Storia della
Chiesa e del Convento di Santa Giacinta
Marescotti,
ex chiesa di San Bernardino,piazza della Morte,
Viterbo : nel 1417,
racconta Giuseppe Signorelli, venne concesso un
legato alle povere di Cristo che risiedevano
nella casa di Tignoso di Palino
Tignosini,.
Successivamente San
Bernardino da Siena,
venne a Viterbo e nel 1426, fece venire dal
Monastero di sant’Anna di Foligno alcune monache
per fondare il
Monastero di santa Agnese, il quale dopo
la sua morte nel 1444 prese il nome di
Monastero di San
Bernardino. Al monastero venne dato il
palazzo dei Tignosini e la
Torre Damiata, La sostenitrice della
costruzione e della istituzione di questo
monastero fu la Contessa Angela dei Conti di
Marsciano. Augusto Egidi ci racconta che stessa
Beata Angelina da Foligno, la pia donna che
aveva dettato la regola per le terziarie
francescane, sia venuta tra noi, con tre
compagne, a fondare la casa che, sotto il titolo
di S. Agnese, riunì, nei pressi della
chiesa di
S. Tommaso, il primo nucleo del futuro
monastero. Sostiene lo studioso Augusto Egidi
che a tradizione vuole che la Prima ministra,
delle monache Francescane del Terzo Ordine, e
governante fu suor Clara di sant’Agnese da
Viterbo. Nel 1439 si menziona una cappella
dedicata a sant’Agnese e nel 1452 papa Niccolò V
riformò l’istituzione prescrivendo alle monache
l’osservanza della Regola già concessa al
Monastero di santa Margherita in Roma.Nel 1459
le monache dette, sin dal 1454, le bizoche de
San Verardino, vendettero una vigna per la
costruzione della chiesa ed un anno dopo fu
iniziata l’erezione della Chiesa di san
Bernardino. Il monastero venne sottoposto alla
direzione dei frati Minori Osservanti, i quali
avevano avuto l’autorizzazione dal Papa a
celebrare, in quella nuova chiesa, le esequie
per le monache. Il primo ampliamento del
monastero, verso piazza
san Carluccio, risale al 1480 per merito
di suor Beatrice Farnese, figlia di messer
Angelo Meo e cugina di quello che sarà poi papa
Paolo III. Fu superiora ministra nel periodo in
cui le mura del monastero raggiunsero
piazza san Carluccio,
già detta piazza san
Salvatore, fino a raggiungere la vicina
valle. Nella prima metà del XVI secolo numerose
ragazze divennero monache o per scelta o perché
costrette, e molte di loro provenivano da
famiglie nobili, due ragazze dalla famiglia
Farnese, due ragazze dalla famiglia Medici, due
ragazze dalla famiglia dei Marsciano, una
ragazza dalla famiglia degli Sforza, una
ragazza dalla famiglia dei Cibo, tre ragazze
dalla famiglia dei Baglioni, una ragazza dalla
famiglia dai Marescotti. Spesso queste nobili
ragazze venivano relegate, contro la loro
volontà, nel monastero, per mantenere unito il
patrimonio dei loro nobili genitori e parenti.
Il monastero si ampliò nel 1508 per volere della
ministra Margherita Martellacci, che acquistò
una casa di Palino Tignosini. Questa casa nel 1610
fu ridotta in parte a piazza ed in parte fu
incorporata al monastero ove un salone fu
chiamato di Palino come ricorda Domenico
Bianchi. Nel 1529, le monache, avendo ricevuto
l’anno avanti un legato di mille ducati d’oro e
una casa a Roma, decisero di ampliare il
monastero chiedendo al Comune di poter chiudere
la strada che era tra il convento e il loro
mulino. Il Comune approvò la chiusura, ma chiese
di aprire una nuova strada chiamata
via Pietra del pesce,
tuttora esistente. Il monastero fu ampliato nel
1537, acquistando un casalino confinante, poi,
nel 1563, il monastero venne di nuovo ampliato
nel periodo in cui suor Lucrezia Farnese ne era
la direttrice e le monache erano più di ottanta.
Nel 1573 erano presenti nel monastero oltre
cento monache, e le rendite cominciarono a non
essere più sufficienti per il quotidiano
sostentamento ed allora, assistite dal Minore
Osservante frate Vincenzo da Roma, chiesero alla
Comunità di Viterbo, di poter andare a mendicare
in città. Fu accordata loro la licenza, però
solo per quattro coppie di suore. Ma, anche dopo
tale concessione, i miglioramenti furono assai
scarsi. Le monache ebbero la dispensa di
clausura rigorosa dal 1461, che fu poi
confermata in perpetuo nel 1612 e nel 1939, ed
inoltre ebbero la facoltà di professare la
Regola di santa Chiara,
così si chiamarono
Clarisse. Nel 1746 morì in odore di
santità madre Chiara Olimpia Rosa Meniconi,
nobile viterbese.Il 22 Febbraio 1802 venne a
visitare il corpo di santa Giacinta
l’arciduchessa Marianna d’Austria sorella di
Francesco II. Il 3 Settembre 1857 papa Pio IX fu
ospite del monastero. Vedi :
Santa Giacinta Marescotti
Foto Antico Convento
Santa Giacinta Marescotti piazza della Morte
Viterbo
Stemmi al Convento Santa Giacinta Marescotti piazza della
Morte
Viterbo
Stemmi a Viterbo
Convento.Giacinta Marescotti, antica sede del convento,
oggi è
una casa privata,
piazza della Morte, Viterbo
Attuale convento Santa
Giacinta Marescotti piazza della Morte Viterbo
Convento.Giacinta Marescotti, ex convento San Bernardino, piazza
della Morte
Convento.Giacinta Marescotti, ex convento San Bernardino, piazza
della Morte
Santa Giacinta Marescotti vita opere storia
Santa Giacinta Marescotti, vita opere storia
Da vedere a piazza della Morte Viterbo
Piazza della Morte Viterbo centro storico
piazza della Morte,
Viterbo, info e foto a cura di Anna Zelli
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informazioni e fotografie Anna Zelli