Colli di Viterbo centro
Colle San Lorenzo
Mappa Colle San Lorenzo
piazza
San Lorenzo
via San Lorenzo
Colle San Pellegrino
via San Pellegrino
Colle di Pianoscarano
Mappa Colle
Pianoscarano
piazza Fontana di Piano
Colle San Sisto
Mappa Colle San Sisto
piazza San Sisto
Colle della Crocetta
Mappa Colle della
Crocetta
piazza della Crocetta
Colle Santa Rosa
Mappa Colle Santa Rosa
piazza Santa Rosa
via della Verità
Colle della Trinità
Mappa Colle della Trinità
piazza della Trinità
Colle San Faustino
Mappa Colle San
Faustino
piazza San Faustino
Colle San Francesco
Mappa Colle San Francesco
piazza San Francesco
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I colli di
Viterbo, centro,storico: il centro di
Viterbo, è fatto di salite e discese, dovute
alla presenza di alture che ne caratterizzano
l'aspetto, tra queste,il Colle di San
Pellegrino con le sue torri, è il più grande
quartiere medioevale d'Europa, visibile da via
delle Caprarecce al colle di Pianoscarano, segue il colle San Lorenzo che ha il suo culmine
nella piazza San Lorenzo sede della Cattedrale
di Viterbo e del Palazzo dei Papi; sul lato
opposto c'è il colle San
Francesco, caratterizzato dalla bella ed
imponente chiesa di San Francesco d'Assisi a
piazza San Francesco, qui possiamo ammirare
anche la grande piazza della Rocca con la Rocca
Museo Albornoz, e la porta Fiorentina; al Colle San Sisto,
dove c'è la chiesa di San Sisto ed accanto la
porta Romana, vi si arriva, se si parte da
piazza del Plebiscito percorrendo le salite di
via Cavour e di via Garibaldi;
il Colle San Faustino,
è sulla sommità della via Cairoli, qui c'è la
piazza di San Faustino, una bella fontana e la
omonima chiesa ; Colle
della Trinità, è dominato dal complesso
della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, a
piazza della Trinità dei Pellegrini; il
Colle Santa Rosa, è visibile da piazza
Giuseppe Verdi, sede del Teatro omonimo, vi si
accede da una salita sulla cui sommità c'è la
Chiesa ed il Monastero e la Casa di Santa Rosa,
patrona della Città di Viterbo, alla quale in
suo onore ogni 3 settembre viene dedicata la
processione della macchina di Santa Rosa
trasportata dai facchini a lei devoti, che
partono da piazza San Sisto, percorrono il cento
della città, e qui davanti alla chiesa di Santa
Rosa lo terminano; il Colle della Crocetta
ha la sua piazza e
arriva a
porta della Verità, qui c'è un bel giardino;
il Colle di Pianoscarano, una delle via di
accesso è dal ponte di Paradosso, si percorre la
salita di via Paradosso sulla sommità ci
si trova la piazza di Fontana del Piano abbellita da
una bella fontana a fuso, tipica di Viterbo, e
alla porta del Carmine.
Colle San Lorenzo
Colle San Lorenzo
-
Piazza
San Lorenzo -
Mappa piazza San Lorenzo
Colle San
Lorenzo, Viterbo,
piazza San Lorenzo
qui è il luogo
dove si conservano le memorie
etrusche
dell’antica Surina e le testimonianze della
Viterbo medioevale. Qui lo spazio era difeso sui
due lati ed isolato da una grande trincea
fossato scavata nel periodo etrusco e fino al
1244 difesa da mura sopra le quali si
intervallavano ben 16 alte torri di cui una sola
è giunta ai giorni nostri quella di
Messer Braimando.
