Colosseo Anfiteatro Flavio (Roma) fa parte del Rione Celio R. XIX sito web: www.annazelli.com
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colosseo anfiteatro flavio argomento rione celio (roma) | ||||||
Rione Celio R.
XIX
Roma |
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Anfiteatro Flavio, il Colosseo, Rione Celio, Roma, fu l'opera più importante voluta dall'imperatore Vespasiano della famiglia dei Flavi, fu realizzato nell'area dei giardini della Domus Aurea di Nerone occupata dallo stagnum, che era un piccolo lago artificiale, alimentato dal rivo Labicano che divideva con il suo letto del fiumiciattolo il monte Oppio dal colle Celio e dal suo emissario che scorreva tra il Palatino e il monte Celio e che arrivava fino al Tevere. Vespasiano decise di edificare qui il Colosseo per ridare al popolo romano quell'area che dopo l'incendio del 64 Nerone aveva usurpato per edificare la sua immensa e grandiosa residenza. Inoltre la presenza dello stagnum permetteva di effettuare i lavori in minor tempo e con meno esborsi di denaro. Alla morte di Vespasiano, nel 79, erano stati edificati il podio, la prima e la seconda cavea con i due ordini di archi esterni. Il figlio Tito completò l'opera a parte alcuni dettagli nell'80. L'anfiteatro venne però inaugurato dal fratello Domiziano, per la morte di Tito dopo solo 3 anni di regno. Quindi l'anfiteatro venne completato con il prospetto esterno dell'attico, del portico, con la sistemazione del velario e la realizzazione degli ambienti ipogei dell'arena, corredati di tutte le strutture e delle macchine necessarie all'allestimento, al cambiamento degli scenari, e allo svolgimento degli spettacoli, incluse le gabbie per gli animali, i piani inclinati mobili, gli elevatori, le quinte mobili, e i depositi vari. Accanto all'anfiteatro come ci racconta Marziale rimase il colosso di Nerone, da cui l'anfiteatro Flavio deriverà il nome di Colosseo. Tito fece anche edificare su parte della Domus Aurea le Terme ad uso pubblico del popolo sempre per rifonderlo del torto subito ad opera del tiranno Nerone. L'anfiteatro Flavio di forma ellittica come gli altri, poggia su un basamento e si erge per una altezza di 48, 50 metri, su quattro piani, di cui 3 formati da arcate ed il quarto piano superiore da una parete continua aperta ad intervalli regolari da finestre rettangolari. Ogni ordine ha 80 arcate intervallate da pilastri con addossate semicolonne che dal basso in alto sono, al primo piano di ordine tuscanico, al secondo piano di ordine ionico, al terzo piano di ordine corinzio, è probabile che vi fossero delle statue collocate nelle arcate del secondo e del terzo piano. Il quarto piano presenta delle lesene corinzie e le finestre sono 40, una per ogni due arcate sottostanti. Tra un ordine e l'altro vi è una cornice sormontata da un attico che fa da base per l'ordine superiore. Il quarto piano termina con un cornicione sorretto da mensole aggettanti. Sulla superficie esterna dell'attico tra una finestra e l'altra vi erano 40 scudi in bronzo dorato dei quali è rimasto solo il buco del perno di ancoraggio. Sulla parete esterna dell'attico vi sono 3 mensole per ogni spazio delimitato tra due pilastri tutte allineate con il margine superiore degli architravi delle finestre per un totale di 240. Ognuna presenta sulla superficie superiore una favea per dare alloggio alla base dell'asta foderata di bronzo, infissa nella grande cornice superiore dell'attico per sostenere il velario. Tutta la facciata esterna del Colosseo è formata da blocchi squadrati in travertino giustapposti senza malta e fissati tra loro da perni metallici, provengono da una località chiamata Acque Albule presso Tivoli, e per trasportarli fino a Roma venne aperta