Largo Esposti, Via San Pietro,Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo, Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Piazze |
largo degli esposti viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
LARGO ESPOSTI |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
San Pellegrino
|
Largo degli Esposti, Pianoscarano, Viterbo, centro storico, si arriva a questo Largo da via San Pietro e da via Torrente Mola, fa parte del quartiere San Pellegrino a confine con il quartiere di Pianoscarano.Il nome deriva dal termine esposti, che erano i bambini indesiderati, illegittimi che venivano abbandonati e che da Viterbo venivano portati al brefotrofio di Santo Spirito in Saxia a Roma. Qui vi era la ruota degli esposti, dove anonimamente veniva posto il neonato in una ruota girevole con due aperture una esterna e l'altra interna . Poi nel 1738 venne fondato un brefotrofio a Viterbo.Da vedere dei profferli.
Gli Esposti
erano i bambini indesiderati, illegittimi che
venivano abbandonati, non solo da persone
povere, ma anche da persone che volevano
nascondere il frutto di relazioni clandestine e
proibite. L’unico brefotrofio dello Stato
Pontificio, a quei tempi era a Roma, e qui i
bambini abbandonati provenivano da Viterbo,
Corneto, Acquapendente, Foligno, Spoleto, Narni,
Civitacastellana, Rieti, Sabina, Velletri e da
altre città. Questi bambini, purtroppo, morivano
prima di arrivare a Roma, perché non avevano
cibo, erano sottoposti al freddo, e spesso anche
uccisi e seppelliti da coloro che volevano
evitare il lungo viaggio fino a Roma, il
Caracciolo che fece questa indagine, definì
questa terribile cosa, come la “Strage degli
Innocent”i, e voleva porvi rimedio, creare un
orfanatrofio a Viterbo, per ridurre i tempi di
viaggio ad 1 giorno anzichè ai 5 per arrivare
fino a Roma, ed accrescere così la speranza di
vita per questi sfortunati bambini. Questi
bambini una volta giunti a Roma, o erano
consegnati agli incaricati, ma se si voleva
restare anonimi, i neonati venivano messi nella
così detta “ruota degli esposti”, una sorta di
cilindro in legno girevole, con due aperture una
esterna e l’altra interna. (ancora visibile al
Santo Spirito in Sassia a Roma). Fu così
che nel 1738 venne fondato a Viterbo il primo
brefotrofio, proprio per volere del Monsignor
Martino Innico Caracciolo,con le indicazioni di
Papa Clemente XII. Questa fu una decisione
dovuta, perché il Santo Spirito di Roma, non
era nemmeno più in grado di gestire il
brefotrofio, essendo l’unico ad accogliere
questi sfortunati neonati. Una volta istituito
il brefotrofio di Viterbo i bambini venivano
affidati a delle nutrici affinchè li
allattassero durante i primi mesi di vita.
Venivano ovviamente anche battezzati. Poiché le
balie venivano pagate, ai bambini veniva fatta
una incisione indelebile sul piede, affichè,
qualora il bimbo fosse morto, le nutrici non lo
scambiassero con un altro, al fine di farsi
pagare lo stesso.
Fu in questo periodo che il Caracciolo
riorganizzò i brefotrofi di Narni, Orvieto e
Perugia. Fino all’unità d’Italia, nel 1870, i
brefotrofi erano gestiti da religiose, poi
divennero di appannaggio laico. L’Ospizio di
Viterbo fu, intitolato a Santa Francesca Romana,
come detto, nasceva dalla necessità di
alleviare il grosso carico di abbandoni che
fino ad allora si riversava, da tutte le
province laziali, e non solo, sull’archiospedale
di Santo Spirito in Saxia di Roma. La sua
giurisdizione comprendeva le diocesi di Viterbo,
Tuscania, Corneto (Tarquinia), Montefiascone,
Civita Castellana, Orte, Nepi e Sutri e una
parte di quelle di Bagnoregio ed Acquapendente,
e al di là della provincia viterbese, il
territorio di Civitavecchia, Bracciano e Oriolo.
