Via Santissima Maria Liberatrice, Vie di Viterbo, Piazze di Viterbo, Viterbo, info sito ufficiale web www.annazelli.com
Viterbo |
via santissima maria liberatrice viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
VIA SS M. LIBERATRICE |
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Via Santissima Maria Liberatrice
Pio Fedi Scultore Viterbese
Guida Turistica Viterbo
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Via Santissima Maria Liberatrice, Viterbo centro storico, zona colle della Trinità e colle San Faustino, la via è dedicata alla Santissima Maria Liberatrice, la cui immagine è custodita alla Chiesa della Trinità dei Pellegrini a piazza della Trinità, vi si arriva tramite : piazza della Trinità, piazza San'Agostino, via Estrema, via Santa Maria in Volturno, piazza San Faustino, via Signorelli, via Cairoli, via dei Magliatori, via Bellavista. Al numero 10 di via Santissima Liberatrice c'era la casa in cui visse Pio Fedi, in ricordo c'è una lapide che recita : "In questa casa ove l'insigne scultore Pio Fedi ebbe natali e dimora segno il municipio ad onorevole ricordanza dei posteri". Sempre a Pio Fedi, scultore è dedicata una via sul colle della Trinità a Viterbo. Lungo la via uno stemma di San Bernardino.e una lapide a ricordo della scomparsa Porticella e di Lorenzo da Viterbo. Pio Fedi scultore viterbese Pio Fedi, vita opere e storia,scultore, a lui è dedicata una via la via Pio Fedi, sul colle San Faustino, nacque a Viterbo nel 1816, quando era ancora piccolo la famiglia lasciò Viterbo e si trasferì prima ad Arezzo, poi a Firenze e poi a Parigi, nel 1832 la famiglia tornò a Firenze, e Pio Fedi andò a bottega di un vecchio orafo di Ponte Vecchio per impararne il mestiere. Imparò la tecnica dell’incisione e si dedicò alla riproduzione di alcune delle più significative opere pittoriche e scultoree della Galleria degli Uffizi. A causa dell’uso degli acidi, ebbe gravi disturbi alla vista, e quindi abbandonò il lavoro di incisiore. Si trasferì quindi a Vienna, tra il 1838 e il 1840, qui frequentò la scuola di incisione della Accademia Imperiale delle Belle Arti. Tornò a Firenze, dove rimase tra il 1842e il 1846, studiò scultura all’Accademia delle Belle Arti. Iniziò quindi la carriera artistica e divenne famoso presso l’Accademia di San Luca. Qui si trova la sua scultura “Cristo che risana il paralitico” ed altre opere. La scultura di San Sebastiano è attualmente al Palazzo Pitti di Firenze. Molto vasta è la sua produzione scultorea. Vedi la biografia di Pio Fedi sulla Treccani on line. Le sue opere sono legate alla tradizione accademica e classicheggiante. Pio Fedi nel 1873 fu nominato accademico di merito dell’Accademia di San Luca. Nel 1876, per la fontana di piazza Vittorio Emanuele a Viterbo, oggi piazza delle Erbe, rifece i Leoni in marmo, unica opera che resta nella sua città d'origine; infatti il progettato monumento ai viterbesi caduti nelle campagne del Risorgimento, inaugurato in "effigie" nel 1876 (Gazzetta di Viterbo, 6 maggio 1876), non fu mai realizzato: il disegno del bozzetto è conservato nell'archivio della Biblioteca degli Ardenti a Viterbo. Del 1886 è il suo Autoritratto, in marmo a mezzo busto con barba, capelli ricciuti, fronte scoperta, collo nudo ed un panneggio sulle spalle alla maniera classica; l'opera fu donata dall'artista all'Accademia di S. Luca, dove si trova attualmente (cfr. G. Incisa della Rocchetta, La collezione dei ritratti dell'Acc. di S. Luca, Roma 1979, pp. 82 s., fig. 390). Sono numerose le sculture di Pio Fedi a soggetto storico, allegorico, mitologico e di carattere celebrativo realizzate per committenti italiani e stranieri (di molte non si conosce l'attuale ubicazione). Fu anche professore onorario della R. Accademia di belle arti di Firenze, dell'Accademia imperiale di Vienna e venne insignito dei titolo di commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Morì a Firenze il 1º giugno 1892. Bibliografia Giovanna Mencarelli - . https://www.treccani.it/enciclopedia/pio-fedi_%28Dizionario-Biografico%29/ Lorenzo da Viterbo Lorenzo da Viterbo,vita opere storia, a lui è dedicata una lapide a via