Proprio per questa naturale disposizione
difensiva che nell’alto medioevo sia i pochi
abitanti di Viterbo che i Longobardi popolarono
il Castrum Herculis
divenuto poi Castrum
Viterbii. Nell’XI secolo il
Castrum Viterbi
si trovava nella zona pianeggiante del
colle San Lorenzo
nella parte che andava dal
ponte San Lorenzo
alla chiesa di San
Clemente, la scelta di questo
insediamento sulla sommità dell’altura che
guardava verso valle
Faul, una rupe tagliata a picco sulla
valle, aveva essenzialmente una funzione
difensiva. Il castello contava a mala pena 1000
abitanti, protetto probabilmente anche da
fortificazioni longobarde, forse erette da
Desiderio, che nel 773 si stava dirigendo alla
conquista di Roma, e per questo fortificò la
piccola città come se fosse una rocca in quanto
già inespugnabile ed impervia nella parte che
guardava a valle
Faul. Il castello era munito anche di
torri e probabilmente vi era già una piccola
chiesa dedicata a
San Lorenzo ed un monastero annesso,
entrambi di età longobarda, in quella che oggi
si vede come la
antica chiesa di Santa Maria della Cella.
Il ponte San Lorenzo
era in quel tempo, un ponte levatoio, poggiava
sia su antiche
strutture etrusco romane, che sul fianco
scosceso del colle che andava verso la odierna
via Sant’Antonio.
Il caseggiato del castello era provvisto di una
antica strada romana, che si diramava dalle
antiche mura
del colle, la attuale
via San Clemente,
che conduceva a
valle Faul. Sotto l’abside maggiore del
Duomo alcuni
scavi hanno portato alla luce resti romani
risalenti al I o V secolo, e forse sempre sotto
il duomo potrebbero esserci i resti
dell’antico tempio
dedicato ad Ercole.
Le fortificazioni al Colle San Lorenzo,
Viterbo, le prime notizie che attestano,
in questa zona, la presenza di fortificazioni,
risale all'VIII secolo, il castrum aveva
sicuramente delle difese anche da prima. Questa
zona venne usata come baluardo dai
Bizantini contro l'avanzata longobarda
probabilmente tra il VI e il VII secolo. Anche i
Longobardi che conquistarono tra il 605 e il
606, Viterbo, Bagnoregio, Orvieto e Ferento, qiu
sul colle San Lorenzo,
posero la loro roccaforte, utilizzata poi, nel
773, da Desiderio come luogo fortificato per
assalire il Ducato Romano. Nella zona del
colle dove oggi c'è
la piazza San Lorenzo,
sicuramente in epoca antica vi erano case, orti
ed una chiesa dedicata a San Lorenzo Martire,
una dedicata a San Michele, scomparsa, ed una
cella del Monastero
di Farfa, di cui oggi resta il
campanile della
antica chiesa di Santa
Maria della Cella. Nel XII secolo alcuni
feudatari del castello di Valcena scelsero di
insediarsi questa zona in quanto uno di loro
sposò una donna i cui genitori erano proprietari
di terreni che erano proprio qui,su questo
colle.Nel XIII
secolo questa famiglia prese il none di De
Castello, per via degli immobili che qui
possedeva. In seguito, Tignoso di Landolfo,
della famiglia dei Tignosi, già dal 1219 aveva
edificato dei bastioni a difesa delle sue
proprietà, che oltre a casa ed orti consistevano
anche in torri. Nel 1244 il Castello San Lorenzo
do di Ercole, subì gravi distruzioni ad opera
dei viterbesi, con la distruzione, sembra, di 15
torri. Dopo il saccheggio ai Tignosi rimasero
cinque palazzi, cinque case ed una torre. E'
probabile che la torre superstite fosse quella
che poi verrà trasformata in campanile della
Cattedrale di San Lorenzo. Questa torre
sorvegliava la strada che portava verso il ponte
San Lorenzo, e che poi arrivava fino alla Porta
di Valle. Una torre era al palazzo Farrnese, il
palazzo infatti fu ricavato da un
casamento appartenuto alla Casa Tignosi, che qui
aveva anche una torre chiamata delle Beffe.
sinonimo di Biffe, ovvero delle bandiere poste a
segnalazione sulle torri durante i periodi di
guerra. Un'altra torre doveva essere a piazza
della morte al palazzo Tignosini. Il colle San
Lorenzo acquisì maggiore importanza quando nel
1255 il capitano del popolo Raniero Gatti per
assicurare una sede più degna al papato, fece
edificare un nuovo palazzo che fu terminato nel
1266, e fu in questa sede che il papa per
sfuggire alle rivolte di Roma, si trasferì con
tutta la sua corte. Il primo a prendervi dimora
fu papa Clemente IV.