una strada larga sei metri, i blocchi venivano sbozzati, messi in opera e rifiniti in loco. Il lavoro fu quasi certamente eseguito da maestranze specializzate e non da schiavi. L'asse maggiore dell'anfiteatro misura 188 metri ed il minore 156 metri, mentre la parete esterna alla base ha uno spessore di 2,70 metri e alla sommità di 1,90 metri. La parte interna dell'anfiteatro Flavio è costituita al centro dall'arena di forma ellittica di 75 metri per 44 metri, oggi priva del tavolato di legno che serviva a ricoprire la zona ipogea e per creare il piano di calpestio ricoperto di sabbia giallastra. Nell'area ipogea vi erano gli ambienti, le gabbie, ed i percorsi destinati agli animali, i locali di servizio, le cloache, ed i corridoi di collegamento tra i vari settori. Inoltre un sistema di carrucole e di binari permetteva di far apparire nell'arena quinte e apparati scenici, mentre, attraverso alcune botole, con un sistema di piani inclinati e di elevatori venivano immessi nell'arena con grande effetto scenico gli animali e i gladiatori. Dal margine dell'arena partiva la cavea divisa in quattro settori, il primo era il podium, podio, con quattro file di gradini in marmo dove erano sistemati i sedili riservati ai senatori, ai cavalieri, ai sacerdoti, agli ambasciatori, ai magistrati, alle alte cariche dello stato e forse anche alle vestali. Al centro del podio in corrispondenza del'asse minore, dal lato del colle Palatino c'era il pulvinar, il seggio imperiale riservato all'imperatore e sul lato opposto il seggio destinato al delegato dell'imperatore, che presenziava ai giochi quando l'imperatore era assente. Dal margine superiore della parte delimitante il podio veniva posta una rete che dal piano di calpestio dell'arena era alta 3,60, e serviva ad impedire che le bestie feroci potessero aggredire gli spettatori, la rete era metallica con delle maglie dorate e munita nella parte superiore di zanne di elefante con la parte acuminata verso l'arena e di rulli d'avorio rotanti in modo da non dare alcun appiglio agli animali. Inoltre arcieri erano posti di guardia in nicchie tra la rete e il podio, pronti ad abbattere qualsiasi animale avesse tentato di scavalcare la rete. La rete veniva rimossa quando gli spettacoli erano solo gladiatori. Il secondo settore era la prima balconata chiamata maenianum primum, costituita da un ripiano circolare, praecinctio, con il suo corridoio, iter, e da 8 larghi scalini, seguiva quindi il terzo settore, la seconda balconata, maenianum secundum imum, con il pianerottolo, il corridoio e una lunga gradinata con al centro gli ingressi dalle scalinate chiamati vomitoria. Poi c'era il maenianum secundum summum, che era la parte superiore della seconda balconata formata da 18 gradini il cui ripiano posteriore formava la terza balconata chiamata maenianum summun in ligneis, che era un portico formato da 80 colonne di cipollino e granito con capitelli corinzi e compositi, con undici gradini di legno. La media e la summa cavea erano riservati alla plebe a sua volta divisa per tribù, mentre nel portico vi prendevano posto le donne. Dal IV secolo la distribuzione dei posti era definita per famiglie e indicata da apposite iscrizioni. Furono edificati in laterizio, opera cementizia e in blocchi squadrati di tufo le strutture della cavea, delle scale, dei corridoi e delle sezioni divisorie. Ogni ingresso del Colosseo aveva una sua funzione specifica, quello rivolto a sud-est era la porta Libitinaria da Libitina che era la dea dei morti, da qui si era in comunicazione diretta con lo spoliarium che era un passaggio riservato alle salme dei gladiatori uccisi durante il combattimento. Sempre da questa porta uscivano anche gli animali uccisi che venivano poi