MUSEI VATICANI GUIDA TURISTICA VATICANO SAN PIETRO INFORMAZIONI STORICHE ARTISTICHE FOTO ANNA ZELLI www.annazelli.com
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Informazioni
Storiche Artistiche Turistiche Culturali Foto Musei Vaticani Guida Turistica Vaticano San Pietro Storia dei Musei Vaticani si sono formati nel tempo con opere d'arte raccolte dai Papi e donazioni fin dal Rinascimento, è uno dei complessi museali più grande al mondo, nonostante le dispersioni di opere a causa delle guerre, delle distruzioni e dei furti. Le raccolte dei Musei Vaticani hanno più 5 secoli di vita, furono inaugurate nel 1506 da Papa Giulio II, che per primo espose le più belle sculture della Collezione Vaticana, nei Cortili Vaticani, nel cortile delle Statue oggi chiamato Cortile Ottagono, che si trova nel palazzetto del Belvedere. Le collezioni d'arte del Vaticano furono organizzate in allestimenti definitivi tra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo. Le collezioni dei Musei Vaticani vanno da un periodo che va dal V secolo. al XX secolo, e vantano il privilegio di essere una delle più grandi e più belle raccolte museali al mondo. Furono i Papi per primi a volere che le opere d'arte non fossero solo un bene ed un privilegio di privati, ma che fossero esposte, aperte e visitabili dal pubblico. I Musei e le Gallerie nei Palazzi Vaticani e nei Cortili Vaticani, furono fortemente volute da Papa Clemente XIV, al soglio pontificio dal 1769 al 1774, e da Papa Pio VI, pontefice dal 1775 al 1799, la parte museale allestita da questi due Papi deriva il nome dal nome dei due pontefici e si chiama Museo Pio Clementino. La collezione del museo Pio Clementino, fu ampliata da Papa Pio VII, al soglio dal 1800 al 1823,il quale ampliò la raccolta delle antichità classiche, aggiungendo il Museo Chiaramonti e il Braccio Nuovo. Sempre Papa Pio VII, ampliò la raccolta Epigrafica che è ospitata nella Galleria Lapidaria. Il Museo Etrusco fu voluto da Papa Gregorio XVI, al soglio dal 1831 al 1846,e fu inaugurato nel 1837, contiene reperti provenienti da scavi effettuati nell'etruria meridionale. Lo stesso Papa Gregorio XVI, fondò nel 1839 il Museo Egizio, che contiene reperti egizi già di proprietà del Vaticano ed altri che erano conservati nei Musei Capitolini in Campidoglio. Papa Pio IX, al soglio dal 1846 al 1878 aggiunse al già esistente Museo Profano Lateranense, in Laterano, nel 1854 il Museo Cristiano, con reperti di sculture cristiane antiche, sarcofagi ed iscrizioni. Successivamente, Papa Pio X, al soglio dal 1903 al 1914, aggiunse nel 1910 il Lapidario Ebraico, che contiene iscrizioni provenienti da antichi cimiteri ebraici di Roma, dal cimitero della via Portuense. Tutte le collezioni del Museo Gregoriano Profano, del Museo Pio Cristiano e del Lapidario Ebraico, per volere di Papa Giovanni XXIII al soglio dal 1958 al 1963, furono trasferite dai Palazzi Lateranensi in Vaticano, e sono state aperte al pubblico nel 1970. Sempre nei Musei Vaticani ci sono la Galleria degli Arazzi, con una raccolta che va dal XVI al XVII secoli. C'è anche la Galleria delle Carte Geografiche decorata per volere di Papa Gregorio XIII, al soglio dal 1572 al 1585 e restaurata da Papa Urbano VIII, al soglio dal 1623 al 1544. Sempre ai Musei Vaticani ci sono la Sala Sobiescki e dell'Immacolata Concezione, le Stanze di Raffaello, la Loggia di Raffaello, queste ultime decorate per volere di Papa Giulio II e Papa Leone X, al soglio dal 1513 al 1521. Sotto il Pontificato di Papa Niccolò V, al soglio dal 1447 al 1455, il frate domenicano Guido di Pietro, detto il Beato Angelico, affrescò una Cappella, oggi chiamata Cappella del Beato Angelico,il Beato Angelico fu uno dei massimi esponenti della pittura fiorentina del primo Rinascimento, sulle pareti di questa cappella dipinse le storie di San Lorenzo e di Santo Stefano, un ultimo restauro si ebbe nel 1996. Inclusa nel percorso è la visita alla Cappella Sistina che vede i capolavori di Michelangelo e che prende il nome da Papa Sisto V, al soglio dal 1471 al 1484. Da visitare inoltre, l'appartamento di Papa Alessandro VI, al soglio dal 1492 al 1503, che è l'appartamento Borgia. La Pinacoteca Vaticana, è nel nuovo ingresso dei Musei Vaticani, qui collocata da Papa Pio XI nel 1932. Anche il Museo Missionario Etnologico, fu voluto da Papa Pio XI, fu fondato nel 1926, e si trovava in Laterano, ma Papa Giovanni XXIII, lo fece trasferire in Vaticano e lo aprì al pubblico. A tutti questi Musei, nel 1973 venne aggiunta la Collezione di Arte religiosa moderna e contemporanea inaugurata da Papa Paolo VI al soglio dal 1963 al 1978. C'è anche una sezione dedicata alle Carrozze e alle auto papali. Il nuovo ingresso dei Musei Vaticani, è stato inaugurato nel 2000. Dopo i Patti Lateranensi del 1929, i Musei e le Gallerie Pontificie dipendono dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che presiede alla tutela e alla conservazione dell'immenso patrimonio archeologico, artistico e storico della Santa Sede. Architettura dei Musei Vaticani, data l'immensità delle opere d'arte presenti nei Musei Vaticani, in una sola giornata non è possibile vederle tutte, il percorso espositivo all'interno dei Palazzi Apostolici si snoda su circa 42 mila metri quadrati, qui ci sono dipinti, reperti archeologici, carte geografiche, arazzi, decine di migliaia di opere. Passiamo dai meravigliosi affreschi di Michelangelo alla Cappella Sistina, a quelli delle Stanze di Raffaello. Per godere del senso magico dell'arte, basta guardarsi intorno, una volta entrati ai Musei e nei Palazzi e nei Cortili Vaticani, respirerete un'aria magica, dove tutto è arte. Per permettere questa collezione d'arte ci sono voluti alcuni secoli, dal momento in cui i pontefici di ritorno dal periodo di esilio ad Avignone, e dopo aver spostato la loro residenza dal Laterano al colle Vaticano iniziarono a commissionare lavori ai più grandi artisti dell'epoca, per decorare al meglio la loro sede. Il primo Papa ad avviare nei primi anni del '400 la ristrutturazione dei palazzi vaticani fu Papa Niccolò V, fu proprio lui a costruire nel 1473 la Cappella Sistina, che da lui prende il nome. Mentre Papa Innocenzo VIII nel 1492 fece realizzare dall'architetto Giacomo da Pietrasanta una residenza estiva sulla collina del Belvedere, collegata in seguito agli altri edifici da due ali a 3 piani lunghe oltre 300 metri che corrono parallele a circa 70 metri di distanza che racchiudono il grandioso cortile del Belvedere. Queste due nuove ali vennero costruite dal più grande architetto del '500 Donato Bramante, per volere di Papa Giulio II, e questo cantiere detto anche la Fabbrica di San Pietro vide anche all'opera due dei più grandi architetti e artisti del Rinascimento Italiano, Michelangelo e Raffaello. Intorno al 1930 venne realizzato l'edificio che oggi ospita la Pinacoteca. A seguito dei patti Lateranensi del 1932, il Papa tornò in possesso delle sue opere d'arte e venne aperto il portale su Viale Vaticano che immette ai Musei Vaticani. La prima sistemazione museale si deve a Papa Giulio II che nel '500 allestì la collezione di capolavori scultorei classici nel cortile del Belvedere, ed il 1506 segna in qualche modo la data d'inizio della collezione museale vaticana. Alla metà del '700, presso la Biblioteca Vaticana venne allestita una raccolta di opere d'arte cristiana antica che all'inizio si chiamerà Museo d'Arte Sacra, per poi diventare il Museo Profano del 1767. I Musei Capitolini nacquero ad opera dei Pontefici Papa Clemente XIV, e Pio VI i quali poi si adoperarono per un allestimento delle collezioni anche in Vaticano e da questa data in poi furono aperti numerosi spazi che sono oggi aperti al pubblico. La visita ai Musei inizia dall'Atrio dei quattro cancelli da qui ci si può dirigere o verso il cortile della Pigna , oppure attraverso la scala Simonetti raggiungere le collezioni. Ci vogliono più o meno 5 ore per vedere tutte le sale, anche se consiglio di dedicare un pò più di tempo, dato che i Musei Vaticani sono dotati di tutti i servizi, , oltre ad itinerari percorribili anche dai disabili, e all'interno oltre ad un bar e punti di ristoro vi è anche un ristorante. Cronologia dei Musei Vaticani, nel 1198 Papa Innocenzo III realizza il Palazzo Papale ; nel 1473 Papa Sisto IV fa costruire la Cappella Sistina ; nel 1503 il Bramante realizza il Cortile del Belvedere ; nel 1509 Raffaello inizia la pittura delle sue stanze dette Stanze di Raffaello ; tra il 1503 e il 1513 Papa Giulio II inizia a collezionare statue e sculture del periodo classico, nel 1655 Bernini progetta la Scala Regia ; nel 1756 viene fondato il Museo Sacro ; nel 1758 viene fondato il Museo delle Antichità Pagane ; tra il 1776 e il 1784 Pio VI amplia il museo ; tra il 1800 e il 1823 viene istituito il Museo Chiaramonti ; nel 1822 c'è l'apertura del Braccio Nuovo ; nel 1837 viene fondato il Museo Etrusco; nel 1970 Papa Paolo VI apre il Museo Gregoriano Profano. Musei Vaticani, Città del Vaticano, l'ingresso ai Musei è in viale Vaticano a Roma (quartiere Aurelio), sono all'interno dello Stato della Città del Vaticano, e sono una delle raccolte d'arte più grandi del mondo, dal momento che espongono l'enorme collezione di opere accumulata nei secoli dai Papi. Il museo è stato fondato da papa Giulio II nel XVI secolo. La Cappella Sistina e gli appartamenti papali affrescati da Raffaello fanno parte delle opere che i visitatori dei musei possono ammirare nel loro percorso. Il Vaticano racchiude in sè il più grande complesso museale al mondo. Dall'ingresso ai Musei Vaticani, si sale all'atrio dei quattro cancelli che è lo snodo da cui si diramano tutti gli itinerari. Da qui si accede al cortile della Pigna che prende il nome dalla colossale pigna bronzea del I-II sec. d.C., al centro di questo cortile si trova anche l'opera di Arnaldo pomodoro "Sfera con sfera" e l'entrata al Museo Egizio, voluto da Papa Gregorio XVI il quale comprende opere originali egizie e rifacimenti romani provenienti dalla Villa Adriana a Tivoli, questa sezione si è nel tempo arricchito con opere provenienti dalla Siria, dalla Palestina, dalla Turchia, e dai rilievi dei palazzi Assiri. Viale Vaticano, Roma, fa parte del quartiere Aurelio e del quartiere Trionfale, va da via Leone IV a via Niccolò V, il viale ricorda il colle Vaticano sul quale oggi si trova lo Stato della Città del Vaticano e sul quale si possono ammirare e visitare anche i Giardini Vaticani oltre ai palazzi dei Musei Vaticani. Il Viale è circondato sulla parte del colle Vaticano dalle Mura Vaticane, che sono la cinta muraria a protezione dello Stato della Città del Vaticano, mura che risalgono alla fondazione della Civitas Leonina inaugurata da Papa Leone IV nell'852. Mura Vaticane, viale Vaticano, Roma, dal cancello di Sant'Anna, che è uno degli ingressi al Vaticano, su via di Porta Angelica, che fa parte del Rione Borgo, si aprono le mura Vaticane che cingono lo Stato della Città del Vaticano, arrivando su piazza Risorgimento, rione Prati, vi sono le mura di Papa Pio IV e qui si apriva la porta Angelica, di cui rimane l'iscrizione, scomparsa, da qui si costeggia il muro chiamato dei Bastioni di Michelangelo e si arriva sul viale Vaticano nel quale vi è l'ingresso ai Musei Vaticani, il muro risale alla data del 1542 ed è alto 14,50 metri. Qui vi sono sia il vecchio ingresso che il nuovo ingresso ai Musei Vaticani, sopra il muro si notano il Palazzetto di Papa Innocenzo VIII e la Sala Rotonda del Museo Pio Clementino. Antico Portale di Ingresso ai Musei Vaticani, viale Vaticano, quartiere Aurelio Roma, è un grandioso portale opera di Giuseppe Momo del 1932, da qui si accedeva all'atrio alle cui pareti vi sono i rilievi con gli Evangelisti di Antonio Mariani, esternamente sopra al portale c'è lo stemma di Papa Pio XI fiancheggiato dalle statue di Raffaello e di Michelangelo, opera del Minardi, da questa vecchia entrata, si arrivava al vecchio scalone elicoidale dal quale iniziava la visita ai musei, oggi si entra da un altro portone e si sale per una nuova scala elicoidale. Questo antico portale viene usato oggi come uscita. Nuovo portale di ingresso ai Musei Vaticani, viale Vaticano, è del 1999, ed è in bronzo patinato a fuoco, opera di Cecco Bonanotte, inaugurato il 7 febbraio del 2000 da Papa Giovanni Paolo II, è formato da una struttura modulare a formelle quadrate, ispirata alla tradizione degli antichi portali e racchiude il tema della Creazione, la porta è sormontata da una vela dominata dallo stemma di papa Giovanni Paolo II, semplificato in una forma rettangolare, arricchito da un motivo dentellato, e sormontato dai simboli pontifici. Da qui si accede ad un nuovo edificio a quattro piani, i primi due piani sono destinati alla accoglienza dei visitatori, al piano terra vi sono i controlli della sicurezza, gli sportelli informazione e la biglietteria. Vecchio Scalone Elicoidale, ai Musei Vaticani, molto bello, è una scala elicoidale a doppia rampa fu progettato da Giuseppe Momo nel 1932. Nuovo Scalone Elicoidale, la nuova rampa elicoidale è del 1999, è un'ampia scalinata ad asse inclinato che conduce il visitatore all'Atrio delle Corazze, nel quale ci sono le indicazioni per accedere alle collezioni dei Musei Vaticani e ai servizi come i punti per le audio guide, per l'ufficio postale, per il cambia valute, e i punti vendita. La visita è a senso unico, separando l'entrata dall'uscita. Palazzi Vaticani, sono nella Città del Vaticano, sono un grandioso complesso architettonico che comprende una serie di edifici collegati tra di loro, ci vollero 1500 anni affichè fosse ultimata la loro costruzione. In questi palazzi ci fu la prima residenza papale voluta da Papa Simmaco al principio del VI secolo d.C. era solo una residenza temporanea, di cui oggi non rimane traccia la storia ci racconta che già a partire dalla metà del IX secolo,l'area intorno alla antica basilica di San Pietro, la Basilica Costantiniana, era formata da una piccola cittadella fortificata, la Città Leonina, e da una cinta muraria. Le Mura Leonine volute da Papa Leone IV, al soglio dal 847 al 855. Tra la fine del '200 ed i primi del '300, vennero costruiti alcuni edifici intorno al cortile quadrato detto del Pappagallo, questi formeranno il primo nucleo dei Palazzi Vaticani. Alla fine del '400, dopo l'esilio Avignonese del Papato, che si protrasse dal 1309 al 1377, si costruirono nuovi palazzi, tra questi il Palazzo di Papa Sisto V, al soglio dal 1471 al 1484, che oggi ospita la Cappella Sistina, ed il Palazzetto di Papa Innocenzo VIII, al soglio dal 1484 al 1492, che si trova a 300 metri a nord rispetto alla Basilica Vaticana, si deve a Papa Giulio II, al soglio dal 1503 al 1513, e all'architetto Donato Bramante, l'idea di collegare i due nuclei dei palazzi con due corpi longitudinali che racchiudevano un grandioso cortile suddiviso in 3 livelli. I Papi del '500 e del '600 proseguirono nell'opera di ampliamento dei Palazzi Vaticani, in particolare a Papa Sisto V, al soglio dal 1585 al 1590, si deve l'edificio nel quale attualmente ridiede il Papa e dal quale ogni domenica a mezzogiorno, il papa si affaccia per la benedizione i fedeli che si radunano a piazza San Pietro, la finestra è quella del terzo piano, la seconda a destra. Atrio delle Corazze, vi si accede dalla nuova rampa elicoidale, da qui si arriva all'Atrio dei Quattro Cancelli. Atrio dei Quattro Cancelli, è un monumentale edificio a pianta quadrata di stile neoclassico con copertura a cupola, fu costruito da Giuseppe Camporese tra il 1792 e il 1793, era il vecchio ingresso ai Musei Vaticani, ai quali si accedeva dai Giardini Vaticani, l'interno dell'atrio è decorato con 8 statue a grandezza naturale collocate simmetricamente in nicchie ricavate nelle pareti, sono statue idealizzate e ritratti di età imperiale del I e del II secolo. All'atrio segue il Vestibolo dei Quattro Cancelli, al di la del quale oltre al cancello si apre il Cortile della Pigna che prende il nome dalla enorme pigna che un tempo si trovava nell'atrio della vecchia basilica Costantiniana, oggi si trova al centro del nicchione realizzato da Pirro Ligorio sviluppando una esedra già progettata da Donato Bramante e poi modificata da Michelangelo. Dal vestibolo dei Quattro Cancelli a sinistra, inizia il percorso della visita ai Musei, salendo la prima rampa della Scala Simonetti e dal pianerottolo si accede al Museo Egizio. Scala Simonetti, il successore di Clemente XIV, Papa Pio VI, continuando la generosa impresa di allestire un grande Museo affidò agli architetti M. Simonetti e G. Camporesi la costruzione di nuovi grandiosi edifici, espressamente destinati ad assolvere alla funzione di museo di scultura antica classica, i nuovi edifici collegano il Museum Clementinum al Corridoio occidentale mediante il nuovo monumentale ingresso dei "Quattro Cancelli" (opera del Camporesi, terminata nel 1790). Il complesso del Museo Pio-Clementino consta al pianterreno, di 14 sale e, al piano superiore raggiungibile tramite la splendida Scala Simonetti - della Sala della Biga (sopra i Quattro Cancelli) e della lunga Galleria dei Candelabri che si estende sopra il Corridoio occidentale. Museo Egizio, il Museo Gregoriano Egizio, fu istituito da Papa Gregorio XVI nel 1839, inaugurato nel 1989 fu realizzato grazie all'egittologo Padre Luigi Maria Ungarelli. L'attuale allestimento si deve alla ristrutturazione curata nel 1989 dal francese Jean Kuc Grenier. L'esposizione si snoda in un percorso cronologico disposto in 8 sale che abbracciano un arco temporale di oltre 3 millenni, dal 2600 a.C. all'età copta. Inizialmente la collezione egizia era formata dalle collezioni conservate in Vaticano e nel Museo Capitolino, fu poi incrementato con reperti provenienti da Villa Adriana a Tivoli e in seguito con significative donazioni, come quella del Khedivè d'Egitto a Lenone XIII, la donazione della collezione Grassi a Papa Pio XII, e opere dal lascito testamentario di Federico Zeri. In questo spazio espositivo troviamo testimonianze provenienti da Siria, Palestina, Turchia , tavolette e sigilli cuneiformi mesopotamici, rilievi di palazzi assiri. Nella terza sala è presentata una ricostruzione della decorazione statuaria del Canopo di Villa Adriana, fatto realizzare nel 131 d.C. dall'Imperatore Adriano al ritorno dal suo viaggio in Egitto, dove spiccano il busto di Isisde e le statue di Antinoo, il giovane amato da Adriano e annegato nel Nilo. L'interesse per l'Egitto da parte dei Papi derivava dal ruolo che l'Egitto ha nelle Sacre Scritture. Il Museo ha 9 sale, e ad un certo punto si apre verso la terrazza del Nicchione della Pigna che affaccia sull'enorme Cortile della Pigna. Per accedere al Museo Egizio, si sale per una rampa detta Scala Simonetti, dal nome dell'architetto che la progettò, tra il 1771 e il 1784. Il Museo contiene reperti egizi, statue, sarcofagi, stele, portati a Roma in epoca imperiale, ed acquistate dai Papi alla fine del 1700. Vi sono preziosi sarcofagi del II e del I secolo a.C. Tra le opere presenti c'è la statua colossale della regina Tuja, madre di Ramesse II, e quella del faraone Montuhotep, numerose stele, sarcofagi, mummie, elementi di arredo funerario, oggetti della vita quotidiana Museo Egizio fu fondato da Papa Gregorio XVI nel 1839. Le sale che ospitano l'esibizione furono decorate in stile egizio nel XIX secolo. Qui vi si trova il Nicchione della Pigna. al Museo Gregoriano Egizio appartengono le sale :Antichità Orientali, Alessandria d'Egitto e Palmyra, Antichità Palestinesi, Sala dei Rilievi Assiri. Cortile della Pigna, Musei Vaticani, fa parte della estremità settentrionale del Grande Cortile del Belvedere, cortile Rinascimentale che andava dai Palazzi