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TORRE DEI CONTI RIONE MONTI (ROMA)

La Torre dei Conti, si trova in via Tor de Conti,  alta 30 metri, è tra via Cavour, all'altezza di Largo Ricci, e via dei Fori Imperiali, fa parte del Rione Monti, Roma, la famiglia Conti importante nel XIV secolo, ebbe a Roma vari possedimenti e numerose torri, ebbero oltre questa anche la Torre delle Milizie, la torre dei Conti era in origine più grande e la costruzione ebbe inizio a partire dall'869, secondo il Rossini, e fu ultimata da Riccardo Conti, fratello di Papa Innocenzo III. La torre prese il nome da Lotario dei Conti di Segni che poi divenne pontefice con il nome di Papa Innocenzo III. Venne eretta su disegno di Marchionne Aretino, principe degli architetti militari, sulle rovine del Templum Telluris, la cui cella si trova nelle fondamenta. Nel 1348 si ebbe a causa di un terremoto il crollo della torre che si ridusse a poco più che un rudere, pertanto venne abbandonata e mantenuta nello stato di rovina fino al 1620, epoca in cui venne ricostruita a cura della Camera Apostolica e successivamente a cura di Papa Urbano VIII. Nel 1630 la torre non essendo stata del tutto ricostruita, minacciava di crollare di nuovo e per questo fu ordinato di abbatterla, ma nel 1644 ci fu un nuovo crollo con due uomini morti, e 4 muli morti, alla fine la torre venne restaurata solo nel 1933, ed attualmente è di 29 metri, probabilmente molto più bassa della sua altezza originaria, ma anche se mutilata conserva ancora oggi tutta la sua poderosa mole, i contrafforti di rinforzo furono fatti collocare da Papa Alessandro VIII, oggi all'interno sono ospitate delle associazioni e uffici comunali. La Torre dei Conti era una torre privata, una sorta sia di fortezza che di abitazione, la torre alta circa 30 metri è a pianta quadrangolare, ha un aspetto tozzo, sul lato settentrionale verso la salita del Grillo ha uno zoccolo a fasce bianco nere, con due costoloni che partono dallo zoccolo e arrivano alla sommità, la trama del muro  al di sopra delle fasce di scaglie , in laterizio, ha un arco cieco sulla destra, che si ripete anche sull'altro lato, probabilmente erano gli antichi accessi per i quali essendo alti rispetto al terreno, bastava alzare una scala per garantire l'incolumità del complesso. Verso i Fori Imperiali c'è una base più bassa rispetto al livello stradale, una parte inferiore a fasce bianco-nere, più bassa che negli altri lati, finestroni con spesse inferriate , finestre che paiono messe alla rinfusa, come se i piani all'interno non debbano seguire un ordinato avvicendarsi, la trama in laterizio, solo fino alla metà del fianco, intonaco sulla parte restante. Sul lato orientale verso la via Tor de Conti, vi sono fasce bianco-nere, fino al limite della strombatura, con un arco cieco. Il lato verso Largo Ricci ha due ingressi per gli uffici pubblici, con fasce alternate, cortina in laterizio e costoloni di rinforzo, manca l'ingresso del Sangallo che venne rinvenuto nel 1738, ma che non si sa che fine abbia fatto. La scelta di fortificazione nel luogo ove sorge la torre dei Conti non era stato certo casuale, qui c'era la più alta presenza monumentale di Roma antica, i Fori, erano una sorta di cava inesauribile di materiale pregiato e robusto, ed era anche strategicamente a metà strada della via papale tra la Basilica di San Pietro e la Basilica del Laterano. L'area Laterana era la sede del Papa, come vescovo di Roma, fino alla cattività avignonese, sede anche della corte pontificia, mentre San Pietro aveva, grazie alla presenza della tomba dell'apostolo Pietro, quella continuità che il Papa doveva comunque mantenere con il primo pontefice. Da li si controllava anche il Campidoglio, e le temibili torri dei Frangipane. Avere un papa in famiglia garantiva la forza, la fama e il potere per l'intera stirpe futura. Riccardo Conti si fece finanziare l'opera della Torre dei Conti da Papa Innocenzo III, la torre venne ultimata nel 1238 su progetto di Marchionne d'Arezzo già autore della Torre del Grillo. La prima originaria Torre ad opera di Papa Niccolò I era probabilmente di scala più modesta e mai ultimata. Ad ogni modo, solo con Riccardo Conti la Torre dei Conti, assunse un aspetto tanto imponente da fare impressione al poeta Petrarca e a tutti coloro che ebbero l'occasione di vederla. Per la costruzione di questa torre a farne le spese furono anche i Fori di Augusto i Fori di Cesare e soprattutto il Foro di Nerva, che verrà ridotto alle sole "Colonnacce". La Torre dei Conti fagocitò la prima torre del IX secolo, le strutture romane dei fori imperiali, ed in particolare il "Templum Telluris" il Tempio della Terra, che si trovava alle spalle del tempio di Nerva. La Torre, come ci racconta il Gregorovius, era di forma quadrangolare su un poderoso basamento a 3 ripiani, il cui perimetro andava restringendosi dal basso verso l'alto, per finire con una guarnizione di merli a 3 punte, e la sua vetta sembrava toccare le nuvole. La Torre era vista come minacciosa dal popolo romano, tantè che poi Papa Innocenzo III nel 1203 venne costretto dai romani alla guida dei Capocci, ad allontanarsi dalla città e a ritirarsi a Ferentino o Anagni, dove si ammalò gravemente, e Giovanni Capocci occupò la torre dei Conti proclamandola cittadina. L'anno successivo il papa tornò a Roma deciso a riprendersi la sua Torre. La Torre a seguito del terribile terremoto del 1348 venne dimezzata, lo stesso terremotò colpì anche la Torre delle Milizie. Alla fine la Torre per la mutata situazione politica venne messa da parte e non più utilizzata a fini bellici, gli ultimi restauri vennero effettuati nella metà del '500 e poi cadde in un periodo di lungo abbandono.  Fu anche adibita ad abitazione quando fu di proprietà di Camillo Conti. Nel 1620 la Reverenda Camera Apostolica ordinò dei lavori di restauro, segno questo del progressivo stato d'abbandono del complesso. Nel 1738, il duca di Poli, proprietario, ordinò dei lavori di scavo e riuscì a liberare la antica porta di ingresso disegnata dal Sangallo.