consegnati ai bestiarii. A nord-ovest sull'asse maggiore si apriva la porta trionfale, dalla quale entrava la Pompa Gladiatoria prima del combattimento. I due ingressi centrali, che erano posti alle estremità dell'asse minore dell'anfiteatro erano riservati all'imperatore, alla sua famiglia, ai magistrati, ai sacerdoti, alle vestali e agli ospiti di rango, oltre che agli ambasciatori, e ai personaggi di stato che occupavano una posizione di rilievo. Le arcate del piano terreno erano l'ingresso riservato agli spettatori ed erano numerate, e poteva entrarvi solo chi era in possesso di una tessera recante il numero corrispondente, e in questo modo sia l'entrata che l'uscita al Colosseo avveniva senza affollamenti. Il velario era formato da larghe strisce di tessuto, che in un primo tempo era lo stesso usato per le vele delle navi, che però essendo troppo pesante venne sostituito da tele di lino. Per conoscere la direzione dei venti, necessaria per la stabilità del velario veniva impiegato un anemoscopio del quale è stato trovato un esemplare alle falde dell'Esquilino. Scalinate del Colosseo Anfiteatro Flavio, Rione Celio, Roma, anfiteatro destinato ai munera, i giochi gladiatori e alle venationes la caccia agli animali feroci : oggi l'interno del Colosseo appare privo delle originarie gradinate di marmo, il piano dell'arena è scoperto, e pertanto non si può più coglierne la sua originaria monumentalità. Al di sopra, durante gli spettacoli, veniva disposto un enorme velario per proteggere gli spettatori che stavano seduti sulle gradinate. L'accesso all'anfiteatro era al pian terreno, avveniva attraverso le arcate ciascuna segnata da un numero progressivo che facilitava lo smistamento del pubblico che via via si disponeva a sedere sulle gradinate. Le entrate sull'asse minore del Colosseo non erano numerate perchè riservate alle autorità, mentre le entrate dell'asse maggiore erano destinate all'ingresso dei gladiatori. Dall'ingresso settentrionale del Colosseo, preceduto da un piccolo portico, che ne sottolineava l'importanza si accedeva alla tribuna imperiale posta al centro del settore nord della cavea, oggi purtroppo scomparsa, perchè smantellata, per ricavarne materiale per l'edilizia. Questo settore inferiore della cavea, chiamato, ima cavea, era riservato ai senatori e alle loro famiglie, era arredato non con gradinate come per gli altri settori, ma con veri e propri sedili in pietra, essendo questi, i posti più vicini all'area e pertanto più pericolosi, erano costruiti su un alto podio sormontato da una ringhiera di sicurezza. I posti destinati ai senatori era contraddistinti da iscrizioni recanti il nome dell'autorità, mentre per gli altri posti, questi erano contraddistinti da epigrafi riportanti le singole diverse cariche come : la magistratura, i collegi sacerdotali, le categorie sociali, i gruppo etnici che potevano sedere in quei posti. Il secondo settore dell'Anfiteatro Flavio, il Colosseo, chiamato maenianum primum, consisteva di gradinate in marmo riservate agli esponenti dell'ordine equestre. Salendo ancora, al terzo e al quarto settore, chiamati rispettivamente maenianum secundum e maenianum summum in ligneis, questi in quanto destinati alla plebe erano i più affollati, il quarto settore, l'ultimo, in corrispondenza dell'attico esterno, era fatto di gradinate in legno, e coronato da un portico colonnato del quale non si ha più traccia, si possono vedere i capitelli superstiti nell'ambulacro coperto al secondo piano. Nel piano più alto potevano sedere anche le donne, segno della scarsa considerazione sociale di cui godevano a Roma. Gli spettatori, una volta entrati nel Colosseo si dirigevano ai propri posti seguendo dei percorsi obbligati che si differenziavano