Chiesa SS Quirico e Giulitta,
via Tor de Conti, Rione Monti, Roma, lo
spiazzo davanti a questa chiesa, che oggi non ha
un nome, ma inglobato nel nome della via Tor de
Conti, si chiamava Macello de Conti, ed era il
toponimo del largo davanti alla chiesa, che
prendeva il nome dal macellum et banchum macelli
della famiglia De' Conti, che nel 1392 venne
chiuso. La chiesa è dedicata a madre e figlio
martirizzati nel IV secolo, al tempo di
Diocleziano, a Tarso in Cilicia. La chiesa,
originariamente dedicata ai santi Stefano e
Lorenzo, risale al VI secolo, come evidenziato,
durante gli scavi del 1930, da una lapide con
dedica ai due santi fatta da papa Vigilio,
537-555: la lapide, datata 1584 ed oggi affissa
sulla parete destra della tribuna, ricorda
proprio l'antica epigrafe andata distrutta
durante i lavori di restauro del 1605. La dedica
ai Ss. Quirico e Giulitta comparve la prima
volta nell'Itinerario dell'Anonimo di Einsiedeln
fine dell'VIII secolo. La chiesa, inoltre, aveva
un orientamento opposto a quello attuale: in
pratica dove oggi vi è la facciata, un tempo vi
era l'abside. Nel 1118 l'interno fu rifatto in
forme gotiche con arcate ogivali e fu costruito
il bel campanile a trifore per volontà di
papa Pasquale II, originariamente posto sul
fronte della chiesa, mentre oggi, a seguito
dello spostamento della facciata, svetta dal
lato sud-est dell'edificio, dove si trova
l'abside attuale. Dalla base quadrata spiccano 3
piani scanditi da trifore, di cui i primi due su
pilastri, l'ultimo su colonnine, ricavate da
marmi di spoglio, e capitelli a stampella.
Cornici aggettanti con listelli, alternate a
denti di sega e a medaglioncini marmorei,
suddividono la regolare cortina laterizia. Nella
cella campanaria si conserva una campana del
1721, opera dei fratelli Angelo e Felice Casini.
Nel 1475 papa Sisto IV donò alla chiesa un
portale nuovo, opera di Baccio Pontelli, ma i
lavori eseguiti nel 1584 per volontà del
cardinale Alessandro de' Medici e di papa Paolo
V Borghese mutarono l'orientamento della chiesa,
come sopra menzionato, adattandola alla nuova
via bonificata, cosicché il portale fu sistemato
nell'antica abside. Altri restauri furono
effettuati nel Seicento ma un nuovo rifacimento
avvenne tra il 1728 ed il 1734 cioè pochi anni
dopo che la chiesa fu assegnata da papa
Innocenzo XII ai Domenicani, quando il Raguzzini
realizzò la nuova facciata. L'interno è a navata
unica: nella volta è raffigurata la Gloria dei
Ss.Quirico e Giulitta, opera di Pietro
Gagliardi; notevole anche il barocco altare
maggiore con un'imponente edicola del Seicento
ed il monumento a Gregorio Maria Terenzi di
scuola canoviana. Dal corridoio a destra
dell'abside o dal Museo del Presepio (il cui
ingresso è al civico 31 di via della Madonna dei
Monti si scende al livello della chiesa
altomedioevale, dove si possono osservare due
piccole absidi con figure di santi, risalenti
una al IX secolo e l'altra all'XI secolo;
addossato alla fondazione della facciata un
pozzo quadrato indica il luogo dove sorgeva
l'antico altare maggiore. L'adiacente Hotel
Forum corrisponde all'antico convento, eretto
nel 1750 dall'architetto G. Valvassori: sembra
che l'artista non volle alcun compenso se non 15
messe annuali celebrate dai domenicani a
suffragio della sua anima.