Palazzo Borgia piazza San Francesco di Paola Rione Monti (Roma) Rione Monti R. I web: www.annazelli.com
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Il palazzo dei Borgia, a piazza San Francesco di Paola, Rione Monti Roma, fa parte di un complesso edilizio che fu delle potenti famiglie dei Cesarini e Margani, quando, alla fine del 1400, sia il palazzo che la annessa vigna divennero di proprietà di Vannozza Cattanei, amante di Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, la quale diede al Papa 4 figli, Giovanni, Cesare, Lucrezia e Goffredo. Del Palazzo dei Borgia, rimane una finestra con una balconata e trifora palladiana del XVI secolo che fece immaginare al poeta inglese Byron l'apparizione ora della Vannozza ora della bella Lucrezia. La parte più antica di questo palazzetto inserito dal Settecento nel complesso edilizio dell'ex convento della Chiesa di San Francesco di Paola, è costituito dalla torre mozza a base quadrata risalente al XIII secolo, ma con un coronamento a beccatelli in travertino del Quattrocento. Roccaforte dei Cesarini, divenne proprietà dei Margani, ai quali si deve la costruzione del balcone con finestra ad arco nel 1520, ospitò il papa Giulio II nel 1512 di passaggio dal Vaticano al Laterano, per presenziare al Concilio Ecumenico Lateranense. Di nuovo proprietà Cesarini, fu da questi donato ai Minimi di San Francesco di Paola come parte integrante del convento. La via sulla quale il palazzetto si affaccia è l'antico vicus sceleratus legato alla fosca vicenda della figlia del re Servio Tullio, Tullia. Il prospetto del palazzetto su questo lato ha mantenuto l'aspetto caratteristico che l'ha fatto legare alla famigerata vicenda dell'assassinio del Duca Giovanni Borgia. Nessun fondamento storico accredita il palazzo come appartenuto alla famiglia Borgia di Papa Alessandro VI, ma all'amante Vannozza Cattanei e ai suoi figli. La muraglia del palazzetto detto Borgia, sul lato del vicus sceleratus, dove si apre l'arco con la gradinata, per il suo aspetto buio, per il forte dislivello, ha caricato la zona di mistero e ha fomentato intrighi ed assassini nella famiglia di Papa Alessandro VI. La storia leggenda dell'uccisione del Duca Giovanni Borgia, figlio di Papa Alessandro VI : Il vicus scelerathus, che era dove oggi è la via di San Francesco da Paola, con la scalinata Borgia, annovera un altro delitto. Il Papa andava spesso nel palazzo detto Borgia della sua amante, Vannozza Cattanei, la quale era solita organizzare festini, ed il luogo ove sorgeva il palazzo, che era a quei tempi alquanto pericoloso, isolato e tetro, si animava. Uno di questi convegni, però, fu funestato da un delitto, la sera del 14 giugno del 1497, alla vigilia della sua partenza per Napoli, Giovanni Borgia, fratello di Cesare, detto il Valentino e figlio prediletto di Papa Alessandro VI, si recò in casa Borgia, dietro invito della madre, che desiderava salutarlo prima della sua partenza, il Papa era rimasto in Vaticano. Alla fine della serata i due fratelli Cesare e Giovanni andarono via per recarsi in Vaticano, in sella a due mule e seguiti dalle rispettive scorte, in prossimità di Palazzo Cesarini, residenza del cardinale Ascanio Sforza, Giovanni si fermò invitando il fratello Cesare a proseguire per conto suo insieme agli uomini della scorta, lasciando intendere che aveva da fare, forse un incontro galante, Cesare quindi andò per conto suo verso San Pietro, con Giovanni restarono lo staffiere ed un uomo misterioso con la maschera, che era stato anche lui ospite nella cena della Vannozza che seguiva il duca come un'ombra già da qualche tempo. Non si è mai saputo chi fosse questa persona, il gruppo raggiunse piazza Giudia e Giovanni invitò lo staffiere ad andare a casa a prendere delle armi,e che si sarebbero ritrovati lì, mentre Giovanni in compagnia dell'uomo sconosciuto prese la strada presso piazza del Popolo, Lo