Torre del Bacarozzo,
Pianoscarano,
Viterbo,
inf storiche e turistiche foto a cura di Anna Zelli
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TORRE DEL BACAROZZO |
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Ponte del Paradosso
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Torre del Bacarozzo, scomparsa, Viterbo, sembra fosse nei pressi della Porta San Lorenzo, chiusa e non visitabile perché in una proprietà privata, e che un tempo conduceva fino al colle San Lorenzo. Questa torre si trovava in una zona detta del Molinaccio, nel tratto delle mura di cinta che fu edificato nel 1257 e che arrivava fino alla Porta di Pianoscarano o del Carmine. Fin dall’XI secolo si ricorda una Porta San Lorenzo, che prendeva il nome dalla omonima chiesa, dedicata al protettore di Viterbo, che forse era sul’attuale ponte San Lorenzo, a protezione del colle, ponte che oggi porta a piazza San Lorenzo. Sembra dallo storico Scriattoli, che questo tratto di mura sia stato edificato nel 1148, mentre altri studiosi lo datano nel 1187, dopo gli accordi del 1148 tra il Comune di Farfa e Pianoscarano, quando Pianoscarano aveva poche abitazioni. Forse la torre del Bacarozzo risale al 1118. Pinzi, scrive che la porta, posta presso la Torre del Bacarozzo, fu aperta nel secolo XI e la dice chiusa a cavallo tra il XII e XIII secolo. Ma c’è una sorta di confusione tra due porte diverse, una sul colle San Lorenzo, e l’altra nella zona di valle Faul e Pianoscarano. In quanto la porta di San Lorenzo si apriva sulla antica via Cassia e poi da qui si arrivava al colle del Duomo. In uno statuto del 1251, alla porta San Lorenzo erano destinate le zone di San Tommaso, del Santissimo Salvatore (oggi piazza San Carluccio) e di Pianoscarano, sembra anche che nel 1457 si procedette al restauro della guardiola della Torre del Bacarozzo. E sempre nel 1457, sembra che venisse innalzato un muro sopra un’altra torre, la torre dell’Amandola (della quale non ho notizie). E sempre nel 1457, sembra che fu innalzato un muro sopra la torre dell’Amandola. Dalle documentazioni dello storico Mauro Galeotti, riporto: sembra che nel 1473 i priori ordinarono che fossero eletti al Consiglio quaranta cittadini, dieci per ogni porta, essendo quattro quelle prese in considerazione, tra queste risulta anche Porta di san Lorenzo che comprendeva le Chiese della Trinità, di santa Maria della Ginestra, di santo Spirito a Faul, di san Clemente, di santo Stefano in Valle, di san Giovanni in Valle, di sant’Antonio in Valle, di santa Maria della Carbonara, di santa Lucia de Castro Erculis, di san Lorenzo, di santa Maria della Cella, di san Donato, di sant’Anna, di san Tommaso, di san Bernardino, di san Salvatore, di san Niccolò degli Scolari, di sant’Andrea, di santa Maria del Carmine, di santa Maria Maddalena, di santa Maria di Valverde, di santa Maria in Salci, di san Paolo verso la Strada Signorino, di san Valentino, di sant’Antonio in Valle e di santa Maria di Risiere. Nel tempo la porta San Lorenzo perse di importanza, in quanto era in un terreno impervio e attraversato dal torrente San Pietro, tanto che forse era munita di un ponte indispensabile per superare questo tratto di terreno. In questa zona c’erano molini, alimentati dalle acque provenienti dal fosso di San Pellegrino (la piazza del Fosso, lo ricorda), che era una diramazione del torrente Teneri. Vicina alla scomparsa chiesa di Santa Maria della Palomba che era nei pressi di porta di Valle, a valle Faul, si ricorda un torrione detto della Madonna (non ho trovato altre notizie). Si documenta che nel 1457 si procedette alla riparazione di un danno sotto il muro rotto della Torre del Bacarozzo. Qui vicino c’erano le proprietà della Famiglia dei Monaldeschi che ebbero ruoli di prestigio a Viterbo tra il XIII ed il XIV secolo. Questi avevano un orto, un casale, ed il luogo era indicato come Orto del Bacarozzo, detti beni erano nei pressi della ex Chiesa e parrocchia di Sant’Andrea. In un documento del 1615, si fa riferimento a due grotte nelle Bacarozze, ed è probabile che qui esistesse una torre risalente al XII secolo e che proprio in questa zona si aprisse la Porta San Lorenzo. Di questa porta ci sono dei resti. Da Mauro Galeotti : nel 1569, i priori ed i conservatori, volendo provvedere al rifacimento delle mura presso la Torre del Bacarozzo che doveva essere puntellata, decisero di assumere due muratori, e nel 1583 si dette licenza ai frati della Palomba di aggiustare le mura e nel 1593, si stabilì di restaurare di nuovo le mura alla Palomba, i padri gesuiti, infatti lamentavano che dopo la pioggia, a causa dei detriti portati a valle dalla stessa, si erano ostruite le feritoie poste sulle mura da cui fuoriusciva l’acqua e che quest’ultima non trovando sfogo entrava nella chiesa. Nel 1601, viene riferito che il torrione delle Bacarozze era in uno stato pericolante e che il suo eventuale crollo avrebbe anche distrutto parte delle mura, ed allora si decise di concedere ad Antonio Spreca questa zona per farvi una colombaia, e di contro con l’obbligo di riparare la torre e le mura. Antonio Spreca ottenne l’utilizzo della Torre del Bacarozzo usandola come colombaia e si impegnò a restaurarla evitando così l’assai probabile crollo. Le notizie di un certo rilievo scarseggiano e si giunge al 1821, in merito al rifacimento delle mura castellane presso la Chiesa di santa Maria della Palomba; si discusse sul lavoro da fare al muro della Palomba, caduto in rovina a causa della demolizione di una torre pericolante. Nel 1850 cadde una parte di mura in prossimità di un mulino ad olio situato presso la Valle di sant’Antonio, vicino alla torre posta a fianco della Chiesa santa Maria della Palomba. I lavori di restauro furono iniziati e terminarono in breve tempo anche per evitare il contrabbando. Torre del Bacarozzo tra Pianoscarano e Valle Faul Torre del Bacarozzo, tra Pianoscarano e Valle Faul, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Torri di Viterbo centro storico Torri di Viterbo centro storico, info e foto a cura di Anna Zelli Famiglie di Viterbo centro - Palazzi Viterbo centro storico - Torri Viterbo centro storico
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pagina aggiornata Luglio 2023