Santissima Maria Liberatrice, Viterbo,detto anche Lorenzo di Jacopo di Pietro Paolo da Viterbo, pittore, a forse nacque nella seconda metà del ‘400, fu un pittore italiano attivo a Viterbo dal 1469 al 1472. Le notizie biografiche su di lui sono alquanto scarse. Indubbiamente è stato uno dei protagonisti, accanto ad Antoniazzo Romano, della pittura della regione romana nella seconda metà del Quattrocento. Sappiamo dal cronista viterbese Niccolò della Tuccia che “Maestro Lorenzo figliolo di Jacopo di Pietro Paulo” abitava “alla porticella, la quale va alla chiesa della Trinità in piano di Santo Faustino”. Nel 1459 fu probabilmente un assistente di Piero della Francesca negli affreschi della Cappella d'Estouteville in S. Maria Maggiore, a Roma. Nel 1464-66 circa eseguì gli affreschi della loggia (Uomini illustri) e della cappella (Storie di Cristo) nel Palazzo Orsini di Tagliacozzo per i duchi Napoleone e Roberto, feudatari di Alfonso d'Aragona. Appose la sua firma sulle colonne del loggiato: un monogramma che fonde insieme le lettere del suo nome: LAURENTIUS. Nel 1468-69 realizzò, non ancora venticinquenne, il suo capolavoro: gli affreschi con Storie della Vergine nella cappella della famiglia Mazzatosta in Santa Maria della Verità a Viterbo. La scena dello Sposalizio della Vergine è un insuperato ritratto collettivo dei cittadini più eminenti della Viterbo del tempo, tra i quali figurava il citato Niccolò della Tuccia. Lorenzo mostra una conoscenza aggiornata non solo del suo nume tutelare, Piero della Francesca, ma anche dell'avanguardia degli artisti fiorentini (Andrea del Castagno, Alesso Baldovinetti, Maso Finiguerra, Antonio Pollaiolo), e cita fonti trecentesche senesi (in particolare gli affreschi di Lippo Vanni nell'eremo di S. Leonardo al Lago). Nel 1472, firma la sua ultima opera nota, la pala d'altare per la Chiesa di Santa Maria Maggiore a Cerveteri, raffigurante la Madonna e i Santi Michele e Pietro, oggi conservata nella Galleria nazionale di Palazzo Barberini a Roma. L'ultima notizia su di lui risale al 1473: il pittore è a Firenze, come attesta una lettera del cardinale senese Jacopo Ammannati Piccolomini, il quale raccomanda il pittore a Lorenzo il Magnifico e lo loda per certi "fregi" che ha fatto per lui (forse nella villa del porporato a Monsindoli, alle porte di Siena). Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_da_Viterbo Porta detta della Porticella Porta detta della porticella, scomparsa, era una porta che era tra la piazza della Trinità e la via Santissima Maria Liberatrice, oggi è scomparsa, in origine tra il quartiere di San Marco e parte del quartiere di San Faustino, vi erano Porta San Marco, Porta Capo di Piaggia, Porta Santa Lucia, e la porta della Porticella che era nei pressi ella Trinità, probabilmente quest’ultima risaliva al 1213. Un tempo questo era un colle impervio, che saliva verso l’attuale zona del Sacrario dove c’era il Ponte Tremoli, che sovrastava il fiume Urciorno ormai interrato. Il colle della Trinità partiva da piazza dei Caduti, da via Marconi e da via Santa Maria in Volturno. In antico, la scomparsa porta della Porticella, si chiamò Quadriera, poi Porta di Santa Maria in Volturno per la chiesa che sorgeva nei pressi, anche questa scomparsa. Fu anche chiamata Porta del Tignoso per la presenza della vicina Valle Faul. Fu anche chiamata Porta San Faustino, comunque il nome più noto era Porticella per le sue modeste dimensioni. Secondo l’Orioli vi erano ancora delle mura verso la via di SS Maria Liberatrice, vi era anche l’immagine del Salvatore poi distrutto. Secondo il Signorelli, questa porta venne edificata dopo il 1126, Niccolò della Tuccia la pone nel 1215. Viene poi menzionata nel 1237, dallo Statuto di Viterbo, in quanto venne riaperta al transito. Qui vi erano delle mura che arrivavano fino alla Porta di Valle, nella zona di Valle Faul. Fu proprio vicino a questa porta che vi era la casa del pittore viterbese Lorenzo da Viterbo. Sembra che questa porta venne demolita nel 1582 per ampliare la strada. Recentemente l’Associazione Amici dei monumenti di Viterbo ha collocato una lapide sulla facciata del palazzo