GIARDINI VILLE PARCHI DI ROMA GUIDA TURISTICA ROMA INFORMAZIONI STORICHE ARTISTICHE TURISTICHE FOTO A. ZELLI www.annazelli.com
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giardini ville parchi di roma guida turistica di roma informazioni storiche artistiche turistiche foto a cura di anna zelli Guida Turistica di Roma Informazioni Storiche Artistiche Turistiche Culturali Foto di Roma Arte Cultura Novità Idee sito web di informazione culturale artistico turistica di Roma Giardini Ville e Parchi di Roma Ville Parchi e Giardini di Roma, in epoca romana qualsiasi viaggiatore che si recasse a Roma restava impressionato dalle numerose ville e dal verde che dalla periferia penetrava entro le mura della città eterna, rendendola come un immenso giardino, favorito anche dalla mitezza del clima e dalle numerose specie arboree non solo mediterranee. A Roma erano diffusi non solo gli alberi come il pino, il faggio, il cipresso, l'abete ma anche la palma africana e il banano. Già nella antica Roma era consuetudine che i cittadini più ricchi si facessero costruire le loro dimore all'interno dei giardini, erano questi gli horti, che erano giardini disposti su più livelli, raccordati da scalinate, animati spesso da fontane monumentali con i loro giochi d'acqua, e arredati con i migliori esempi di sculture e rilievi. Celebri erano gli horti Sallustiani, che furono dapprima di proprietà dello storico Sallustio e poi diventati residenza imperiale che rinnovandosi nei secoli divennero poi la fastosa ed immensa villa Ludovisi. Vi erano inoltre gli horti di Cesare a Trastevere, gli horti di Mecenate all'Esquilino, gli horti di Nerone sul colle Vaticano, gli horti di Lucullo al Pincio. Questa antica tradizione porterà poi in epoche successive alla villa dei Medici e alla villa dei Borghese. Mantenere una villa con tutti i suoi edifici, i giardini, i viali alberati richiedeva ingenti ricchezze, e purtroppo in epoca Medioevale queste vennero meno e molte ville romane caddero in disuso e in stato di abbandono, vi fu anche lo spopolamento di Roma dovuto all'impoverimento del tenore di vita, e si instaurò anche una minore considerazione del bello e una scarsa sensibilità artistica che portarono alla rovina le antiche testimonianze storiche romane e gli ampi spazi di verde delle antiche ville vennero adibiti a pascolo per le greggi. I soli spazi curati a giardino rimasero quelli all'interno dei chiostri o dei cortili delle residenze più agiate. Solo durante il Rinascimento si ebbe un rinnovato interesse perchè i fasti della antica tradizione romana rivivessero di nuovo. Durante il Cinquecento i Papi, i prelati e i nobili profusero ingenti somme di denaro all'abbellimento della città di Roma, avvalendosi per questo del talento dei più bravi artisti dell'epoca. Tutto risentì di questo rinnovato clima di magnificenza ed anche le antiche ville romane furono arricchite di elementi di lusso, Roma e le sue alture si ripopolarono, vi si insediarono dimore fastose di campagna, con elaborati giardini arricchiti da fontane, statue, sculture, logge, ninfei e da rigogliosi e curatissimi giardini. Anche l'arredo floreale era organicamente disposto secondo le indicazioni degli architetti dei palazzi. Gli architetti si rifecero spesso all'esperienza romana per delineare al meglio le loro costruzioni e rendere ed adattare gli spazi e le forme architettoniche in armonia con la natura e il terreno. E' in questo periodo che viene edificata la villa di via della Lungara che diverrà poi la Farnesina, voluta dal ricco banchiere senese Agostino Chigi. La villa era in un luogo isolato, tranquillo e sulle rive del Tevere ma era anche vicina al centro della città. Successivamente il cardinale Giulio De Medici, cugino di Papa Leone X si affidò a Raffaello e alla sua scuola per realizzare alle pendici di Monte Mario l'aristocratica Villa Madama. Al Vignola si devono gli Orti Farnesiani sul Palatino che sorsero sui ruderi dei palazzi imperiali. Fu sempre il Vignola che edificò insieme al Vasari e all'Ammanati la bellissima Villa Giulia, è al Vignola che si devono innovazioni nei giardini, fu lui che ideò i terrazzamenti in un crescendo di scale, balaustre e ninfei, diventando insieme a Pirro Ligorio, l'architetto di Villa D'Este a Tivoli, il maggior inventore dei giochi d'acqua. Andò così diffondendosi la cultura per l'antico, anche se i reperti storici venivano usati liberamente e spesso riadattati e modificati secondo l'uso e spesso accostati per simmetria a pezzi di imitazione. Nella seconda metà del Cinquecento Nanni di Baccio Bigio si occupò della realizzazione della Villa Medici, e a Giacomo del Duca si attribuisce la sistemazione della villa Silvestri al Colosseo e della Villa Mattei oggi Celimontana al Celio mentre Domenico Fontana, l'architetto di Papa Sisto V progettò i Casini della Villa Peretti Montaldo che era presso la Stazione Termini. Gli schemi più diffusi erano un edificio con affaccio su strada e posto sul muro di cinta e un altro edificio centrale circondato dal giardino. In questo periodo gli edifici sono ancora rustici tantè che vengono