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Rioni di Roma

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Rioni di Roma

Rione Il termine "Rione" è una volgarizzazione del latino "regio", regione, ed è utilizzato sin dal Medioevo per indicare le zone del centro storico di Roma, secondo una suddivisione che è stata modificata più volte nel corso dei secoli.

Le 4 "Regiones Romane", VI secolo a.C. , erano dentro il pomerium furono istituite da Servio Tullio, non erano compresi né il Campidoglio per il suo carattere di cittadella difensiva e polo religioso, né l'Aventino che a quel momento era anche questa una zona al di fuori del pomerio.

  1. Suburana (Celio)

  2. Esquilina (Esquilino)

  3. Collina (Quirinale e Viminale)

  4. Palatina (Palatino e Velia)

Le 14 Regioni di Augusto, furono istituite epoca imperiale, includono anche i territori oltre i confini delle vecchie mura repubblicane, erano tutte sulla riva sinistra del Tevere, tranne Transtiberim, attuale Trastevere che era sul lato opposto del fiume.

  1. Porta Capena

  2. Caelimontium

  3. Isis et Serapis

  4. Templum Pacis

  5. Esquiliae

  6. Alta Semita

  7. Via Lata

  8. Forum Romanum

  9. Circus Flaminius

  10. Palatium

  11. Circus Maximus

  12. Piscina Publica

  13. Aventinus

  14. Transtiberim

Rioni di Roma : Storia da Augusto alla Città Leonina Con la caduta dell'Impero Romano e la decadenza di Roma come centro culturale la popolazione diminuì e si perse anche la suddivisione amministrativa interna della città. Intorno al XII secolo iniziò a delinearsi una nuova suddivisione in 12 parti, non per una imposizione dall'alto ma semplicemente per uso comune. Anche se le zone erano diverse da quelle antiche, si continuò ad usare lo stesso termine: regio in latino e rione in volgare. Il termine "Rione" deriva dunque da "regione" e fa riferimento alle 14 regioni di Augusto, delle quali 13 erano poste sulla riva sinistra del Tevere, e l'ultima, Trastevere, sulla riva destra. Anche se esistono alcune corrispondenze sul piano topografico, i rioni attuali che si sono formati nei secoli attraverso il medio evo, l'età moderna e dopo l'unità d'Italia sono un'altra cosa rispetto alle regioni augustee. E' esistita una continuità tra la Roma di Augusto e di Traiano, I e II secolo, e la Roma di Costantino del IV secolo, che pose la nuova capitale dell'Impero da Roma a Costantinopoli. La Roma del IV secolo, come al tempo dei re della prima repubblica è di nuovo una città cinta di mura, le mura aureliane. Roma era a quel tempi la capitale dell'impero e una metropoli, ma al pari di essa lo erano anche nel IV e nel V secolo Milano e Ravenna, centri urbani vitali e sede di residenze imperiali. Esiste ancora una certa continuità tra la Roma Imperiale e la Roma del V e del VI secolo, nonostante Roma abbia subito la devastazione dei barbari, saccheggiata nel 410 dai Goti di Alarico, e nel 455 dai Vandali di Genserico, e abbia subito anche le devastazioni della guerra bizantino-gotica dal 535 al 553, in questo periodo la città di Roma oltre ad avere una suddivisione amministrativa ha anche una suddivisione in 7 regioni ecclesiastiche. Nel VII secolo si attenua la continuità di Roma, con la Roma Imperiale, a causa di un grande spopolamento con il conseguente degrado urbano, cui si aggiunsero la cristianizzazione degli antichi templi pagani e la modifica dello spazio urbano. Il processo di "Cristianizzazione" della città di Roma fu avviata da Costantino, dopo la sua vittoria su Massenzio, e nel 610 ad opera di Papa Bonifacio e con il consenso dell'Imperatore Foca trasforma il Pantheon, tempio di tutte le divinità pagane, in una chiesa la Chiesa di Santa Maria ad Martyres. Costantino fondò la cattedrale e il palazzo vescovile o episcopio al Laterano, presso le mura aureliane e i terreni imperiali, luogo decentrato, perché la zona del Foro e il centro di Roma erano ancora un deposito culturale pagano difeso dal residuo potere della aristocrazia senatoria. Anche se la fede del popolo cristiano fin dai primi secoli del cristianesimo si era concentrata sul monte Vaticano alla tomba di Pietro, fuori del perimetro della cinta muraria aureliana in posizione opposta rispetto alla zona del Laterano. Per un lungo periodo i due poli di attrazione della cristianità e dei pellegrini, saranno il Laterano e il Vaticano.