Colle San Pellegrino
Colle San Pellegrino
-
Piazza San Pellegrino
-
Mappa Colle S.
Pellegrino
Colle San Pellegrino, Viterbo centro
storico, questa piccola altura è ben visibile da
via delle Caprarecce, via del quartiere di
Pianoscarano. Se si è nel centro
da piazza San Carluccio si entra nella via San
Pellegrino.
San Pellegrino quartiere medioevale, Viterbo centro storico,
vie zona San
Pellegrino e dintorni,
Via delle Piaggiarelle, traversa di via
San Pellegrino, Viterbo, la via è sul lato
destro, porta al Ponte del Paradosso e al
quartiere di Pianoscarano. Via Centoponti, traversa di via San
Pellegrino,Viterbo, si trova sul lato destro,
venendo da piazza San
Carluccio.Il nome deriva dai numerosi
gradini. In fondo a destra si arriva al
quartiere di Pianoscarano.
Via del Lauro, è una traversa a sinistra di
via San Pellegrino venendo da piazza San
Carluccio, e porta a via Cardinal Pietro La
Fontaine.Il palazzo d'angolo un tempo era la
sede dell'Arte dei Pellai, con annesso ospedale,
non più esistenti. Via delle Caiole, traversa a destra di
via San Pellegrino, Viterbo, il nome è forse
legato alla trasformazione del latte che
avveniva in appositi recipienti chiamati
cagliole, da caglio, la via porta al ponte del
Paradosso e al quartiere di Pianoscarano, la via
è molto stretta., ed in fondo c'erano le conce
dei pellami, qui ci sono due archi e gli stemmi
dei colonna e dei Farnese Via Scacciaricci,traversa
a destra di
via San
Pellegrino Viterbo, qui domina la grande
Torre erroneamente detta Scacciaricci.appartenuta
alla nobile famiglia degli
Alessandri e successivamente ad altre
famiglie. .Via
Grotti, è una traversa della parte
sopraelevata di via San Pellegrino. Via
Borgolungo, è una traversa a destra di via
San Pellegrino, che si incontra superata la
piazza San Pellegrino e la chiesa di San
Pellegrino. Via San Pietro, Viterbo, è
alla fine di via San Pellegrino, la via si
dirama di fronte e sul lato sinistro per un breve
tratto, per poi diramarsi nella
via San Leonardo
e nella via Cardinal La Fontaine. Una via da
vedere che è nei pressi di via San Pellegrino, è
Via dell'Incontro, è una traversa di
via
San Pellegrino, vi sono 5 archi dei quali ne
sono visibili attualmente solo 4 è una piccola
via molto suggestiva. Via delle Conce e
via San Tommaso, anche qui c'erano delle
case degli Alessandri, che forse ospitavano loro
parenti o alleati d'armi.qui si notano profferli,
stemmi, i piani terra in genere ospitavano le
cavalcature destinate alle incursioni d'armi.Via
San Gemini, porta al
ponte del Paradosso e al
quartiere medioevale
di Pianoscarano.
Piazze zona San
Pellegrino e dintorni :
Piazza San Carluccio, Viterbo, centro
storico, la piazza va da
via Pietra del Pesce a
via del Macel Maggiore,
a via San Pellegrino
e a via San Carluccio.
