Ex Chiesa San Biagio, sconsacrata via San Lorenzo Viterbo, e le
vicende della antica e scomparsa comunità Ebraica di Viterbo. La
chiesa di San Biagio si
trova sul lato destro venendo da
piazza del Plebiscito, risale al 1142,
ed è una delle più antiche chiese di Viterbo, sede nel 1450
dell’Arte dei Mercanti, poi dell’Arte dei Calzolai, poi della
Confraternita della Trinità e dello Spirito Santo, chiusa nel 1927,
ha ospitato anche negozi, oggi nel 2020 c’è un ristorante pizzeria.
Sulla facciata sono visibili due piccole finestre romaniche e lo
stemma dello Spirito Santo. Questa zona era chiamata anche
contrada di San Biagio, fino al 1492,
qui c’erano case, scuole, negozi e la Sinagoga
degli Ebrei di Viterbo. Dalla fine del '200 alla metà del XVI
secolo la zona di San Biagio e tutta
questa contrada era abitata da una fiorente
comunità ebraica di commercianti e di persone che
prestavano denaro, vi erano anche talmudisti e medici illustri tra
questi il medico Eliezer Cohen che fu medico personale di Papa
Giulio II. Purtroppo dal '600 in poi vi furono episodi di
intolleranza contro gli ebrei scatenati soprattutto dalla
predicazione dei francescani contro l'usura. Nel 1555 fu proprio
Papa Paolo IV che impose la segregazione degli ebrei in
luoghi delimitati e li concentrò a Viterbo in un
ghetto che si trovava tra via di Valle
Piatta e la chiesa di Santa Maria della
Salute. Poi, nel 1562 le autorità comunali permisero a questa
comunità ebraica di tornare nella contrada di
San Biagio. Nello stesso anno ci furono da parte di Papa Pio
V nuove disposizioni antigiudaiche che decretarono il loro
allontanamento dallo stato Pontificio e il confino di tutta la
comunità ebraica nei due
ghetti ammessi uno a
Roma e l'altro ad
Ancona. In quel periodo l'Università ebraica di Viterbo vendette la
Sinagoga che era appunto nella
contrada
San Biagio. Solo nel 1586 con Papa Sisto V più tollerante, poterono
alcuni di loro far ritorno a Viterbo, ma ancora nel 1593 con Papa
Clemente III ricominciarono le oppressioni e le espulsioni che
segnarono la completa estinzione della comunità ebraica a Viterbo.
Solo alcune famiglie ebraiche italiane hanno mantenuto il cognome
Viterbo.
San Biagio,
vita opere storia, Viterbo, a lui era dedicata
la chiesa di San Biagio
sulla via San Lorenzo, oggi, sconsacrata, nacque a Sebaste in Armenia, Asia Minore, nel IV
secolo, da giovane studiò medicina, e nella sua
opera di medico, curava sia le malattie fisiche
che le infermità spirituali. Avrebbe desiderato
entrare in un monastero, ma alla morte del
vescovo di Sebaste, venne nominato a
succedergli, e da allora la sua vita fu spesa
per il bene dei suoi fedeli. In Armenia, a causa
dei contrasti tra Costantino e l’Impero Romano,
venne scatenata dai romani, una persecuzione
contro i cristiani. Persecuzione, iniziata da
Diocleziano e proseguita poi da Licinio, ad
opera dei presidii Lisia ed Agricola. E fu
proprio Agricola, una volta insediato nella sua
sede, che si mise alla ricerca di Biagio. Biagio
per evitare che venisse catturato per non
abbandonare i suoi fedeli si eclissò in una
caverna del monte Argeo. A lungo rimase in
questa condizione di eremita, vivendo in
solitudine e preghiera, tutte le bestie dei
boschi erano mansuete con il Santo. Un giorno
dei soldati mandati alla ricerca di belve feroci
per i giochi dell’anfiteatro, seguendo le orme
delle fiere, giunsero alla grotta di Biagio, e
saputo che era il vescovo di Sebaste, lo
arrestarono immediatamente. Durante il viaggio i
popolo sfidando le autorità romane salutarono
colui che avevano in grande venerazione. Fra le
tante persone, accorse a vederlo, c’era una
donna che aveva il suo bambino moribondo tra le
braccia, e scongiurò il Santo di chiedere a Dio
la guarigione del figlio. Una spina di pesce gli
si era fermata in gola e sembrava dovesse
soffocare da un momento all’altro. Biagio, mosso
a compassione, sollevò gli occhi al cielo e fece
il segno della croce sul bambino, che si salvò.
Durante il processo rifiutò di rinnegare la fede
cristiana, e per punizione fu torturato con i
pettini di ferro, che si usano per cardare la
lana, fu scorticato vivo, e alla fine venne
decapitato. Nell’VIII secolo, alcuni armeni,
portarono le sue reliquie a Maratea in provincia
di Potenza, ne divenne il Patrono, e venne
edificata sul Monte San Biagio una basilica in
suo onore. Per la guarigione del bimbo, San
Biagio è riconosciuto come santo protettore
della gola. San Biagio è conosciuto e venerato
sia in oriente che in occidente, ed il suo culto
è diffuso sia nella Chiesa Cattolica, che in
quella Ortodossa. Oltre al miracolo della gola,
sembra che abbia operato anche molti altri
miracoli. San Biagio morì martire, tre anni dopo
la concessione della libertà di culto
nell’Impero Romano, e la spiegazione plausibile
sul suo martirio può essere trovata nel dissidio
tra Costantino I e Licinio, i due
imperatori-cognati (314), che portò a
persecuzioni locali, con distruzione di chiese,
condanne ai lavori forzati per i cristiani e
condanne a morte per i vescovi.
Fotografie Ex Chiesa San Biagio via San Lorenzo Viterbo centro
storico
Ex Chiesa
San Biagio, sconsacrata,
via San Lorenzo,
Viterbo, foto di Anna Zelli
Ex Chiesa San Biagio via San Lorenzo Viterbo centro storico
Ex Chiesa
San Biagio, sconsacrata,
via San Lorenzo,
Viterbo, di Anna Zelli
Stemma dello Spirito Santo alla chiesa sconsacrata di San Biagio
Viterbo
Chiesa San Biagio, sconsacrata,
via San Lorenzo,
Viterbo, info e foto a cura di Anna Zelli
San Biagio Vita Opere Storia
San Biagio vita opere storia, informazioni a
cura di Anna Zelli
torna: Via San Lorenzo Viterbo centro
storico
via San Lorenzo,informazioni turistiche e
foto a cura di Anna Zelli
Mappa via San Lorenzo e dintorni Viterbo
centro storico
Mappa via San Lorenzo e dintorni, Viterbo, informazioni
turistiche e foto Anna Zelli
Da vedere nei dintorni di via San Lorenzo
Vedi Piazze di Viterbo - Vie di Viterbo
centro storico
Piazze di Viterbo centro -
Vie di Viterbo centro
Viterbo centro storico -
Viterbo dintorni
Viterbo
guida centro storico -
Viterbo dintorni
informazioni e fotografie Anna Zelli
Copyright
dal 2011
Tutte le foto
ed i contenuti del presente sito web
sono di Anna Zelli,sono di
mia esclusiva proprietà, ed è quindi vietata ogni riproduzione e copia
anche
parziale: del sito di singole pagine e delle immagini,è altresì vietato
mettere
link e foto su: web - social - portali senza il mio espresso,
palese, e scritto
consenso. Ogni abuso sarà perseguito legalmente. Grazie per
l'attenzione.
www.annazelli.com