Tra la fine del VII e la fine dell'VIII secolo la cinta muraria di Roma era lunga 18 chilometri, le mura Aureliane, iniziate nel 272 da Aurelio, restaurate e sopraelevate da Massenzio nel 309-312, di nuovo restaurate e rafforzate da Onorio nel 402-403, cingono a protezione una città abbandonata, spopolata, più che altro adibita a spazi coltivati, con pochissimi nuclei abitati, poche decine di migliaia, addensate nell'ansa bassa del Tevere, e su 1400 ettari davvero pochi sono gli edifici, spopolamento del centro di Roma, dovuto anche al taglio degli acquedotti da parte dei barbari. In questi secoli, gli aggregati urbani di Roma sono essenzialmente nell'ansia fluviale del Tevere, altri, minori, nel borgo vaticano, nella zona del laterano, nel vecchio insediamento di Trastevere, e nella cittadella di San Paolo fuori le mura, una sorta di 5 insediamenti autonomi, data la distanza tra loro. Con il tempo, questi spazi cosi frazionati, e una cinta muraria talmente malridotta che non ha più l'azione di difesa della città, si consolida lo sviluppo di vari sistemi difensivi "locali" ancorati alle antiche vestigia della Roma imperiale. Tipico esempio la Mole Adriana, oggi Castel Sant'Angelo, che da Mausoleo di Adriano, si trasforma in fortilizio che controlla il passaggio dalla città di Roma al Vaticano. Per cercare di risolvere la crisi di urbanizzazione, in età carolingia l' imperatore Adriano I avvia un programma edilizio coerente, tra il 772 e il 795 restaura le mura aureliane, riattiva alcuni acquedotti, regola il corso del Tevere per rendere minori i danni delle frequenti inondazioni specie nella zona bassa più abitata, soprattutto edifica molti luoghi di culto per la nuova città papale sede della cristianità in occidente, Ed è in questo periodo carolingio di rinascita della città, che sorgono nel Ducato di Roma nuovi poli abitativi soprattutto quando, a metà dell'VIII secolo la chiesa perde i patrimoni fondiari in Sicilia e Calabria, ed allora inizia a valorizzare i possedimenti terrieri intorno a Roma. Si avvia così un periodo di riorganizzazione territoriale del Lazio e di Roma, con relative modificazioni economiche, sociali e insediative che favorirà lo sviluppo del potere papale a Roma, Nascono le domus cultae, nella cinta extraurbana della città, una sorta di insediamenti fortificati al centro di estese zone rurali, per incentivare il lavoro agricolo, queste domus, saranno la base locale del potere della Chiesa. Nella metà del IX secolo, molti uomini provenienti dalle domus cultae lavoreranno alla costruzione della città Leonina. Che cambierà l'aspetto della antica Roma imperiale. Il Papa impegna le sue attività edilizie sul mons Vaticanus e le zone circostanti (Borgo), lì dove era la Tomba di Pietro, sede di culto fin dalle origini della cristianità, e a poco a poco qui si concentrerà il centro del Cristianesimo in occidente. Proprio sotto al mons Vaticanus si era formato un borgo, da "burg" per la presenza di popoli anglosassoni o germanici, che non era sufficientemente protetto, mal collegato alla città di Roma per il crollo del ponte Neroniano e per la presenza del solo ponte Elio difronte a Castel S.Angelo. Proprio in questo borgo con chiese ed edifici di un certo rilievo vi si stabilì Carlo Magno durante il suo soggiorno romano. Dopo la disastrosa incursione dei Saraceni nell'846, diventa impellente provvedere alla difesa del Borgo, e in pochi anni tra l'847 e l'852, la città Leonina diventa realtà, grazie a Papa Leone IV, al soglio dall' 847 all'855, il quale innalza una cinta muraria (mura leonine) autonoma rispetto alle mura aureliane della città, che fa perno sul ponte Elio, diventato ponte Sant'Angelo, il cui transito è controllato dalla trasformata Mole Adriana in Castel Sant'Angelo. Il nuovo insediamento Leonino, benchè sia al di qua del Tevere, rimane distaccato sia rispetto alla città di Roma che alla vicina zona di Trastevere. La città Leonina benchè sia una estensione minuscola rispetto alla antica Roma imperiale, nell'epoca alto medioevale, è una città importante e nei secoli successivi i due poli più importanti saranno il Campidoglio e la città Leonina e saranno questi i nuovi punti capitali per la topografia della città di Roma, ed anche se il clero tenterà a lungo di mantenere la zona del Laterano come sede del clero, alla fine prenderò atto che questa zona è emarginata rispetto alle altre zone della città più urbanizzate. Roma a poco a poco diventa la città dei pellegrini, la città assume nuove percorsi viari, ricordati nei "Mirabilia Urbis"ed alla fine tra l'VIII e il IX secolo la continuità della città con la Roma Imperiale si attenua perfino nella memoria storica.

I Rioni nella Roma Medioevale L'antica città dopo aver toccato nel IX secolo un primato negativo, nei secoli X e XI torna a vivere, popolandosi di nuovo, ed è in questo periodo che i notai romani usano il termine "rione" non tanto per indicare una regione amministrativa o una suddivisione urbana ma più che altro per indicare una zona abitata (regio que dicitur Massa Iuliana all'Esquilino, o regio que vocatur Clivus Argentari sotto il Campidoglio). Nel XII secolo, la milizia cittadina, l'exercitus romanus, era divisa in 12 "bandora" o insegne probabilmente corrispondenti topograficamente ai 12 Rioni della zona sinistra del Tevere, mentre quelli di Trastevere e dell'Isola Tiberina erano raccolti in reparti distaccati rispetto agli altri 12. La suddivisione della milizia cittadina era su base territoriale rapportata sia ai quartieri che alle suddivisioni urbane minori, come le parrocchie, le vicinie, le contrade, i gonfaloni. La menzione dei 12 Rioni appare nel XII secolo, rioni che probabilmente dovevano essere stati delineati anche nei secoli precedenti, ma non si sa nulla di preciso. Negli atti notarili del XII secolo al termine Rione venivano associate altre specifiche territoriali, come "in regione Trivii in contrada de Arcionibus" oppure in "regione Columne Antonini in parochia Sanctae Mariae in via". In questo periodo i notai riportano circa 30 Rioni, il che testimonia una città allargata, ed è improbabile che derivino dalle 12 Regioni Augustee o dalle VII regioni ecclesiastiche del III secolo o dalle 12 regioni militari dell'età bizantina. Anche se probabilmente quella più attendibile del termine Rione e Territorio sia il riferimento alle divisioni della città in 12 regioni militari, in quanto le regioni militari corrispondevano topograficamente ad una porzione di territorio, ma questo nuovo assetto del tessuto urbano, non ha nessuna continuità con quello antico, essendosi le popolazioni dislocate in ambiti abitativi diversi da quelli originari. Sicuramente il termine "rione" deriva da "regione" ma il termine non ha niente a che vedere con la continuità territoriale precedente. Nel XII secolo Roma non ha più lo stesso assetto urbano del periodo Augusteo, perché anche l'assetto del terreno della città a causa delle invasioni barbariche, delle guerre e delle distruzioni e delle inondazioni del Tevere si è modificato, con un rialzo di 5 o 6 metri, i palazzi crollati, vennero interrati, e la città si sviluppa all'interno della cinta muraria in modo disomogeneo, con nuclei abitativi sparsi qua e là, in mezzo a vaste aree deserte. All'inizio del XIII secolo in un codice viennese redatto da un anonimo, nei Mirabilia Urbis : , appare una lista dei rioni romani in 12 Rioni Principali e 26 Rioni Secondari.

