Chiesa della Madonna dei Monti (di Santa Maria dei Monti) è a via della Madonna dei Monti, Rione Monti, Roma, un tempo dove oggi si ammira la chiesa c'era una casa che era stata parte del monastero delle clarisse, abbandonato, diviso e messi in affitto i locali, mentre un altro locale era adibito a fienile, il 18 aprile 1579 una tale Camilla, pigionante della casa, si recò dai proprietari i nobili Attavanti, dichiarando che non voleva più abitare lì perché erano 3 notti che la casa tremava dalle fondamenta, la casa fu esaminata, ma le scosse proseguirono anche nelle notti seguenti, e tutti gli inquilini credettero che la casa fosse infestata dagli spiriti. Chiunque accorse sul posto constatò che la casa era come in preda ad un terremoto. Poi un certo Giampietro, fienarolo, entrò nel fienile, ed iniziò a controllare le pareti a colpi di falce, quando sentì una voce che diceva . "non mi ferire!", ed ancora "perdonate a mio Figlio se non a me". A parlare era l'immagine della Madonna con il Bambino Gesù tra i Santi Stefano, Lorenzo, Francesco e Agostino, dipinta su una parete di una ex sala del monastero. La notizia si diffuse per il rione, ed una donna di nome Anastasia, moglie di un carrettiere di nome Vincenzo, ormai cieca, accompagnata dove era l'immagine della Madonna, da due amiche, riacquistò la vista. Dopo questo evento miracoloso ogni giorno una folla di infermi e bisognosi si accalcava davanti alla casa, finchè alla fine Papa Gregorio XIII, al soglio dal 1572 al 1585, Boncompagni decretò che l'immagine fosse trasferita nella vicina chiesa di San Salvatore ai Monti. Nella notte dell'8 Maggio 1580, alcuni prelati accompagnati dai muratori si avvicinarono alla casa per obbedire all'ordine pontificio, ma qualcuno vegliava e dato l'allarme a suon di campane affrontò con i monticiani gli intrusi che dopo una rissa violenta furono messi in fuga. Durante la rissa ci fu una pioggia violenta che cessò solo quando gli inviati del Papa si ritirarono, ma Papa Gregorio XIII non si arrese, inviò guardie e architetti che però trovarono le strade chiuse dalle barricate. Allora il maggiordomo del pontefice monsignor Bianchetti convinse il Papa a lasciare l'immagine sul posto e si offrì di pagare per un altare, mentre il cardinale Sirleto protettore dell'Istituto dei Catecumeni si dichiarava pronto a sostenere le spese per la costruzione di una chiesa. I miracoli continuavano a ripetersi, ed allora il papa diede l'assenso alla costruzione della chiesa che il cardinale Sirleto affidò a Giacomo della Porta. Nel 1583 il senato e il popolo di Roma, decretarono che ogni 26 di aprile, anniversario del primo miracolo non si tenessero sedute in Campidoglio e si andasse alla Madonna dei Monti per assistere alla Messa cantata e per offrire un calice d'argento. San Benedetto Labre fu colpito da malore mentre usciva dalla chiesa della Madonna de Monti, soccorso, spirò in una casa a via dei Serpenti, il suo corpo rimase integro per diversi giorni, fu sepolto qui ed a lui è dedicato un altare nel transetto di sinistra all'interno della chiesa. I lavori per la edificazione della chiesa durarono fino ai primi del Seicento, importanti restauri sono stati eseguiti nel 1899. La facciata è armonica, in travertino è in stile rinascimento, ha due ordini con paraste e capitelli corinzi, ampie cornici, nicchie simmetriche modanate con eleganza, un bel portale classico con loggia superiore colonnata, il tutto chiuso da un timpano e ornato da una serie di volute che si succedono nella parte superiore. All'incrocio con il transetto è impostata una cupola ad otto spicchi su un alto tamburo ottagonale in cui si aprono alte finestre. L'interna ha una unica navata a croce latina, sulle cui pareti sono ricavate delle cappelle abbastanza profonde, sotto la cupola si apre un ampio transetto. Nella volta degli affreschi di Cristoforo Casolani del 1620 rappresentanti "l'Ascensione". La cappella di destra è dedicata a San Carlo Borromeo, è ornata da pitture seicentesche, con le "storie della vita del Santo". Questa cappella venne pagata da un ebreo convertito di nome Andrea Baccino. Nella seconda cappella vi è una tela di E. Tarenghi eseguita nel 1949, esempio di pittura idealistico descrittiva che aveva la sua maggiore iconografia nei "santini". Nella terza cappella vi è la "Pietà" di Antonio Viviani, detto il Sordo, realizzata nel 1588, mentre di Lattanzio Mainardi è la "Flagellazione di Cristo", di Paris Nogari è la "Salita al Calvario". Nel transetto vi è un altare dedicato a San Vincenzo de Paoli ideatore di una fondazione della carità. Di fronte c'è l'altare dedicato a San Benedetto Labre la cui statua funebre venne scolpita da Albacini nel 1892 ed è posta sotto l'altare. L'altare maggiore della Basilica della Madonna dei Monti è opera di Della Porta, è formato da una fastosa edicola sormontata dalle statue del "Salvatore tra gli angeli", ed è qui che si trova il famoso affresco della miracolosa Madonna. Nell'abside affreschi del Gemignani che sembrano dei grandi arazzi barocchi. Nella cupola tra gli altri vi sono gli angeli opera di Cesare Nebbia e del caravaggesco Orazio Gentileschi. La terza cappella della navata a sinistra contiene "l'Adorazione dei Pastori e dei Magi" di gerolamo Muziano e Cesare Nebbia. Nella sagrestia un lavabo marmoreo disegnato da Onorio Longhi alla fine del Cinquecento ed ornato al centro dalla piccola riproduzione a rilievo di una delle vasche di piazza Farnese, vi sono anche armadi e cassettoni del Seicento, realizzati in pesanti tavole di noce. Vedi anche le foto e la descrizione della cupola della chiesa della Madonna dei Monti.