Da via del Macel Maggiore
si è a via Cardinal La Fontaine, mentre da
via Pietra del Pesce si è a
piazza della Morte.Piazza del Fosso, è
sulla sinistra, dove c'è il
sodalizio dei
Facchini di Santa Rosa, sulla parte alta di via
San Pellegrino. Qui si ammira una
Torre probabilmente anche questa degli Alessandri. Piazza Scacciaricci,
qui si vede un balcone con una lunga scalinata
ed una torre, probabilmente questo edificio
venne acquistato dalla Famiglia Scacciaricci,
quando ormai gli Alessandri non erano più a
Viterbo. Piazza San Pellegrino,qui ci
sono le case degli Alesandri, il palazzo e la
torre, e la chiesa di San Pellegrino.Piazza degli Orfani,
è in fondo a via San Pellegrino. Piazza Cappella,qui,
in antico c'era una cappella un avancorpo che venne
aggiunto alla preesistente chiesa
di San Pellegrino nel 1555, la
cappella fu aggiunta dalla Compagnia del
Santissimo Sacramento, oggi scomparsa. Qui c'è
un altra abitazione, che fu sempre degli
Alessandri con un bel profferlo del '200. Oltre
a questo vi erano altri edifici probabilmente
destinati alla servitù, di proprietà sempre
degli Alessandri. Vi sono anche stalle e giardini
ed ampi sotterranei. Questa piazza deve il
restauro alla Associazione Amici di Viterbo con
il contributo della Cassa di Risparmio locale.
Colle di Pianoscarano
Colle di Pianoscarano -
Piazza
Fontana di Piano
-
Mappa Quartiere Pianoscarano
Colle e quartiere di Pianoscarano, Viterbo centro
storico, il
nome deriva dal termine longobardo "squara" cioè
schiera, ad indicare che nella zona si
svolgevano esercitazioni militari e venivano
installati degli accampamenti, questo borgo
sorse inizialmente sul punto più alto del colle
fino ad espandersi lentamente verso la città. I
Regesti farfensi attestano al 1095 l’acquisto da
parte di Viterbo della terra rimasta libera,
infatti sembra che l’origine di questo quartiere
risalga al 1148 dopo l'acquisto del terreno da
parte del Comune di Viterbo dai monaci di Farfa.
Precedentemente erano presenti piccoli
insediamenti quali il Vico Squarano (poi Scarano),
il Vico Squinzano, il Vico Antoniano e il
Castello di Sonza. Il vico Squarano deriva dalla
lingua dei Longobardi, perché durante la loro
dominazione la zona sarebbe stata adibita a
luogo di esercitazione per le truppe che in
longobardo si chiamavano squara, schiera. Dopo
l’acquisto di questi terreni, al fine di
edificare la nuova contrada, il comune elaborò
un piano urbanistico ortogonale e viario ben
preciso, che includeva anche le vie che andavano
nella zona tra la antica e non più esistente
chiesa di San Nicola e la chiesa di
sant’Andrea. Nel contempo venne anche
prolungata la cinta muraria. Questa sistemazione
urbanistica venne impostata su un asse
principale che dal ponte del Paradosso
arrivava fino alla porta del Carmine, la
fontana di Pianoscarano venne posta al
centro di una piazza rettangolare in una
posizione equidistante dal ponte, dalle due
chiese e dalla porta. In questa sistemazione di
Pianoscarano si procedette prima a tracciare le
strade, poi a definire i lotti dove sarebbero
state edificate le case. Al di fuori delle mura
di questa zona di Viterbo in asse con la porta,
c’è la chiesa dei Carmelitani edificata
nel 1251. Le case in pietra risalgono al periodo
tra il XIII e il XIV secolo, con le loro torri,
poste a difesa delle case o come simbolo di
potenza delle singole famiglie, i profferli,
l’arco ribassato, i portici. Nel quartiere di
Pianoscarano le case avevano la caratteristica
di essere generalmente su due piani, edificate
in pietra e con un balcone, generalmente
appartenevano ad una unica famiglia, avevano una