Lo statuto stabiliva tra i suoi principi, quello
di poter accogliere solo bambini illegittimi,
vietando l’ingresso ai legittimi, anche se i
genitori dimostravano la loro estrema povertà, o
agli orfani. Questa norma venne sostituita
soltanto con il nuovo regolamento del 21
novembre 1917, con il quale la Deputazione
dell’Ospizio riconosceva la necessità del
ricovero anche di bambini legittimi abbandonati
e l’obbligo delle madri di allattare i propri
figli per almeno 6 mesi. Con l’annessione della
delegazione di Viterbo al Regno d’Italia nel
1870, furono apportate modifiche all’assetto
normativo e gestionale. Nel luglio del 1875 fu
varato il nuovo statuto, che prevedeva diversi
criteri di composizione della deputazione
amministrativa. La denominazione dell’Ospizio
cambia in “Ospizio Umberto I per l’infanzia
illegittima” con deliberazione della
Deputazione amministrativa del 7 agosto 1900,
approvata dal Ministero della Real Casa con nota
6 maggio 1901. Nel 1923 il Ministero
dell’Interno, con decreto 11 febbraio 1923 n.
396 disciplinò di nuovo il servizio di
assistenza degli esposti. Le madri non erano
più obbligate ad allattare i loro piccoli
neppure per un breve periodo. In questo modo il
Regolamento interno venne abrogato e fu
sostituito da un altro approvato con R.D. 16
dicembre 1923, n. 2900, confermando
l’attribuzione della materia alle province e
abolendo definitivamente il sistema della ruota,
che a Viterbo era già stata eliminata a partire
dal 1894 e sostituita con una speciale sala per
l’accettazione dei bambini esposti.
La successiva legge del 10 dicembre 1925 apportò
nuove modifiche nello spirito del regime
fascista,
l’esaltazione
della famiglia e quindi l’assistenza alle madri
e ai bambini senza distinzione di stato civile.
Con il R.D. 8 maggio 1927 n. 798
si stabilì l’obbligo per le Provincie ed i
Comuni ed in parte anche per l’O.N.M.I. (Opera
nazionale per la protezione della maternità e
dell’infanzia) di proteggere gli illegittimi
abbandonati, riunendo nella definizione
“illegittimi” sia i riconosciuti dalla madre sia
i figli di ignoti.
Il disegno di legge approvato dal
Consiglio dei ministri il 18 maggio 1932
estendeva l’obbligo legale
dell’assistenza
all’infanzia abbandonata senza distinzione di
stato civile.La legge 13 aprile 1933 n. 312
designò i Brefotrofi quali sedi naturali per
l’assistenza agli illegittime
l’obbligatorietà
delle spese dell’assistenza stessa da parte
della Provincia e dell’O.N.M.I È di questo
periodo l’istituzione nell’ospizio di Viterbo,
della Sala di maternità per gestanti nubili, di
un refettorio
materno per le madri, per le gestanti e per i
bambini svezzati.Con l’assistenza alle gestanti,
che venivano accolte all’ottavo mese di
gravidanza, veniva allo stesso tempo curata la
profilassi della sifilide e di altre malattie
veneree, sottoponendole alla sierodiagnosi di
Wassermann. Nei lattanti la sierodiagnosi fu
fatta solo per quelli non affidati
all’allattamento materno.Un R.D.L, datato 12
luglio 1934 n. 1317 stabiliva all’art. 1 che il
patrimonio dell’Opera pia “Brefotrofio
provinciale” con sede in Roma doveva essere
devoluto alla provincia di Roma per l’assistenza
legale ai
fanciulli illegittimi abbandonati
o esposti all’abbandono appartenenti alla
provincia medesima, cessando il Brefotrofio di
essere istituzione pubblica di assistenza e
beneficenza. Pertanto (art. 2), entro il 31
dicembre
1935
le province di Frosinone e di Viterbo dovettero
provvedere ad assicurare con loro mezzi al
funzionamento
del servizio di assistenza agli illegittimi dei
comuni delle rispettive circoscrizioni e allo
stesso tempo l’Ospizio di Viterbo non avrà più
l’obbligo di assistere gli esposti provenienti
da alcuni comuni della provincia di Roma,
precedentemente in carico a Viterbo.In data 25
aprile 1939 viene approvato il nuovo statuto
organico dell’Ospizio Umberto I per l’infanzia
illegittima, composto di 20 articoli. Il nuovo
statuto modificava la composizione del Consiglio
di amministrazione, che da cinque passava a
sette membri, compreso il Presidente.Fino al
1975 continuerà ad essere modificato il
Regolamento organico dell’Ospizio. Il DPR
24.07.1977 n. 616 stabilì la soppressione degli
IPAB (Istituti pubblici di assistenza e
beneficenza) e l’Ospizio, che aveva ancora
cambiato il proprio nome in “Istituto per
l’assistenza all’infanzia per la provincia di
Viterbo” venne soppresso, anche se la sua
attività continuerà fino alla prima metà degli
anni 80.
