ecumenico con cui sarebbe stato valutato l'operato dei Templari. L'apertura del concilio, passato alla storia come il Concilio di Vienne poiché tenutosi nella Cattedrale di San Maurizio a Vienne, venne ritardata e i lavori poterono iniziare solamente il 16 ottobre 1311,con tre obbiettivi: decidere sulle sorti dell'ordine, discutere la riforma della Chiesa e organizzare una nuova crociata. Ad esse parteciparono anche alcuni Templari desiderosi di difendere il proprio Ordine dalle accuse. Tuttavia re Filippo IV, desideroso di mettere fine ai Templari, mise pressione alla commissione conciliare tanto da marciare con l'esercito sulla città di Vienne. Così, il 22 marzo, Clemente V si trovò costretto ad emanare a bolla Vox in Excelso con cui, dopo aver tracciato la storia dell'Ordine, delle accuse, dei processi, si ammetteva che dalle risultanze non si potesse procedere giuridicamente contro i Templari ma a causa dei sospetti l'Ordine veniva comunque soppresso per via amministrativa. Quanto alla sorte dei Templari e delle loro proprietà, il Papa emise altre due bolle: con la bolla Ad Providam, del 2 maggio 1312, i beni dei templari passavano all'Ordine degli Ospitalieri (ad eccezione che in Spagna e in Portogallo, dove due ordini nacquero dalle ceneri dei Templari, l'ordine di Montesa e l'Ordine di Cristo) anche se nella pratica non sempre questo avvenne, e la bolla Considerantes dudum, del 6 maggio, con cui venne determinato il destino degli appartenenti all'Ordine. A chi aveva confessato o era stato dichiarato innocente, sarebbe stata concessa una pensione e avrebbero potuto aderire ad un altro ordine monastico, mentre a colore che avevano negato gli addebiti e riconosciuti colpevoli o che avevano ritrattato le confessioni, sarebbero stati condannati a morte. Il 22 dicembre 1313 venne nominata una commissione pontifica, composta da tre cardinali e da avvocati nominati da re di Francia, per decidere la sorte dei quattro più alti dignitari dell'Ordine che avevano precedentemente confessato. L'11 marzo del 1314 questi vennero portati nella piazza della Cattedrale di Notre-Dame in modo che la sentenza potesse essergli letta. Fu allora che Jacques de Molay maestro dell'Ordine del Tempio, Geoffrey de Charnay precettore della Normandia, Hugues de Pairaud e Geoffroy de Goneville, vennero a sapere che erano stati condannati alla incarcerazione a vita. Jacques de Molay e Geoffroy de Charnay allora proclamarono la loro innocenza affermando di aver mentito ai giudici dell'Inquisizione e quindi vennero dichiarati "relapsi" e consegnati al braccio secolare, in questo caso alla giustizia reale. Il giorno successivo, Filippo il Bello convocò il suo consiglio e, ignorando i cardinali, condannò al rogo i due Templari La sentenza venne immediatamente eseguita nei pressi di dove oggi sorge il Pont Neuf, sull'isola della Senna detta dei giudei. Filippo il Bello distrusse il sistema bancario dei templari, e, benché una bolla papale avesse trasferito tutti gli averi dei templari agli ospitalieri, riuscì ad addurre a sé parte del tesoro. Questi eventi e le originali operazioni bancarie dei templari sui beni depositati, che furono improvvisamente mobilitati, costituirono due dei molti passaggi verso un sistema di stampo militare per riprendere il controllo delle finanze europee, rimuovendo questo potere dalle mani della Chiesa. Visto il destino dei templari, gli Ospitalieri di San Giovanni furono ugualmente convinti a cessare le proprie operazioni bancarie. Molti sovrani e nobili inizialmente sostennero i cavalieri e dissolsero l'ordine nei loro reami solo quando fu loro comandato da papa Clemente V. Roberto I, re degli Scoti, era già stato scomunicato per altri motivi e quindi non era disposto a prestare attenzione ai comandi papali; di conseguenza, molti membri dell'ordine fuggirono in Scozia; in Portogallo i cavalieri e il patrimonio del loro ordine confluirono in un nuovo ordine, fondato col permesso del papa per combattere contro i mori nell'Algarve, l'Ordine del Cristo. Il principe Enrico il Navigatore (1394 - 1460) guidò per vent'anni, fino alla propria morte, tale ordine, utilizzandone il denaro per organizzare la prima scuola per navigatori, preparando la via alla supremazia marittima portoghese che porterà alle grandi esplorazioni cinquecentesche. (sintesi rielaborata da "Ordine dei Templari" di wikipedia) Museo dei Templari a via Chigi Viterbo centro storico
Museo dei Templari,
via Chigi, Viterbo, per la visita recarsi
Da vedere a Via Chigi Viterbo centro storico informazioni e foto
Via Chigi Viterbo centro storico Via Chigi,Viterbo, informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli Vedi Piazze di Viterbo - Vie di Viterbo centro storico Piazze di Viterbo centro - Vie di Viterbo centro Viterbo centro storico - Viterbo dintorni Viterbo guida centro storico - Viterbo dintorni Copyright dal 2011
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Aggiornato Marzo 2024