Pontifici al palazzetto di Innocenzo VIII e che fu successivamente diviso in tre parti con la costruzione della Biblioteca di Sisto V e del Braccio Nuovo di Pio VII. Il cortile prende il nome dalla colossale Pigna di bronzo posta nel nicchione. Il cortile è delimitato dal Braccio Nuovo, dalla Galleria Chiaramonti, dal Palazzetto di Innocenzo VIII e dalle Galleria delle Biblioteche Apostoliche. Da vedere : la colossale Pigna di bronzo al di sotto della quale un capitello proveniente dalle terme di Alessandro Severo del 222-235, che fu posto come base della pigna da Papa Clemente XI al soglio dal 1700 al 1721, la pigna risale al I secolo, probabilmente era nel Campo Marzio ed era adibita a fontana, l'acqua zampillava dalle scaglie della pigna, fu poi posta nell'VIII secolo nell'atrio di ingresso della Basilica Costantiniana, e smontata quando venne edificata la nuova Basilica di San Pietro, e posta dove si trova ora. Ai lati della pigna due copie di pavoni in bronzo, gli originali sono nel Braccio Nuovo, al di sotto della pigna c'è una fontana con accanto due leoni egizi in granito grigio del 378-361 a.C. ritrovati nel tempio di Iside che era nel Campo Marzio. Su un lato del cortile c'è la colossale statua di Augusto, rinvenuta all'Aventino, rimase a villa Celimontana fino al 1801 quando venne acquistata per i Musei Vaticani. Al centro del cortile della Pigna c'è la scultura in bronzo di Arnaldo Pomodoro Sfera con Sfera realizzata nel 1990 per i Musei Vaticani, misura 4 metri di diametro. Museo Chiaramonti, deriva dal suo fondatore Pio VII Chiaramonti e mette in mostra lavori romani, molti dei quali sono copie di originali greci, datati tra il V e il VI secolo a. C. All'estremità vi è un cancello con la Galleria dell'Incisione, che occupa la parte rimanente del corridoio est del Bramante. Contiene oltre 5000 reperti pagani e cristiani derivanti da cimiteri e catacombe. Il Museo Chiaramonti fu fondato agli inizi dell'800 da Papa Pio VII Chiaromonti che ne affidò l'allestimento ad Antonio Canova, il Museo fu collocato nel primo tratto delle Gallerie progettate dal Bramante realizzate quali raccordi tra il Palazzetto del Belvedere costruito da Innocenzo VIII, e il Palazzo Pontificio, queste Gallerie racchiudevano l'enorme cortile del Belvedere che fu successivamente interrotto con la costruzione dell'edificio dell'ala trasversale della Biblioteca edificata da Domenico Fontana per volere di Papa Sisto V, tra il 1587 e il 1589. Il Braccio Nuovo e la Galleria Lapidaria sono entrambi parte integrante del Museo Chiaromonti. Per cui il Cortile del Belvedere si ritrovò diviso in 3 parti : il Cortile della Pigna, il cortile della Biblioteca e il Cortile del Belvedere. Lungo le pareti della galleria si alternano statue di divinità, i ritratti imperiali, erme e busti, rilievi e sarcofagi. Vi è anche una statua di Ganimede di età Imperiale, una testa colossale di Atena, copia romana ed adrianea dell'originale greco del V secolo a.C., e un ritratto di Tiberio. Le pareti sono suddivise da entrambi i lati in campate numerate in cifre romane. Galleria Lapidaria, o Collezione Chiaramonti è il risultato dell'impegno di vari pontefici, a partire da Papa Clemente XI che la volle agli inizi del '700 e a Papa Pio VII che ne accrebbe notevolmente la collezione agli inizi del secolo successivo. La collezione è composta da oltre 3000 iscrizione pagane e cristiane, in greco e latino. E' una delle più ricche raccolte epigrafiche a livello mondiale. La Galleria Lapidaria si trova oltre il cancello alla fine del Museo Chiaramonti. E' situata nel corridoio del Bramante costruito per congiungere il Palazzo Vaticano con il Belvedere di Innocenzo VIII. La Galleria Lapidaria può essere considerata una fonte inesauribile di notizie per lo studio del mondo romano e cristiano e tra le più significative testimonianze dell'importante ruolo svolto dai Pontefici illuminati e uomini di lettere nell'ambito del collezionismo e della storia degli studi epigrafici. La collezione si è formata gradualmente nel corso del '700 e venne ordinata da Gaetano Marini, che personalmente aveva curato la suddivisione e la posa in opera delle iscrizioni. Ci sono più di 3 mila pezzi, che comprendono una vasta tipologia di epigrafi prevalentemente pagane ed in parte cristiane circa 900 e monumenti, lastre, basi, cippi, urne, are sarcofagi, ordinati per materia in 48 riquadri , numerati, procedendo dall'Appartamento Borgia, antico ingresso sul lato opposto della Galleria. I settori del lato sinistro riguardavano divinità : sacerdoti, imperatori, consoli, e magistrati, iscrizioni degli scavi ostiensi di Pio VII, arti e mestieri, iscrizioni greche di tutte le categorie, rapporti sociali, patroni, liberti, fratelli, genitori. I settori del lato destro comprendono essenzialmente iscrizioni cristiane, epigrafi, iscrizioni pagane di tutte le categorie. Verso la metà del corridoio sono collocate due grandi travi lignee recuperate da Annesio Fusconi nel 1827 dal fondale del Lago di Nemi presso Roma appartenenti alle navi dell'Imperatore Caligola , 37-41 d.C. utilizzate come villa galleggiante, si tratta dei resti delle due navi, purtroppo incendiate nel 1944 durante gli eventi bellici. In fondo alla galleria c'è un trompe-l'oeil, dipinto ad imitazione delle Logge di Raffaello, dal pittore Angelo Toselli nel 1814, per fingere la presenza di due logge anzichè di una, quale fondale della galleria stessa Braccio Nuovo si accede al Braccio Nuovo dal Museo Chiaramonti, che fu fondato da Papa Pio VII agli inizi dell'ottocento e venne denominato nuovo perchè si distinguesse dall'altro braccio della Biblioteca. Realizzato attraverso il cortile del Belvedere su progetto dell'architetto Raffaele Stern, fu terminato nel 1822. Conserva pregevoli esempi di scultura romana. Interessante è la celebre statua di Augusto di Prima Porta, copia di un originale in bronzo del 20 a.C., rinvenuta nel 1863 nei pressi della Villa di Livia ad Gallinas Alba, sulla via Flaminia a Prima Porta. Significativa anche la colossale statua marmorea del Nilo risalente al I secolo d.C., fu ritrovata nel cinquecento presso Santa Maria sopra Minerva, dove un tempo c'era l'Iseo Campense. Da vedere anche l'Amazzone ferita, copia da Kresilas; il Doriforo copia dell'originale bronzeo di Policleto e i mosaici inseriti nel pavimento provenienti dagli scavi presso Tor Marancia che rappresentano le avventure di Achille. Il Braccio Nuovo, voluto da Papa Pio VII, fu di nuovo aperto, dopo la restituzione delle sue opere deportate da Napoleone in Francia, tutto il progetto venne realizzato dall'architetto romano Stern e concluso nella sua realizzazione da Pasquale Belli, e inaugurata nel 1822. I rilievi sopra le nicchie sono di Massimiliano Laboureur. Nel pavimento sono inseriti alcuni mosaici antichi, del II secolo d.C. provenienti dagli scavi di Tor Marancia, sulla via Ardeatina, notevole è la rappresentazione delle avventure di Ulisse. Tra i reperti : il sileno che culla tra le braccia il piccolo Dionisio, la statua di Augusto di Prima Porta, la statua togata di Tito, la testa di Giulio Cesare, due pavoni di bronzo dorato che si trovavano nella basilica costantiniana che probabilmente provengono dal Mausoleo di Adriano simbolo di immortalità astrale. Di fronte all'ingresso al corridoio della Biblioteca apostolica Vaticana c'è il busto di Papa Pio VII fondatore del Braccio Nuovo, opera di Antonio Canova. C'è anche la Statua di Demostene copia romana di un originale greco in bronzo , statua di Amazzone ferita, copia dell'opera di Kresilas, statua colossale raffigurante il Nilo verosimilmente rinvenuta nei pressi della chiesa di Santa Maria sopra Minerva, zona ove esisteva l'antico tempio di Isis e Serapis. Statua di Giulia figlia dell'imperatore Tito, questa statua fu rinvenuta in Laterano insieme alla statua di Tito, di fronte alla quale è collocata. Statua dell'Atena Giustiniani, chiamata così dal nome del primo possessore, identificata dall'elmo, l'egida ed il serpente, copia di un modello bronzeo greco del IV sec. a.C. Statua dell'Imperatore Claudio, statua del satiro in riposo modesta replica di un originale attribuito a Prassitele, testa ritratto di Lucio Vero, statua del Dariforo, portatore di lancia, copia dell'originale bronzeo greco di Policreto del 440 a.C. Museo Pio Clementino, cui appartengono anche la Sala della Biga, la Galleria dei Candelabri, il Cortile Ottagono, è una galleria di sculture prende il nome in onore di Papa Clemente XIV e il suo successore Papa Pio VI che ne ampliò la preesistente collezione rinascimentale. Qui sono esposte le famose Apoxyomenos, copia dell'originale di Lisippo; Apollo Belvedere copia dell'originale di Leocare; il gruppo del Laocoonte, copia greca di un originale ellenistico ritrovato nella Domus Aurea di Nerone e successivamente spostata in Vaticano nel 1506. La scala a spirale del Bramante del 1500. Il Perseo del Canova del 1800 e il busto del Belvedere di Apollonius da Nestor. Il Museo Pio Clementino è custode di alcune delle sculture classiche più celebri delle collezioni vaticane, fu allestito all'interno del Palazzetto del Belvedere negli ultimi decenni del '700 in un periodo di diffusa sensibilità nei confronti della conservazione e della tutela del ricco patrimonio artistico della città di Roma e del Vaticano. A fondarlo furono due pontefici Papa Clemente XIV e Papa Pio VI, anche se il primo nucleo della raccolta si deve a Papa Giulio II che già agli albori del '500 aveva fatto collocare nell'area attualmente occupata dal Cortile Ottagono le antiche statue di sua proprietà. Numerose sono le opere significative fra le quali figurano veri e propri capolavori. Tra questi è da segnalare l'Apollo del Belvedere copia romana eseguita in marmo intorno al 130 - 140 d.C. copia dall'originale greco in bronzo del IV secolo a.C. rinvenuta