Piazza dei Caduti- Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo, info e foto Anna Zelli sito originale e ufficiale www.annazelli.com
Viterbo |
piazza dei caduti viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PIAZZA DEI CADUTI |
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Piazza dei Caduti
Ex Chiesa degli Almadiani Vie di accesso Sacrario
Viale Guglielmo Marconi Dintorni Sacrario
Palazzo delle Poste
Via Ascenzi Vie e piazze
dintorni Sacrario
Guida Turistica Viterbo
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Piazza dei Caduti, Viterbo, centro storico,detta anche Sacrario, si accede alla piazza da Via Ascenzi, da viale Guglielmo Marconi, da via Cairoli, da Largo Benedetto Croce, da via Santa Maria in Volturno, da via Emilio Bianchi da piazza Martiri D'Ungheria, da via Dobici, Via della Rimessa, via Macel Gattesco. Da vedere a piazza dei Caduti, la Ex Chiesa degli Almadiani, la Fontana al Paracadutista d'Italia, il Tempio della Peste dedicato ai caduti, un nasone di foggia moderna, l'Ufficio Turistico di Viterbo, la colonna di Ser Monaldo, l'edicola sacra a via Dobici, gli archi a via Dobici..Vedi anche Mappa del Sacrario. Da vedere a piazza dei Caduti Viterbo centro storico Ex Chiesa degli Almadiani Ex Chiesa San Giovanni Battista degli Almadiani, sconsacrata, la chiesa, in puro stile rinascimentale affaccia su via Ascensi su piazza dei Caduti,su Largo Cesare Battisti e su Via Cesare Dobici, Viterbo, fu costruita nel 1510 per volontà di Giovan Battista Almadiani, il nome si legge sulla fascia del timpano, mentre più in basso sulla facciata della porta vi è il nome del santo cui la chiesa è dedicata, la facciata è in stile senese e presenta un portale d’ingresso architravato sormontato da una lunetta, sopra quest’ultima, adagiato su una mensola è presente una statua in marmo raffigurante San Giovanni Battista, ai lati dell’ingresso due nicchie conservano le statue di San Pietro a sinistra e di San Paolo a destra, in alto due putti. L’interno è scandito in tre navate e presenta linee semplici e pulite. L’edificio subì ingenti danni negli anni trenta quando venne aperta l’attuale via Marconi e realizzata la piazza Martiri d’Ungheria, l‘annesso convento venne demolito. Oggi è sede di manifestazioni e mostre. All’interno c’era un altorilievo, che ornava la lunetta, in ceramica smaltata con la Vergine, il Bambino e due angeli oltre ad un busto in terracotta di Giovanni Battista Almadiani che si conservano al Museo Civico, entrambe sono opere di Andrea della Robbia. Si ammira un bellissimo campanile, anche questo spostato e rimontato, a due piani, con fasce alterne in travertino e peperino, presenta snelle bifore gotico-toscane e cuspide ottagonale, è in stile gotico a fascioni alterni bianchi e grigi che richiama quello del duomo. Su un fianco della chiesa affacciata su via Ascensi vi è una stele eretta nel 1959 sulla cui sommità c’è una Madonna in bronzo opera del viterbese Francesco Nagni, a testimonianza del dogma della “annunciazione”. Sempre qui si ammira un monumento in bronzo “Risveglio dell’Europa” dell’artista viterbese Alessio Paternesi eretto in memoria delle vittime di guerra. La chiesa di San Giovanni Battista è detta degli Almadiani perché costruita a spese del nobile viterbese Giambattista Almadiani, Protonotario Apostolico e Prelato Domestico di papa Leone X. La chiesa iniziata nel 1510, fu terminata nel 1515. In seguito, annesso alla chiesa, fu costruito un convento per i padri carmelitani della congregazione di Mantova, detti anche volgarmente del cappel bianco. La costruzione del complesso trae origine dal fatto che, trovandosi l'Almadiani in Germania, aveva stretto amicizia con un cavaliere originario di Mantova. Giunto il cavaliere in punto di morte, espresse all'amico il suo grande rammarico di dover morire senza poter portare a termine un progetto che accarezzava da lungo tempo, fondare cioè un convento per i frati carmelitani. Giovambattista Almadiani, appreso il desiderio dell'amico, gli promise che avrebbe provveduto a realizzare il progetto, cosa che fece appunto a Viterbo, non appena rientrato in patria. Dopo il 1870, in seguito all'entrata in vigore della legge sulla confisca dei beni appartenenti ad ordini religiosi, il complesso è divenuto proprietà del comune. Spogliato degli arredi e delle opere d'arte che conteneva, nel corso del tempo fu adibita a diversi usi, da palestra a rimessa dell'attrezzatura per la nettezza urbana, fino all'uso attuale, senz'altro più consono, di spazio per manifestazioni culturali. Alcune opere d'arte provenienti da questa chiesa quali il busto in terracotta dell'Almadiani e la lunetta, sempre in terracotta invetriata di Andrea della Robbia, che si trovava sopra il portale di ingresso, si