copertura a timpano con una disposizione
simmetrica delle aperture. Al piano terra della
casa vi era un ampio ingresso definito da archi
a tutto sesto, mentre al primo piano l’ apertura
dell’ingresso era più piccola, vi si accedeva
da una scala e affacciava su un balcone ligneo,
in più casi scomparso, ma testimoniato dai buchi
per le travi e i puntoni di sostegno presenti
sul muro. Spesso i due ambienti quello del piano
terra, adibito anche ad attività commerciali, e
quello del primo piano, non erano collegati tra
loro e potevano in epoche successive appartenere
a proprietari diversi. A Pianoscarano vi sono
anche case che si configurano nel tipo di “case
a schiera”, messe le une accanto alle altre,
con una piccola scala di accesso, e che spesso
erano abitate dalla gente più umile, case meno
importanti rispetto a quelle descritte sopra,
abitate da famiglie di spicco. Si sviluppano
anche successivamente, logge e portici, voluti
dalle famiglie più illustri, a sostituzione dei
balconi lignei, che avevano la funzione di punto
d’incontro per le transazioni commerciali e
l’amministrazione della città e che poi vennero
inseriti anche negli edifici pubblici. Dalle
case in pietra in conci di peperino disposti in
modo regolare, di passa all’utilizzo di
pietrisco, pietre sbozzate ricavate da materiale
di scarto di altri edifici e mattoni, le
aperture anziché definite da conci, vengono
realizzate con architravi monolitici completati
con l’inserimento di pietre, sassi e mattoni,
secondo una tecnica introdotta a Viterbo dalle
maestranze longobarde, che giunsero a Viterbo
durante l’edificazione del Palazzo Comunale. E’
dopo l’acquisto dei terreni di Pianoscarano, da
parte di Viterbo, che vi sorsero le prime case e
sempre a quel periodo risale la chiesa di
Sant’Andrea, di architettura romanica, ha il
presbiterio rialzato, nella cripta con le volte
a crociera vi sono gli archi ogivali tipici del
gotico cistercense, la chiesa è stata restaurata
dopo i bombardamenti della seconda Guerra
Mondiale. A piazza Fontan del Piano,
c'è una Fontana a Fuso, che ricorda
un evento accaduto nell’estate del 1367 in
occasione della visita di papa Urbano V e del
suo seguito proveniente da Avignone, i quali con
arroganza e nonostante il divieto dei viterbesi,
si accinsero a prelevare l’acqua della fontana
per usi domestici e ancora peggio a lavarvi
dentro un cagnolino, da qui si innescò una
violenta sommossa e alla fine i Viterbesi si
resero conto di aver esagerato, consegnarono i
capi della rivolta al papa e distrussero la
fontana che in seguito venne ricostruita. Qui si
apre la Porta del Carmine, che da accesso
al quartiere di Pianoscarano, il nome le deriva
da una antica chiesa del Carmine. Le
abitazioni hanno conservato, nonostante i
pesanti bombardamenti dell'ultima guerra,
l'aspetto originario abbastanza marcato. Il
centro del colle è costituito da piazza
Fontana di Piano con la caratteristica
fontana, e dal vicino lavatoio dal tetto
con architravi a vista sostenuti da pilastri e
dall'ex Ospizio di S. Carlo, ove
nel 1636 ebbe sede il primo ricovero per vecchi
poveri o inabili al lavoro, oggi sede
universitaria (2021).
Colle San Sisto
Colle San Sisto -
Piazza
San Sisto -
Mappa zona San Sisto
Colle San Sisto, Viterbo, Centro
Storico, Si arriva alla piazza San Sisto, da
Via Garibaldi, da
via Vetulonia, da
via della Bontà, da vedere la
Chiesa di San Sisto,
la Porta Romana,
una fontanella lato
esterno porta Romana. E' da questa chiesa
che partono i facchini per portare la
Macchina di Santa Rosa
nelle vie di Viterbo,
in occasione della festa in suo ricordo
che si tiene la sera del 3 settembre di ogni
anno.