staffiere giunto all'appuntamento aspettò invano Giovanni, anche il giorno dopo del duca non se ne aveva traccia, il Papa nel frattempo, sperava in una ricomparsa del figlio tanto amato, ma di ora in ora venne preso dall'angoscia che fosse accaduto qualcosa di davvero grave. Il secondo giorno venne scoperto il palafreniere ferito a morte, e quindi si iniziò a pensare ad un agguato, la mula venne ritrovata vagante per le strade, con una staffa della sella tagliata di netto. Il 16 Giugno si venne a sapere che un barcaiolo, mentre custodiva della legna depositata sul ponte, di nome Giorgio, aveva riferito che mentre stava dormendo nel suo barcone sul Tevere, posto nei pressi di ponte Sant'Angelo, nelle vicinanze di Ripetta, che un cadavere era stato gettato nel fiume. Papa Alessandro Borgia cadde nella prostrazione totale, e ordino a tutti, barcaioli e pescatori compresi di cercare il cadavere, sperando in cuor suo che non fosse quello del figlio, ma alla fine il figlio venne ritrovato sulle rive del Tevere, insieme al suo borsello che conteneva trenta ducati, il che fece capire che non era stato un delitto per rapina. Sul corpo di Giovanni vennero rinvenuti i segni di 9 pugnalate, alla testa, al torace, alle cosce e la gola appariva orribilmente squarciata, il riconoscimento del cadavere di Giovanni venne fatto dal Papa e padre Alessandro Borgia, il quale urlando ripeteva più volte il nome dell'amato figlio, lavata e ricomposta la salma di Giovanni, venne deposta in una lussuosa bara, e preceduta da 120 torce, e accompagnata dalla famiglia, dalla corte Pontificia, dal Corpo Diplomatico, fu trasportata nella chiesa di Santa Maria del Popolo. La città temeva la vendetta degli sgherri catalani che armati fino ai denti andavano minacciosi per le vie di Roma, i bottegai chiusero i negozi, la gente si barricò nelle case, i patrizi si arroccarono nei loro manieri. L'ordine del Papa era perentorio, occorreva assicurare alla giustizia il responsabile di un così efferato delitto, i sospetti erano molti, perchè il Duca ne aveva di nemici, sia dentro che fuori il Vaticano, perchè Giovanni era arrogante, dissoluto, e invidiato per la sua carriera facilitata dal padre. Il primo ad essere sospettato fu Giovanni Sforza, marito di Lucrezia Borgia, sorella di Giovanni Borgia, anche perchè girava la voce che ci fosse un rapporto incestuoso tra Lucrezia e il fratello Giovanni. Quindi un delitto d'onore, messo in atto dai sicari assoldati dallo Sforza, in quei giorni lontano da Roma. Si dubitò anche di Guidobaldo di Montefeltro, degli Orsini, e perfino degli altri due fratelli del Duca Giovanni Borgia, Goffredo e Cesare. Il marito di Lucrezia, Giovanni Sforza, sapeva che la giovanissima moglie lo tradiva sia con Giovanni che con Cesare, ma sedicenne, non aveva la tempra per un siffatto delitto. Cesare, fu il maggiore indiziato, perchè geloso del fratello che gli era preferito dal padre Alessandro Borgia, e Cesare uccidendo il fratello avrebbe avuto la via aperta a nuove responsabilità, cariche e onori. Alla fine l'assassino rimase impunito, e la vicenda avvolse molti di sospetti e supposizioni. Famiglia Borgia : era una famiglia spagnola, originaria di Jativa, in Valencia, da dove venne a Roma Alonso de Borja, nato nel 1378 e morto nel 1458, che fu papa con il nome di Callisto III e il cui cognome fu italianizzato in Borgia. Questi pensò a sviluppare una politica neopotista, arricchendo i suoi nipoti, chiamati espressamente a Roma, tra questi: Galceran, morto dopo il 1459, fu governatore di Civitavecchia, Pedro Luis, 1430 -1458, fu capitano generale della Chiesa, duca di Spoleto e prefetto di Roma e, morto giovanissino a Civitavecchia, nominò suo erede il fratellastro Giovanni e Rodrigo, 1431 - 1503, nominato cardinale a soli 25 anni e vicecancelliere della Chiesa Romana. Rodrigo amministrò la diocesi di Valencia ed ebbe i vescovadi di