possono oggi ammirare presso il Museo Civico della città, altre sono state trasferite in altre chiese. Il complesso è restato integro fino al 1918 quando si verificò il crollo di una parte del convento mentre negli anni trenta ha subito una notevole trasformazione essendo stato interessato dalla sistemazione dell'area urbana circostante con la copertura del fosso Urcionio e la sistemazione di via Ascenzi, via Marconi, piazza Martiri d'Ungheria. In questa occasione venne demolito il coro della chiesa e sostituito con una falsa abside, demolita poi negli anni '50, smontato il campanile e ricostruito arretrato di 4 metri, demolita la sacrestia. La sacrestia era decorata da un pregevole fregio in grisaille (tecnica pittorica monocromatica imitante il bassorilievo) che correva sotto il soffitto. Il fregio fu in parte staccato e venduto, oggi se ne possono ammirare ampi frammenti in collezioni che si trovano a Roma e in America. La facciata che da su via Cesare Dobici, in puro stile rinascimentale, presenta un portale architravato sormontato da una lunetta a suo tempo decorata da una terracotta di Andrea della Robbia raffigurante una Madonna con Bambino, oggi conservata presso il Museo Civico. Al di sopra, su una mensola, è posta una statua in marmo raffigurante San Giovanni Battista. Su due nicchie, ai lati dell'ingresso, campeggiano le statue di San Pietro e di San Paolo, nella parte superiore della facciata è presente un grande oculo. Al suo interno la chiesa si presenta a tre navate divise da colonne in peperino sormontate da archi a tutto sesto. Nella parte posteriore della chiesa è stato realizzato, con materiale di recupero, un grande portale architravato che funge da unico ingresso. Lapide ai Partigiani Lapide alla facciata della ex Chiesa degli Almadiani, piazza dei Caduti, Viterbo ci sono i nomi dei partigiani viterbesi caduti per liberare la città di Viterbo dal nazi-fascismo. Tempietto della Pace Tempietto ex chiesa di Santa Maria della Peste, si trova tra piazza del Sacrario e via Cairoli, Viterbo centro storico, venne edificato nel 1494 dopo che la città era scampata ad una epidemia di sifilide. La struttura è a pianta ottagonale con strutture murarie lineari. Uno degli aspetti più peculiari dell’edificio è rappresentato dal pavimento in maiolica smaltata, con una varietà di disegni con soggetti umani ed animali, e linee geometriche, oltre a diverse iscrizioni, risale al XV secolo e fu realizzato dal viterbese Paolo di Nicola su commissione di Paolo Mazzatosta e Martino conciatore di grano, lo stesso pavimento di nota alla chiesa di Santa Maria della Verità, realizzato anche questo da Paolo di Nicola. A seguito degli interventi degli anni Trenta, il tempietto rimase isolato e venne scelto come Sacrario dei Caduti per la Patria e per la causa fascista. Ha una forma elegante e interessante è la cupola ribassata con scaglie di terracotta, il tempio venne eretto alla fine del Quattrocento come ex voto per la scampata peste ma dal 1936 è stato dedicato come Sacrario ai Caduti di Viterbo in tutte le guerre, sulle pareti sono visibili affreschi sulla vita di San Giovanni Battista, eseguiti da un ignoto pittore. Nel giardino a sinistra della chiesa si può ammirare la Colonna di Ser Monaldo. Di fronte si ammira la fontana monumento ai Paracadutisti d’Italia. Da qui c’è il rettifilo di via Marconi, in fondo c’è piazza Verdi e il Teatro dell’Unione. Interno: Il tempio, a pianta ottagonale, ha un'architettura semplice e lineare di stile Bramantesco. Elemento di rilievo della costruzione è la cupola sormontata da un elegante lanternino, probabilmente non originale, è databile al XVII secolo. Il portale ha gli stipiti in marmo riccamente decorati a grottesche. L'edificio presenta due finestre, solo la prima, quella di sud-est, ornata da una lunetta che inizialmente conteneva un affresco andato ora perduto, è coevo della chiesa. L'altra fu aperta negli anni 30'. In quegli anni infatti, con la copertura del fosso Urcionio, l'apertura della nuova via Littoria (oggi via Marconi) e l'interramento del ponte Tremoli, furono abbattute le case costruite a ridosso del tempio che venne così a trovarsi su uno spiazzo centrale della città. Fu scelto dunque a causa della sua posizione come sacrario dei caduti per la patria e restaurato rispettando le linee originali. Al suo interno oltre all'edicola con l'immagine della Vergine, decorata a gottesche come il portale, due nicchie nello spessore del muro presentano affreschi con San Giovanni e San Sebastiano. Notevole risulta essere il pavimento del piccolo tempio, realizzato nel XV secolo dal viterbese Paolo di Nicola in maiolica smaltata dipinta, risulta molto simile a quello della cappella Mazzatosta in Santa Maria della Verità. Colonna