alla fine del '400 presso la Basilica di San Pietro in Vincoli. Straordinario è anche il Gruppo del Laocoonte rinvenuto nel 1506 nella zona della Domus Aurea, che celebra il mito del sacerdote troiano che aveva intuito l'inganno di Ulisse il gruppo marmoreo è una replica del I secolo d.C. dell'originale del II secolo a.C. eseguito da 3 scultori di Rodi: Agesandro, Atamodoro, e Polidoro. La statua dell'Atleta Apoxyomenos copia romana rinvenuta a Trastevere nel 1849 e datata I secolo d.C., della scultura di bronzo di Lisippo del IV secolo a.C. Da vedere anche il Perseo e i Pugilatori di Antonio Canova , e il Torso del Belvedere situato al centro della Sala delle Muse. Il Torso del Belvedere è il frammento di una statua che forse rappresentava Ercole e probabilmente risalente al I secolo a.C. che ispirò Michelangelo nella realizzazione degli "ignudi" della Cappella Sistina. Particolare interesse rivestono altre riproduzioni romane di sculture greche, antichi mosaici proventi da Villa Adriana e i due colossali sarcofagi in porfido rosso di Sant'Elena e Costanza, martire e figlia dell'Imperatore Costantino. Appartengono al Museo Pio Clementino, anche se poste in un piano diverso la Sala dell Biga e la Galleria dei Candelabri. Il Museo Pio Clementino deriva dall'antico Museo di sculture, unico nel suo genere, voluto da Papa Pio VI, che gli diede un ingresso monumentale con l'Atrio dei Quattro Cancelli, dal quale si accedeva salendo la scala Simonetti, e attraversando come atrio di ingresso la Sala a Croce Greca, si accedeva alla Sala Rotonda, alla Sala delle Muse, alla Sala degli Animali e da qui all'antico Cortile delle Statue del Belvedere, l'attuale cortile Ottagono. Il Museo Pio Clementino si divide in varie sale: il Vestibolo quadrato, che è l'atrio dell'antico Museo Clementino, sull'architrave è scritto Museum Clementinum, da qui si passa al Gabinetto dell'Apoxyomenos, che fa riferimento all'Apoxypmenos di Lisippo copia romana dell'originale greco rinvenuta a Trastevere nel 1849, il nome della statua deriva dal termine greco "apoxyein " che significa detergere, in quanto raffigura un atleta reduce dalla palestra che si deterge la polvere e il sudore dal braccio, davanti alla finestra c'è il busto di Papa Clemente XIV che dopo l'acquisto delle collezioni Fusconi e Mattei del 1770, volle la disposizione del Museo nel Palazzetto del Belvedere. Dal Vestibolo: in questo ambiente vi è uno degli accessi alla Scala del Bramante che fu fatta costruire da Papa Giulio II al'inizio del XVI secolo,per creare un ingresso esterno al palazzetto, la spirale della rampa è costruita in una torre quadrata, le colonne sono nella prima parte di ordine tuscanico, nella seconda ionico e nella terza corinzio. Ai piedi della torre si trova la Fontana della Galera, (visibile dai Giardini Vaticani) cosi chiamata dalla nave di piombo dai cui cannoni zampilla l'acqua, collocata nello specchio d'acqua da Papa Clemente IX. La fontana fu costruita da Carlo Maderno sotto il Pontificato di Papa Paolo V. Sul muro ci sono riquadri di un mosaico rinvenuto all'Aventino, con scene di circo e di arena. Qui vi è una grande nicchia di marmo parte di una edicola funeraria dei dintorni di Todi del I sec. d.C. Passando per il vestibolo rotondo si passa al Cortile Ottagono, cortile interno del Palazzetto del Belvedere, in origine di forma quadrata, e con piante di aranci assunse la sua forma ottagonale nel 1773, ed è il cuore del Museo Pio Clementino. E' qui che il cardinale Giuliano della Rovere, eletto papa con il nome di Giulio II nel 1503 fece collocare delle statue antiche di sua proprietà, tra queste il famoso Apollo. Sempre Papa Giulio II acquistò delle opere significative, tra queste tra queste il gruppo del Laocoonte. Successivamente Papa Clemente XIV, nel 1772, affidò a Simonetti la costruzione del portico, ed il cortile assunse la forma ottagonale che oggi possiamo vedere. All'inizio del XIX secolo, Antonio Canova fece murare le sezioni angolari, mura poi abbattute nel 1957. Sul lato sinistro del portico a terra appoggiato alla parete c'è un frammento di un rilievo romano che raffigura un inserviente cinto d'alloro nell'atto di sacrificare un toro. Al centro sopra la porta d'ingresso c'è un fregio con corteo dionisiaco , raffigura Bacco accompagnato dal suo seguito mentre ritorna da un banchetto, l'opera proviene dalla Campania databile I secolo a.C. Andando verso sinistra si va al Gabinetto dell'Apollo. L'Apollo del Belvedere è' la copia romana di una statua di Apollo, che incarna gli ideali della perfezione della bellezza classica, è una scultura in marmo realizzata in età imperiale tra il 130 e il 140 d.C., da un originale greco del 330-320 a.C. le mani furono integrate da un allievo di Michelangelo, nella mano sinistra il dio portava un arco come segno della sua potenza vendicatrice e presumibilmente nella mano destra abbassata teneva una freccia tolta dalla faretra aperta. Il mantello appoggiato sulle spalle, da al giovane un aspetto radioso, l'opera rappresenta l'ideale di purezza dell'arte greca. Sul lato sud del cortile vi è la fontana del tigri che è una parziale ricostruzione e fu qui sistemata da Michelangelo, sopra la fontana c'è la statua distesa di un Dio Fluviale, del II secolo d.C. in parte restaurata era presente in Vaticano già dal 1536. sotto un sarcofago raffigurante la lotta tra greci e amazzoni, che durante il rinascimento era la vasca della fontana. Sempre nella zona del cortile Ottagono da ammirare il gruppo marmoreo del Laocoonte, che risale al I secolo d.C.,e raffigura il sacerdote troiano e i suoi figli che lottano con due serpenti, il gruppo è in marmo e fu rinvenuto il 14 gennaio del 1506, presso le "Sette Sale" all'Esquilino, verso il Colosseo, nella zona della Domus Aurea. Secondo il racconto di Plinio il Vecchio, il gruppo del Laocoonte era stato eseguito dagli scultori di Rodi Hagesandros, Athanodoros, e Polydoros e si trovava nel palazzetto dell'Imperatore Tito, l'opera venne acquistata da Papa Giulio II nel 1506 e portata in Vaticano. Qui il sacerdote di Apollo, Laocoonte è raffigurato con i suoi due figli avvolti dalle spire di due serpenti sui gradini di un altare uno dei due serpenti sta per mordere all'anca Laocoonte che si erge di scatto con busto e tenta invano di strappare via da se la testa del serpente, l'altro serpente ha già azzannato su un fianco il figlio minore, che cade piegato su se stesso per il dolore mentre il figlio maggiore tenta di liberarsi e di sfuggire alle spire del serpente. Virgilio racconta l'accaduto nell'Eneide : Il sacerdote troiano aveva messo in guardia i suoi compatrioti contro il cavallo di legno,dei greci, ed aveva scagliato contro di esso una lancia, che suscitò l'ira di Atena, alla quale il cavallo era dedicato, e che quindi mandò i serpenti ad uccidere Laocoonte e i suoi figli. I Troiani, incuranti del segno ammonitore, trascinarono il cavallo dentro la città di Troia, solo Enea riconosce il segno premonitore si salva con i suoi fuggendo in Italia, qui fonderà Lavinium, e nascerà suo figlio Alba Longa. Richiamo ripreso da Cesare per ragioni politiche della discendenza Troiana della gens Julia, questa pretesa discendenza rafforzerà il potere di dominio di Augusto. All'uscita ci sono due molossi copie di epoca imperiale romana. Sempre nel cortile Ottagono dal Laocoonte, si passa al Gabinetto dell'Hermes, dove si trova la Statua di Hermes: erroneamente detta in precedenza di Antinoo,è una copia romana di età Adrianea da un originale greco in bronzo del IV secolo a.C. La statua fu rinvenuta non lontano da Castel Sant'Angelo, hermes è il messaggero degli dei, insieme a Psychopompos accompagnatore delle anime verso l'oltretomba. Proseguendo: si vede il Sarcofago con Amazzonomachia, al centro Achille e Pentesilea due frammenti di un grande sarcofago a forma di vasca con gruppi di animali in lotta, nella nicchia centrale sinistra: c'è la Statua di Venere Felice replica dell'Afrodite di Cnido di Prassitele. Proseguendo :c'è il Sarcofago di un condottiero, raffigura la mitezza di fronte al vinto, poi l' Ara Casali : base con scene di leggende troiane e romane, donata dalla famiglia Casali a Papa Pio VI.. Dopo di che si accede al Gabinetto del Canova : le opere del Canova vennero acquistate da Papa Pio VII e sono 3 statue : Perseo Trionfante con la testa di medusa; i Pugilatori, Kreugas Damoxenos e sarcofago bacchico a forma di vasca, da vedere altri reperti e si conclude la visita al Cortile Ottagono, Sempre al Museo Pio Clementino appartiene la Sala degli Animali, è una sala molto bella con sculture di animali e decorata da mosaici romani. La Sala degli Animali prende il nome da figure e gruppi di animali. Sul pavimento vi sono mosaici antichi, nel passaggio un mosaico ornamentale in bianco e nero con un'aquila e una lepre, nell'ala destra e sinistra gruppi di 12 riquadri uniti da nastri intrecciati con nature morte della metà del IV secolo d.C. Qui possiamo ammirare il gruppo di un centauro marino con nereidi, è una composizione piatta. Vi è anche la Statua di Meleagro,eroe della caccia, con cane e come trofeo una testa di cinghiale elaborazione romana da un modello greco. Il Gruppo di Mitra, con l'uccisione del toro primigenio, simbolo della forza procreatrice, da parte del Dio persiano Mitra, come inizio della creazione al suo sangue, lo scorpione e il serpente come spiriti maligni, e il cane. Alla parete due riquadri di un mosaico con raffigurazioni paesaggistiche proveniente dalla villa dell'imperatore Adriano a Tivoli, e un granchio in porfido verde che è una pietra rara. Fa parte del Museo Pio Clementino la Sala delle Statue che un tempo era una loggia aperta nel piano inferiore del Palazzetto del Belvedere di Innocento VIII, costruito da Jacopo da Pietrasanta su progetto di Antonio del Pollaiolo, sotto Papa Clemente XIV