Colle Salita Santa Rosa
(fa parte del Colle della Crocetta)
Colle salita Santa Rosa (Colle
Crocetta -
Via Santa Rosa (Colle
Crocetta) -
Mappa colle salita Santa
Rosa
Colle salita Santa Rosa, Viterbo centro storico,
in realtà questa piccola altura fa parte del
colle della Crocetta, che si estende da
via Santa Rosa fino a
via dei Mille. Scendendo dal
colle San Francesco per
via
Matteotti si arriva al
piano San Marco detto
anche Poggio dei Tignosi, dove si trova la
piazza Giuseppe Verdi, dedicata al grande
musicista e ricordato con un busto bianco tra il
verde dei pini romani. In questa piazza sorge il
Teatro dell'Unione, in genere i viterbesi
chiamano comunemente questa piazza come
piazza
del Teatro. da qui si sale per la ripida
via Santa Rosa, per
arrivare al Largo facchini
di Santa Rosa e a
via Santa Rosa dove c'è la
Chiesa Santuario di Santa
Rosa, al cui interno è conservato in una
bellissima teca dorata il
corpo della Santa. Al largo Facchini di
Santa Rosa si conclude il tragitto della
Macchina
trasportata dai Facchini, che la sera del 3
settembre di ogni anno parte dalla
Chiesa di San Sisto.
Qui c'è il Monastero
e su via Casa Santa Rosa,
il luogo ove la
Santa Visse e morì.
Colle della Crocetta
Colle della Crocetta -
Piazza
della Crocetta -
Mappa zona della
Crocetta
Colle della Crocetta, Viterbo, va dal
poggio San Marco, oggi
piazza Verdi, e sale
lungo l'antico poggio dei Tignosi oggi
Colle
della Crocetta, da qui percorrendo una
ripida salita lungo la via
Santa Rosa, si arriva alla sommità del
colle e al
Santuario Chiesa di Santa Rosa.
In un primo tempo il corpo della Santa
venne sepolto il 4 settembre 1258 nella
Chiesa di Santa
Maria del Poggio, a
piazza della Crocetta, poi al
monastero San Damiano,
che oggi si chiama
Monastero Santa Rosa. Ed è proprio il 4
settembre che avviene il passaggio della
macchina di Santa Rosa,
una enorme ed alta torre sorretta e portata
lungo le vie di Viterbo
da 100 devoti facchini. L'antica
Chiesa di San Damiano e il
convento, oggi
Santuario e convento di Santa Rosa,
subirono nei secoli numerosi restauri, qui si
recavano a venerare la Santa i pellegrini
diretti a Roma. La cupola della attuale
Chiesa Santa Rosa
fu realizzata tra il 1913 e il 1917
dall'architetto Arnaldo Foschini. All'interno
della chiesa si può vedere il corpo della Santa
vestita con un saio francescano e posto in una
bellissima teca d'orata. Uscendo dalla chiesa a
sinistra si prende la via
della Casa di Santa Rosa, e si può
visitare il luogo ove la Santa visse, un
tempo questa casa era annessa al monastero.
Proseguendo lungo la via
di Santa Rosa si arriva a
via Mazzini, percorrendone un breve
tratto,sulla parte alta del
colle, vi è la
chiesa di Santa Maria del Poggio,
caratterizzata da una doppia scalinata. Questa
altura un tempo era chiamata
Poggio dei Tignosi,
dal nome di una delle famiglie di Viterbo di
fazione ghibellina, che in questa zona possedeva
vari edifici. L'impianto barocco della chiesa
risale a dopo il 1600 quando qui si insediarono
un gruppo di religiosi chiamati
Ministri degli Infermi,
una congregazione fondata da
San Camillo De Lellis,
che svolgevano la loro opera nell'ospedale
cittadino. I religiosi indossavano una croce
rossa sul petto, e vennero chiamati anche
Crociferi, da cui
deriva il nome della piazza,
piazza della Crocetta.
