Foro di Augusto via dei Fori Imperiali (Roma) fa parte del Rione Monti R. I sito web: www.annazelli.com
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foro di augusto via dei fori imperiali rione monti (roma) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Rione Monti R. I
Roma |
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Foro di Augusto, si trova a via dei Fori Imperiali, Rione Monti, Roma, č separato dal Foro di Traiano e da un edificio che attualmente ospita la Casa dei Cavalieri di Rodi, con la loggia del '400. I lavori per la edificazione del foro di Augusto, furono fatti eseguire da Augusto Ottaviano, il quale, fece edificare il nuovo foro a lui dedicato, per affermare il suo ruolo politico di imperatore e della sua famiglia alla guida della cittā di Roma. Augusto volle anche vendicare l'uccisione di Cesare suo padre adottivo, infatti una volta sconfitti gli assassini del padre a Filippi nel 42 a.C. , Caio e Bruto, Augusto fece il voto di dedicare un tempio a Marte Ultore, il Vendicatore, che venne infatti edificato nel suo nuovo foro che andava ad aggiungersi ai due giā esistenti, il foro Romano e il Foro di Cesare, e sarebbe stato destinato principalmente all'amministrazione della giustizia, i lavori ebbero inizio nel 31 a.C. sul terreno compreso tra il foro di Augusto e la Suburra che si estendeva alle sue spalle, e per edificarlo furono necessarie massicce opere di demolizione. Venne eretto anche un muro, per isolare la nuova piazza del foro di Augusto dai tuguri della Suburra e dagli incendi che spesso vi scoppiavano. Questa grande muraglia, fu fatta edificare da Ottaviano Augusto, la cui forma irregolare testimonia le difficoltā incontrate durante la sua costruzione, questo imponente muro di cinta formava il fondo del foro, i lati sud-est e nord-ovest erano dotati di un emiciclo del quale se ne distingue ancora oggi la forma. Sulle pareti erano state scavate delle nicchie all'interno delle quali vi erano racchiuse le statue di bronzo dei pių illustri personaggi romani, tra questi Enea con Anchise e Ascanio, i re di Alba da cui discende la gens Julia, Giulia, Romolo, Mario Silla ed altri grandi generali della Repubblica. Al centro e nella parte inferiore del foro c'era il Tempio di Marte Ultore, il vendicatore, al quale si accedeva attraverso una maestosa scalinata, alcune colonne della facciata e del lato destro dell'edificio sono state ricomposte e rialzate. Questo tempio ebbe un ruolo estremamente importante nella vita pubblica, vi veniva conservata come una reliquia la spada di Cesare, qui i membri della famiglia imperiale ricevevano la toga virile, cerimonia che segnava il passaggio dall'infanzia all'etā adulta, intorno ai 17 anni, allo stesso modo i magistrati inviati nelle province venivano investiti del comando, imperium, e al loro ritorno vi riportavano i trofei delle loro vittorie. Gli ingressi antichi al foro di Augusto attraverso il grande muro dei Pantani o della Suburra, erano 2, uno a 3 fornici e l'altro ad uno solo, e quest'ultimo č quello visibile ancora oggi, detto Arco dei Pantani, o Arco del Pantano di San Basilio, perché qui per l'avvallamento del terreno, vi si creava un acquitrino di acque stagnanti. Sotto i due ingressi scendevano due scale affiancate al podio del Tempio di Marte Ultore che terminavano sotto due archi onorari, uno dedicato a Druso Minore e l'altro dedicato a Germanico, figlio di Druso Maggiore, fratello dell'imperatore Tiberio, primo successore di Augusto. Il Foro di Augusto era lungo 125 metri e largo 118 metri. Oggi risulta monco perché la metā anteriore giace sotto la moderna via Alessandrina e parte sotto i giardini di via dei Fori Imperiali. Al centro sul lato di fondo sta il podio del tempio con una scalinata su cui si trovava l'altare. La facciata ed i lati del tempio presentavano ciascuna 8 colonne, di queste, ne rimangono in piedi solo 3 del fianco sinistro insieme al pilastro di fondo, mentre parte delle altre colonne č stata rialzata sulla