Suddivisione dei Rioni di Roma nel 1220-1226

  1. portica San Pietro (Città Leonina, o Borgo)

  2. Ponte

  3. Scorteclaria o contrada dei cuoiai

  4. Parione

  5. San Lorenzo in Damaso

  6. Campo Marzio

  7. San Lorenzo in Lucina

  8. Colonna

  9. Santa Maria in Aquiro

  10. Sant'Eustachio

  11. Vigna Tedemarii

  12. Arenula

  13. Caccavarii o Contrada dei Catinari

  14. Sant'Angelo dei Pescivendoli

  15. Pigna

  16. San Marco

  17. Trivio o Trevi

  18. via Lata

  19. Campitelli

  20. Sant'Adriano

  21. Biberatica o Piperatica

  22. Monti o Laterano

  23. Ripa

  24. Marmorata,

  25. Isola Tiberina

  26. Trastevere

Questa suddivisione anonima dei rioni in 13 più 13, forse si riferisce al periodo in cui Brancalone degli Andalò, senatore e capitano del popolo romano dal 1252 -55 e 1257-58, affidò a 26 uomini "buoni" due per ognuno dei 13 rioni, la rappresentanza del popolo, eletti dal popolo romano per riformare la città.

I 13 Rioni di Roma nella metà del XIV secolo si ha una lista più completa riportata nella "Polistoria" del romano Giovanni Cavallini De Cerroni :

  1. Monti e Biberatica

  2. Trevi e via Lata

  3. Colonna e S. Maria in Aquiro

  4. Campo Marzio e San Lorenzo in Lucina

  5. Ponte e Scorteclaria

  6. Eustachio e Vigna Tedemarii

  7. Arenula e Cacciavarii (Regola)

  8. Parione e San Lorenzo in Damaso

  9. Pigna e San Marco

  10. S. Angelo in foro piscium

  11. Ripa e Marmorata

  12. Campitelli e S. Adriano

  13. Trastevere

In pratica dall'inizio del XII secolo alla metà del XIV secolo si ha un periodo di assestamento urbano, sia pure in un periodo di crisi dovuto allo spostamento della sede papale ad Avignone e alla peste nera. Ad ogni modo nel 1305, gli statuti dei Mercanti, confermano la rappresentanza popolare in 13 "anziani". Anche se i Notai, in epoca medioevale e moderna continuano ad essere imprecisi nei loro atti stipulati, la lista dei Rioni in 13 rimarrà comunque invariata fino alla fine del XVI secolo. Nella seconda metà del XIV secolo dopo il ritorno definitivo dei papi da Avignone a Roma, la città è influenzata dal potere delle maggiori famiglie baronali romane. Sorgono infatti torri e fortilizi, e i campi trincerati della aristocrazia, i quali sfruttano le grandi costruzioni dell'età romana imperiale, oppure ne inglobano i ruderi. Come per i Savelli al Teatro Marcello all'Arenula, per gli Orsini a Monte Giordano tra piazza Navona e Campo de Fiori, per i Colonna dai Ss Apostoli fino all'Agosta o Augusteo. In tutti i rioni sono presenti i complessi immobiliari di queste grandi famiglie di antica stirpe o di recente ricchezza. Le singole famiglie romane, si concentrano ciascuna in una zona ben definita della città, ed oltre all'edificio vero e proprio sono presenti spazi aperti, intermedi tra il privato ed il pubblico, con porticati, logge, balconi, scale, in modo da rendere compatto e più difendibile lo spazio della famiglia nobiliare e dei suoi appartenenti. L'unico vero continuum urbano della città di Roma, rimane l'ansa del Tevere, densamente costruita ed abitata, distinto in due nuclei quello a ridosso del Campidoglio, sede delle rivendicazioni popolari di autonomia cittadina , e Castel S. Angelo avamposto del Vaticano che sta diventando la residenza del Papa "Signore" anche di Roma. Roma ha un aspetto composito, si intrecciano la cultura antica, basti ricordare Cola di Rienzo, e alla sua utopia politica, il tentativo municipalistico di imitare i comuni dell'Italia centro-settentrionale, e le loro autonomie politiche, insieme alla funzione di centro della Cristianità che si sta formando, con le terre pontificie prossime a trasformarsi in Stato Pontificio.

