Basilica di Santa Pudenziana via Urbana (Roma) fa parte del Rione Monti R. I sito web: www.annazelli.com
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La Basilica di Santa Pudenziana, in via Urbana, Rione Monti, Roma, fu forse una delle prime basiliche di Roma, se ne ha notizia da una lapide del 384, dove oltre ai nomi di Ricimero e Clearco, si fa anche quello di un tale Leopardo, definito "lector de Pudentiana", il che ci fa supporre che la chiesa fosse già funzionante, forse in origine si chiamava "ecclesia Pudentiana" ossia di Pudente, nome che si ricava da alcuni documenti ritrovati. La chiesa ebbe 3 diversi titoli: titulus Pudenti, titulus Pudentianae, ed ecclesia Pudentiana, dove Pudentiana era il nome della Santa che derivò il proprio nome dal cognome del padre. Quindi la chiesa fu costruita sulla casa di Pudente ed è su uno dei locali delle Terme di Novato, e venne rifatta dalle fondamenta ai tempi di Papa Siricio, dello stesso periodo è anche il mosaico dell'abside purtroppo fatto tagliare da una parte dal Cardinale Enrico Caetani, quando nel 1588 vi fece costruire la sua cappella di famiglia, qui sono sepolti il Cardinale Caetani e suo figlio Onorato Caetani, che era Capitano Generale delle fanterie Pontificie, che fu a Lepanto le sue ossa vennero traslate qui in quanto profanate nella precedente tomba a Sermoneta nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria. Un restauro della chiesa di Santa Pudenziana avvenne sotto Papa Gregorio VII, mentre il campanile fu edificato sotto Papa Innocenzo III, verso il 1199, nel 1589 la chiesa subì dei rimaneggiamenti da parte di Francesco da Volterra, mentre nel 1870 la facciata venne rifatta a cura del Cardinale Luciano Bonaparte che ne incaricò Antonio Marino. Da vedere la Cappella Caetani opera del Da Volterra che alla sua morte venne ultimata da Carlo Maderno, è ricca di pregevoli stucchi e preziosi marmi. Durante la persecuzione dei cristiani ad opera di Nerone, dopo l'incendio di Roma del 64, di cui vennero accurati i cristiani, si dette l'avvio alle persecuzioni, e martiri morirono anche Pudente, sua moglie Savinella, e le figlie Prassede e Pudenziana. Pudenziana aveva fatto voto di castità e si era dedicata con fervore all'assistenza di altri cristiani bisognosi, e si occupava anche di darne degna sepoltura, raccogliendo come sua sorella Prassede il loro sangue in ampolle che poi versava in un pozzo, che è visibile in alcuni vecchi ambienti della casa posti al di sotto della chiesa. La chiesa si trova ad un livello più basso di quello stradale, vi si accede attraverso una doppia rampa di scale da cui si può ammirare il bellissimo campanile romanico a cinque piani del XII secolo, ornato da loggette e da trifore, , con dischi di marmi policromi inseriti nella muratura. Sia la facciata che la scalinata sono del 1870 e sono opera di Antonio Manno, è ricoperta da affreschi di Pietro Gagliardi che dovevano ripetere quelli Cinquecenteschi andati perduti, insieme anche a questi moderni, purtroppo. Tra le due lesene modanate vi è un timpano arricchito da una ricca cornice con due bifore ornate dalle teste di Pudente e di Pastore. Il portale riutilizza due antiche colonne scanalate e una trabeazione medioevale tra le più belle di Roma con girali vegetali simbolo del Paradiso, tra queste le immagini del XII secolo, di Pastore benedicente, di Pudente con il libro della Dottrina, di Prassede e di Pudenziana con l'ampolla del sangue e con l'Agnello di Dio. L'interno i origine era a tre navate, ora è ad una sola navata con cappelle laterali, importante è la cupola a pianta ellittica con gli affreschi del Pomarancio (1520-1598). Nella volta della sagrestia, si può ammirare l'affresco del Domenichino della "Conversione di San Guglielmo d'Aquitania", belli anche gli armadi Settecenteschi. Nel catino absidale sopra l'altare neoclassico vi è un importante mosaico in parte ritoccato raffigurante "Cristo tra gli Apostoli, Gerusalemme e il Golgota con i simboli degli evangelisti e la personificazione della chiesa e delle genti e di quella della circoncisione che incoronano i Ss Pietro e Paolo". Il mosaico è opera del IV secolo rappresenta l'apparizione del Cristo Giudice con gli Apostoli che viene a giudicare il suo popolo. Segue l'oratorio mariano con gli affreschi del tempo di Gregorio VII, dell'XI secolo, che rappresentano un ciclo dedicato a Santa Pudenziana, Santa Pudente, San Paolo e San Timoteo, con i papi Valeriano, Tiburzio e Urbano. Vi sono anche murati i bolli di mattoni romani trovati nello scavo dell'edificio più antico. Qui è anche un pozzo con la Cappella Caetani iniziata da Francesco da Volterra e terminata da Carlo Maderno, ornata di marmi, stucchi e monumenti funebri. Nel vestibolo ci sono quattro colonne di colore giallo, mosaici seicenteschi su disegni di Federico Zuccari, mentre sull'altare si ergono due colonne di marmo. Belle le quattro statue delle Virtù Teologali. Una epigrafe all'interno della cappella ricorda che erano conservate nella chiesa alcune reliquie tra queste i frammenti della tunica di Cristo e frammenti della Croce. Segue il monumento funebre del Cardinale Luciano Bonaparte ed una tela del XVII secolo di Antonio Tanari raffigurante "Pudenziana e Prasede" intente al loro servizio di carità, sullo sfondo cadaveri accanto a pali e a ruote, che erano gli strumenti di tortura. I sotterranei della basilica conservano i resti della casa romana che secondo la tradizione Novato e Timoteo gli altri due figli di Pudente che sembra fu costruita dove un tempo c'erano le Terme Novatianae, ed infatti sono stati ritrovati i resti di uno stabilimento termale privato ornate di pavimenti di marmo e mosaici, oltre alle terme sono stati individuati i resti di una ricca casa repubblicana, queste antiche terme avevano una notevole ampiezza, Novato non fu il costruttore delle terme ma il capo di un gruppo scismatico presente a Roma nel III secolo, dei cosi detti Novaziani, che sconfitto da Papa Siricio riconsacrò l'oratorio a San Pietro, per cui sulle terme costruite sulla casa Pudente, titulus Pudentis, si sarebbe istallata una comunità eretica contro la quale si scagliò la Chiesa ufficiale. Da via Cesare Balbo è possibile vedere il retro di Santa Pudenziana e il bellissimo campanile, e quanto rimane dell'oratorio mariano protetto da grate attraverso le quali si possono ammirare degli affreschi. Oratorio di S. Ippolito : scomparso, poco lontano dalla Basilica di Santa Pudenziana e legato a questa chiesa vi era l'Oratorio di S. Ippolito, opera di un prete illicio che lo avrebbe fatto edificare a sue spese, cosi almeno lo ricorda una epigrafe scoperta nel 1850 sull'Esquilino, distrutto già in epoca antica non se ne hanno ulteriori notizie. Fotografie Basilica Santa Pudenziana Rione Monti Roma Basilica di Santa Pudenziana, via Urbana, Rione Monti, Roma,foto Anna Zelli
Basilica di Santa Pudenziana, via Urbana, Rione Monti, Roma,foto Anna Zelli
Basilica di Santa Pudenziana, via Urbana, Rione Monti, Roma,foto Anna Zelli Vedi fotografie : Campanile Basilica Santa Pudenziana Roma Campanile Basilica Santa Pudenziana, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli Da vedere nella zona della Basilica Santa Pudenziana a via Urbana Roma
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