Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo, info e foto Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Piazza della Rocca Viterbo |
piazza della rocca viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PIAZZA DELLA ROCCA VITERBO CENTRO |
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Palazzo Rocca Albornoz
Guida Turistica Viterbo
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Piazza della Rocca, Viterbo centro storico,si accede a piazza della Rocca, da piazza San Francesco, da via delle Braccia di San Francesco, da via della Cava, da via Giacomo Matteotti, da via III Reggimento Granatieri di Sardegna, da via Chiodaroli, , da via Chiodaroli, da via San Faustino, da via Amendola, da via della Pettinara. Da vedere a piazza della Rocca : la Rocca Albornoz, fontana alla rocca Albornoz, Loggia alla Rocca Albornoz, stemmi alla Rocca Albornoz, Torre alla Rocca Albornoz, Museo Nazionale Etrusco alla Rocca Albornoz. Sempre a piazza della Rocca da vedere: la Fontana, il Palazzo Grandori, il giardino al centro della grande piazza, la Porta Fiorentina, l'orologio alla porta Fiorentina. Nei pressi c'è il parco chiamato Prato Giardino dedicato a Lucio Battisti. Da vedere anche la Basilica di San Francesco ed il Monumento ai caduti del III Reggimento Granatieri di Sardegna.a piazza San Francesco.Nei pressi alla piazza Sallupara vi erano le scuderie della Rocca Albornoz.Sempre nei pressi da vedere a piazza San Faustino la Chiesa dei Santissimi Giovita e Faustino. Più oltre al colle della Trinità la Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini. Rocca Albornoz Rocca Albornoz, Viterbo centro storico, La costruzione si collega alla situazione di crisi delineatasi nello Stato Pontificio in concomitanza con il soggiorno avignonese dei Papi, la loro assenza in Italia aveva sensibilmente indebolito il controllo politico sui territori soggetti alla Chiesa, favorendo l'insorgere di velleità autonomistiche nelle popolazioni delle città o nelle antiche famiglie feudali che vi risiedevano. Per porre riparo a questa situazione i pontefici inviavano periodicamente un Legato generalmente scelto tra i prelati più energici e battaglieri, con l'incarico di restaurare l'autorità governativa. Le varie distruzioni della Rocca tra 1375 e il 1438, furono dovute alle rivolte popolari contro il dominio papale. Questa fortezza fu voluta dal Cardinale Egidio Albornoz tra il 1354 ed il 1357, che era Vicario generale dei domini ecclesiastici in Italia. Il Cardinale Albornoz era stato incaricato di riconquistare per lo Stato Pontificio i possedimenti perduti a causa della lunga permanenza ad Avignone. Papa Urbano V nel XIV secolo, fu il primo pontefice a far ritorno in Italia. Nel 1375, i viterbesi capeggiati dal prefetto Francesco di Vito, nel tentativo di ribellarsi al ripristinato dominio papale, danneggiarono gravemente la Rocca. Poi Papa Bonifacio IX la fece ricostruire nel 1395 per assicurarsi il dominio sulla città di Viterbo. Nel 1438, la rocca venne nuovamente demolita per volontà di Eugenio IV. Con Papa Callisto III, dal 1457 venne ripristinata nuovamente. Fu fatto scavare il pozzo centrale e si rintracciarono le fondamenta di precedenti ed antiche costruzioni sulle quali furono elevate le nuove murature. A questa ricostruzione parteciparono tutte le maestranze di Viterbo e delle zone limitrofe, per la ricostruzione vennero usati materiali ricavati dalla demolizione del palazzo Tignosini, di un casale Tignosini che si trovava nei pressi si Santa Maria del Paradiso, e di un palazzo che era nei pressi di Santa Maria della Carbonara. Papa Pio II Piccolomini completò i lavori aggiungendo un fossato e il ponte levatoio La Rocca subì ulteriori modifiche con Papa Sisto IV che fece costruire un'ampia scuderia coperta con volte sostenute da 24 colonne tuscaniche , che ospitava circa 100 cavalli. La Rocca fu gravemente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. L'attuale cortile della Rocca fu opera di Donato Bramante, che nel '500 lo progettò su commissione di Papa Giulio II della Rovere, al centro del cortile vi è una fontana pozzo.Il Papa Giulio II voleva consolidare il potere militare dello Stato Pontifico e per questo scopo aviò la costruzione di edifici militari e riadattare quelli già esistenti. Papa Giulio II fece sosta a Viterbo nel 1506, prima di andare a Bologna, accompagnato dal Bramante . Prima degli interventi sulla Rocca, probabilmente la parte residenziale era sul lato destro, Poi, Papa Paolo III Farnese realizzò la loggia che si affaccia sulla piazza. All'interno de cortile si trova uno degli accessi ai piani superiori, questo venne monumentalizzato su progetto di Sangallo il Giovane con l'immissione di due semicolonne laterali coronate da un timpano triangolare. Il loggiato