Cartagena, Maiorca ed Erlau, in Ungheria, ricche abbazie e benefici che lo fecero arricchire in modo tale da assicurargli una vita fastosa e dissoluta, mantenne una relazione con la romana Vannozza Cattanei che gli diede 4 figli, da lui riconosciuti con il proprio cognome. Fu eletto Papa l'11 luglio 1492 con il nome di Papa Alessandro Vi, avendo comprato il voto degli elettori, e sotto un profilo morale, fu un pontefice ignobile. Seguitò ad avere una amante nella persona di Giulia Farnese soprannominata con il termine blasfemo di "sposa di Cristo", e governò con lo scopo specifico di assicurare ai suoi figli le più solide posizioni di prestigio anche a danno della Chiesa, ricorrendo a qualsiasi mezzo, tra soprusi, confische di ricchezze e uccisione di personaggi scomodi. Fu un abile politico e sfruttò a proprio vantaggio le ostilità franco-spagnole e quelle tra i diversi Stati Italiani. Dopo aver contrastato invano la penetrazione di Carlo VIII di Francia in Italia, si alleò con i francesi nell'nteresse dei propri figli. La sua condotta neopotistica e licenziosa fece scandalo, e gli attirò le accuse di Girolamo Savonarola che condannò al rogo. Celebrò nel 1500 un grandioso Giubileo, ma incamerò il denaro delle offerte. Per Roma favorì il rinnovamento edilizio, creò il Borgo Nuovo e riedificò il Passetto di Borgo. In Vaticano abitò nella Torre detta dei Borgia, poi appartamento Borgia del Palazzo Apostolico Vaticano. Morì improvvisamente il 18 Agosto 1503, ufficialmente di malaria, ma molti pensarono che fosse stato avvelenato. Nel vivo dei tumulti che scoppiarono alla sua morte, fu inizialmente sepolto in San Pietro senza particolari celebrazioni funebri e trasferito nei sotterranei del Vaticano in attesa di una degna sepoltura. Le sue ossa, nuovamente rimosse, finirono in Santa Maria di Monserrato, chiesa romana degli spagnoli, dove restarono abbandonate per lungo tempo, trovando una sistemazione definitiva nel 1889. Il figlio Juan, 1479 - 1497, fu capitano generale dell'esercito pontificio, dal 1496 duca di Gandia in Spagna, fu ucciso in circostanze misteriose, probabilmente dal fratello Cesare, 1475 - 1507, Questi era stato destinato dal padre alla carriera ecclesiastica, per cui ricevette le nomine di arcivescovo di Valencia e quindi di cardinale a soli 23 anni, dopo l'assassinio del fratello, Juan lasciò la porpora e sposò la sorella del re di Navarra, Carlotta d'Albert, ricevendone in feudo la contea del Valentinois, poi eretta in ducato, da cui il soprannome di duca Valentino. Cesare mirava comunque alla creazione di una signoria nell'Italia centrale, recuperando le terre della Chiesa sfuggite al dominio papale. Conquisto pertanto diverse città della Romagna e nel maggio 1501 fu infatto creato duca di Romagna, proseguì nel suo progetto occupando Camerino e Senigallia, dove fece assassinare i suoi principali oppositori. Prese poi Città di Castello e parte dell'Umbria e finì per impossessarsi di numerosi Castelli nel Lazio, ma il suo successo tramontò con l'improvvisa morte del padre, che lo aveva facilitato nelle imprese e politicamente appoggiato. Cesare, ammalato di malaria in Vaticano, in quella circostanza non riuscì a controllare la situazione territoriale e perse tutte le sue conquiste. Durante il breve pontificato di Pio III, tentò un colpo di mano, asseragliandosi in Castel Sant'Angelo. Arresato poi da Papa Giulio II, si trovò libero solo quando il papa potè mettere le mani sui suoi possedimenti romagnoli, e andò a Napoli, confidando negli spagnoli. Ma fu arrestato e trasferito in Spagna nel carcere di Medina del Campo. Evaso si rifugiò presso il re di Navarra, suo cognato, e morì combattendo al suo servizio. Machiavelli lo celebrò nel suo "Principe" come modello di governante, non solo per le sue capacità politiche e militari, ma anche per la spregiudicatezza, del comportamento, del quale furono esempio