fu trasformata in galleria di sculture da Alessandro Dori nel 1772, poi sotto Papa Pio VI nel 1776 venne ampliata e collegata con la sala degli animali, e questo comportò la demolizione di una cappella affrescata da Mantegna. A sinistra davanti alla nicchia di fondo : c'è la Statua di Arianna addormentata, un tempo erroneamente detta di Cleopatra, Arianna abbandonata da Teseo dorme e attende l'epifania di Dionisio che la sceglierà, è una copia dell'originale ellenistico. Ci sono anche due candelabri decorativi provenienti dalla Villa di Adriano a Tivoli, Un Eros di Centocelle trovato sulla via Labicana imitazione di originale greco. Una Statua di Satiro, riferita all'originale di Prassitele. Una Testa e torso di un tritone, una Statua di Apollo che uccide la lucertola, una statua dell'Amazzone ferita copia dell'originale di Fidia dedicata ad Artemide ferita, il Ritratto seduto di Posidippo famoso commediografo greco Il Ritratto seduto di Menandro. Da qui si passa alla Sala dei Busti, che si divide in 3 sezioni, nella prima : Gruppo di Catone e Porzia, e busti da una tomba romana, tra le finestre offerte votive di malati,testa di Giulio Cesare, testa di Augusto, testa di Tito,busto di Traiano,testa di Antonino Pio,busto di Marco Aurelio,busto di Lucio Vero,busto di Commodoro, busto di Caracalla. Nella seconda sezione testa di Caracalla bambino, figlio di Settimio Severo del 193 d.C. busto di un fanciullo in veste di capo dell'esercito, testa di Menelao, testa di Atena. Nella terza sezione testa di Giove Verospi, dal palazzo dove era precedentemente esposto, e il Globo celeste con stelle e zodiaco. Sa qui si passa al Gabinetto o Sala delle Maschere, questa sala è uno sperone del Palazzetto del Belvedere di Papa Innocenzo VIII, sporgente a mo di Torre, incluso nel Museo nel 1780, decorano il pavimento 4 riquadri di un mosaico antico con maschere che da il nome alla sala. Tre riquadri raffigurano maschere della commedia l'altro un paesaggio con animale al pascolo e un piccolo santuario, rinvenuti nella villa di Adriano a Tivoli e risalenti alla prima metà del I secolo a.C. Sul soffitto dipinti di Domenico de Angelis, con scene mitologiche : Giudizio di Paride, Rinvenimento di Arianna, Diana e Endimione, Venere e Adone. Nel vestibolo busto di Pio VI. Tra le opere esposte : statua di Venere accovacciata, statua della Venere Cnidia, gruppo delle tre Grazie, statua di Satiro. Si passa poi alla Sala delle Muse che fu costruita da Michelangelo Simonetti verso il 1780, gli affreschi del soffitto sono opera di Tommaso Conca, raffigurano Apollo, le muse e i poeti, al centro della sala c'è il Torso del Belvedere il Torso del Belvedere è stato collocato qui nel 1973, sul masso è scolpito Apollonio figlio di Nestore, Ateniese. C'è una pelle si cui siede la poderosa figura della quale è rimasto solo il torso, sulla coscia sinistra poggia il resto della testa della pelle ferina. forse il reale soggetto è Aiace suicida, il torso in origine era a palazzo Colonna. Da vedere le Statue delle Muse e una di Apollo, le statue delle muse sono quelle di Melpomene musa della tragedia, di Talia musa della Commedia, di Clio musa della Storia, di Polimnia musa della Pantomima e del canto, di Erato musa dell'Inno e del Canto d'Amore, di Calliope musa della canzone eroica e dell'elegia, e alla fine la statua di Apollo citaredo corego delle Muse, Tersicore della danza, Euterpe del flauto del coro tragico, Urania dell'Astronomia, Staue di uomini illustri della Grecia classica, nella sala ci sono anche copie romane di uomini illustri greci, come Sofocle, Epicuro, Euripide, Platone, Socrate,Omero, Eschine, Antisthenes, Pericle, Periandro, Bias. Si passa poi alla Sala Rotonda, questa Sala è il capolavoro di Michelangelo Simonetti, costruita verso il 1780. La sala rotonda è chiusa da una cupola, del diametro esterno di 21,60 metri ed interno di 22 metri, un richiamo al modello del Pantheon, sul pavimento antichi mosaici provenienti da Otricoli, scene di lotta tra greci e centauri, animali marini con nereidi e tritoni. Nel centro una colossale tazza monolitica di porfido di 13 metri, di circonferenza proveniente dalla Domus Aurea. Tra le opere : Genio di Augusto, testa colossale di Giove di Otricoli, statua colossale di Antinoo, statua di Demetra, testa colossale di Adriano, statua colossale di Ercole, nusto colossale di Antinoo, statua di Hera Barberini, statua di Claudio, statua di Junio Sopita, ritratto colossale di Plotina. Si passa poi alla Sala a Croce Greca, che prende il nome dalla forma dell'edificio, a 4 bracci di uguale lunghezza, fu edificata ad opera di Simonetti, sotto Papa Pio VI, che la volle come atrio al suo Museum Pium, la scritta è sull'architrave del portale che introduce a questa sala. Il passaggio è fiancheggiato da due statue di stile egizio con la funzione architettonica di sostegno, telamoni, concepite secondo il tipo del Faraone o di Osiride, provenienti da Tivoli dalla villa di Adriano, sono in granito rosso. Al centro vi è un mosaico con il busto di Atena proveniente da Tuscolo del III secolo d.C. Tra le opere, il Sarcofago di Costanza, figlia di Costantino; la statua di Augusto, il sarcofago di Sant'Elena madre di Costantino. Ai lati dell'uscita ci sono due sfingi distese di granito grigio. Qui si ritorna alla scala Simonetti, e salita la seconda rampa di scale si arriva al Museo Gregoriano Etrusco (che è trattato più avanti). Sempre al Museo Pio Clementino appartiene la Sala della Biga, qui vi è conservato il grande gruppo marmoreo romano della cassa di biga trainata da due cavalli. La Sala della Biga è situata sopra l'Atrio dei Quattro Cancelli, la sala fu realizzata al tempo di Papa Pio VI dall'architetto Giuseppe Camporese, la sala prende il nome dalla scultura in marmo bianco, la grande Biga e i due cavalli, collocata al centro della sala opera del I secolo d.C. ricomposta e reintegrata alla fine del Settecento da Francesco Antonio Franzoni. La Sala ospita anche riproduzioni romane di originali greci. La Sala della Biga è una sala in un ambiente a cupola è situato sopra l'Atrio dei 4 cancelli iniziato nel 1786 da Camporese e terminato nel 1794 vi sono 4 pilastri con nicchie e 4 vani ad arco, formano le pareti della piccola rotonda, la cupola è decorata con cassettini ottagonali, la biga, riceve luce dal soffitto. Oltre alla biga c'è nella sala Statua di Dioniso Sardanapalos copia da originale greco di Prassitele. Vi sono involtre, la Statua di un discobolo che si prepara al lancio, 5 sarcofagi di bambini. Sempre al Museo Pio Clementino appartiene la Galleria dei Candelabri, che prende il nome dalla coppia di candelabri di marmo del periodo della Roma Imperiale. situati su entrambi i lati degli archi. Qui si possono ammirare statue, lavori di arte Romana, molti dei quali copie di originali greci datati tra il V ed il VI secolo a.C. Da questa Galleria, un tempo Loggia aperta, si possono ammirare i Giardini Vaticani. La Galleria dei Candelabri fu la prima delle gallerie del secondo piano, è lunga 80 metri, era in origine una loggia aperta sul Cortile della Pigna. La loggia della Galleria fu chiusa sotto Papa Pio VI alla fine del '700, da Simonetti e Camporese, è suddivisa in 6 sezioni da arcate con colonne e pilastri, fra i quali sono collocati gli antichi candelabri che le danno il nome. Tra i reperti archeologici di epoca romana ospitati nella galleria spiccano il gruppo scultoreo di Ganimede e l'Aquila del II secolo d.C., una statua di Artemide efesina rielaborazione romana dell'originale greco, ci sono anche alcuni sarcofagi interessanti. I dipinti del soffitto raffigurano scene del pontificato di Papa Leone XIII, furono realizzati nel 1887 da Domenico Torti e Ludwih Seitz. La galleria è divisa in 6 sezioni: Sezione 1 : statuetta di fanciullo che getta una noce mentre il mantello gli scivola dal braccio, di tipo ellenistico III I sec a.C. Sarcofago con fanciullo. Sezione 2: Candelabri da Otricoli, Ganimede e l'aquila, sarcofago con rilievi e scene del mito di Protesilaos, sarcofagi con scene del mito di Oreste, statua di Artemide Efesina. Sezione 3: due coppie di candelabri, murati nelle pareti 10 frammenti di affreschi romani di Tor Marancia, statua di Apollo. Sezione 4 : statuetta di Nike, sarcofago con scene del mito bacchico, sarcofago con rilievi raffiguranti la strage dei Niobidi, bambino che strozza l'oca, statuetta della Tyche di Antiochia. Sezione 5 : Statua di Atalanta. Sezione 6: Statua di Artemide, statuetta di persiano combattente, sargofago con la raffigurazione del ratto delle due figlie del Re Leucippo da parte dei Dioscuri Castore e Polluce. Museo Gregoriano Etrusco, fu fondato nel 1837 da Gregorio XVI, ospita una delle più importanti collezioni nel suo genere. Le sale contengono magnifici affreschi e decorazioni risalenti al XVI secolo. Il Museo Gregoriano Etrusco, venne inaugurato il 2 febbraio del 1837 accoglie i reperti provenienti dagli scavi effettuati nell'Etruria Meridionale , il museo si è in seguito arricchito con oggetti della Biblioteca Apostolica Vaticana, ma anche con acquisti e donazioni come la Collezione Astarita ricevuta nel 1967 da Papa Paolo VI, e la collezione Guglielmi, la cui acquisizione fu terminata nel 1940. Dopo la recente ristrutturazione il museo si snoda in 22 sale e rappresenta una delle più importanti raccolte di arte etrusca. Il nucleo principale del Museo è composto dai reperti della Tomba - Regolini - Galassi, rinvenuti nel 1836 - 37 nel corso degli scavi eseguiti dal Generale Galassi e dall'Arciprete Alessandro Regolini nella necropoli del Sorbo a sud di Cerveteri. Il corredo più importante risalente alla metà del VII secolo a.C. proviene dal sepolcro centrale della tomba nella quale è stata stabilita con certezza la presenza di due inumati di elevato rango sociale. Nel corso degli scavi furono trovati anche