Il parco del Colle Oppio, fa parte del Rione Monti, Roma, è una sorta di giardino archeologico, si trova sul colle Oppio, che è insieme al colle Cispio e al colle Fagutale, una della tre alture che formano il colle Esquilino, nella suddivisione Augustea il colle Oppio era compreso nella Regio III, in una zona chiamata Isis et Serapis (vedi il Tempio di Iside) ed è sul colle Oppio, colle, che degrada verso la valle del Colosseo, la via Labicana, via Cavour, via Giovanni Lanza, che si estendono per 11 ettari i giardini del parco. i quali sono su una buona parte della superficie anticamente occupata dai resti della Domus Aurea, delle Terme di Traiano e delle Terme di Tito, mentre le strade circostanti al parco furono intensamente edificate solo tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento. Dopo la sistemazione urbanistica, l'area della Domus Aurea e delle Terme di Traiano prese il nome di parco Oppio, mentre tutta l'area archeologica delle altre rovine delle Terme di Traiano e delle Sette Sale fu chiamata Parco Traianeo, anche se comunque quest'ultimo, forma un tutt'uno con il parco del colle Oppio. Dopo l'Unità d'Italia, nel 1871, e successivamente in epoca Fascista, nell'ambito della nuova urbanizzazione di Roma, una parte dell'area del colle Oppio venne destinata a giardini pubblici ed inserita in un progetto di tutela dei beni archeologici. Già in epoca romana, il colle conobbe fastose dimore con una intensa urbanizzazione dei ceti nobili, in direzione dell'antico vicus Suburanus e del Portico di Livia, fu qui che Nerone edificò la sua Domus Aurea seguita poi dalle successive Terme di Tito e dalle Terme di Traiano. Vi si stabilirono, poi, in epoca cristiana, sempre nella zona del colle Oppio, il Titulus Eudoxiae ,attuale basilica di San Pietro in Vincoli ed il Titulus Equitii oggi chiesa di San Martino ai Monti. Se nel Medioevo il colle Oppio, venne progressivamente abbandonato e l'area adibita a giardini ed orti, il Colle Oppio in epoca imperiale romana, fu la sede di fastose opere architettoniche, infatti all’interno del parco Oppio si trovano eccezionali testimonianze di età imperiale, tra queste i resti della Domus Aurea e delle Terme di Tito e parte delle Terme di Traiano, mentre le Sette sale e altri resti delle Terme di Traiano fanno parte del Parco Traineo. La Domus Aurea, dimora per l'imperatore Nerone, vastissima nelle sue dimensioni, fu realizzata su progetto degli architetti Severo e Celere, fu un’opera colossale, la cui estensione comprendeva anche l’area dove sarebbe più tardi sorto il Colosseo, Svetonio e Plinio riportano che nel vestibolo della costruzione poteva entrare una statua dell’imperatore alta 120 piedi, circa 36 metri, gli arredi erano fastosi, e come rivestimenti delle pareti e dei soffitti furono utilizzati materiali come l'oro, l'avorio, le gemme e le conchiglie , questa enorme dimora venne in gran parte distrutta da un incendio del 104, spogliata degli oggetti più preziosi, interrata e sopra di essa vennero edificate le Terme di Traiano. La dimora imperiale della Domus Aurea, purtroppo a causa di crolli ancora oggi nel 2012 è in fase di restauro e chiusa al pubblico. Le Terme di Traiano furono edificate su progetto dell'architetto siriano Apollodoro, il quale si occupò anche dell'edificazione del Foro di Traiano, le Terme di Traiano, divennero il modello di riferimento per tutte le successive opere termali imperiali. Apollodoro curò attentamente gli aspetti inerenti l’orientamento della struttura, in maniera da riuscire ad ottimizzare l’esposizione alla luce del sole e minimizzare il fastidioso effetto dei venti. L’enorme richiesta d’acqua per i bagni era soddisfatta dalla riserva delle "Sette Sale", i cui resti sono visibili sul lato del parco Traianeo. Le terme di Traiano, si estendevano su un’area vastissima ed includevano una varietà di ambienti come palestre, piscine, saune, frigidarium, tepidarium e calidarium, sale massaggi, biblioteche, oltre a spazi destinati alla conversazione ed aree verdi, cosi le terme, originariamente adibite solo all’igiene ed alla cura del corpo, divennero anche un luogo di incontro, aperto anche ai ceti popolari. Oggi, nell'area del parco del colle Oppio, lungo i viali e i giardini da cui si può godere della magnifica vista del Colosseo, del Celio e del Palatino, si trovano quindi i resti della Domus Aurea di Nerone, delle Terme di Traiano e delle Terme di Tito; questa area archeologica venne sistemata a giardino pubblico solo a partire dal 1928 fino al 1936, in epoca fascista, epoca caratterizzata da una forte esaltazione dei fasti dell’impero romano e dalla valorizzazione delle aree a verde pubblico, salvaguardando almeno questa parte di Roma da quello scempio urbanistico che ha purtroppo colpito altre zone di altrettanto valore storico della città. La prima fase di sistemazione del parco Oppio venne realizzata su progetto dell'architetto Raffaele de Vico, tra il 1928 e il 1932, il quale riqualificò la zona della grande esedra delle Terme di Traiano, la scarpata su via Labicana, il lato verso via Mecenate. L'interno del parco Oppio è percorso dai due viali principali che sono il viale Mizzi ed il viale della Domus Aurea, i quali sono entrambi dotati di un ingresso monumentale ai giardini del parco. Il parco ha anche delle belle fontane, tra queste, due fontane gemelle affacciate su via Labicana, la fontana delle anfore, la fontana ottagonale e il grande ninfeo con decorazioni zoomorfe in tufo queste ultime tre realizzate da A. Giorgiutti. In fondo al Ninfeo, vi è una balconata in travertino, che è un bellissimo belvedere sul colle Celio. Mentre è da ammirare su via della Domus Aurea, la statua in bronzo dedicata a Alfredo Oriani, realizzata nel 1935 da Ercole Drei. Il parco fu dotato anche da una varietà di piante mediterranee, tra queste pini, lecci, oleandri, piante esotiche come le palme, un piccolo roseto, e piante aromatiche come il mirto e l'alloro. La parte superiore del parco comprende gli imponenti resti delle Terme di Traiano, la cui sistemazione e tutela venne curata da Antonio Munoz, tra il 1935 e il 1936. Nonostante il parco del colle Oppio sia davvero di notevole importanza archeologica, è incredibile vedere purtroppo per la mancanza di vigilanza come sia diventato il ritrovo dei senzatetto, ed utilizzato per lavarsi, per dormire e per mangiare, e purtroppo anche come "latrina a cielo aperto". Comunque malgrado il degrado che deturpa i giardini, il Ninfeo infatti è privo di acqua, le fontanelle dei Fasci quasi tutte distrutte, il parco del colle Oppio rimane una incantevole area di Roma, un'oasi di pace e di bellezza archeologica lontana dal caos cittadino, spero che le Amministrazioni siano più lungimiranti e capire che il vero "petrolio italiano" sono le sue ricchezze artistiche, che vanno tutelate e mantenute alla memoria dei posteri.