definiti come vigna, casino, casale o palazzina. La parola villa di origine latina compare nella seconda metà del Cinquecento ma riferita solo a complessi grandiosi, poi, nel Seicento, il termine acquista maggiore diffusione anche se circoscritto a grandi strutture come la villa Borghese, la villa Pamphili o la villa Ludovisi. Solo più tardi il termine raggiunge l'ampiezza di significato come lo attribuiamo oggi. Il felice equilibrio tra la natura e l'architettura fu realizzato compiutamente nelle ville cinquecentesche, mentre nel secolo successivo si iniziò ad insistere su elementi scenografici, si preferì dare una visione prospettica e panoramica e soprattutto di stupore dell'insieme. Questa nuova tendenza si esprime soprattutto nella decorazione arborea che può essere facilmente modellata, gli alberi e le siepi assumono le forme più bizzarre e si creano labirinti, si diffonde anche la costruzione di chioschi, di padiglioni, di pergolati, di serre per le piante care e giardini segreti, si da più spazio per le aiuole riservate alla coltivazione del proprietario. Mentre perdura nelle immediate vicinanze dell'edificio principale un giardino dal tracciato regolare e severo che via via che ci si allontana si delinea più liberamente in una interpretazione visionaria della natura, gli alberi lasciati allo stato di bosco e le fontane lasciate allo stato grezzo ad imitazione delle grotte e delle scogliere. Il Seicento è il periodo di maggiore espansione della villa signorile e dell'edilizia, nel XVII secolo Roma contava all'incirca 150 mila abitanti e le ville nobiliari come la villa Borghese, la villa Sacchetti e la villa Pamphili si ispiravano alla villa Adriana di Tivoli. Nella villa del Pigneto l'architetto Pietro da Cortona si ispira alla architettura classica antica e ai modelli del Bramante e del Ligorio dei quali riprende i motivi di inserimento di rilievi e statue posti all'interno di nicchie. Per la villa Pamphili, Algardi e Grimaldi fanno rivivere nel salone centrale lo schema romano della pianta circolare dotandolo di una volta a cupola e gli esterni vengono rivestiti di marmi antichi e stucchi. Nei primi del Settecento si hanno esempi di giardini in stile francese che pur derivando da quello italiano si differenziava per la preferenza del terreno pianeggiante che richiede una maggiore abilità nella costruzione di vedute prospettiche, un esempio ne è la villa Ludovisi. Successivamente per l'architettura del giardino si abbandoneranno le forme regolari e geometriche , per volgersi ad un giardino più naturale e detto all'inglese il miglior esempio è nella villa Borghese. Le ultime grandi ville romane di gusto neoclassico della seconda metà del Settecento sono la villa Albani e la villa Torlonia. Spesso le ville patrizie aveva degli spazi che venivano aperti al pubblico in giorni stabiliti, ne sono testimonianza degli avvisi che invitavano a godere delle delizie di villa Giulia o di villa Borghese. Alcune ville erano adibite a rappresentanza e luogo di incontro per convegni o rappresentazioni teatrali o esercizi letterari, come la Accademia degli Arcadi che dopo essere stata ospitata in vari giardini delle ville nobiliari romane si fece edificare uno spazio apposito alle falde del Gianicolo nella zona del Bosco Parrasio. Anche nell'ultimo secolo le ville hanno essenzialmente la funzione di residenza signorile, ma dopo l'Unità d'Italia e con la fine dello Stato Pontificio, molte ville ed i loro giardini sono stati inesorabilmente distrutti dalla incontrollata mania di edilizia selvaggia, le varie amministrazioni non hanno saputo nè voluto tutelare questo patrimonio culturale ed artistico di Roma, venne distrutta la villa Ludovisi che si estendeva da Porta Pinciana a piazza Barberini, della quale rimane solo il Casino dell'Aurora che deve il suo nome al celebre dipinto del Guercino raffigurante il carro della dea. Roma dopo l'unificazione italiana si andava popolando e doveva ospitare anche gli uffici della pubblica amministrazione e doveva dotarsi anche di nuove case per i funzionari politici e amministrativi del comune e dello Stato, ma non fu tutelato in alcun modo molta parte del nostro immenso patrimonio storico e artistico. Giardini Ville e Parchi nei Rioni di Roma Giardini Parchi e Ville del Rione Monti, Roma, clicca sulla foto e ti si aprirà una scheda con le fotografie e le informazioni storiche ed artistiche dei giardini dei parchi e delle ville del rione, tra questi il parco archeologico del colle Oppio, il parco Traianeo, il giardino a largo Amba Aradam, il giardino a largo Corrado Ricci, la villa Brancaccio. i giardini di via dei Fori Imperiali, il giardino della Villa Rivaldi Silvestri, l'aiuola a Largo Magnanapoli, il giardino pensile di villa Aldobrandini, la villa Aldobrandini, il giardino a largo Gaetana Agnesi, il giardino della torre delle Milizie, il giardino a largo Assen Peikov, i giardini del palazzo del Quirinale, il giardino di Sant'Andrea al Quirinale, il giardino del Quirinale, il giardino del museo della Patologia del Libro.
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