che affaccia sulla piazza rende più residenziale questo complesso militare. La Rocca dal 1523 al 1527 fu concessa in uso ai Cavalieri Gerosolomitani, tornò ad essere una fortezza e residenza saltuaria dei pontefici fino al 1738, anno in cui fu destinata ad accogliere il primo brefotrofio in assoluto dello Stato Pontificio, Nel 1848 venne occupata dalle truppe francesi e poi torno ad essere orfanotrofio fino al 1860. quando divenne alloggio delle truppe pontificie prima e di quelle italiane dopo. Nei primi anni del '900 la loggia era murata e tra una colonna e l'altra si aprivano delle finestre. Alla fine degli anni 70 la struttura appartenne al Demanio statale e destinata a spazio museale. Nel 1986, dopo lavori piuttosto complessi, il museo venne aperto al pubblico. Al pian terreno alla sezione Architettura Etrusca sono esposti reperti appartenenti all'area dell'Etruria derivanti da scavi effettuati tra il 1956 e il 1986 in località Acquarossa e San Giovenale. Il primo piano è dedicato a reperti di età romana provenienti da Musarna e da Ferento.La Rocca fu anche la sede del III Reggimento dei Granatieri di Sardegna, i quali presero parte durante la seconda guerra mondiale al fronte greco - albanese, subendo gracìvi perdite umane. Questa tragedia è ricordata da una lapide posta sul muro della Rocca. Egidio Albornoz Famiglia Albornoz, Egidio Albornoz, e la Rocca Albornoz a Viterbo, oggi sede del Museo Nazionale Etrusco. Egidio Albornoz, Alvarez Carillo de Albornoz, vita opere e storia : nacque a Carrascosa del Campo,Spagna, nel 1310, venne eletto Cardinale da Papa Clemente VI nel 1350, morì a Viterbo il 24 agosto 1367. E’ sepolto nella Basilica di San Francesco ad Assisi. Fu un militare, Cavaliere, Condottiero di Ventura, al servizio dello Stato Pontificio. A lui si deve la fondazione del Collegio di Spagna, che è una istituzione accademica bolognese. Il padre, Don Garcia era un discendente del Re Alfonso V di Leon, mentre la madre Teresa De Luna era parte della Real Casa D’Aragona. Studiò Legge a Tolosa, dopo di che venne nominato Elemosiniere Reale, poi Arcidiacono di Calatrava, e infine il 13 maggio del 1338, divenne Arcivescovo di Toledo, al posto dello zio materno Ximenes che lo aveva avviato alla carriera ecclesiastica. Al seguito del Re Alfonso XI di Castiglia, salvò il Re durante una battaglia contro i Mori. Alla morte del Re Alfonso, gli succedette il figlio Pedro soprannominato EL Cruel, a causa della sua crudeltà e lussuria. Egidio Albornoz, lo rimproverò aspramente per la sua condotta, e fu per questo che il Re Pedro, lo odiava, e cercò anche di ucciderlo. Egidio Albornoz, quindi, andò via dalla Spagna e si rifugiò alla Corte Papale di Avignone. Qui venne accolto benevolmente da Papa Clemente VI, che lo nominò Cardinale di San Clemente nel 1350, a seguito di questa nomina, rassegò le proprie dimissioni dalla carica di Arcivescovo di Toledo. Alla morte di Papa Clemente VI venne eletto Papa Innocenzo VI, il quale prevedendo di tornare alla sede papale di Roma, incaricò il Cardinale Albornoz di restaurare l’autorità papale nei territori della Chiesa in Italia, che nel frattempo erano gestiti dai signorotti nobili locali , i quali, esercitavano il loro potere in completa anarchia dal papato. Albornoz venne nominato Legato e Vicario degli Stati Papali con poteri straordinari sulle Chiese della Provincia di Roma e del Regno di Sicilia.Il Cardinale Albornoz nel 1553 con un piccolo esercito di mercenari e dopo essersi assicurato la benevolenza dell’Arcivescovo Giovanni Visconti di Milano e di quelli di Pisa, Firenze e Siena, iniziò le sue operazioni militari contro il potente Giovanni di Vico, Prefetto di Roma, e Signore di Viterbo, il quale aveva usurpato una vasta parte dei territori papali. Giovani di Vico venne sconfitto nel 1354 nella battaglia di Orvieto. Successivamente a Montefiascone venne stipulato un trattato di Pace con il quale Giovanni di Vico fece atto di sottomissione al Cardinale di Orvieto, e venne eletto Governatore di Corneto per 12 anni. La sottomissione di Giovanni di Vico comportò il ritorno all’ordine papale delle città ghibelline dell’Umbria. In seguito, a supporto del Cardinale Albornoz, Papa Innocenzo VI gli affiancò Cola di Rienzo, tribuno di Roma, che fu nominato Senatore di Roma e che doveva contrastare lo strapotere della nobiltà romana. Nel 1354, Cola di Rienzo entrò a Roma, salutato come liberatore. Cola di Rienzo, in seguito,però, impose tasse oppressive, e i suoi costosi passatempi lo resero inviso ai romani, nel 1354, cadde vittima della furia della folla. Con la morte di Cola di Rienzo, Albornoz riuscì a riportare l’ordine papale anche a Roma. A questo punto, Albornoz dopo essersi guadagnato il supporto di Gentile da Mogliano di Fermo e di Rodolfo da Varano di