un esemplare di Biga e resti bronzei di un trono. Numerosi sono inoltre sarcofagi, anfore, armi, oggetti di uso quotidiano, tesori di arte orafa, reperti che documentano la grandezza della civiltà etrusca. Da vedere il Marte di Todi, rarissima statua bronzea di guerriero risalente alla fine del V secolo a.C. Fanno parte del Museo una serie di Antichità Romane, una grande collezione di vasi greci italioti, dell'Italia meridionale colonizzata dagli Etruschi. di grande importanza storica della ceramica artistica. Le sale V e XIII del museo etrusco occupano il secondo e il terzo piano del Palazzetto del Belvedere di Papa Innocenzo VIII. Vi sono varie sale : La I : Sala della prima età del Ferro documenta gli albori della civiltà etrusca, materiali villanoviani, vasellame bronzeo,periodo orientalizzante e periodo di Cerveteri, urne cinerarie in senso antropomorfo, altro materiale proveniente dal Lazio meridionale, corredi tombali ritrovati tra Marino e Castel Gandolfo. La II, Sala della Tomba Regolini Galassi: nel fregio della sala, cariatidi in stucco e scene della vita di Mosè ed Aronne affrescate da Federico Barocci e da Federico e Taddeo Zuccari nel 1563. Vi sono i ritrovamenti della necropoli del Sorbo a sud di Cerveteri, raccolta gregoriana dello scavo del 1836 - 37, da parte di Vincenzo Galassi e dell'arciprete di Cerveteri Alessandro Regolini. I reperti provengono da 9 tombe, e mostrano i corredi funerari delle tombe, vasellame. Vi sono anche reperti della Tomba Gulimondi scavata da Giovanni Pinza nel 1906. La III: Sala dei Bronzi: nel fregio tra le cariatidi in stucco scene del Vecchio Testamento Profezie di Daniele a Nabuconodosor affrescate da Santi di Tito e da Niccolò Circignani delle Pomarance del 1564. Sono raccolto bronzi statuari votivi di uso comune o funerario, armi, candelabri, specchi, ciste, vasellame, bronzi con figure, borchie in bronzo, statue in bronzo. Reperti da un tomba rinvenuta a Bolsena , al centro della sala è esposto il Marte di Todi, fuso in più parti poi saldate, rappresenta un giovane guerriero appoggiato ad una lancia di ferro, mentre beve da una tazza. La IV: Sala delle Pietre: resti di una decorazione nel fregio risalenti al periodo di Papa Pio IV, 1559 - 1565, con scene mitologiche e allegoriche forse eseguita da Orlando Parentini. Sono raccolti reperti di varia natura, sarcofagi, sculture, rilievi, cippi, iscrizioni, provenienti da Chiusi, Vulci, Cerveteri, Orte, Palestrina da VI al II sec. a.C. eseguiti in pietra, travertino, arenaria, da scultori etruschi, tra le altre due leoni da una tomba di Vulci, che vegliavano l'ingresso della tomba. La V e la VI le Sale delle Terracotte: architettoniche e votive. Le VII e la VIII le Sale degli Ori: sono esposti oggetti di ornamento personale, realizzati in oro e pietre preziose, le tecniche erano la fusione, la battitura in lamine, rifiniture in punzoni e cesello, gioielli risalenti al VII sec. a.C. Sono esposte fibule, placchette d'oro decorate, collane d'oro, ganci di cintura in argento, orecchini in oro, pendagli, corredi funebri femminili in argento , una corona in oro con foglie di alloro, anello in lamina d'oro. Anelli in oro e scarabei nella sala VIII, esempi di orecchini a grappolo. La IX Sala Collezione Guglielmi : reperti provenienti da Vulci, sono 800 oggetti tra bronzi e ceramica etrusca e greca, materiale di provenienza villanoviana fino alla ceramica del periodo ellenistico. Ceramiche attiche con figure nere e rosse, anfore, piatti, vasellame armi statuette. Le X e le XI : Sale delle Urne Cinerarie di età ellenistica : ci sono una serie di urne decorate in terracotta da IV secolo a.C. fino all'età ellenistica trovate a Volterra, Chiusi e Perugia. Generalmente sulle urne veniva raffigurato il defunto o la defunta. La XII Sala della collezione Falcioni : il fregio della sala risale ai tempi di Papa Giulio III eseguita da Daniele da Volterra ed i suoi allievi. è una collezione eterogenea proveniente dai centri etruschi dell'alto Lazio. Vulci, Tuscania, Bomarzo, Bolsena e Blera. La XIII Sala dei Sarcofagi in terracotta della Tuscania del II sec. a.C. qui c'è anche la spettacolare Scala a chiocciola del Bramante progettata tra il 1504 e il 1505 ultimata da Pirro Ligorio nel 1564 fa da quinta al rinnovato Antiquarium Romanum con una ricca collezione di bronzi, vasellame, elementi di mobilio. Le XIV e le XV le Sale del'Antiquariun Romano, le sale sono nate durante i lavori di ristrutturazione del Museo Gregoriano Etrusco, con una sezione dedicata all'Ager Vaticanus. Vi sono frammenti di grandi statue in bronzo, parti di mobilio in bronzo, spalliera di un letto, il piede di un tavolo, vasi in argento con dedica ad Apollo, terrecotte provenienti da Roma e dal Lazio, selezione di vetri di varie epoche, oggetti in avorio ed osso e una bambola con gli arti snodati, rinvenuta in un sarcofago del IV sec a..C. presso la Basilica di San Sebastiano a Roma. Cassettoni in stucco di età Flavia, provenienti da un colombario, tomba collettiva con urne cinerarie, scoperto nella vigna Moroni sull'Appia nel 1816. Reperti dell'Ager Vaticanus riguardano una zona del Vaticano che si estendeva a nord fino alla foce del Cremona, a sud fino al Gianicolo, già a partire dal II secolo d.C. in età imperiale è attestato il toponimo "Vaticanum" ed occupava la attuale zona della Città del Vaticano. In età romana, l'area esterna era occupata dalle ville e dai giardini di Agrippa madre dell'imperatore Caligola, e da vaste necropoli disposte lungo le vie principali. Nei giardini della madre Caligola costruì un circo, ristrutturato successivamente da Nerone. Lungo la antica via Trionfale, che si dirigeva dalla attuale piazza San Pietro a nord verso Monte Mario, sono stati scavati diversi nuclei di tombe, necropoli dell'Annona e necropoli dell'Autoparco. Le Sale dalla XVII alla XXII la collezione dei Vasi : la prima collezione iniziò nel '700 ed all'inizio decoravano gli armadi della Biblioteca Apostolica per passare poi nel 1837 al Museo Gregoriano Etrusco e posti nelle sale prospicienti il cortile della Pigna. Il Vasellame fu rinvenuto in Etruria regione che subì l'influenza greca. Le sale XVII e XXII Collezione dei Vasi: entrarono a far parte della collezione dal Settecento, inizialmente decoravano gli armadi della Biblioteca Vaticana poi passarono al Museo Gregoriano Etrusco. Contengono vasellame greco ed etrusco. Qui vi è la Sala della Collezione Astarita nel fregio della sala vi è Atlante, Banchetto offerto da Saul a Samuele, il Convito di Trieste e figure allegoriche di Orlando Parentini risalenti al pontificato di Pio IV al soglio dal 1559 al 1565. La sala XXI un tempio era la Sala della Meridiana, fu l'appartamento del Cardinale Francesco Saverio de Zelada che fu Segretario di Stato sotto Papa Pio VI, adibita fino al 1801 ad ospitare strumenti astronomici e tra questi una meridiana che era la specula del cardinale. Le sale ospitano delle bellissime ceramiche. La sala XXII è detta dell'Emiciclo Superiore, vi è una collezione di vasi italioti. Si lascia il museo gregoriano etrusco dalla sala della Meridiana. Galleria degli Arazzi, aperta nel 1838, vi sono esposti arazzi detti della Scuola Nuova, per distinguerli dagli arazzi esposti nella Pinacoteca Vaticana, sono degli arazzi tessuti a Bruxelles tra il 1524 e il 1531, nella bottega di Pieter Van Aelst, su cartoni disegnati dagli allievi di Raffaello, alcuni dei quali copiati da disegni che lo stesso Raffaello aveva lasciato. Vi si trova una raccolta di arazzi che vanno dal XVI secolo al XVII qui si possono ammirare anche arazzi eseguiti tra il 1663 e il 1679 dalla manifattura romana Barberini, raffigurante episodi della vita di Papa Urbano VIII. In questa sala la decorazione a chiaroscuri della volta fu eseguita nel 1789 durante il pontificato di Papa Pio VI con allegorie celebranti la gloria del pontefice regnante. In origine questa sala ospitava una galleria di quadri. Vi possiamo ammirare anche l'arazzo della conversione del centurione Cornelio del 1530 di manifattura fiamminga. Galleria delle Carte Geografiche è una sorta di atlante lungo 120 metri, è una sala espositiva molto bella e suggestiva, ricca di fascino ed anche di interesse storico e scientifico. Alle pareti ci sono 40 grandi e dettagliate rappresentazioni geografiche, 32 di queste superano i 3 metri per 4 metri, dedicate al territorio italiano, alle varie regioni e ai possedimenti della Chiesa. Le carte furono fatte eseguire per volere di Papa Gregorio XIII tra il 1580 e il 1583 su cartoni, autore delle carte fu il matematico e cosmografo Ignazio Danti. La volta è decorata con stucchi e affreschi in stile manierista che raffigurano episodi tratti dalle vite dei papi e santi, eseguita da un gruppo di artisti diretti da Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. Fu decorata ai tempi di Gregorio XIII, e restaurata sotto Papa Urbano VIII, con numerose mappe e planimetrie, nel suo genere è la più grande e importante al mondo, e ci permette una perfetta conoscenza dell'Italia dal XVI secolo. Alla fine della Galleria vi è la Cappella di San Pio V. Galleria di San Pio V, in origine divisa in 3 vani, era parte dell'antico appartamento di San Pio V che includeva anche la cappella di San Michele, cappella privata del Papa e la sala Sobieski della decorazione originaria del Vasari e di Zucchi resta nella volta solo la Caduta di Lucifero e degli angeli ribelli, il resto delle decorazioni sono Ottocentesche. Il soffitto è a cassettoni con lo stemma del pontefice e le figure degli evangelisti, e dei dottori della Chiesa. La galleria ospita arazzi di diversa provenienza e datazione, i più pregevoli sono quelli di manifattura fiamminga del XV secolo. Nella Sala vi sono esposte anche ceramiche Medioevali e Rinascimentali del Laterano, del Vaticano e del Palazzo della Cancelleria, oltre a