La Famiglia Conti di Segni era una nobile famiglia romana originaria di Anagni con la denominazione "de Comitibus", presente a Roma dal XIII secolo, con due cardinali Saxo e Giovanni, per i quali era già in atto la corruzione in "Conti". Il prestigio del casato arrivò con Lotario che fu elevato al pontificato nel 1198 con il nome di Papa Innocenzo III, antesignano del più puro neopotismo, infatti affidò i feudi nel circondario di Anagni ai suoi familiari, che ebbero il dominio dentro Roma, e centro del potere della famiglia fu la Torre delle Milizie a largo Magnanapoli, all'interno del Foro di Traiano. Hugulmo, nipote del papa fu cardinale, e così i suoi cugini,  Giovanni, Ottaviano ed un altro Saxo. I Conti divennero i veri padroni della Curia ed ebbero altri due papi nel XIII secolo. Il primo fu il cardinale e vescovo di ostia Ugolino Conti, nato nel 1170 e morto nel 1241, pontefice nel 1227 con il nome di Papa Gregorio IX. Appena eletto inviò una lettera a Federico II ricordandogli di partire per la crociata e quando dopo 3 giorni l'imperatore tornò a causa della peste scoppiata a bordo delle navi, lo scomunicò. Allora Federico II ripartì per la Palestina, e sebbene scomunicato, conseguì la corona regale a Gerusalemme dopo aver concluso un accordo con il sultano d'Egitto che garantiva ai cristiani libero accesso alla città santa. Nel frattempo Papa Gregorio IX aveva sciolto dal giuramento di fedeltà i sudditi dell'impero e aveva inviato un esercito al comando di Giovanni de Brienne ad invadere il Napoletano. Federico II tornato nel suo regno, lo respinse e contemporaneamente sobillò il popolo romano, costringendo Papa Gregorio IX alla fuga, potè rientrare a Roma solo dopo aver accettato la pace con Federico II, che si concluse a San Germano il 23 Luglio del 1230. L'imperatore venne assolto dalla scomunica ed il papa si ritirò nelle terre occupate nell'Italia meridionale. Nel 1228 canonizzò Francesco d'Assisi, che era morto da soli 2 anni, e pose la prima pietra della chiesa  di San Francesco d'Assisi . La pace durò poco, le Costituzioni di Melfi, emanate da Federico II colpivano i privilegi ecclesiastici, a queste si aggiunse il vero e proprio contrasto politico in relazione ai Comuni che Federico II voleva assoggettai e Papa Gregorio IX autonomi. Ma l'occasione per la nuova rottura venne dal matrimonio del figlio naturale di Federico, Enzo, con Adelasia, erede del regno di Torres e Gallura in Sardegna, per cui Federico aveva nominato il figlio re di Sardegna, isola che i papi ritenevano un loro feudo. Così nel 1239 papa Gregorio IX lanciò la seconda scomunica contro Federico II e fu guerra aperta tra i due. Federico iniziò ad incamerare i beni ecclesiastici e ad  invadere Roma, mentre il papa nel 1241 indisse un concilio  a Roma per trovare una soluzione definitiva al conflitto. Federico II fece attaccare la flotta genovese che trasportava i prelati del concilio facendoli prigionieri, quindi avanzò verso Roma per costringere il papa a cadere, ma papa Gregorio IX nel frattempo moriva a Roma il 22 agosto del 1241. Il terzo papa della famiglia dei Conti fu papa Alessandro IV, il quale continuò la politica antisveva del suo predecessore, ma si ritrovò impotente di fronte a Mafredi che si fece incoronare a Palermo nel 1258 Re di Sicilia e della Puglia, e ricorse alla scomunica ma non riuscì ad imporre il candidato Carlo d'Angiò sul trono. Promosse