Via Biberatica ai Mercati Traianei a Rione Monti, visibile all'interno dei Mercati di Traiano, a Roma, era in epoca Medioevale, una contrada o meglio una regione di Roma, il nome deriverebbe da Viveratica, Biveratica, Liberatica, o Veeratica, tutte corruzioni del toponimo originario, la cui derivazione è alquanto incerta, alcune lo fanno riferire alla locuzione verbale latina "bibere" , bere, ma l'assenza di ritrovamenti nella zona di pozzi o cisterne, fa respingere questa ipotesi. Per Corrado Ricci, e forse questa è la tesi più valida, il termine deriverebbe dalla trasformazione del termine "piperatica", ossia della regione dove si vendevano le spezie e tra queste il pepe, questo viene anche confermato dalla presenza in questa zona di horrea piperatica, ovvero di magazzini di spezie con il grande bazar fatto costruire da Domiziano per le merci orientali tra le quali abbondavano appunto le spezie, molto usate anche in epoca romana. La zona della Biberatica si estendeva sotto le pendici del Quirinale, fino al Foro di Traiano, dentro i Mercati di Traiano, alla Torre delle Milizie, a Magnanapoli, al palazzo e ai giardini Colonna, fino a piazza dei SS Apostoli, a piazza dell'Olmo e a via della Pilotta, oggi parte di questa antica via, scomparsa, chiusa nel XV secolo per le costruzioni della famiglia Conti, si trovano all'interno dei Mercati Traianei. Sulla via Biberatica c'era la chiesa di Sant'Abbaciro de Militis, oggi scomparsa e la Chiesa di San Lorenzo de Biberatica, della quale si ignora tutto anche dove fosse in quanto distrutta ai tempi di Cola di Rienzo. La via Biberatica benchè basolata non era destinata al traffico veicolare, era fiancheggiata da ampi marciapiedi su entrambi i lati, e dalle botteghe, tabernae, che si affacciano sulla via con ampie porte inquadrate da stipiti soglie e architravi in travertino sormontati da una finestrella, tranne le tabernae del piccolo emiciclo, le altre sono il risultato dei restauri effettuati a più riprese a partire dal 1930. Per buona parte del percorso le botteghe erano sovrastate da una balconata che si impostava su grandi mensole in travertino probabilmente destinate anche a proteggere dalle intemperie.