Camerino, iniziò le sue imprese militari contro i Malatesta di Rimini, Rodolfo da Varano di Camerino, sconfisse i Malatesta.Nel 1355 venne stipulato un trattato di Pace con i Malatesta i quali divennero fedeli alleati delle forze pontificie. La sottomissione dei Malatesta fu presto seguita da quella dei Montefeltro, che portò i distretti di Urbino e Cagli sotto l'influenza del cardinale. Poco dopo, la città di Senigallia e i signori di Ravenna e Cervia (i fratelli Bernardino e Guido da Polenta) si sottomisero al cardinale.Francesco II degli Ordelaffi, Signore di Forlì, e il suo alleato Giovanni di Ricciardo Manfredi, Signore di Faenza, si rifiutarono ostinatamente di sottomettersi. Nel 1356, per ordine del Papa, fu proclamata una crociata contro di loro. I Manfredi non se la sentirono di continuare nella lotta e cedettero Faenza all'Albornoz il 10 novembre 1356[, ma l'Ordelaffi e sua moglie, la bellicosa Marzia degli Ubaldini, restavano ancora da sottomettere. La crociata contro i Forlivesi continuò ad essere predicata in varie parti d'Europa, oltre che in Italia: ad esempio, in Germania e in Ungheria: l'intera Cristianità si stava mobilitando contro Francesco Ordelaffi. Dopo tutte queste vicende militari in Italia, Albornoz chiese a Papa Innocenzo VI di richiamarlo ad Avignone, visto che a parte gli Ordelaffi tutti i territori erano stati ricondotti al potere papale. Al posto di Albornoz, in Italia, venne nominato Androin De la Roche, Abate di Cluny. L'Albornoz si trattenne ad Avignone solo per poco tempo. Il suo successore in Italia, l'Abate di Cluny, abbandonò i metodi militari per trattare con buoni risultati con l'esperto e valoroso Francesco Ordelaffi. Tuttavia, gli intrighi di Giovanni di Vico (il prefetto di Roma) nell'Alto Lazio e in Umbria e nuove minacce verso l'Urbe richiesero nuovamente la presenza dell'Albornoz in Italia. Il papa gli ordinò di tornare nel dicembre 1358. Immediatamente ricominciò le operazioni militari della crociata contro i Forlivesi (in realtà, si trattò di quattro crociate consecutive), diretta in particolare contro l'Ordelaffi, i cui tentativi di assoldare Konrad von Landau, detto il conte Lando, e la sua Grande Compagnia furono frustrati da un contratto siglato dal cardinale con il Lando stesso. L'Ordelaffi, dopo un'ultima fortunata operazione militare, fu finalmente costretto a trattare, per l'esaurirsi delle risorse, il 4 luglio 1359 e lo stesso giorno il cardinale prese possesso di Forlì, insediando nel Palazzo del Comune sia la sua cancelleria sia la propria residenza, comprensiva di una sala consiliare. Il fatto che il cardinal legato risiedesse proprio in Forlì, dalle lunghe tradizioni ghibelline e ultima città ribelle al Papa, aveva il chiaro valore simbolico di indicare che il processo di "normalizzazione" dello Stato della Chiesa poteva dirsi compiuto. Una volta riconquistate tutte le terre della Chiesa, negli anni sessanta del XIV secolo il cardinale avviò un progetto di fortificazione militare dello stato, chiamata appunto la "politica delle Rocche", con la quale provvide a far edificare una serie di fortificazioni che andarono a costituire una sorta di spina dorsale armata lungo l'asse longitudinale Romagna-Marche-Umbria-Lazio. L'obiettivo era quello di tenere sotto controllo i territori riconquistati, presidiando militarmente i centri urbani e i punti di snodo più strategici, e al tempo stesso far sentire alla popolazione l'effettiva presenza dell'autorità centrale ecclesiastica e la possibilità di sue azioni militari, sia pure in presenza di una certa autonomia concessa alle amministrazioni cittadine. Sorsero così grandi castelli, molti dei quali ancora ben conservati, come le rocche di Narni, Spoleto, Piediluco, Sassoferrato, Forlimpopoli e Viterbo. Non solo: molte preesistenti costruzioni vennero fortificate, come nel caso ad esempio di Assisi, Todi, Acquaviva Picena e Urbino. Il territorio pontificio ritornò nella quasi totalità sotto l'autorità papale. Rimase Bologna, che venne recuperata in seguito ad una complessa trattativa con i Visconti. Al principio degli anni sessanta, Giovanni Visconti da Oleggio, che governava su Bologna, entrò in guerra con Bernabò Visconti di Milano, che mirava ad ottenerne la signoria. Non potendo contrastare il potente Bernabò, il 17 novembre 1360 Giovanni Visconti consegnò la città al cardinale Albornoz,, che in precedenza aveva cercato invano di raggiungere un compromesso con Bernabò. L'Albornoz cedette in cambio al Visconti la città marchigiana di Fermo. Alla morte di Papa Innocenzo VI nel 1362, venne eletto Papa Guglielmo di Grimoard con il nome di Papa Urbano V. il quale, nella primavera del 1363 proclamò una crociata contro Bernabò. In aprile il cardinale riportò una vittoria a Salaruolo, presso Faenza, e la completa