Villa Aldobrandini, via Mazzarino, fa parte del Rione Monti, Roma, si trova sull'estremità del colle Quirinale, colle che in antico era chiamato "Collis Latiaris" il quale era attraversato dalla via detta "Alta Semita", che dava il nome alla VI Regio Augustea. La villa Aldobrandini che ha uno splendido giardino pensile di 8 ettari, ha un ingresso su via Mazzarino, e affaccia su Largo Magnanapoli, sui Mercati Traianei e la Torre delle Milizie, un lato è su via Nazionale e un altro lato su via Panisperna. Dall'ingresso della villa Aldobrandini su via Mazzarino, è possibile vedere i resti di costruzioni risalenti al II secolo, sui quali l'originaria villa fu edificata dall'architetto Carlo Lombardi per la famiglia Vitelli nella seconda metà del cinquecento, il quale ampliò il portone di ingresso costruendovi sopra una loggia: del padiglione che è su largo Magnanapoli angolo con via Panisperna, qui vi era una cordonata che dava l'accesso all'entrata principale, oggi scomparsa. Successivamente la villa passò agli Aldobrandini, e fu ampliata per volere del cardinale Pietro Aldobrandini, nato il 1571 e morto nel 1621, nipote di Papa Clemente VIII Aldobrandini, il quale, agli inizi del seicento, diede incarico a Giacomo della Porta, di ampliare la villa ed edificare il corpo principale del primo padiglione della villa orientandone l'ingresso principale su via Panisperna. Giacomo della Porta, dotò la villa di scale, di logge, e di una facciata sul giardino, arricchito da fontane, vasi, cippi, sedili, alberi e statue (quelle attuali sono delle copie e versano in una situazione disastrosa come del resto tutta la villa è in uno stato di abbandono, senza custodi, e preda dei "senza tetto" che la utilizzano come rifugio, posto dove lavarsi ed anche per altro che non sto a dire). La villa sontuosamente arredata, era un punto di richiamo per i maggiori artisti dell'epoca, infatti conservava opere d'arte di importanti artisti italiani come Giovanni Bellini, Correggio, Giorgione, Leonardo, Mantegna, Tintoretto, Tiziano, Veronese, Dosso Dossi e più in generale di artisti della scuola veneta e ferrarese, oltre alla scuola dei Carracci, di Raffaello e dell'ambiente romano, la villa Aldobrandini, custodiva opere importanti della produzione pittorica italiana cinquecentesca e degli inizi del Seicento. Faceva parte dell'arredo della villa anche un affresco romano, risalente al I secolo noto come le "Nozze Aldobrandini", rinvenuto nel 1601 nel rione Esquilino e che oggi è conservato ai Musei Vaticani, nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Nelle varie successioni ereditarie, dopo la morte del cardinale, la Villa passò alle famiglie Pamphilj e Borghese, che spostarono nelle Gallerie dei propri palazzi gran parte della collezione Aldobrandini e quindi molti di questi tesori d'arte sono andati perduti. La villa è stata acquistata dopo l'Unità d'Italia, dallo stato Italiano, che dal 1929 ha aperto al pubblico i giardini di villa Aldobrandini, i 3 padiglioni; è del 1939 la scalinata di via Mazzarino e il nuovo ingresso alla villa è opera dell'architetto Cesare Valli. Dalla Terrazza del giardino pensile di Villa Aldobrandini, si gode uno dei magnifici belvedere di Roma, un bellissimo panorama, a destra del Quirinale e del palzzo del Quirinale e dell'obelisco , di fronte su largo Magnanapoli verso i Fori e il Vittoriale e a sinistra verso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, la Torre delle Milizie i Mercati di Traiano., la salita del Grillo, e la imponente Chiesa dei Santi Domenico e Sisto. Purtroppo l'apertura della via Nazionale alla fine del XIX secolo, ha mutilato gran parte del giardino, che oggi è sostenuto da alti muraglioni di contenimento, La villa in precedenza, comprendeva, secondo uno schema cinquecentesco, un edificio, un giardino segreto e un parco che si estendeva fino al palazzo del cardinale Scipione Borghese, oggi palazzo Pallavicini Rospigliosi. Fu l'architetto Marcello Piacentini negli anni 30, ad aggiungere su via Panisperna un portone, che è l'entrata principale al palazzo Aldobrandini e ai giardini privati, sede dell'Istituto Internazionale per l'Unificazione del diritto.