Ex Terme Inps,
a Viterbo, dismesse ed in abbandono,un tempo si chiamavano Terme dei
lavoratori ed erano uno dei più grandi
stabilimenti termali pubblici d'Europa.
Purtroppo l’Inps più di 20 anni fa le ha
dismesse, e da allora le istituzioni viterbesi
niente hanno fatto per garantirne la riapertura.
Nel 2005 con un emendamento alla legge
finanziaria dello Stato, lo stabilimento ex Inps
fu assegnato al 100% e senza oneri al Comune di
Viterbo, ma la Regione Lazio evocò a se il
controllo dell’impianto. Fino al 2011 questa
vertenza è rimasta impantanata nelle maglie
della burocrazia. Poi nel 2011 fu raggiunto un
accordo che assegnava il 50% del controllo delle
Terme Inps, alla Regione Lazio ed il 50% al
Comune di Viterbo. Il documento prevedeva che,
entro gennaio 2012, fosse costituita una società
a responsabilità limitata cui assegnare le
ex Terme Inps.
La Srl, a sua volta, avrebbe dovuto indire una
gara d'appalto a livello europeo per la gestione
dello stabilimento. Ora, qualcosa sembra
muoversi. Il bando europeo è pronto e sta per
essere esaminato dalla commissione competente.
Un po di storia : le
Terme Inps si trovano in quella zona
termale di Viterbo
alimentate da sorgenti minori, in località
l’Asinello, sono
accanto all’area delle
Terme dei Papi e presso le
Masse di S. Sisto.
Dopo un lungo periodo di inattività e decadenza
delle Terme, nel
1846 iniziò una nuova rinascita. Il comune di
Viterbo per dare nuovo impulso all’attività
termale, fece restaurare e ampliare i vecchi
bagni papali dall’architetto Vincenzo Celestini,
e successivamente nei primi del ‘900, fu
edificato un corpo adibito ad albergo e nel 1919
venne fondata la “Società Anonima Terme di
Viterbo”, con lo scopo di valorizzare le risorse
termali al fine di incrementare l’economia della
città. Purtroppo nonostante questi tentativi
l’afflusso di visitatori alle terme viterbesi
restarono ben al di sotto di tante altre
località termali italiane. Poi nel XX secolo e
soprattutto nel primo dopoguerra le cure termali
oltre ad essere riservate alle classi
aristocratiche, divennero accessibili per tutti.
Poichè l’uso delle terme era utile non solo a
scopi puramente terapeutici ma anche come
prevenzione e riabilitazione, in epoca fascista
venne istituita la Cassa Nazionale delle
Assicurazioni Sociali e le terapie idrotermali
vennero concesse gratuitamente ai propri
assicurati. La gestione delle terme di
Viterbo venne ceduta dal Comune all’Opera
Nazionale del Dopolavoro, organizzazione
fascista che si occupava del tempo libero e che
provvide al restauro degli impianti termali e
alla costruzione di una grande piscina Durante
la Seconda guerra mondiale lo stabilimento
termale divenne sede del Comando militare
tedesco della Wehrmacht e purtroppo i tedeschi,
durante la ritirata, lo fecero saltare in aria.
Successivamente, nel secondo dopoguerra, dopo il
passaggio della gestione all’INPS, il Comune di
Viterbo dovette stipulare un accordo con
quest’ente per poter accedere nuovamente allo
sfruttamento delle risorse termali. Al Comune
veniva restituita la proprietà del vecchio
stabilimento con la piscina e lo sfruttamento
delle sorgenti del
Bullicame e del
Bagnaccio, mentre l’INPS costruì accanto
un proprio stabilimento termale e queste nuove
terme, dette Terme dei Lavoratori furono
ultimate nel 1956, e realizzate con i più
moderni criteri tecnici dell’epoca. Gestite
direttamente dall’INPS, furono destinate
esclusivamente ai propri assicurati. Negli
anni ’50, su iniziativa privata, sorse anche un
terzo complesso termale, le
Terme Salus. Nel
1986 tra il Comune di Viterbo e la Società
Gestione Terme s.r.l. fu stipulato un
contratto di appalto per la ristrutturazione,
l’ampliamento e la gestione delle Terme
Comunali. Le Terme dei Lavoratori furono invece
chiuse nel 1992. Attualmente sono in attività
due stabilimenti termali: le
Terme dei Papi,
nate nel 1986 dalla convenzione con il Comune, e
le Terme Salus..
Ci sono inoltre, disseminate in tutta l’area, in
particolare in prossimità delle
antiche strutture
termali romane, varie "pozze" dove
l’accesso è libero o gestito da associazioni
locali. Secondo l’attuale sindaco Arena di
Viterbo in una intervista del 31 dicembre 2018
si legge: “La questione termale la vogliamo
prendere di petto. L’advisor è Federterme, con
una grande esperienza e capacità. Entro il 2019
dovrà essere stabilito in modo definitivo cosa
intendiamo fare della struttura, attraverso
bando pubblico. Centro benessere, cure termali o
rafforzare il settore alberghiero. Di sicuro,
dobbiamo far tornare la struttura all’antico
splendore”. Da un articolo del New Tuscia del 1
Aprile 2019 si legge tra l’altro a proposito di
Viterbo : “Da un dossier trapela
l’interessamento di una cordata di
imprenditori cinesi per la Tuscia. L’accordo
prevederebbe il finanziamento completo dello
scalo aeroportuale civile di Viterbo, il
completamento della Trasversale
Orte-Viterbo-Civitavecchia, nel tratto Monte
Romano-Civitavecchia, e la realizzazione di un
nuovo polo termale nella struttura delle ex
Terme Inps, in cambio di interessi turistici ed
economico del gigante asiatico nell’alto Lazio.”
Non ce la facevamo a cavarcela da soli ? In 20
anni molto si doveva e si sarebbe dovuto fare.
Intanto tutto il complesso termale giace in uno
stato di degrado e di abbandono inimmaginabile,
e pensare che al suo interno vi sono anche dei
reperti archeologici : qui si trova un rudere,
non accessibile ai più noto appunto come
terme di Santa Maria in
Selce.
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informazioni turistiche e foto a cura di Anna Zelli
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