sottomissione del tiranno divenne solo una questione di tempo. Ma l'idea della crociata contro i Turchi si era talmente radicata nella mente del papa che il 13 marzo 1364 fu conclusa con Bernabò un'affrettata pace, le cui condizioni erano estremamente favorevoli all'usurpatore, che ricevette 500.000 fiorini d'oro per la restituzione dei territori pontifici occupati. Il Cardinale Albornoz, avev di nuovo riportato sotto il controllo papale tutti i territori dello Stato Pontificio e aveva reso possibile il ritorno del Papa a Roma. Ma non ricevette la gratitudine che si era duramente guadagnato. Urbano V dette credito ai nemici del cardinale che lo accusavano di essersi appropriato del denaro pontificio. A causa di ciò, l'amministrazione della Romagna fu tolta all'Albornoz e affidata all'arcivescovo di Ravenna. In conseguenza di questo, il cardinale chiese di essere richiamato dall'Italia e scrisse una lettera al papa nella quale faceva un resoconto della sua gestione. Il papa si rese conto del suo errore e, in risposta, concesse il dovuto riconoscimento per l'inestimabile servizio che l'Albornoz aveva reso al papato. Nel 1367 Urbano V tornò a Roma; l'Albornoz lo ricevette a Viterbo, ma morì prima che il papa potesse entrare nella città eterna. In accordo con i suoi desideri, fu sepolto nella Basilica di San Francesco d'Assisi, nella Cappella di Santa Caterina, da lui stesso commissionata all'architetto Matteo Gattaponi, che per il Cardinale aveva già progettato molte fortificazioni. Quattro anni dopo, i suoi resti furono traslati nella cattedrale di Toledo. (sintesi, dal testo di wikipedia). Il Cardinale Egidio Albornoz e i suoi rapporti con Viterbo, di lui rimane la Rocca Albornoz, a piazza della Rocca, che aveva la funzione di presidio militare. Fu sotto il Papato di Giulio II della Rovere che si diede l’avvio a questa costruzione, e ne affidò il compito all’architetto Donato Bramante. Il progetto iniziale prevedeva un cortile aperto a pianta rettangolare, aperto su un lato, ed inquadrato da due loggiati simmetrici, con la centro una fontana con lo stemma pontificio. Fu poi Papa Paolo III Farnese, a portare a termine l’opera, cambiandone però la struttura austera, ingentilendola in una struttura più elegante, e per questo fece aprire un loggiato esterno rivolto alla città, qui, sotto il loggiato estero, vi è una iscrizione a testimonianza del suo operato. Nel tempo l’edificio ha subito diverse destinazioni, fu adibito a caserma fino al 1981, e poi destinato a sede museale. Infatti qui si trova il Museo Nazionale Etrusco che si articola su tre piani. Nel portico del cortile vi sono alcuni sarcofagi etruschi provenienti da Norchia, Ferento e Viterbo, databili tra il V e il II secolo a.C. Al piano terra le sale ospitano elementi della architettura domestica etrusca provenienti da San Giovenale, Blera, Acquarossa, rinvenuti durante gli scavi del 1960 effettuati dall’Istituto Svedese di Studi Classici. Vi sono altresì altre sale dedicate a reperti provenienti da Ferento e Musarna. Altra sala è dedicata ai reperti provenienti dalla necropoli rupestre di Ischia di Castro. Oltre a visitare il centro storico di Viterbo, il quartiere medioevale di San Pellegrino, il Palazzo e la loggia dei Papi, è bene anche visitare questo importate Museo Etrusco, situato nella Rocca voluta dal Cardinale Egidio Albornoz. Fontana Rocca Albornoz Fontana pozzo cortile alla Rocca Albornoz, Fontana di Pap gIULIO ii, piazza della Rocca, Viterbo, si trova al centro del cortile della Rocca Albornoz, è priva di decorazioni, fu commissionata da Papa Giulio II della Rovere, commissionata al Bramante, la fontana ha la forma di una coppa , sulla parte esterna si trova lo stemma di Papa Giulio II della Rovere. , la quercia con i rami intrecciati sormontata dalle chiavi papali intrecciate. Cortile Rocca Albornoz Cortile Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, L'attuale cortile della Rocca fu opera di Donato Bramante, che nel '500 lo progettò su commissione di Papa Giulio II della Rovere, e conferisce al palazzo un aspetto meno militare. Si sviluppa su due piani quello inferiore è caratterizzato da archi a tutto sesto poggianti su pilastri, mentre il lato superiore è definito da una loggia con colonne tuscaniche. Archi cortile Albornoz Archi al cortile della Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, sorreggono il oggiato e all'interno ospitavano una scuderia. Loggia cortile Albornoz Loggia Cortile Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, si trova sul lato superiore del cortile ed è definita da colonne tuscaniche. Stemmi cortile Rocca Albornoz Stemmi cortile Loggia Albornoz Stemmi cortile Rocca Albornoz, uno è al di sotto della loggia, dove iniziano gli archi vi è uno stemma.e poi ce ne sono altro