Oggi questa congregazione è titolare della Casa
di Cura Villa Immacolata nei pressi di
San Martino al Cimino,
una frazione di Viterbo.In questa piazza vi è
una bella fontana a fuso, tipica
costruzione medioevale viterbese. Sulla sommità
c'è il un gruppo scultoreo con Santa Rosa e la
sua compagna, che ricorda il miracolo
della brocca rotta accidentalmente dalla
compagna e che la Santa risanò. Davanti alla
fontana c'è un palazzo che avrebbe
bisogno di un immediato restauro, molto bello,
un tempo della famiglia Nini, i quali avevano
palazzi anche a via Annio. Questo palazzo fu
costruito nel XVI secolo da Giovan Battista, un
discendente del quale Paolo, sposò la
giovanissima Olimpia Maidalchini, destinata ad
essere insignita del titolo di Principessa di
San Martino, dal secondo marito Giovan Battista
Pamphili, quando il fratello del secondo marito,
venne eletto Papa con il nome di Innocenzo X. Un
tempo all'ultimo piano di questo palazzo c'era
una loggia, oggi sopravvive una colonnina.
Proseguendo lungo il colle sulla via Mazzini, si
raggiunge la Chiesa di San Pietro in Zoccoli.
Arrivati a piazza Dante
sullo sfondo c'è un lungo edificio scolastico,
un tempo sede del convento
delle suore domenicane intitolato a Santa
Caterina.Questo Monastero fu fondato nel
1520 per volere dei patrizi viterbesi Nicola
Bonelli e Giovan Battista Cordelli, qui vi
soggiornò Vittoria Colonna moglie di Ferrante D'Avalos,
marchese di Pescara e condottiero al seguito di
Carlo V Re di Spagna. Al centro della piazza
Dante c'è una fontana a Fuso, che risale
al 1268. Da qui si vede l'abside e il campanile
della Chiesa di San Pietro in Zoccoli. Di fronte
alla fontana c'è il Palazzo Pagliacci Sacchi,
che fu sede della Cassa di Risparmio della
Provincia di Viterbo, da qui proseguendo si
arriva a Porta della Verità, accanto alla
quale sulla sinistra c'è un piccolo giardino
pubblico, Al di fuori di questa porta
vi sono i ruderi del possente palazzo di
Federico II di Svevia. A
piazza Luigi Concetti
c'è la ex Chiesa di
Santa Maria della Pace, dove si
conservano le parti smontate della Macchina di
Santa Rosa, l'annesso monastero venne
espropriato dopo l'Unità d'Italia, venne
smantellato e al suo posto venne edificata una
scuola. Proseguendo per
via della Pace a destra c'è la via
dell'Orologio Vecchio che porta a
piazza delle Erbe.
Su via dell'Orologio
Vecchio si trova il bellissimo palazzo
Mazzatosta.
Colle della Trinità
Colle della Trinità -
Piazza
della Trinità-
Mappa Colle della Trinità
Colle della Trinità, Viterbo centro storico,
il colle parte da valle
Faul e si innalza sulla
via di Ser Monaldo
e di San Giovanni
Decollato, fino costeggiare la
chiesa della Santissima
Trinità, alle spalle della chiesa si
innalza la porta Bove
non visitabile perchè inglobata nel giardino del
complesso della Trinità,
questa porta un tempo consentiva di uscire da
questa zona e immettersi sulla
Strada Riello, era
quindi una via importante di comunicazione, ma
che con il tempo per la perdita della sua
importanza, ha comportato la chiusura della
porta. Oggi la Strada
Riello ha la funzione di raccordo con la
Tangenziale ovest
di Viterbo. Proseguendo su questo colle troviamo
la piazza di
Sant'Agostino, che prendeva il nome da
uno scomparso monastero, che occupava gran parte
del pendio degradando fino alla
valle del torrente
Urciorno. Un tempo qui c'era una porta
detta Porticella o
Quadrata del tutto
scomparsa, che chiudeva il tratto delle mura
cittadine quando non era stata completata la
cinta di valle Faul.