I Rioni nella Roma Rinascimentale Dal XV al XIX secolo nella città e nei rioni di Roma interverranno molte trasformazioni ad opera dei Papi, questo rinnovamento continuo comporterà la distruzione della Roma medioevale, della quale rimangono pochi resti isolati, ed anche la parte antica della città è stata stravolta nei secoli, durante il periodo rinascimentale , barocco ed i successivi. Nel XV secolo Roma ha le stesse dimensioni delle città europee, ma è anomalo il rapporto tra le zone abitate costruite e le zone deserte all'interno delle mura aureliane. Anche i rioni costruiti sull'ansa del Tevere sono separati tra di loro ed esistono molti spazi non costruiti. Nella prima metà del Quattrocento, l'aumento della popolazione spinge a riedificare la zona di Trivio o Treio (Trevi), che è periferica rispetto alla zona più costruita della città. Alla fine i vecchi rioni vengono costruiti anche nelle parti un tempo deserte in modo da rispondere alla espansione demografica. Due papi, Papa Martino V, che forse fu il primo a stabilire la numerazione dei rioni, e Papa Eugenio IV, avviarono molti lavori di restauro e di abbellimento della città. Poi con Papa Niccolò V, al soglio dal 1447 al 1455, iniziano gli interventi edilizi e viari che dovevano esprimere la grandezza e la bellezza di Santa Romana Chiesa ed il primato della Roma papale attraverso il volto rinnovato della città. Niccolò V avvia i lavori di ampliamento della Basilica di San Pietro, abbellisce il palazzo papale in Vaticano, e quello di Santa Maria Maggiore, allarga e restaura le mura vaticane, restaura l'antica città Leonina, ne rinnova l'impianto viario, che fa perno su Castel S. Angelo, che viene rinforzato con nuove torri e nuove mura. Con Papa Niccolò V si conclude un processo urbano avviato da Papa Innocenzo III agli inizi del XIII secolo, lavori ripresi da Papa Niccolò III e Bonifacio VIII e alla fine del XV secolo la cittadella vaticana è quasi del tutto completata. La nuova cittadella vaticana, il cui perno è tra la Basilica di San Pietro, le mura leonine, Castel S. Angelo e Ponte Sant'Angelo benchè piccola e separata rispetto al centro della città che è più grande per estensione, inclusa nelle mura aureliane ma poco abitata, diventa il polo di attrazione religioso europeo. Papa Niccolò V interviene anche nella Roma delle mura aureliane, Ristruttura e pavimenta la piazza del ponte S, Angelo e imposta le 3 grandi dorsali di ponte S. Angelo : la via Recta, la via Papale e la via Mercatoria. Restaura ponte Milvio e ponte Nomentano, completa il risanamento dell'acquedotto Vergine, e fa costruire la prima Fontana di Trevi, ed in più ordina che vengano smantellati tutti gli spazi intermedi , porticati logge e quant0altro, che concorrevano a rendere compatti i patrimoni immobiliari dei vari gruppi delle famiglie della nobiltà romana. Per papa Niccolò V, il Vaticano deve essere il luogo simbolico della "Res publica Christiana" e Roma la capitale del nuovo principato pontificio. Tutto il suo impegno in funzione del futuro stato Pontificio esclude tutte le altre realtà municipalistiche. Restaura il Campidoglio, ma vi impone il nuovo segno del potere papale : le due chiavi incrociate. In più procede alla nuova urbanizzazione dell'immenso rione Monti, fino ad allora quasi deserto, per diminuire le zone di influenza delle famiglie nobili romane. La strategia urbana di Papa Niccolò V non è condivisa dai suoi immediati successori ma alla lunga rimarrà vincente e sarà ripresa da molti altri papi. Alla fine del quattrocento i confini dei rioni sono ancora labili, e gli atti notarili presentano ancora incertezze nell'assegnare una chiesa o un isolato a un rione o all'altro. Si comincia a costruire ovunque, tra una contrada e l'altra, negli orti, nei cortili, nei vicoli, formando un insieme continuo di nuove strade. Con Papa Sisto IV, al soglio dal 1471-1484, diventa obbligatorio abbattere i luoghi intermedi tra pubblico e privato, e quindi non solo i porticati, le logge, i poggioli, ma anche tutto quello che sporge, i balconi, e si procede anche al raddrizzamento delle strade, e alla loro pavimentazione. Il mercato urbano si sposta dal Campidoglio a piazza Navona, il che rende ancora più centrale il Rione Parione, inoltre vengono facilitati i collegamenti anche con Trastevere con la riedificazione del Ponte di Agrippa o Gianicolenze, e Campo de Fiori diventa una sorta di baricentro della città di Roma. In questo periodo storico i Rioni posti sull'ansa del fiume Tevere come s. Angelo, Ripa e Campitelli diminuiscono la loro importanza a favore dei rioni di Pigna, S. Eustachio, Parione, Ponte e Borgo. Borgo non è un rione a se stante ma è una entità territoriale con un suo carattere ben preciso. Si cominciano anche a dissolvere le grandi proprietà immobiliari delle antiche famiglie nobiliari romane, e si edificano edifici atti ad ospitare il personale della curia. Il rione Ponte a causa delle frequenti inondazioni del Tevere era poco abitato e frequentato solo da chi esercitava lavori considerati sporchi come quello dei cuoiai, "Scorteclara" da "scortum" pelle, cuoio, o dei beccai. Con la nuova urbanizzazione Ponte, Parione e Borgo collegati tra di loro acquistano una nuova rilevanza, non solo economica, ma anche giudiziaria, culturale, e centrali saranno le zone di Campo de Fiori e di piazza Navona. Successivamente l'impegno edilizio papale si amplia nelle zone di Trevi, Colonna e Campo Marzio, fino a piazza del Popolo. Papa Alessandro VI al soglio dal 1492 al 1503, continua l'opera di Papa Niccolò V, trasforma radicalmente Castel S. Angelo, costruisce la Torre Borgia nei giardini Vaticani, rafforza le mura vaticane, e le mura di Passetto o Corridore di Borgo, per collegare i palazzi vaticani alla fortezza di Castel S. Angelo, ingrandisce ed abbellisce i palazzi vaticani. Interviene sull'impianto stradale di Borgo, sventra la parte medioevale, aprendo la via Alessandrina o Borgo Nuovo, una strada lunga 450 metri, che porta in linea retta a San Pietro. Borgo Nuovo, Borgo Vecchio, Borgo S, Angelo e Borgo S. Spirito, sono il complesso di collegamento da Castel S. Angelo alla Basilica Vaticana. Alla fine del Quattrocento, Borgo diventa la residenza privilegiata dalle famiglie potenti collegate alla curia pontificia. Papa Giulio II, al soglio dal 1503 al 1513, rafforza la strategia urbana papale, reprime le nostalgie municipalistiche, a favore di una Roma che sia la sede del papato e centro della Cristianità, traccia nuove vie, ancora oggi esistenti, come via della Lungara, che è un rettilineo, lungo un chilometro, che da porta S. Spirito, collega Borgo alla Porta Settimiana a Trastevere, cosi per la prima volta i due insediamenti pur rimanendo separati hanno una via di collegamento. Apre, poi, a Trastevere via della Lungaretta, che diventa l'asse di congiunzione parallelo al fiume tra la Basilica di Santa Maria in Trastevere e il ponte di Santa Maria, o Maggiore, o Senatorio, oggi Ponte Rotto. Apre inoltre la via Giulia, anche questa ad opera di un grande sventramento, che collega la zona fluviale antistante ai resti dell'antico ponte Neroniano, con ponte Sisto, e la via Giulia diventa così luogo di residenza di nuovi personaggi potenti e di banchieri come Agostino Chigi. Con Papa Giulio II si chiude l'era dei grandi interventi papali tesi a creare nuovi assi stradali nei vecchi rioni. Papa Leone X al soglio dal 1513 al 1521, e Papa Clemente VII al soglio dal 1523 al 1534 sistemeranno le vie che poi diverranno il grande tridente di piazza del Popolo, ovvero la via Leonina o di Ripetta, la via Clementina (poi via Paolina Trifaria) o del Babuino, e nel contempo si diffonde l'uso di edificare ville all'interno dei colli del Quirinale, dell'Esquilino, del Palatino, del Pincio, del Celio, del Gianicolo e di Monte Mario, avviando un nuovo tipo di insediamento signorile che sarà alla base delle lottizzazioni moderne.