gli assassini da lui compiuti. La figlia di Papa Alessandro Vi, Lucrezia, 1480 - 1519, a 13 anni sposò per volere del padre Giovanni Sforza, duca di Pesaro, il matrimonio fu sciolto nel 1497, per motivi politici, e di Borgia costrinsero gli Sforza a dichiarare di non aver mai usato i suoi diritti coniugali per impotenza, nonostante la sua prima moglie fosse morta per parto. La sentenza di divorzio fu redatta il 22 dicembre 1497 e letta in Vaticano con specifica dichiarazione di verginità per Lucrezia. In quella data però Lucrezia era incinta e non grazie al marito ma ad opera di un cameriere segreto pontificio. Pedro Calderon, detto Perotto, suo amante da un anno, che fu ucciso dal fratello Cesare. Il bambino nacque nel marzo del 1498, e il papa lo dichiarò con tanto di bolla figlio di Cesare e più tardi invece lo riconobbe addirittura come suo figlio. Quello stesso anno Lucrezia andò di nuovo sposa ad Alfonso duca di Bisceglie, figlio naturale di Alfonso II di Aragona, re di Napoli e ancora per motivi politici. Da questo matrimonio nacque Rodrigo futuro duca di Sermoneta , il 18 agosto 1500, Cesare Borgia sempre per motivi politici uccise il Duca di Bisceglie. Lucrezia doveva andare in sposa ad Alfonso d'Este, duca di Ferrara, con lo scopo di cementare una preziosa alleanza politica che avrebbe aperto al fratello le porte alla conquista della Romagna. Il terzo matrimonio fu nel 1501, dopo di che Lucrezia se ne andò via da Roma, visse a Ferrara e fu sposa fedele, mettendo alla luce 4 figli e suscitando l'interesse di letterati di corte. Il cardinale Bembo le dedicò gli "Asolani", e Ariosto la celebrò in una stanza dell' "Orlando Furioso". Morì in seguito ad un aborto. Le fortune della famiglia Borgia, furono legate all'esistenza di Papa Alessandro VI, morto il quale i figli non furono in grado di conservare quanto ottenuto. Il quarto figlio di Papa Alessandro VI, Jofrè, 1481 - 1516, fu principe di Squilace grazie al matrimonio con Sancia d'Aragina, ma non ebbe figli, i suoi possedimenti andarono ai discendenti el duca di Gandia, che fu il ramo che seguitò la dinastia in Spagna, tra i discendenti : Gasparo, 1582 - 1645, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, e giudice dei tribunali dell'Inquisizione, grande accusatore di Galiei. Un altro ramo era costituito da Pedro Luis e Giovanni, con Francesco, 1510 - 1572, pronipote di Alessandro Vi, padre di 8 figli che alla morte della moglie ebbe una crisi mistica , divenne gesuita e generale dell'Ordine e fu canonizzato nel 1671. I discendenti risiedettero a Velletri, dove costruirono il palazzo di famiglia in via Borgia., distrutto nel bombardamento del 1944. Clemente Erminio, 1640-1711, iniziò una collezione di antichità che si arricchì con i suoi nipoti, la curarono particolarmente Alessandro, 1682 - 1764, che fu arcivescovo di Fermo. Stefano, 1731 - 1804, cardinale e storiografo della basilica vaticana, che fece diventare il palazzo una casa museo, con relativa biblioteca. e con lui la famiglia fu ascritta alla nobiltà romana nl 1756, e nel 1776 alla nobiltà di Velletri e di Ferentino. A dieci anni dalla morte di Stefano Borgia, il nipote Camillo, 1773 - 1817, giacobino e militare al servizio di molte bandiere, nel 1815, vendette a re Ferdinando IV di Napoli, la spledida collezione che ora è al Museo Archeologico di Napoli. Tra gli ultimi rappresentanti Cesare e i figli Francesca, Eugenia e Alessandra Pia. Fotografie Palazzo Borgia Rione Monti Roma Palazzo Borgia, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli
Palazzo Borgia, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli
Palazzo Borgia, Rione Monti, Roma, foto Anna Zelli da vedere al Palazzo dei Borgia e dintorni Rione Monti Roma Vedi i Palazzi del Rione Monti e vedi i Palazzi di Roma Palazzi del Rione Monti - Palazzi di Roma, foto Anna Zelli
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