Mosaici Minuti forma artistica romana che venne usata durante il Settecento e l'Ottocento per decorare oggetti di piccole dimensioni di uso privato. Sala Sobieski e Sala dell'Immacolata, la sala prende il nome dalla enorme tela del polacco Jan Matejko intitolato Sobieski libera Vienna, che raffigura la battaglie e la vittoria di Giovanni III Sobieski, re di Polonia, contro i turchi combattuta sotto le mura di Vienna, è considerato il capolavoro di questo artista polacco, in alto c'è il frammento di un fregio del tempo di Papa Gregorio XIII, al soglio dal 1572 al 1585. Vi sono i quadri di Francesco Grandi il Martirio del Beato Giovanni Sarcander del 1854, di Francesco Podesti l'Apparizione di Gesù a Santa Margerita Alacoque, di Cesare Fracassini I martiri Gorcomiesi, ed altre pitture. Il pavimento della sala è romano e proviene da Ostia. La sala dell'Immacolata si trova nella Torre Borgia, gli affreschi sono di Francesco Podesti del 1854, che raffigurano gli episodi relativi alla definizione e alla proclamazione del dogma della Immacolata Concezione di Maria, al centro una vetrina contiene libri preziosamente rilegati, ornati e manoscritti donati a Pio IX, che contengono i testi della Bolla dell'8 Dicembre 1854 tradotti in molte lingue e dialetti offerti al papa come omaggio da sovrani e capi di Stato, vescovi e diocesi per iniziativa del sacerdote Marie Dominique Sire nel 1878. Stanze di Raffaello, ai Musei Vaticani, sono in 4 sale, poste al secondo piano del Palazzo Apostolico Vaticano, queste 4 sale furono costruite alla metà del '400 durante il pontificato Niccolò V, e gli affreschi di queste stanze sono il riferimento storico artistico principale dei pittori del Rinascimento italiano ed Europeo, oltre che del grande Raffaello. Nel 1508 Papa Giulio II della Rovere scelse queste stanze come suo appartamento privato, e su consiglio del Bramante affidò la decorazione delle pareti a Raffaello Sanzio che all'epoca aveva 25 anni. Purtroppo andarono anche distrutte numerose opere di artisti precedenti come Bartolomeo della Gatta, Luca Signorelli, Piero della Francesca, il Perugino, Baldassarre Peruzzi, il Sodoma, Lorenzo Lotto, il Bramantino. Raffaello, di questi precedenti artisti riuscì a salvare ben poco, ma preservò la decorazione della volta dell'Incendio di Borgo, con le allegorie relative alla Santissima Trinità eseguite nel 1507 - 1508 dal suo maestro Pietro Vannucci detto il Perugino. Raffaello mise ben 16 anni a completare il complesso programma iconografico di episodi tratti dalle Sacre Scritture, le decorazioni delle stanze vennero completate nel 1524 dagli allievi di Raffaello, dopo la prematura morte del maestro avvenuta nel 1520 a soli 37 anni, e nel frattempo morirono anche Papa Giulio II e Papa Leone X, e divenne Papa Clemente VII. L'avvicendamento dei vari Pontefici comportò anche periodiche modifiche al progetto iniziale, ogni nuovo Papa si adoperava affichè fossero espresse le proprie opinioni politiche. Le sale sono : la stanza dell'Incendio di Borgo : in origine era la camera da pranzo, fu decorata tra il 1514 e il 1517 durante il papato di Leone X Medici, il dipinto ricorda l'incendio del Rione Borgo dell'847, attiguo alla Basilica di San Pietro, e si racconta che Papa Leone IV riuscisse a far spegnere l'incendio con il miracoloso segno della croce, le altre scene furono in gran parte dipinte dagli allievi Giulio Romano, e Giovan Francesco Penni su disegni di Raffaello. La stanza della Segnatura, che fu lo studio di Papa Giulio II, fu interamente affrescata da Raffaello tra il 1508 e il 1511, con il progetto iconografico volto all'esaltazione dell'unità delle 3 massime categorie dello spirito umano : il Vero, il Bello, il Bene. In questa stanza campeggia l'opera di Raffaello la Scuola di Atene, incentrata sui due filosofi più importanti della Grecia antica Platone e Aristotele, nell'affresco sono raffigurati personaggi di varie epoche anche contemporanei al pittore. A rappresentare il vero soprannaturale c'è la scena che simboleggia il Trionfo della Chiesa, impropriamente interpretata dal Vasari come la Disputa del Santissimo Sacramento. Il Bello è espresso nel dipinto del Parnaso, il monte sul quale dimorarono Apollo e le Muse, la volta è dipinta in finto mosaico ed è in tema con le allegorie delle pareti. segue : La Stanza di Eliodoro anticamera segreta dell'Appartamento decorata tra il 1512 e il 1514. Gli affreschi documentano la protezione offerta da Dio alla Chiesa minacciata nella fede. La Messa di Bolsena ricorda il miracolo dal quale prese origine la celebrazione del Corpus Domini, si racconta che nel 1263 mentre un sacerdote Boemo celebrava la messa nutrendo un certo scetticismo sulla presenza del Cristo nell'Eucarestia, dall'ostia consacrata iniziò ad uscire sangue. Altro affresco è la Cacciata di Eliodoro che rievoca lo sventato furto sacrilego tentato dal tesoriere del Re di Siria nel tempio di Gerusalemme, mentre la Liberazione di San Pietro è uno dei più originali notturni rinascimentali. La Stanza di Costantino, è l'ultimo ambiente, un tempo era destinato ai ricevimenti e alle cerimonie ufficiali. Il salone fu decorato fra il 1517 e il 1524 dagli allievi di Raffaello come Giulio Romano, Giovan Francesco Penni e Raffaellino del Colle. I dipinti rappresentano l'apoteosi della religione cristiana sul paganesimo ai tempi dell'Imperatore Costantino. Fra i numerosi restauri a cui le stanze sono state sottoposte nel tempo, ci furono anche nel '700 le ripinture di Carlo Maratta che poi furono rimosse. Le stanze di Raffaello erano l'appartamento privato del Papa, da Papa Giulio II della Rovere e dei suoi successori fino a Papa Gregorio XIII. Si trovano al secondo piano del Palazzo Pontificio in corrispondenza dell'Appartamento Borgia, un tempo comprendevano oltre alle stanze di Raffaello la Sala degli Svizzeri dove stava il corpo di Guardia, la Sala dei Chiaroscuri e la Cappella Niccolina che era la cappella privata del Papa e la Loggia di Raffaello. Comunicante con la Cappella Niccolina e la Sala dei Chiaroscuri era la camera da letto, non visitabile, preceduta da una piccola anticamera corrispondente al vano che collega la sala dei Chiaroscuri alla Stanza di Eliodoro, il pontefice si stabilì in questo appartamento nel 1507 non volendo abitare nell'appartamento Borgia, per non vedere il suo predecessore Alessandro. Le 4 stanze sono coperte da volta a crociera esclusa la Sala di Costantino che fa parte dell'ala Duecentesca del Palazzo Pontificio, le stanze guardano a nord verso il cortile del Belvedere e a sud al Cortile del Pappagallo. Cappella di Urbano VIII, era la cappella privata di Papa Urbano VIII situata nella Torre Borgia ornata di stucchi dorati e affreschi opera di Pietro da Cortona. L'affresco sopra l'altare raffigura la deposizione di Nostro Signore, gli ambienti adiacenti ospitano alcuni bozzetti di Antonio Canova ed un modello in gesso di Giuseppe Fabris per il monumento funebre ad Antonio Canova che non fu mai realizzato. Loggia di Raffaello fa parte della costruzione del prospetto del Palazzo Apostolico Vaticano rivolto verso Roma, l'opera fu iniziata agli albori del XVI secolo dal Bramante su incarico di Papa Giulio II, e fu terminata per volere di Papa Leone C nel 1519 da Raffaello. Del triplice ordine di logge sovrapposte l'artista decorò il secondo, avvalendosi della collaborazione di Giulio Romano e di Francesco Penni, ma soprattutto di Giovanni da Udine e Perin del Vaga. Nelle crociere della volta agli stucchi, e grottesche, si accompagnano le storie dell'antico e del nuovo testamento, si accede alla loggia previa autorizzazione scritta. Sala dei Chiaroscuri, detta anche dei Palafrenieri, era la camera dei paramenti dell'appartamento pontificio, dove Papa Leone X teneva il concistoro segreto, cioè l'adunanza con i cardinali presenti a Roma, oltre a cerimonie di carattere pubblico e privato. La sala era chiamata anche Sala del Pappagallo perchè qui vi era una gabbia con un pappagallo, a ricordo sono dipinti nella porta che da nella Sala degli Svizzeri, non visitabile. Fa parte dell'ala duecentesca del Palazzo Pontificio. La decorazione è Cinquecentesca il soffitto fu eseguito su disegno di Raffaello durante il pontificato di Papa Leone X, con le figure in chiaro scuro degli apostoli e dei santi che danno il nome alla sala, distrutte vennero poi restaurate da Taddeo e Federico Zuccari nel 1560. Da qui una porta con lo stemma di Giulio II e il suo nome immette nella Cappella Niccolina. Cappella Niccolina, deve il suo nome a Papa Niccolò V Parentucelli, si trova sulla Torre di Innocenzo III, che fa parte dell'antico nucleo del Palazzo Pontificio, alla fine del Duecento sotto Papa Niccolò III la torre venne inglobata costituendo l'attuale palazzo intorno al cortile del Pappagallo, qui Papa Niccolò V nel Quattrocento, al quarto piano, volle edificare una sua cappella privata. L'ambiente è a pianta rettangolare e di modeste dimensioni, ha una volta a crociera, e si accede qui dalla sala dei Chiaroscuri, una piccola finestra da sulla Sala degli Svizzeri. La decorazione del sacello è opera di Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico in collaborazione con Benozzo Gozzoli, e rappresentano le Storie di Santo Stefano sul lati superiore e le Storie di San Lorenzo sul lato inferiore. Sulla volta stellata in azzurro ci sono i 4 evangelisti con i rispettivi simboli, sui pilastri ci sono i dottori della chiesa. Sula basamento una serie di finte stoffe con al centro lo stemma di Papa Niccolò V. La pala d'altare con la lapidazione è opera del Vasari. Appartamento Borgia, le sei stanze presero il nome da Alessandro VI Borgia e sono decorate con affreschi del Pinturicchio, e della sua scuola tra il 1492 e il 1495. Furono abbandonate dopo la morte di Alessandro VI e restaurate nel 1889 da Papa Leone XIII e fu aperta l