I Rioni nella Roma Moderna Papa Paolo III al soglio dal 1534 al 1549, si concentra su tutta la città di Roma, perché vuole che diventi il centro della cristianità, avvia il Concilio di Trento e la Controriforma, affida a Michelangelo la progettazione del Campidoglio, che diventerà il centro amministrativo papale e non più la sede delle rivendicazioni comunali. Con bastioni fortificati rinnova la cita muraria di Roma, cercando di ridurne il perimetro tra l'Ardeatina e l'Aventino. Rafforza Castel Sant'Angelo e le mura vaticane. La città del Vaticano e la zona di Borgo rimangono isolate e collegate al resto della città solo da Ponte S. Angelo. Saranno di importanza per i collegamenti viari da ponte S. Angelo l'apertura sul lato opposto del ponte l'edificazione di via Panico e di via Paola, che si aggiungono alla esistente via del Canale oggi via del Banco di Santo Spirito (le 3 vie, dette "piccolo tridente" per distinguerlo dal tridente di piazza del Popolo). Queste vie facilitavano anche il collegamento con la via Giulia. Papa Pio IV, al soglio dal 1560 al 1565, nella seconda metà del XVI secolo apre nuove vie di fronte al suo Palazzo Farnese, sulla grande piazza omonima, apre la via dei Baullari che va verso piazza Navona, su piazza Navona apre la via Agonale, via della Scrofa e via Ripetta (verso piazza del Popolo). Poi apre un sistema ortogonale di strade intorno al Pantheon, apre la via Trinitatis che sono le attuali via dei Condotti, via del Clementino e via della Fontanella Borghese, per avere un accesso in direzione della Trinità dei Monti, di cui ne favorisce lo sviluppo urbanistico. Su un antico tracciato romano apre la via Pia, un rettifilo di 1600 metri, che conduce alla nuova Porta Pia di Michelangelo, questa via sembra non avere un rapporto con il resto della città, ma sarà poi fondamentale dopo la Breccia di Porta Pia, con il nome di via XX Settembre. Sempre Papa Pio IV amplia la città Leonina aprendo Borgo Pio difeso da nuove mura più ampie e più forti. L'area della cittadella vaticana è più che raddoppiata, e c'è spazio anche per i successivi Borgo Vittorio e Borgo Angelico che saranno tracciati poco dopo (Borgo inteso come via), da Papa Gregorio XIII. Poi si aggiunge una nuova zona urbanizzata, il quartiere dei Pantani, o dei Fori ottenuto rialzando il terreno (sarà smantellato il epoca fascista). Nel 1555 c'è la istituzione del primo Ghetto romano, per gli Ebrei romani che in precedenza vivevano nella zona di Trastevere, si trasferirono spontaneamente nei rioni di Parione, Ripa, Regola e in special modo a S. Angelo. Papa Paolo IV circonda con un muro parte del rione di S. Angelo che rimane amputato e vi rinchiude gli ebrei romani, in un ettaro di abitazioni per 1500-2000 persone, con piccoli ingrandimenti in questa zona verranno rinchiusi molti ebrei dello Stato Pontificio, e tristemente fino al 1870 il Ghetto romano, avrà la connotazione di "modello" europeo. A questa novità del ghetto, si accompagna la lenta costruzione della Roma dei Papi, nella quale i singoli rioni perdono di importanza, e considerati solo come base per la milizia pontificia. Papa Gregorio XIII al soglio dal 1572 al 1585, fa edificare la "Reggia del Quirinale", che verrà ingrandita e sarà la residenza del Papa quale detentore anche del potere temporale, quindi alla antica contrapposizione Vaticano - Laterano, si aggiunge quella del Vaticano - Quirinale (centro della cristianità e centro della capitale pontificia). Insieme alla Reggia del Quirinale sorgono anche ville sulle zone collinari dei rioni Colonna, Trevi e Monti. Papa Sisto V al soglio dal 1585 al 1590 sarà famoso per le vie, per la sistemazione degli obelischi, e per le sue costruzioni. Fa edificare lo stradone di San Giovanni, collegato alla via Merulana di Papa Gregorio XIII, la via Felice, un rettifilo di 3300 metri, che corrisponde alle attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via De Pretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde, via Santa