a seconda della cavea loro destinata. L'ingresso ai giochi gladiatori era gratuito per tutti, ma i posti erano rigidamente assegnati in base alla classe sociale di appartenenza e ogni romano aveva una tessera con l'indicazione del posto che poteva occupare. Tutto il sistema di passaggi, rampe, scale e gradoni del Colosseo, permetteva non solo di distribuire gerarchicamente il pubblico su tutte le gradinate ma anche di consentire un rapido afflusso e deflusso degli spettatori. Le giornate degli spettacoli iniziavano la mattina con le venationes e con le damnationes ad bestias, le condanne a morte dei criminali che venivano fatti sbranare dalle fiere, proseguivano poi nell'intervallo del pranzo con spettacoli musicali e si concludevano nel pomeriggio con i combattimenti tra i gladiatori. Per giornate intere il pubblico rimaneva chiuso nell'anfiteatro, pur di assistere a spettacoli che erano davvero atroci. I magistrati e gli imperatori facevano di tutto per organizzare questi eventi che dovevano essere più spettacolari possibili, e così ingraziarsi il favore del popolo. Il Colosseo dopo il periodo della famiglia dei Flavi, rimase a lungo il luogo ove i romani passavano il loro tempo di svago, l'imperatore Traiano per il suo trionfo sui Daci fece combattere 10 mila gladiatori e uccidere nelle cacce 11 mila belve. L'imperatore Adriano fece allestire gli spettacoli e lui stesso vi partecipò come gladiatore. L'imperatore Antonino Pio, introduce nei giochi nuovi animali feroci come i coccodrilli, gli ippodromi e le iene. Anche Commodo partecipa come gladiatore per 635 volte. Partecipa ai giochi anche Caracalla, mentre l'imperatore Diocleziano non organizza i giochi ritenendoli eccessivamente dispendiosi. Costantino, imperatore cristiano nel 326 emana una legge che vieta gli spettacoli gladiatori, che però vengono ripresi nel 390 con Teodosio I e con Valentiniano, e successivamente nel 397 con Onorio. Un monaco tale Telemaco nel 403 nel tentativo di far cessare i combattimenti scese nell'arena ma venne ucciso a lapidate dalla folla inferocita, pertanto l'imperatore Onorio decise di abolire i giochi gladiatori mentre le venationes continuarono ad essere svolte fino al VI secolo. Poi nel 523 vengono vietate anche le venationes e l'anfiteatro da questa data non viene più usato e con l'avvento del cristianesimo il Colosseo chiude la sua storia durata 5 secoli. Il periodo di decadenza e rinascita del Colosseo, l'abbandono dell'anfiteatro Flavio porta alla rovina tutto l'enorme edificio, e a questo contribuirono anche i terremoti, che provocarono la caduta delle decorazioni ed il crollo di parte delle murature, inoltre le cloache erano intasate dai residui di cibo lasciato dagli spettatori, dalle ossa degli animali morti, dai frammenti delle murature crollate e dalla terra, il che provocò allagamenti che portano ulteriori conseguenze al degrado della struttura. L'imponente monumento non più curato fu preda delle piante che si insinuarono ovunque, tra le fessure dei muri, nelle cavità e soprattutto nell'arena, con una varietà di piante dovuta essenzialmente alla miriade di semi lasciati sia dagli spettatori che erano soliti mangiare durante gli spettacoli sia dagli animali. In un documento del 1815 il botanico romano Antonio Sebastiani pubblicò un volume dal titolo "Flora Colisea" nel quale elencò 261 tipi diverse di piante che crescevano all'interno del Colosseo. Una successiva opera del 1855 di Richard Deakin dal titolo "Flora of the Colosseum" descrisse bel 420 specie di piante. Nell'XI secolo il Colosseo diviene una sorta di proprietà della famiglia dei Frangipane che lo occupa e lo trasforma in fortezza, successivamente Papa Innocenzo IV con una bolla dichiara il monumento