al n° 43 di Via Maria ss. Liberatrice, una iscrizione in ceramica smaltata che recita “L’insigne pittore del ‘400 Lorenzo da Viterbo, la cui memoria vive negli affreschi, della Cappella Mazzatosta, abitò in questo luogo dove due secoli prima la Porticella segnava il limite dell’abitato.” Tratto da Mauro Galeotti “L’illustrissima Città di Viterbo”, Viterbo, 2002 Santa Maria Liberatrice Santa Maria Liberatrice, Chiesa della Santissima Trinità, Viterbo, piazza della Trinità, la Chiesa della Santissima Trinità venne consacrata da Papa Alessandro IV nel 1258, è anche il Santuario di Santa Maria Liberatrice ed una delle prime sedi dell’Ordine degli Agostiniani. Il legame di questa chiesa con Santa Maria Liberatrice si deve ad un evento avvenuto a maggio del 1320, riferite dai cronisti dell’epoca. Fu un avvenimento straordinario che terrorizzò gli abitanti di Viterbo e li spinse a rifugiarsi in preghiera nella chiesa della Trinità e a far voti per la loro liberazione dinanzi all’immagine della Madonna. Un testimone oculare, Giovan Giacomo Sacchi, così racconta:“Ricordo come a dì 28 maggio 1320 apparsero in Viterbo nell’aere grandissimi segni che derno terrore a tutto il populo con tenebre horribili et figure de demoni, che parea che subissasse il mondo; et apparse miraculo di una figura di Nostra Donna ne la Cappella del Campano in Santo Agustino sopra Faule et per sua gratia fommo liberati”. Anche il cronista Niccolò della Tuccia ricorda che : “Alli 23 di maggio fu il memorabile miracolo della Madonna Santissima della Trinità, che liberò Viterbo dallo mani de’ diavoli, di cui l’aria tutta era piena, e gridavano voler (s)profondare la città. Ma la Vergine misericordiosissima, che sta dipinta nella cappella di Sant’ Anna, apparve a molti eremiti e incarcerati, omini da bene, dicendoli che andasse a quella cappella tutto il popolo con luminarie, e sariano liberati. Correndo tutti della città con molta devozione, compunzione e penitenze conforme aveva comandata la Vergine pietosa, furno visibilmente veduti tutti demòni buttarsi con urli orrendissimi nel bullicame: e da tutto il popolo fu riconosciuta la similitudine della santa figura, con la quale era apparsa la Madonna. Questa fu la prima luminaria istituita in Viterbo, proseguita sempre con solennità, e imitata poi nelle altre feste notabili, come appare nella Margarita del Commune. Il fondatore di quella cappella fu messer Campana castellano di Viterbo“. In realtà piuttosto che di demoni, si trattava del Bullicame, dal quale erano fuoriuscite ceneri e gas che riempirono ed oscurarono il cielo, insieme a eventi tellurici che scossero Viterbo. I cittadini ritennero di essere stati liberati per intercessione della Madonna, e fu un avvenimento così importante che coinvolse sia le autorità ecclesiastiche che civili e quindi venne istituita una festa per commemorarlo solennemente ogni anno. A partire da questo avvenimento, Santa Maria Liberatrice è venerata e pregata come Protettrice della Città nei periodi difficili della sua storia. Simbolo San Bernardino Come arrivare a via SS Maria Liberatrice Viterbo
Colle della Trinità - Colle San Faustino
Fotografie Via Santa Maria Liberatrice Viterbo centro storico Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Via SS Maria Liberatrice - info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo - Piazze di Viterbo - Viterbo Lapide a Pio Fedi via SS Maria Liberatrice 10 Viterbo Lapide a Pio Fedi via SS Liberatrice 10 Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide a Lorenzo da Viterbo e luogo in cui vi era la scomparsa Porticella Lapide a Lorenzo da Viterbo, pittore, via SS Maria Liberatrice Viterbo Stemma San Bernardino via Santissima Maria Liberatrice Viterbo Stemma Simbolo San Bernardino via SS M. Liberatrice Viterbo - Stemmi San Bernardino dettaglio simbolo San Bernardino vaia Santissima Maria Liberatrice Viterbo Stemma Simbolo San Bernardino via SS M. Liberatrice Viterbo - Stemmi San Bernardino Pio Fedi scultore viterbese Lorenzo da Viterbo Colle Trinità - Faustino - S. Francesco - Rocca - Sacrario - Valle Faul
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