Croce in Gerusalemme, apre la via Panisperna, nell'immenso rione Monti. Sempre Sisto V nel 1586 rompe la tradizione dei 13 Rioni, creando in Borgo il rione numero 14 che fino ad allora faceva parte del rione Ponte. Alla fine del seicento la città papale è unificata, non ci sono pericoli interni, ne insurrezioni municipali ne quelle baronali. Il Pontefice regna del Quirinale e i cardinali vivono nei loro palazzi o nelle grandi ville collinari, in zone migliori e più salubri dell'ansa del Tevere che era malarica. L'urbanizzazione dei rioni viene anche facilitata dal ripristino degli acquedotti. Anche Papa Paolo V, al soglio dal 1605 al 1621, sarà grandioso per le sue strade, concepite per riorganizzare la rete viaria dei rioni tra loro, tra queste la via Paolina, la via dei Capocci, la via degli Zingari, vicolo Cimarra alla Suburra e al rione Monti. Fa edificare via San Francesco a Ripa, via delle Fratte di Trastevere, che aprono una via di sviluppo di Trastevere verso Ripa Grande. Il Papa Paolo V e il Cardinale nepote Scipione Borghese, faranno edificare il Palazzo Borghese a Campo Marzio per imporre la presenza della famiglia papale nella città. Dopo la breccia di Porta Pia palazzo Borghese rimarrà intatto, mentre la villa Ludovisi che si trovava nella parte collinare del Rione Colonna della Famiglia di Papa Gregorio XV, al soglio dal 1621 al al 1623 verrà lottizzata nel 1886 dando vita al Rione Ludovisi. Papa Urbano VIII, al soglio dal 1623 al 1644, rinnoverà la cinta muraria di Borgo e di Trastevere, inglobando il Gianicolo e arretrando la porta Portese sul fiume. Si supera per la prima volta la separazione tra i due rioni quello di Borgo e di Trastevere, che avranno un nuovo sviluppo. Fino al XX secolo i rioni avranno un assetto costante. Si da il via alla Roma barocca dei rioni Sant'Eustachio, Colonna, Trevi e Campo Marzio. Papa Alessandro VII, al soglio dal 1655 al 1667 sistema piazza San Pietro, piazza del Popolo, piazza Colonna e piazza della Pace, effettua massicci sventramenti nella zona di Borgo, che niente avranno da invidiare a quelli successivi. Piazza San Pietro diventa il grande teatro dell'universo, e anche Borgo cambia aspetto. Per creare la piazza Rusticucci, sventra Borgo nuovo e Borgo vecchio, anticamera del colonnato del Bernini e della piazza San Pietro, sposta gli insediamenti verso i borghi esterni al Passetto di Borgo, verso Borgo Pio, Borgo Vittorio e Borgo Angelico. Tra il Seicento e il Settecento, i rioni rimangono invariati, nonostante l'edificazione del grande Complesso del San Michele a Ripa Grande, gli interventi sui porti di Ripa Grande e sul Porto di Ripetta, l'edificazione della scalinata di Trinità dei Monti, della Fontana di Trevi, le facciate di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano e ancora molto altro. Tutte le opere edilizie servono a rafforzare il potere dei Papi, a migliorare l'aspetto della città papale in occasione degli Anni Santi, e Roma farà mostra di se al mondo, diventando la città dei pellegrini per eccellenza. Sussistono ancora nella prima metà del XVIII incertezze sui confini dei rioni anche a livello amministrativo, per le ronde notturne, per la pulizia delle strade, per la assistenza ai bisognosi. Nel 1722 i due Rioni Colonna e Trevi ricorrono in tribunale l'assegnazione del Palazzo Conti ora scomparso a via di Santa Maria in Via. Solo con Papa Benedetto XIV, nel 18 Maggio del 1743, vengono fissati i confini dei Rioni e l'anno seguente questa decisione è ribadita da 330 lapidi ai confini dei rioni con il loro nome e il loro stemma. Nella seconda metà del Settecento si impone il gusto per l'archeologia e l'antico, e cosi accanto alla Roma dei Rioni ci sarà la Roma archeologica e degli scavi. Il settecento finisce con gli ultimi spazzi di Papa Braschi, Papa Pio VI, al soglio dal 1775 al 1799, dopo ci sarà l'arrivo delle truppe francesi e delle truppe imperiali. La Roma giacobina del 1798 tenta di razionalizzare i Rioni in 12 nuove circoscrizioni :