due. Loggia Rocca Albornoz Loggia esterna alla Rocca Albornoz piazza della Rocca, Viterbo, il loggiato presenta ad di sotto una iscrizione a caratteri cubitali, che attesta l'intervento dei Farnese ai lavori. Panorama Loggia Albornoz Panorama dalla Loggia della Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, da questa loggia si ammira la vista della città di Viterbo fino ai Monti Cimini. Stemmi Rocca Albornoz Stemmi alla Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, sul lato esterno della Rocca. Lapide caduti III Reggimento Lapide in ricordo dei caduti del III Reggimento dei granatieri di Sardegna, posta sul lato esterno della Rocca. Morti durante la guerra sul fronte greco albanese.A piazza San Francesco c'è un monumento in loro onore. Torre Rocca Albornoz Torre alla Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo,questa si deve al Cardinale Piccolomini, che nel 1459 ordinò la copertura del tetto della Rocca, la creazione di sale e di camere, e l'inserimento di torriori perimetrali. Le quattro torri furono edificate da maestri muratori longobardi. Sopravvive una sola torre verso la porta Fiorentina. Museo Nazionale Etrusco Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, piazza della Rocca, nei pressi di porta Fiorentina, è all'interno della rocca Albornoz, Viterbo, zona centro storico. Il museo si snoda su più piani, ed ospita anche la ricostruzione fedele della vita e degli ambienti degli etruschi desunti dallo studio degli scavi di Acquarossa, un sito archeologico etrusco romano che dista solo 7 chilometri da Viterbo e che fu distrutto in seguito alle lotte del VI secolo a.C. E' stata ricostruita la scena del teatro di Ferento, decorata dalle statue delle Muse; vi sono anche esempi del sito archeologico etrusco di Musarna, anche questo vicino a Viterbo, con l'esposizione di un mosaico con iscrizioni etrusche ritrovato proprio a Musarna. Al piano terra sono esposti i risultati degli scavi dell'Istituto Svedese nei siti di San Giovenale e di Acquarossa, vere pietre miliari per la conoscenza degli abitati etruschi di VII- VI sec. a.C. All'ultimo piano trovano spazio i corredi funerari dei più importanti centri dell'Etruria meridionale interna ed infine, attraversando il loggiato di Paolo III Farnese, si raggiunge la stanza che custodisce la prestigiosa tomba della biga etrusca trovata ad Ischia di Castro. Al piano terreno è collocata una sezione sull’architettura etrusca nel viterbese con reperti degli scavi dell’Istituto Svedese di Studi Classici, effettuati durante gli anni sessanta, nella zona di San Giovenale e dell’insediamento di Acquarossa del VII e del VI secolo a.C. Il primo piano è dedicato ai reperti etruschi di Musarna, con il famoso mosaico ellenistico con iscrizione in alfabeto etrusco trovato nelle terme, e reperti di Ferento con il ciclo statuario di otto Muse ed una copia del Pothos di Scopa, che ornavano il teatro, risalenti al 150 d.C. e che fino a poco tempo fa erano ospitate a Firenze. Il primo piano accoglie anche due sezioni dedicate al centro etrusco-romano di Ferento nei pressi di Viterbo, con la ricostruzione della scena del teatro decorata dalle statue delle Muse, e la presentazione del sito di Musarna, anch'esso vicino a Viterbo, che grazie agli scavi della Scuola Francese ha permesso di gettare nuova luce su di un centro etrusco dell'interno nel periodo della romanizzazione: a tale proposito si segnala l'eccezionale mosaico con iscrizione etrusca ivi rinvenuto. Al secondo piano una carrellata delle più significative attestazioni archeologiche dell’Etruria meridionale interna attraverso l’esposizione di materiali provenienti dall’area delle necropoli rupestri, un esauriente excursus su questo singolare aspetto della civiltà etrusca; ci sono inoltre realtà archeologiche dall’area intorno al lago di Bolsena. Un allestimento a parte è dedicato alla prestigiosa tomba della Biga, rinvenuta ad Ischia di Castro, completa del corredo, il museo propone un panorama sulle diverse realtà dell'Etruria meridionale interna, particolare attenzione è rivolta alla ricostruzione della vita quotidiana degli Etruschi con la ricostruzione di edifici a grandezza naturale. All'ultimo piano trovano spazio i corredi funerari dei più importanti centri dell'Etruria meridionale interna ed infine, attraversando il loggiato di Paolo III Farnese, si raggiunge la stanza che custodisce la prestigiosa tomba della biga etrusca trovata ad Ischia di Castro.La vita degli etruschi e dell'Etruria meridionale interna è stata fedelmente ricostruita con edifici a grandezza naturale. Palazzo Grandori Palazzo Grandori, Viterbo centro storico,piazza della Rocca, fu progettato dall'architetto Luigi Grandori a partire dal 1880. Il progetto originale prevedeva un albergo che avrebbe dovuto prosperare