Ser Monaldo La colonna di ser Monaldo. Viterbo, centro storico la si vede in una aiuola tra la via Santa Maria in Volturno e piazza Martri D’Ungheria. E’ una colonna a forma di prisma, piuttosto grezza, ed ha sul capitello una scritta “Memoriale Dni Monaldi”. Non si sa a quale Ser Monaldo questa colonna si riferisca, c’è una teoria che indica un tale Monaldo dei Monaldeschi della fazione dei Maganzesi che nel 1454 uccise in una congiura Guglielmo Gatti, a seguito di questo delitto, il Rettore del Patrimonio, Paolo di Santa Fede, amico dei Gatti, fece catturare Monaldo,Palamone, Palino e Valentino Tignosi, congiurati, e fece impiccare Valentino Tignosini e Ser Monaldo Monaldeschi a due ulivi posti all’interno del convento della Chiesa di San Francesco. Mente la salma di Guglielmo Gatti venne sepolta nella tomba di Famiglia nella Basilica di San Francesco. Successivamente, questa colonna venne innalzata come monito a chiunque volesse farsi giustizia da se. Ma nonostante questo assassinio sia ampliamente documentato non sono stati trovati riferimenti che lo colleghino a questa colonna. Si hanno notizie storiche di questa colonna già dalla fine del Quattrocento. Un tempo sulla sua sommità veniva posto un palio, come premio al vincitore della corsa dei cavalli. Su questa colonna, sono presenti anche due fori, i quali sembra che servissero a legare qui i falliti ed i bari per esporli alla pubblica gogna. Un tempo, nello spazio antistante alla colonna si svolgeva una fiera, durante le feste pasquali, detta fiera dei falliti. Un tempo questa colonna era nei pressi della attuale e diroccata Chiesa di Santa Croce, che si trova a Valle Faul, fu poi collocata all’ex Mattatoio e poi posta nel piccolo giardino che delimita via Santa Maria in Volturno. Fontana al Paracadutista d'Italia
Fontana al Paracadutista d'Italia, Fontana al Paracadutista D'Italia, Viterbo centro storico, si trova a piazza dei Caduti, piazza del Sacrario. La fontana è dedicata ai paracadutisti d’Italia,l’iscrizione si legge sul fronte della fontana, è formata da una enorme vasca circolare in peperino , sul bordo esterno vi sono una serie di iscrizioni realizzate in metallo dove sono riportati i nomi dei luoghi nei quali combatterono i paracadutisti italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, che furono : Alinda, Cefalonia, Derna, Filotrano, Gebel, Abyad, Alamein, Addis Abeba, Himeimat, Lamluda, Munassib, Nettuno, Poggio Rusco, Takruna. Alla base vi sono 3 gradoni di accesso. Al centro della vasca vi è un enorme blocco sempre in peperino che sorregge due enormi ali, una che svetta in alto e l’altra in basso, spezzata in ricordo di tutti i paracadutisti morti in guerra. L’opera tu commissionata dalla Associazione Nazionale Paracadutisti Folgore e Nerbo e ideata e realizzata da Paolo Caccia Dominioni ingegnere e paracadutista e realizzata dallo scultore Vittorio di Colbertaldo. Venne inaugurata nel 1966. Fonte . https://www.pietredellamemoria.it Nasone a piazza dei Caduti Nasone Nasone a Piazza dei Caduti Come arrivare a piazza dei Caduti Viterbo centro storico
Mappa zona del
Sacrario Viterbo Mappa zona del Sacrario Viterbo centro storico Fotografie Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo centro storico Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Piazza dei Caduti zona Sacrario Viterbo, info e foto Anna Zelli - Piazze di Viterbo centro Ex chiesa degli Almadiani Viterbo centro storico ex Chiesa San Giovanni Batista degli Almadiani, Viterbo, zona Sacrario, piazza dei Caduti
Campanile ex Chiesa degli Almadiani Viterbo centro storico Campanile ex Chiesa S. G. Battista degli Almadiani, piazza dei Caduti Viterbo, zona Sacrario, Lapide in ricordo dei
Partigiani caduti facciata
Ex ChiesaTempio Santa Maria della Peste Viterbo centro storico Ex Chiesa Tempietto S. Maria della Peste, piazza dei Caduti zona del Sacrario Colonna di Ser Monaldo piazza dei Caduti Viterbo centro storico colonna Ser Monaldo, piazza dei Caduti Viterbo centro storico Fontana al Paracadutista d'Italia piazza dei Caduti Viterbo Fontana al Paracadutista d'Italia, piazza dei Caduti, zona Sacrario, Viterbo centro storico Nasone a piazza dei Caduti Viterbo centro storico Nasone Nasone a Piazza dei Caduti zona Sacrario, Viterbo centro storico Stele della Pace tra via Marconi e via Cairoli Viterbo su piazza dei Caduti Edicola Sacra Cristo Benedicente un tempo era a Ponte Tremoli scomparso Edicola Sacra via Cesare Dobici, informazioni e foto Anna Zelli Da vedere a Piazza dei Caduti e dintorni Viterbo Centro storico
Vie e piazze da vedere in zona piazza dei Caduti
Da vedere nei dintorni della zona piazza dei Caduti e del Sacrario Viterbo centro storico
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Aggiornato Marzo 2024