I Rioni di Roma nel 1798, durante l'occupazione francese della città, si tentò una razionalizzazione della suddivisione tradizionale, con l'istituzione di 12 rioni (tra parentesi c'è la corrispondenza moderna):

  1. Terme (parte di Monti)

  2. Suburra (parte di Monti)

  3. Quirinale (Trevi)

  4. Pincio (Colonna)

  5. Marte (Campo Marzio)

  6. Bruto (Ponte)

  7. Pompeo (Regola e Parione)

  8. Flaminio (Sant'Eustachio)

  9. Pantheon (Pigna e Sant'Angelo)

  10. Campidoglio (Campitelli e Ripa)

  11. Gianicolo (Trastevere)

  12. Vaticano (Borgo)

    In pratica questa riorganizzazione amministrativa tenta di rendere omogenee le circoscrizioni come popolazione ed estensione territoriale, e l'idea di recuperare i nomi della Roma repubblicana. Poco dopo la Roma Napoleonica sostituisce la classificazione del 1798 con 8 Giustizie o Giudicarie di Pace :

    I Rioni di Roma poco dopo la Roma napoleonica viene suddivisa nuovamente in 8 parti, ora chiamate ufficialmente "Giustizie": In questo modo i rioni più piccoli furono accorpati a quelli più grandi. Il pregio di tale risistemazione fu che i francesi imposero di scrivere su tutte le strade i rispettivi nomi con la zona di appartenenza: per la prima volta non ci fu nessuna ambiguità riguardo ai confini. Il periodo successivo fu di relativo ristagno senza novità rilevanti nell'organizzazione della città.
     

  13. Monti

  14. Trevi

  15. Colonna e Campo Marzio

  16. Ponte e Borgo

  17. Parione e Regola

  18. Sant'Eustachio e Pigna

  19. Campitelli, S. Angelo, Ripa

  20. Trastevere

Vi saranno in questo periodo interventi di restauro e di abbellimento come la sistemazione del Pincio e di piazza del Popolo dal Valadier, l'occupazione francese incide sulla vita della città di Roma per il divieto di sepoltura in città, con l'avvio del cimitero extraurbano del Verano, e l'imposizione dal 1802 delle targhe delle vie che devono contenere il nome e per ogni edificio il numero civico. Questo porrà fine alle incertezze degli atti notarili, ci sarà anche l'introduzione del catasto parcellare urbano iniziato da Papa Pio VII nel 1816 ed entrato in vigore nel 1835 con Papa Gregorio XVI. A Termini sorge la prima stazione ferroviaria e la linea ferrata solca parte del rione Monti. All'inizio del pontificato di Papa Pio IX, al soglio dal 1846 al 1878, Roma è ancora una città piena di verde , di luoghi non fabbricati e adibiti a coltivazioni. I rioni più densamente costruiti sono quelli antichi di Ponte, Parione, Regola, Sant'Eustachio, Pigna, S. Angelo, affiancati dalla espansione rinascimentale e barocca dei rioni di Trevi, Colonna, Campo Marzio. All'interno delle mura aureliane la parte non costruita di Roma è del 55%, con punte massime del 70% nel rione Monti, dell'80% nel rione Ripa, i quali nel 1850 sono ancora il regno del silenzio e della solitudine. Sotto Papa Pio IX verranno impostate le linee ferroviarie per i Castelli, per Napoli, per Civitavecchia per Orte, che confluiscono sul raccordo di Porta Maggiore e poi per Termini. Anche il Tevere ha una importanza fondamentale per Roma, i suoi antichi molini fluviali rifornivano di farina la città di Roma, ma le sue piene erano un disastro per chi abitava a ridosso delle sue rive, dove l'acqua poteva arrivare anche a 2 o 3 metri di altezza. Sotto Papa Pio IX per l'aumento demografico da 153000 abitanti a 226000, si avviano costruzioni di palazzi a più piani, adatti anche per essere affittati, si avviano le lottizzazioni intorno a piazza Indipendenza e a via Nazionale, promosse dal Monsignor Francesco Saverio De Merode, il quale prima e dopo il 1870 sarà alla testa di numerose imprese speculativo-fondiarie che continueranno anche dopo la sua morte.