grazie alla ferrovia Viterbo - Attigliano. L'iniziativa fallì e il palazzo fu venduto alla locale Cassa di Risparmio ed adibito a uffici.Sotto i portici del palazzo si trova il Caffè Grandori, con spazi dedicati a Pasticceria, Ristorante e Cocktail Bar. Porta Fiorentina Porta Fiorentina o Santa Lucia, piazza della Rocca, Viterbo,deve il nome di Fiorentina, in quanto immette sulla statale Cassia che va in direzione di Firenze, in passato era detta di porta Santa Lucia, ed era spostata rispetto all'apertura attuale, è una antica porta più volte danneggiata, a causa della sua posizione, in quanto ideale per il passaggio dei conquistatori. Porta Fiorentina, fu interamente ricostruita nel 1768 ma il rimaneggiamento maggiore, che le ha dato l'attuale grandiosità, risale al 1886 quando la locale Cassa di Risparmio, per facilitare il transito, finanziò l'apertura dei due fornici laterali e la demolizione dell'antemurale. La porta Fiorentina ha sostituito inglobandola la precedente ed antica porta di Santa Lucia, è da questa porta che entrarono trionfanti a Viterbo Federico II nel 1234 e l’imperatore Enrico nel 1312, Ludovico IV il Bavaro, Federico III, Carlo VIII e molti altri. Sulla porta sono presenti vari stemmi, tra questi quello di papa Clemente XIII, del vescovo Giacomo Oddi e del governatore pontificio Benedetto Lo Presti, vi è lo stemma della città di Viterbo, i globi e le lettere Faul che rimandano alle presunte origini della città. Nella parte interna troviamo il leone di Viterbo e lo ritroviamo ai lati dello stemma di casa Savoia, che fu aggiunto dopo l’annessione di Viterbo al regno d’Italia. Sul lato di piazza della Rocca in alto campeggia anche un orologio. Nel 1886 furono aperti i due fornici laterali e altri due più piccoli. Uscendo da porta Fiorentina si trova il giardino comunale di Viterbo dedicato al cantante Battisti,, mentre su piazza della Rocca l’imponente torre della Rocca Albornoz, sede del Museo Etrusco.La porta Fiorentina ha vsito personaggi illustri diretti a Roma, tra questi Federico II di Svezia, Ludovico il Bavaro, Carlo VIII di Francia, lo Zar di Russia Nicola I. In origine si chiamava Porta Santa Lucia, aveva dimensioni più modeste Il primo rifacimento di questa porta si deve a Francesco Selvi nel 1768. Stemmi Porta Fiorentina Stemmi a Porta Fiorentina, lo stemma del Comune di Viterbo e lo stemma di Papa Clemente XIII, e del Governatore della Città, Benedetto Lo Presti e del Vescovo Giacomo Oddi., il quale curò la pavimentazione delle vie di Viterbo ed il rifacimento della Porta della Verità. Nel fornice centrale c'è il simbolo di San Bernardino. Fontana piazza della Rocca Fontana a piazza della Rocca, Viterbo, questa antica fontana medioevale detta di San Pietro alla Rocca così chiamata per la presenza di una piccola chiesa dedicata al santo e che sorgeva vicino alle mura. Questa precedente fontana era formata da una grande vasca sormontata da un arco che raccoglieva l'acqua che poi usciva da due bocchettoni a forma di testa di leone sopra i quali erano scolpiti gli stemmi , uno con le chiavi papali e l'altro con lo stemma della città. Quindi l'antica fontana venne sostituita da una nuova nella metà del XV secolo con l'aggiunta di una vasca lunga sette piedi, incaricato di questo lavoro fu Nicola Strocaporri. Questa però venne poi nuovamente sostituita nel XVI secolo completamente con una nuova fontana. Nel 1449 i Priori decisero di costruire una fontana più bella e grandiosa e affidarono i lavori a Paolo Cenni. La nuova fontana fu progettata dal Vignola che in quel periodo lavorava al palazzo Farnese a Caprarola. Il committente fu il Cardinale Alessandro Farnese , purtroppo il lavoro opera dello scalpellino Paolo Cenni era poco stabile e pertanto venne poi consolidata dagli scalpellini Antonio di Pietro e dai suoi due figli Cesare e Diomede, i quali erano guidati dalla supervisione dell'architetto romano Malanca. Poiche la fontana non piaceva, fu chiamato Tommaso Ghinucci da Siena che al servizio del Cardinale Francesco Gambara aveva progettato la strada La Quercia Bagnaia, ed aveva collaborato al disegno di Villa Lante. Insieme al Ghinucci lavorò Raffaele da Montelupo, impegnato alla costruzione del Duomo di Orvieto. Ma amche questa opera non piacque, su richiesta del Cardinale Farnese venne richiamato lo scalpellino viterbese Cenni. Ma anche questa opera non andava bene e pertanto nel 1575 vennero ingaggiati due artisti di Orvieto: Raffaele da Montelupo e Ippolito Scalza, ma alla fine reclinarono l'incarico, e a questo punto intervenne Cesare Barozzi detto il Vignola , fu Giovanni Malanca che aveva lavorato al Santuario della Quercia che eseguì il disegno del Vignola, e i lavori vennero affidati agli scalpellini Antonio di Pietro e i due figli Cesare e Diomede. E' probabile