La piazza della Trinità
è il punto più alto di questo colle ed
arrivava fino allo scomparso
Ponte Tremoli. Con
la scomparsa della
Porticella, è scomparsa anche la dimora
di un pittore famoso di Viterbo del '400,
Lorenzo da Viterbo, che affrescò una cappella
della Chiesa di Santa
Maria della Verità. Sempre su questo
colle, c'è ancora la casa di Pio Fedi, un
importante scultore di Viterbo. Lo ricorda una
lapide posta nel 1876 su via Santa Maria
Liberatrice 17.Il capolavoro di questo artista è
il Ratto di Polissena che si trova a Firenze a
piazza della Signoria. Proseguendo si arriva al
colle di San Faustino.
Colle San Faustino
Colle San Faustino -
Piazza
San Faustino
-
Mappa Colle San Faustino
Colle San Faustino, Viterbo centro storico,
il colle prende il nome dalla
Chiesa di San
Faustino, di fronte alla chiesa campeggia
una bella fontana a fuso,
l'urbanizzazione del colle
San Faustino, si deve alla distruzione da
parte dei Viterbesi della città di Ferento,
avvenuta nel 1172, infatti Viterbo accordò ai
nobili vinti di riedificare le loro case in
questa zona, così nacque il quartiere San Faustino,
il quale nel 1210 venne incluso dentro il
prolungamento del tratto delle mura. Su questo
colle a piazza Sallupara
c'erano degli edifici chiamati lo
Stallone del Papa,
fatti erigere da Papa Sisto IV nel 1480 per il
ricovero dei cavalli delle milizie della vicina
Rocca. Poi questi
edifici nel 1841 per volere di Papa Gregorio XVI
divennero la sede del carcere cittadino, che
fino ad allora erano a
piazza del Comune. Poi divenne la sede
del Convento domenicano di
Santa Maria in Gradi, che dopo l'Unità
d'Italia venne espropriato, e la
piazza Sallupara tornò ad essere presidio militare
dipendente dalla Caserma
della Rocca. Fu semi distrutto in seguito
ad i bombardamenti della Seconda Guerra
Mondiale. Sempre di questo colle fa parte
la piazza della Rocca, la
Rocca Albornoz dove c'è il
Museo Etrusco, una
bella fontana e la porta Fiorentina.
La grande
piazza della Rocca, è dominata dalla mole
dell'antico fortilizio oggi sede del
Museo Etrusco, ed
un tempo sede temporanea dei
Cavalieri Gerosolimitani.
La Rocca fu anche
sede del III Reggimento dei Granatieri di
Sardegna, che subì gravi perdite sul fronte
greco albanese, una lapide ne ricorda le morti.
Di fronte alla Rocca
c'è una bella fontana
rinascimentale ed accanto la
porta Fiorentina,
che si apre sulla consolare Cassia. Questo colle degrada con la
via Cairoli verso la
piazza dei Caduti.
Accanto c'è il colle San
Francesco.
Colle San Francesco
Colle San Francesco -
Piazza San Francesco -
Mappa Colle S. Francesco
Colle San Francesco, Viterbo centro storico,
proseguendo dal colle San
Faustino si arriva al
colle San Francesco,si arriva al punto più alto del colle, e alla
Basilica di San Francesco
alla Rocca, da cui il colle ne prende il
nome. Qui in una aiuola c'è un
monumento, opera di
Francesco Nagni, che ricorda il III Reggimento
dei Granatieri di Sardegna. Qui in epoca
Longobarda vi era il Castello di Sonsa e poi
nell'XI secolo divenne il Castello di
Sant'Angelo, e poi nel 1236 l'area venne donata
da Papa Gregorio IX ai francescani che qui
edificarono la chiesa ed il convento. Oggi il convento
è sede di
un presidio militare. Il colle con la
via Matteotti.
degrada a valle verso la
Piazza Giuseppe Verdi, nota ai viterbesi
come piazza del Teatro.
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