di proprietà della Chiesa di Roma e concede l'uso di una parte delle strutture agibili ad artigiani per le istallazioni delle botteghe ed altre ad uso abitativo. Nel 1349 un violento terremoto provoca la caduta delle arcate rivolte verso il Celio, e successivamente papa Niccolò V nel XV secolo ordina l'asporto di marmi e di quanto utile per altre costruzioni e soprattutto per la fabbrica di San Pietro e per le mura della città. Nel 1703 un altro terremoto provoca il crollo di un'altra parte delle arcate del Colosseo sempre dalla parte del colle Celio, e gran parte del materiale caduto venne utilizzato per la costruzione del porto di Ripetta. Solo nel 1744 Papa Benedetto XIV proibisce l'ulteriore spoliazione dell'Anfiteatro Flavio. Tra il 1790 e il 1812 si da inizio ai primi scavi, e tra il 1805 e il 1820 viene ricostruito lo sperone che era crollato sul lato del Celio. Tra il 1828 e il 1852 il Valadier restaura le arcate interne sul lato dell'arco di Costantino, altri restauri vengono eseguiti sotto i Papi Gregorio XVI e Pio IX. Nel 1870 vi furono ulteriori scavi con lo svuotamento di quasi tutta la metà della zona ipogea dell'arena e vennero estirpate tutte le piante che vi si erano insediate. Tra il 1938 e il 1939 viene completato lo scavo dell'area ipogea e viene ricostruito un tratto delle gradinate orientali della cavea. Tra il 1974 e il 1979 dopo gli svuotamenti vengono ripristinati i collettori e le cloache e vengono anche ritrovati frammenti di ceramica, ossa di animali, frammenti di legno, semi e foglie. Nel 1992 verrà effettuata tutta la ripulitura del Colosseo e vengono consolidate le strutture in travertino. Il Ludus Magnus era la più grande caserma per i Gladiatori esistente a Roma, vi è in luce solo una piccola parte, con una forma semiellittica sembra un piccolo anfiteatro, tutto intorno alla cavea vi era un portico dove si aprivano le celle dei gladiatori, che qui vivevano in prigionia e si allenavano. Il Ludus Magnus fu edificato da Domiziano e restaurato da Traiano, sulla piazza oltre al Ludus Magnus, vi erano altre 3 costruzioni, il "Ludus Matutinus" per gli addetti alla caccia delle fiere, il "Ludus Dacicus" ed il "Ludus Gallicus" che si distinguevano rispettivamente per la provenienza dei gladiatori o dalla Dacia o dalla Gallia. Vi erano anche i "Castra Misenatium" dove risiedevano i marinai della flotta di Miseno addetti alla manovra del velario, il "Sanitarium" dove venivano curati i gladiatori feriti, lo "Spoliarium" dove si raccoglievano i cadaveri, l'"Armamentarium" dove era il deposito delle armi, ed il "Summum Choragium" che era il magazzino delle macchine sceniche. Da ammirare nell'area l'Arco di Costantino. Fotografie Colosseo Anfiteatro Flavio Rione Celio Colosseo Anfiteatro Flavio, Rione Celio, Roma, foto Anna Zelli Scalinate del Colosseo Anfiteatro Flavio Rione Celio Roma Scalinate del Colosseo Anfiteatro Flavio, Rione Celio, Roma, foto Anna Zelli Fotografie Ludus Magnus Rione Monti Ludus Magnus, Area Archeologica via San Giovanni in Laterano, Roma, foto Anna Zelli Panorama e Vedute di Roma dal Colosseo Rione Celio Roma Panorama e vedute di Roma dal Colosseo, Rione Celio, Roma, foto Anna Zelli Fotografie dell'Anfiteatro Flavio : il Colosseo (Rione Celio) Roma
Colosseo, Anfiteatro Flavio, Roma, foto Anna Zelli Colosseo veduta dell'arena e dell'ipogeo rione Celio Roma
Colosseo veduta dell'arena e dell'ipogeo, rione Celio, Roma, foto Anna Zelli Colosseo la parte ricostruita sul lato del colle Celio Roma
Colosseo la parte ricostruita sul lato del colle Celio Roma, foto Anna Zelli Veduta interna del Colosseo Rione Celio Roma
Veduta interna del Colosseo Rione Celio Roma. foto Anna Zelli
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