che il Vignola intervenne solo sul consolidamento della fontana e delle fondamenta, ed il Vignola si assicurò che fosse messo lo stemma dei farnese sulla tazza superiore, Una iscrizione della fontana : "Anno primo di Pio V Pontefice Massimo, acqua del Respoglio, opeera iniziata da Ippolito D'Este cardinale legato, compiuta da Alessandro Farnese Legato Perpetuo". Anche la fontana, come la Rocca, venne danneggiata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. La fontana è strutturata da due coppe sovrapposte con vasca ortogonale , ha un grande basamento composto da quattro lati gradonati e quattro con vasche sovrapposte.In ogni spigolo del basamento si inseriscono ulteriori vaschette comunicanti tra loro, con un gioco di ricaduta dell'acqua dalla coppa superiore alla vasca ottogonale. Le specchiature delle vasche inferiori sono animate da pilastrini e cornici, con decorazioni vegetali che si trovano nel fusto che sorregge la vasca mediana, scandita da protonomi leonine. Nella parte più alta che culmina con la vasca superiore sono inserite delle sfingi alate , mentre l'acroterio (elemento di marmo o di terracotta che corona il vertice e gli angoli del frontone nei templi antichi; poteva essere decorativo (con ornati geometrici, volute, palmette, steli d’acanto) o figurato con sculture, anche a tutto tondo, di animali, combattenti, divinità, personaggi mitologici, ecc.) è forma di giglio in onore del Cardinale Alessandro Farnese , il cui stemma si inserisce anche sui lati della vasca maggiore corrispondenti alle gradinate. Dalla vasca si innalza una colonna decorata che sostiene la coppa maggiore con 8 bocchettoni a forma di testa di leone. Al centro si erge il sostegno della seconda coppa decorato da sei sfingi alate. L'acroterio è a forma di giglio simbolo della famiglia Farnese, da qui si innalza uno zampillo d'acqua.. Stemmi e Lapidi Fontana Rocca Stemmi e lapidi a fontana piazza della Rocca, vi si trova lo stemma dei Farnese e vari stemmi sul lato di via del Pilastro , vi è anche un simbolo di San Bernardino sul lato destro del fornice centrale venendo da piazza della Rocca. Giardino piazza della Rocca Giardino a piazza della Rocca, Viterbo,una grande aiuola con alberi si distende lungo la parte centrale della piazza con alberi e siepi. Come arrivare a Piazza della Rocca
Piazza S. Francesco - Piazza San Faustino - Piazza della Trinità
Colle S. Francesco - Colle San Faustino - Colle della Trinità
Mappa Colle San Francesco Viterbo centro storico Mappa Colle San Francesco Viterbo centro storico Fotografie Piazza della Rocca Viterbo centro storico Piazza della Rocca, Vie di Viterbo, Viterbo - Piazze di Viterbo Piazza della Rocca, Vie di Viterbo, Viterbo - Piazze di Viterbo Piazza della Rocca, Vie di Viterbo, Viterbo - Piazze di Viterbo Piazza della Rocca, Vie di Viterbo, Viterbo - Piazze di Viterbo Antenna 5G al palazzo Grandori piazza della Rocca Viterbo (anno 2023) Antenna 5G al palazzo Grandori piazza della Rocca Viterbo (anno 2023) Palazzo Rocca Albornoz Viterbo centro storico Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Palazzi di Viterbo Frontone abraso palazzo della Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Frontone abraso sotto loggia Rocca Albornoz Piazza della RoccaViterbo Stemmi lato esterno al palazzo Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo stemmi in alto lato sinistro loggia Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Stemmi lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo stemma in alto lato destro oggia Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo Lapidi lato esterno Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide in ricordo dei caduti del III Reggimento dei granatieri di Sardegna Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro Simbolo Reggimento III Granatieri di Sardegna Simbolo III Granatieri di Sardegna, Rocca Albornoz, Stemmi a Viterbo Loggia Rocca Albornoz sede Museo Etrusco Viterbo centro storico Loggia lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Logge di Viterbo Loggia lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Logge di Viterbo Panorama dalla Loggia della Rocca Albornoz Panorama Loggia Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Panorami di Viterbo Panorama Loggia Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Panorami di Viterbo Cortile Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Cortile Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Cortili di Viterbo Fontana pozzo alla Rocca Albornoz Viterbo Fontana cortile Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Fontane lavatoi di Viterbo Fontana cortile Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Fontane lavatoi di Viterbo Stemma Fontana Cortile Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo