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Guida Turistica di Roma Informazioni Storiche Artistiche Turistiche Foto di Roma di Anna Zelli

Colle Aventino

Il colle Aventino è alto all'incirca 40 metri ed è di forma trapezoidale, è il più meridionale ed isolato dei 7 Colli di Roma, è situato alla sinistra del Tevere, tra il colle Celio ed il Colle Palatino, sulla origine del nome "Aventino" ci sono diverse ipotesi, tra queste una vuole che derivi da "aves"ovvero "uccelli" che Remo qui avrebbe visto volare (in numero minore di quelli visti da Romolo sul Palatino). Oppure il nome Aventino, deriverebbe da "Avente" che era il nome del fiume della Sabina, e fu qui che i sabini dimorarono dopo il famoso ratto delle Sabine, e proprio alle pendici di questo colle fu sepolto il loro re Tito Tazio. Oppure ancora il nome, potrebbe derivare da "adventus", in quanto la zona era separata dal resto della città di Roma dalle paludi e dal Tevere e poteva essere raggiunta solo per mezzo di una barca. Si è anche ipotizzato il riferimento del nome Aventino al Re Alba Longa Aventino, che proprio su questo colle venne colpito da un fulmine e qui venne sepolto (forse questa è l'ipotesi più probabile).  In origine il colle Aventino venne escluso dal pomerio della città di Roma, e per la presenza di un tempio dedicato a Diana, venerata sia dai Romani che dai Latini, dette al colle una sorta di extraterritorialità, in grado di accogliere anche i mercanti stranieri. Il colle Aventino, proprio perchè distante per l'epoca dalla città di Roma, ebbe una caratterizzazione plebea che venne consacrata con la secessione plebea contro i patrizi romani (la prima rivolta della plebe contro il potere dei patrizi romani avvenne nel 499 a.C. ma Menenio Agrippa, con un apologo convinse la plebe a tornare al lavoro, e la seconda nel 452 a.C. in cui la plebe si ribellò ad Appio Claudio e con questa  il colle Aventino venne  dichiarato di proprietà pubblica, i terreni lottizzati dalle famiglie plebee che arrivarono ad avere qui 5000 "insulae". (Insula Romana, Insulae), letteralmente "isola romana" da cui deriva oggi il termine "isolato", e' il tipico esempio di casa popolare, dove viveva la grande massa della popolazione). Quando in seguito vennero fondati l'Emporio e gli Horrea, a valle del colle, nella attuale zona Testaccio, la popolazione plebea lasciò le abitazioni poste sul colle per trasferirsi a valle ; e la zona, abbandonata, divenne sede di ville, di residenze signorili, abitate da personaggi illustri e vi si impiantarono anche edifici termali. Sul colle furono edificati anche numerosi templi.  Con l'avvento del cristianesimo la "domus ecclesiae" subentrò ai templi pagani, mantenendo il carattere signorile e residenziale della zona. Proprio perchè la zona era abitata dai ricchi dell'epoca, nel 410 subì il sacco di Alarico.  Dopo questo evento, la zona venne abbandonata, fino all'anno Mille. Successivamente  per la presenza dell'edificato Porto di Ripa Grande, il colle venne di nuovo abitato per controllare i traffici mercantili che si svolgevano sul Tevere, il colle divenne una roccaforte, e vennero edificati chiese e monasteri. Il colle Aventino fu il centro di forza della Famiglia Savelli fino al XIII secolo, per poi essere definitivamente abbandonato ai Conventi. Solo dopo il primo dopoguerra il colle Aventino è diventato in parte oltre che sede di monasteri anche luogo di residenza per aristocratici, mantenendo il suo carattere silenzioso isolato, pieno di verde, giardini, conventi, e  abitazioni signorili che si è mantenuto fino ad oggi. In Epoca Romana,a zona si divideva in un "Aventino" vero e proprio, o Aventino Maggiore tra il fiume Tevere e la valle in cui sorse il Circo Massimo e "Aventino minore" (attualmente "collina di San Saba"). In età repubblicana entrambi i settori all'interno delle Mura Serviane sembrano essere stati compresi nella denominazione "Aventino", ma con la suddivisione Augustea della città in 14 Regioni furono suddivisi tra le regioni XIII (poi Aventinus) e XII (Piscina Publica).

Fotografie del Colle Aventino

Colle Aventino Roma, foto Anna Zelli

il colle Aventino in una stampa d'epoca, foto Anna Zelli

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