parte frontale del tempio. Le colonne scanalate e di marmo di Carrara, erano alte 17,70 metri, sostenevano i grandi capitelli corinzi e racchiudevano la cella di cui resta una parte a forma di cassettoni. L'interno della cella presentava i lati lunghi colonnati con capitelli ornati da Pegasi, cavalli alati. La stessa cella, poi, terminava in una parete absidata, qui erano i simulacri di Marte barbato e armato, e di Venere vestita di un leggero chitone ed accompagnata da Eros e da Giulio Cesare. La presenza del dio Marte, qui venerato come Ultore, vendicatore, celebrava la vendetta di Augusto contro gli assassini di Cesare, il quale sconfisse ed uccise tutti i congiurati. Nello stesso tempo il dio Marte ricordava la discendenza divina di Augusto e della gens Julia, il dio Marte celebrato come il padre di Romolo e Remo, e la madre dei fondatori di Roma come Venere da cui discendeva la stirpe di Enea, sottolineando la discendenza divina di Augusto e della sua famiglia Giulia. La dea Venere era considerata la dea dell'amore e come si sa la parola "Roma" letta al contrario si legge "Amor". Quindi nel Tempio di Marte Ultore venivano ufficializzate la sacralitā e le origini leggendarie di Roma e il ruolo di giustiziere di Augusto. Alle spalle delle statue, nel recesso ultimo dell'abside, c'era il penetrale (il penetrale nell'antica Roma, erano le stanze pių interne dei templi dove si conservavano i simulacri delle divinitā ed i penati), dove Auusto fece conservare le insegne che i parti avevano tolto ai romani, sconfitti, nella battaglia di Carre in Asia Minore, e che Augusto, con un'abile operazione diplomatica aveva riottenuto. Questa operazione ricordava ai romani che Augusto metteva in atto una politica di pacificazione verso mirante a garantire sicurezza a tutto l'impero. La piazza del Foro di Augusto presentava un portico a colonne di cipollino sui 3 lati, probabilmente a due piani, ornato superiormente da un attico a cariatidi, con scudi recanti al centro la testa di Giove Ammone e di altre divinitā. Infine i lati lunghi del portico si aprivano in altre due grandi esedre che contenevano una serie di nicchie nelle quali erano sistemate le statue di bronzo dorato dedicate ai protagonisti della storia del ciclo troiano, da Enea, al periodo dei re fino ai grandi della repubblica. Augusto si collegava esplicitamente con tutto il passato di Roma da quello asiatico leggendario a quello mitologico laziale fino a quello storico romano. Al centro del foro era collocata la statua di Augusto su un carro trionfale. In fondo al portico di sinistra, c'era una sala quadrata, da qui oggi si vede il frammento di un piede di una enorme statua marmorea probabilmente di 14 metri di altezza. Questa statua raffigurava Augusto, la cui testa č probabilmente quella posta nel cortile della pigna ai Musei Vaticani. All'interno delle due grandi cornici marmoree, ancora visibili sulle pareti di questa sala, c'erano due dipinti del grande pittore Apelle raffiguranti Alessandro Magno accompagnato dai Dioscuri e dalla personificazione della Vittoria, e lo stesso re macedone sul carro trionfale con la personificazione della guerra in catene. L'identificazione iconografica tra Alessandro Magno e Augusto, fu poi pienamente confessata da Claudio, suo terzo successore, quando diede ordine di sostituire in questi due quadri alla testa di Alessandro, quella di Augusto stesso. La dinastia Giulio-Claudia, si concluse con la tragica morte di Nerone, alla quale succedette dopo un breve periodo di lotte la famiglia dei Flavi, con gli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano. Il fondatore della dinastia dei Flavi Vespasiano, iniziō la costruzione di un grande Foro di cui restano pochi resti chiamato Foro di Vespasiano o Tempio della Pace.Fotografie Foro di Augusto via dei Fori Imperiali Rione Monti Roma Foro di Augusto, via dei Fori Imperiali, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli
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