stemma Fontana pozzo cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, - Stemmi a Viterbo Archi al cortile della Rocca Albornoz Archi cortile della Rocca Albornoz Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Archi Viterbo centro Loggia Cortile Rocca Albornoz Loggia cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Logge di Viterbo centro Stemmi cortile Loggia Albornoz piazza della Rocca Viterbo Stemmi cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemmi cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemmi cortile Loggia Albornoz piazza della Rocca Viterbo - Stemmi a Viterbo Torre alla Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Torre Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo - Torri di Viterbo centro Torre Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo - Torri di Viterbo centro Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, Piazza della Rocca - Musei di Viterbo centro Giardino piazza della Rocca Viterbo centro storico Giardino a piazza della Rocca Viterbo - Giardini ville e parchi a Viterbo Egidio Albornoz vita opere storia Egidio Albornoz vita opere storia - Famiglie nobili di Viterbo Porta Fiorentina o Santa Lucia porta Fiorentina, piazza della Rocca - Porte Storiche di Viterbo Porta Fiorentina lato via del Pilastro Viterbo centro storico Porta Fiorentina lato via del Pilastro Viterbo centro storico informazioni e fotografie Anna Zelli Stemma a Porta Fiorentina lato piazza della Rocca Viterbo Stemma a Porta Fiorentina , Piazza della Rocca - Stemmi a Viterbo Leone simbolo di Viterbo a porta Fiorentina lato piazza della Rocca Leone simbolo di Viterbo a Porta Fiorentina - Stemmi a Viterbo Simbolo San Bernardino a Porta Fiorentina Viterbo Simbolo San Bernardino a Porta Fiorentina, piazza della Rocca , Stemmi San Bernardino Lapide a Porta Fiorentina piazza della Rocca Viterbo lapide a Porta Fiorentina, piazza della Rocca , Viterbo - Lapidi Viterbo centro Orologio della Porta Fiorentina Orologio porta Fiorentina Piazza della Rocca - Orologi Viterbo centro Archi Porta fiorentina lato via del Pilastro Archi porta fiorentina lato via del Pilastro - Archi di Viterbo centro Stemmi porta Fiorentina lato via del Pilastro Viterbo stemma porta fiorentina lato via del Pilastro - Stemmi a Viterbo stemma porta fiorentina lato via del Pilastro - Stemmi a Viterbo stemma porta fiorentina lato via del Pilastro - Stemmi a Viterbo stemma porta fiorentina lato via del Pilastro - Stemmi a Viterbo Lapide al centro porta Fiorentina lato via del Pilastro Viterbo lapide al centro a Porta Fiorentina lato via del Pilastro, Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide a sinistra Porta Fiorentina Lato via del Pilastro Viterbo lapide a Porta Fiorentina, piazza della Rocca , Viterbo - Lapidi Viterbo centro lapide lato sinistro a Porta Fiorentina, lato via del Pilastro piazza della Rocca , Viterbo - Lapidi
lapide lato sinistro a Porta Fiorentina, piazza della Rocca , Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide a destra Porta Fiorentina lato via del Pilastro Viterbo lapide lato destro a Porta Fiorentina, piazza della Rocca , Viterbo - Lapidi Viterbo centro Palazzo Grandori Palazzo Grandori,,Piazza della Rocca Viterbo - Palazzi di Viterbo centro Archi a Palazzo Grandori piazza della Rocca Viterbo Archi palazzo Grandori piazza della Rocca Viterbo - Archi di Viterbo centro Fontana a piazza della Rocca fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Fontane lavatoi di Viterbo fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Fontane lavatoi di Viterbo fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Fontane lavatoi di Viterbo Gradoni fontana piazza della Rocca Viterbo Gradoni fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Scalinate Viterbo centro Stemmi fontana piazza della Rocca Stemma fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca -Stemmi a Viterbo fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Fontane lavatoi di Viterbo Simbolo del Leone bocchettoni fontana piazza della Rocca Viterbo fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Fontane lavatoi di Viterbo fontana piazza della Rocca Viterbo fontana piazza della Rocca - Piazza della Rocca - Fontane lavatoi di Viterbo Giardino a piazza della Rocca Viterbo - Giardini Ville Parchi Orti Viterbo Da vedere a Piazza della Rocca Viterbo centro storico informazioni e fotografie
Piazza della Rocca Viterbo Piazza della Rocca, Vie di Viterbo, Viterbo - Piazze di Viterbo Mappa Colle San Faustino e dintorni Viterbo centro storico Mappa Colle San Faustino, Viterbo centro storico,informazioni turistiche e foto Anna Zelli Colle Trinità - Faustino - S. Francesco - Rocca - Valle Faul - Verdi - Santa Rosa
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Aggiornato Marzo 2024