I Rioni di Roma Capitale Dopo il 1874, 3 secoli dopo Papa Sisto V i rioni ufficiali di Roma aumentano a 15, si aggiunge l'Esquilino che viene ritagliato dal Rione Monti, dove l'edilizia piemontese raggiunge il suo massimo con l'edificazione dei portici di piazza Vittorio. In pochi decenni Roma ha un afflusso di immigrati ed arriva ad essere di quasi 500000 abitanti, il richiamo dei flussi immigratori è per la nuova funzione di Roma Capitale, per il cambiamento del suo assetto verso la modernità, si da un impulso sfrenato all'edilizia, che in un certo senso voleva anche distruggere quanto i Papi avevano comunque fatto per rendere bella e fastosa la città. Nel 1871 la superficie costruita è di 383 ettari, cui si aggiungono nel 1891 altri 147 ettari, e nel 1921 altri 116 ettari. L'antica città di Roma con i suoi Rioni, le ville e gli spazi verdi viene completamente stravolta in peggio e senza nessun criterio esteticamente degno di una città come Roma. Per decenni a partire dal 1873 i piani regolatori vanno dietro alle speculazioni edilizie. Con le nuove espansioni si costruisce e si istituisce il nuovo rione Prati, che avrà la dignità di Rione solo per la sua vicinanza territoriale a Borgo e non per una sua tradizione storica consolidata, come è per gli altri rioni del centro di Roma. Tutte le costruzioni piemontesi servono ad ospitare il nuovo ceto impiegatizio e ministeriale, Dopo la Breccia di Porta Pia, in un trentennio le società con capitali che vengono da fuori, come stranieri, prestanome di enti ecclesiastici, banchieri, convertono molti terreni agricoli n edificabili, con un rialzo immediato dei prezzi. Si ha anche una espansione di Roma fuori delle cerchia delle mura aureliane, e questo perché i terreni costano meno, per risparmiare sul dazio, essendo le cave per i materiali da costruzione più vicine, e perché se si costruisce fuori porta si ha diritto alle sovvenzioni soprattutto per chi farà le bonifiche nell'Agro Romano. In Prati si costruiscono villini, edifici, palazzi intensivi, si inizia a costruire ovunque, dal Trionfale, al Salario, alla Nomentana, a San Lorenzo. Nel 1911 si hanno gli sdoppiamenti dei rioni storici di Roma, ed appaiono i primi quartieri extraurbani, dove il termine "quartiere" designa una circoscrizione  situata al di fuori della cerchia urbana del centro. La speculazione fondiaria ed edilizia, si accompagnano ad una carenza di cultura urbanistica. E' stata stravolta senza nessun criterio la magnifica città dei Papi. Quello che incide sulla città sono i Muraglioni sul Tevere e l'edificazione dei Lungotevere, e l'apertura di grandi arterie. Interventi che hanno comportato demolizioni su grande scala, allontanando gli abitanti più poveri dei rioni dalle loro case, modificando il tessuto storico, sociale, e l'indentità rionale. Sempre dopo l'unità d'Italia una enorme mole di edifici di proprietà dello stato pontificio passano al demanio comunale, come enti religiosi, opere pie, enti ecclesiastici, e vengono riutilizzati come sede per ministeri, amministrazioni centrali, tribunali, presidi militari, caserme, biblioteche, scuole, anche quando questi edifici sono inadatti per le funzioni da svolgere sia per tipo di costruzione sia per la loro collocazione urbana. Dopo il 1870 nasce la Roma dei Ministeri, dopo un primo nucleo di ministeri concentrati tra via XX Settembre, delle Finanze, della Guerra e della Agricoltura, si passa a Porta Pia per il Ministero dei Lavori Pubblici, al Viminale per il Ministero dell'Interno, a via Arenula per il Ministero di Grazia e Giustizia, a via del Re (oggi viale Trastevere) per il ministero della Pubblica Istruzione, a via Flaminia per il Ministero della Marina. La costruzione di un ministero modifica il carattere e la topografia della zona dove è edificato, infatti per il Ministero di Palazzo Giustizia a via Arenula e per la contemporanea edificazione dei muraglioni e del lungotevere, e il riassetto della zona del Ghetto Ebraico, sono stati cancellati gran parte dei rioni di S. Angelo e Regola. Roma continua ad avere una inarrestabile immigrazione e fermento edilizio, in 80 anni dall'unità d'Italia la popolazione di Roma passa da 500000 abitanti a 3 milioni, per arrivare alla espulsione dei più poveri dal centro e relegarli nelle zone periferiche, anche i Rioni storici perdono il loro carattere storico. I Rioni che presentano ancora oggi una identità spiccata sono Testaccio e Trastevere anche se il continuo ricambio sociale, ne sta cambiando anche a loro inevitabilmente la fisionomia.

I Rioni di Roma dopo l'unità d'Italia In sintesi tutto cambiò quando Roma diviene Capitale d'Italia. L'afflusso continuo di immigrati dal resto d'Italia più la nascita di tutti i centri necessari ad una capitale comportarono un'intensa urbanizzazione ed una crescita della popolazione, sia all'interno mura aureliane che all'esterno. Nel 1874 i rioni divennero 15 con l'aggiunta dell'Esquilino ricavato da Monti. All'inizio del XX secolo si iniziarono a vedere suddivisioni dei rioni esistenti e nacquero i primi quartieri anche al di fuori delle mura aureliane. Con il crescere della città il loro numero è progressivamente aumentato fino ad arrivare agli attuali 22 Rioni, (ai quali si sono formati anche Quartieri che ruotano intorno ai 22 rioni del centro di Roma), Prati negli anni Venti è l'ultimo rione ad essere stato istituito e con Borgo, a trovarsi al di fuori delle mura aureliane.

I 22 Rioni di Roma

 
 
 
 
 
 

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