Edicola lapide
della Suburra, a piazza della Suburra, Rione
Monti, Roma, la si puņ vedere, scendendo dalle
scalette di via Cavour che portano alla
Metropolitana linea B fermata Cavour, la lapide
della Suburra č sull'angolo della piazza, č
formata da dei frammenti che ricordano l'antico
quartiere di Roma della Subura, che si trovava
tra i Fori Imperiali e la porta Esquilina, zona
malfamata, il termine "sub urba" significava in
latino bassifondi, e la zona lo era sia di nome
che di fama. La lapide della Subura č formata da
sei frammenti marmorei, murati verticalmente uno
sopra l'altro, che altro non sono che resti o di
una piccola chiesa o di una edicola sacra che si
trovava presso San Pietro in Vicoli, dedicata
alla Santissima Trinitą e conosciuta come San
Salvatore de Tribus Imaginibus, ovvero Chiesa di
San Salvatore alle tre immagini, con
riferimento, secondo il Marangoni, a un rilievo
marmoreo con tre figure di Cristo sedute luna
accanto allaltra e identiche nei volti e negli
abiti, simbolo della Trinitą, che probabilmente,
si doveva trovare sulla porta. La chiesina aveva
anche altri nomi: San Salvatore alla Suburra e
San Salvatore agli Olmi, in riferimento alle
piante che crescevano nella zona, piante,
ricordate nella toponomastica dalla vicina via
del Boschetto. Dopo l'unitą d'Italia anche la
Suburra fu oggetto di pesanti sventramenti,
soprattutto per la realizzazione di via Cavour,
ed infatti nel 1884 furono demoliti alcuni
edifici sacri considerati di scarso valore
artistico e tra questi, i frammenti della
piccola chiesa della Santissima Trinitą murati
in una lapide a piazza della Suburra. Partendo
dallalto, il primo frammento č una cornice
sporgente, cui segue una targa con liscrizione
"Alesandro VI Pontefice Massimo", retta da due
puttini, ognuno dei quali tiene in mano un
piccolo stemma con una coppa. Quindi cč la
scritta SUBURA sormontata da una corona. Nel
quarto frammento, molto abraso, si legge "Ob
Maiestatem" e si vede uno scudo con sovrapposto
un cappello ecclesiastico. Al di sotto, la pił
interessante delle epigrafi ci dice che Stefano
Coppo di San Geminiano ha ridotto a sue spese in
forma di edicola le 3 immagini del Salvatore
della Chiesa delle Tre Immagini alla Suburra nel
rione Monti, affinché non se ne perdesse il
ricordo, e di aver stabilito per sempre il
compenso annuo al custode . Ci sono inoltre una
lapide divisa in due riquadri senza traccia di
iscrizione ed un ovale circondato da un nastro
svolazzante con al centro una coppa da cui
fuoriesce una pianta dacanto, tra due stelle:
lo stemma di Stefano Coppo.