La prima sede dell’Ospizio
è stato un palazzetto nei pressi di piazza di
S. Carluccio, di proprietà dell’Ospedale
grande degli infermi, ma già nel 1739 veniva
trasferito presso la Rocca di Viterbo. Fu
di nuovo spostato e solo nel 1864 venne
acquistato il Palazzo Onesti in via S. Pietro,
a cui nel 1891 fu aggiunto l’antico
Palazzo Doria. Vie che immettono a Largo degli Esposti Viterbo centro storico Mappa Pianoscarano - Mappa San Pellegrino
Largo Esposti Pianoscarano Viterbo centro storico Largo degli Esposti, Via San Pietro Pianoscarano Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo Largo degli Esposti, Via San Pietro Pianoscarano Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo Largo degli Esposti, Via San Pietro Pianoscarano Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo Largo degli Esposti, Via San Pietro Pianoscarano Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo Largo degli Esposti, Via San Pietro Pianoscarano Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo Largo degli Esposti, Via San Pietro Pianoscarano Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo Profferlo a Largo degli Esposti Viterbo Profferlo Largo degli Esposti, Via San Pietro - Profferli di Viterbo centro Profferlo Largo degli Esposti, Via San Pietro - Profferli di Viterbo centro Profferlo Largo degli Esposti, Via San Pietro Profferli di Viterbo centro Profferlo Largo degli Esposti, Via San Pietro Profferli di Viterbo centro Ruota degli
Esposti si trova a Santo Spirito in Saxia Roma Ruota degli esposti a Roma Ospedale Santo Spirito in Saxia. (Largo Esposti Viterbo) Da vedere a Pianosacarano Viterbo
Porte a Piano Scarano : Porta San Pietro - Porta Fiorita - Porta del Carmine Vie a Pianoscarano - Piazze a Pianoscarano - Viterbo Via San Pietro Colle San Lorenzo - Valle Faul Pianoscarano quartiere - Colle Pianoscarano - Mappa Pianoscarano
San Pellegrino Quartiere - Colle San Pellegrino - Mappa San Pellegrino Vie di Viterbo centro - Piazze Viterbo centro storico - Quartieri Viterbo centro storico
Via San Pietro - Pianoscarano - Viterbo PianoscaranoMappe di Viterbo centro storico Mappe colli vie piazze zone Viterbo Viterbo centro storico - Viterbo dintorni Viterbo guida centro storico - Viterbo dintorni Copyright dal 2011
Tutte le foto
ed i contenuti del presente sito web
sono di Anna Zelli,sono di Viterbo centro storico - Viterbo dintorni Viterbo guida centro storico - Viterbo dintorni
Informazioni Turistiche
città di
Viterbo monumenti di Viterbo centro storico
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Città di Viterbo |
Informazioni storiche turistiche e fotografie della città di viterbo a cura di anna zelli |
torna alla Home
Aggiornato Marzo 2023