Via Baccina va da via Tor de Conti a via dei Serpenti, fa parte del Rione Monti, Roma, il nome della via deriva dalla famiglia Baccini che qui ebbe delle proprietà. Il Ruffini racconta di aver visto un palazzo molto antico con l'indicazione di "via Baccina", palazzo che doveva anche avere il blasone dei Baccini, che si vedeva sul cornicione, forse una casa fatta costruire da Andrea Baccini, morto nel 1614, da qui il nome della via, benchè i Baccini fossero presenti a Roma già da prima del XVI secolo. Alla Basilica dell'Aracoeli ci sono due tombe dei Baccini, una di Bartolomeo Baccini, fiorentino, datata 1597 e l'altra di Baccio Baccini, consigliere datata 1581. Un antico progetto di Papa Alessandro VII del 1666, prevedeva il prolungamento della via fino alla congiunzione con via degli Zingari, e tale idea fu ripresa dopo l'unità d'Italia nel 1878, ma il progetto non ebbe seguito in quanto si scoprì che gli edifici presenti sulla via Baccina per la maggior parte erano privi di fondamenta, pertanto si rese necessario costruire una serie di arconi sotterranei per fortificare gli stabili e la spesa fu enorme. Qui un tempo c'era l'Albergo chiamato "Ad Crucem Militensem" che ricordava una vicina via, scomparsa, chiamata via della Croce Bianca dell'Ordine di Malta. Fino al 1943 sulla via Baccina era presente anche un giardino, che apparteneva agli Agostiniani, che però venne espropriato per la costruzione del Mercato coperto. Vi erano nella via numerose edicole sacre e tabernacoli per la maggior parte scomparsi, oggi restano solo due edicole sacre sulla via Via Baccina. Al numero 32 di via Baccina una lapide a Ettore Petrolini ricorda il famoso attore e commediografo di teatro, romano, che qui abitò, autore di satire e personaggi affini alla cultura futurista. Sulla via Baccina è presente l'Oratorio della Santissima Vergine Addolorata. Sempre sulla via Baccina, in fondo verso la salita del Grillo, vi è una edicola sacra della Vergine che sembra che per le impressioni degli eventi accaduti nel 1796, mosse gli occhi.