con energia l'attività dell'inquisizione e fu vano il suo impegno per l'unione delle chiese orientali. Ebbe inoltre violenti contrasti con il senatore Brancaleone  degli Andalò aperti agli interessi del popolo e fu costretto a lasciare Roma andando a risiedere a Viterbo, dove morì. Per i successivi 100 anni la faglia dei Conti  attraversò un periodo di oscurantismo perdendo il vicariato, ma nel 1353 un Giovanni Conti si vide assegnato dallo stesso capitano del popolo di Segni il feudo del Comune di Segni. I discendenti seguitarono ad essere fedeli al papato ed il capo della famiglia ebbe il titolo onorifico di Gran Maestro del Sacro Ospizio, una sorta di guardia del corpo del Papa. Proprio per questa fedeltà al papato tra papa Paolo IV e il re di Spagna Filippo II videro il loro feudo assalito e saccheggiato nel 1557 dai soldati del Duca di Alba e da Marcantonio Colonna  al servizio della Spagna. Finita la guerra tornarono nel loro territorio fino al 1575,  quando Segni andò in eredità agli Sforza, i Conti di Segni si estinsero con Giovan Battista, marito di Livia Colonna, la cui figlia Fulvia sposò Mario Sforza e morì nel 1611. Restò però un ramo cadetto detto dei Conti di Poli dal ducato di Poli e Guadagnolo che proseguì la fortuna della famiglia a Roma con Lotario, marito di Violante Farnese e in seconde nozze di Giulia Orsini, dalla quale ebbe figli che rivestirono importanti cariche in Curia.  E' da questo ramo che venne il quarto papa della famiglia, da Michelangelo Conti di Poli, nato nel 1655 e morto nel 1724, grazie al quale la famiglia ebbe il palazzo Poli nel Rione Trevi. Fu governatore di Ascoli Piceno, Frosinone e Viterbo, nonchè nunzio pontificio in Svizzera e in Portogallo, fu cardinale e resse le diocesi di Osimo e Viterbo, venne eletto papa nel 1721 con il nome di Innocenzo XIII, intransigente oppositore del giansenismo, ne rinnovò la condanna nel 1722, e rimproverò i Gesuiti, accusati dai missionari di altri ordini religiosi di abuso di potere in terra di missione. Nel 1722  conferì a Carlo VI l'investitura del Regno di Napoli e fece alcune riforme nello Stato Pontificio , come la liberalizzazione del commercio del grano. Il Ramo dei Conti di Poli si estinse nel 1808 con Michelangelo, il titolo ducale passò per ragioni testamentarie agli Sforza Cesarini e da questi ai Torlonia per motivi di dote. Un Giuseppe del ramo cadetto, nel 1820, rivendicò il titolo dei Conti ed acquistò il feudo di Trevignano; con il figlio Filippo si impegnò nella valorizzazione del territorio mediante la "soccida", una particolare società instaurata con i coloni condividendo utili e perdite con il padrone. Nel 1855però il marchese toscano Gino Ginori si avvalse di un codicillo testamentario in base al quale aggiunse il cognome Conti acquistando a sua volta il feudo di Trevignano vendutogli da Filippo Conti, si originò così il casato dei Ginori, principi di Trevignano e nobili romani.

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Torre dei Conti, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli

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Torre dei Conti, via dei Fori Imperiali, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli

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Torre dei Conti, via dei Fori Imperiali, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli

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