pubblico nel 1897. Nel 1973 vi è stata instaurata qui la Galleria di Arte Moderna religiosa. Appartiene a questo appartamento la Sala dei Misteri, affrescata dal Pinturicchio. L'appartamento pontificio occupa il primo piano del Palazzo Pontificio che si stava delineando tra il Duecento e la fine del Quattrocento, dopo la morte di Alessandro Borgia le sue stanze vennero disertate dai pontefici successivi che preferirono abitare altrove. Vi sono varie sale: la Sala delle Sibille, la Sala del Credo, la Sala delle Arti Liberali, la Sala dei Santi, la Sala dei Misteri, la Sala dei Pontefici, le Sale dalla VIII alla XIII, qui vi è anche la sala delle Udienze Papali private. La volta è affrescata con le figure dei Santi Pietro e Paolo e le storie degli Apostoli di Lorenzo Sabbatini. Da qui attraverso due porte separate si passa alla Sala del Falda e alla Sala del Pappagallo detta poi dello Spogliatoio o del Concistoro Segreto. Qui il Papa prendeva e deponeva le vesti papali. Da qui si accede alla Sala Ducale e alla Sala Regia non visitabili. La camera da letto dove Papa Borgia morì è adiacente alla sala delle arti liberali, il soffitto ligneo è riccamente decorato e intagliato, decorato con stucchi e con gli elementi dello stemma dei Borgia. Collezione di Arte Religiosa Moderna, 55 sale sono dedicate alla collezione di Arte religiosa Moderna inaugurata nel 1973 per volere di Papa Paolo VI, sono 600 opere di pittura e scultura e grafica, l'itinerario si snoda dagli appartamenti di Innocenzo III, di Sisto V, di Alessandro VI Borgia fino alla Cappella Sistina con una vasta panoramica di arte italiana e straniera contemporanea, vi è la sala dedicata alla pittura francese con opere di Vincent Van Gogh, di Paul Gaugin, e di altri. Vi una sala con i dipinti di Boccioni, di Balla, di Carrà, di De Chirico, di Morandi, di Rosai, di De Pisis emoltissimi altri. Vi sono inoltre opere di Sironi, di Casorati, di Fontana, di Scipione, di Mafai, di Cagli, di Pirandello. Oltre a sale con la scultura italiana e straniera con le opere di Francesco Messina, di Emilio Greco e di Pericle Fazzini, Francesco Nagni, Alfredo Biagini. Vi sono poi le opere di Marino Marini donate al museo dalla moglie. Vi sono inoltre bozzetti di Henri Matisse. Vi è anche la Cappella della Pace opera di Giacomo Manzù del 1961, oltre ad altre sale che espongono opere di artisti da tutto il mondo, dalla sala XV si accede al una Loggia sovrastante la Sala Regia destinata al ricevimento di regnanti e ambasciatori rinnovata da Antonio sa Sangallo il Giovane. Cappella Sistina vedi sotto a Cappella Sistina, clicca sulla foto ti si aprirà una nuova pagina con tutte le informazioni. Musei della Biblioteca Vaticana, la prima Biblioteca, fu istituita da Papa Niccolò V, eletto nel 1447, il quale incrementò notevolmente la raccolta di 350 codici latini greci ed ebraici presenti in Vaticano, con la trascrizione e l'acquisto di manoscritti dai mercati europei e orientali. Alla sua morte lasciò un fondo composto da circa 1500 esemplari. La Biblioteca dotata di rendite da Sisto IV con una Bolla del 1475, fu arricchita nel tempo anche grazie ad una cospicua serie di significative donazioni e trovò sistemazione nella sede attuale sotto il Pontificato di Sisto V, che incaricò il proprio architetto Domenico Fontana di costruire l'edificio. Le antiche sale e le Gallerie che ospitano varie testimonianze d'arte sacra sono oggi visitabili, mentre la immensa mole di documenti è conservata in un enorme bunker sotterraneo e negli ambienti attualmente adibiti a biblioteca. Agli inizi del seicento, con Papa Paolo V, per conservare le scritture relative all'attività pontificia, in particolare le bolle, furono poste in un settore distaccato dalla biblioteca e diede origine all'Archivio Segreto Vaticano. La chiesa fin dai primi secoli dell'era cristiana possedeva raccolte e documenti d'archivio, sia in forma di volumina che di codici, sempre e comunque legati alla persona del pontefice e alle necessità istituzionali della Curia. In oltre 2000 anni di storia vi furono agli inizi delle dispersioni, infatti poco si sa del periodo pre lateranense dei papi, si sa solo che nell'antico Patriarchio accanto alla stanza privata del pontefice vi erano una biblioteca ed un archivio oltre alla cappella e al grande Triclinio che è in Laterano, fatto costruire da Papa Leone III tra il 756 e l'816. Le raccolte seguirono sempre i Papa nei loro vari spostamenti tra Orvieto, Viterbo, Anagni e Perugia, finchè agli inizi del Duecento Papa Innocenzo III stabilì la cancelleria pontificia in Vaticano emanando da li gli atti che avrebbero in seguito costituito i Regesta della Sede Apostolica. Purtroppo non ci resta nulla o quasi fino al pontificato di Papa Niccolò V, al soglio dal 1447 al 1455, che introdusse l'idea di dare corpo ad una Biblioteca aperta al pubblico con una apposita sede in Vaticano, uomo colto riunì in una nuova ala del Palazzo Apostolico la sua collezione di libri, e fece affluire dai più lontani mercati d'Europa e d'Oriente quanto rimaneva della antichissima Biblioteca di Costantinopoli. Il merito della fondazione della biblioteca spetta a Papa Sisto IV che la istituì ufficialmente con una Bolla, stabilendo un curator e delle norme per la consultazione dei testi, per il censimento e per la conservazione, con il tempo venne istituita la biblioteca latina. la biblioteca greca e la biblioteca segreta e la biblioteca pontificia. Oltre ai libri qui vi erano conservate le varie collezioni di monete, cammei, vetri e suppellettili catacombali, intagli antichi, gemme, cristalli, bronzi, smalti, avori e tanto altro. Il Musei si divide in 13 Sale. Museo profano, Fondato da Clemente XIII nel 1768, esso ospita ciò che rimane della collezione di antichità etrusche e romane della biblioteca, trasferite a Parigi nel 1797, conservate in armadi in legno, disegnati da Luigi Valadier nel 1781. Vi sono avori tardo antichi, stucchi medioevali e marmi, pannelli musivi, teste di bronzo, iscrizioni, statuette romane in bronzo, in osso, marmo, e alabastro, avori romani e bronzi etruschi. Galleria Clementina, Allestita sotto Clemente XII (prima metà del XVIII secolo), fu decorata nel 1818 da Domenico Del Frate. Ospita, tra le altre cose, un disegno a penna e acquarello dono della diocesi di Treviri e Leone XIII. Bella in questa galleria una veduta di San Pietro e del Vaticano posta al di là di una teca in vetro. Sala Alessandrina, Fu creata da papa Alessandro VIII (fine XVII secolo) per ospitare la biblioteca della regina Cristina di Svezia. Decorata da Domenico Del Frate, essa accoglie diversi doni fatti ai pontefici, una tovaglia di lino del XI-XII secolo ed un piviale di manifattura inglese dell’XI secolo. Sale Paoline, Le due sale furono allestite da papa Paolo V tra il 1610 ed il 1611 per ospitare i manoscritti greci della biblioteca: gli armadi sono ancora quelli d’epoca, seconda metà del XVIII secolo. Sono esposti doni fatti ai pontefici. Salone Sistino, Esso fu costruito da papa Sisto V fra il 1585 ed il 1588; la ricchissima ornamentazione pittorica si deve a Giovanni Guerra, Cesare Nebbia, Andrea Lilio, Giovanni Baglione, Prospero Orsi. Tra i sei pilastri che suddividono il salone sono esposti doni fatti ai papi. Sale Sistine, Le due sale furono create da Domenico Fontana nel 1585-1588, su volere di Sisto V, per accogliere documenti e registri degli archivi papali. Sono esposti doni fatti ai papi. Galleria di Urbano VIII, Questo ambiente fu allestito sotto Urbano VIII e decorato sotto Alessandro VII e Benedetto XIV; all’ingresso vi sono due campane bronzee del XIII secolo provenienti dalle antiche basiliche di San Pietro in Vaticano e Santa Maria Maggiore. In passato la galleria ospitava importanti ed antiche collezioni librarie, tra cui quella quattrocentesca di Federico da Montefeltro: oggi sono esposti oggetti legati alla cosmologia e alla cosmografia (mappamondi, planisferi, strumenti di misurazione ottica, sfere planetarie geocentriche, ecc.). Museo sacro, Esso fu fondato da papa Benedetto XIV (metà del XVIII secolo) per accogliere i primi reperti che si andavano scoprendo nelle catacombe di Roma e ad Ostia antica; fu poi arricchita da altre collezioni di oggetti antichi e di icone. Sopra gli armadi vi sono i busti in bronzo di 24 cardinali bibliotecari. Sala dei papiri, Allestita tra il 1771 ed il 1775, ospitava papiri del VI-IX secolo, oggi sostituiti da riproduzioni. La sala ospita, a rotazione, importanti oggetti delle raccolte della biblioteca. Sala delle Nozze Aldobrandine. Fu costruita da Flaminio Ponzio all’inizio del Seicento per papa Paolo V, e decorata da Guido Reni con Storie di Sansone. Il nome si deve all’affresco di età augustea esposto nella sala, trovato all’Esquilino nel XVII secolo e per lungo tempo conservato nella villa del cardinale Pietro Aldobrandini. La sala ospita pitture murali rinvenute negli scavi archeologici. Sala degli indirizzi, già usata sotto papa Gregorio XVI come sala di esposizione della raccolta di icone e di primitivi della Biblioteca ora trasferiti alla Pinacoteca, osta gli indirizzi di omaggi inviati a Papa Leone XIII e a Papa Pio X, al centro tavoli in granito grigio risalenti al pontificato di Papa Gregorio XVI al soglio dal 1831 al 1846, la sala oggi ospita una collezione di vetri romani e paleocristiani, arredi ed oggetti di culto, oltre ad oggetti in smalto, avorio e metalli preziosi. Cappella di san Pio V, Fatta costruire dal papa, essa ospitava reliquiari ed altri oggetti del tesoro del Sancta Sanctorum della Scala Santa, presso la basilica di San Giovanni in Laterano, fatti poi trasferire in Vaticano da Pio X ad eccezione dei reliquiari, di cui i più antichi risalgono al VI secolo. Sala degli indirizzi di Pio IX, Essa fu creata nel 1877 per ospitare gli indirizzi di omaggio inviati dai fedeli di tutto il mondo a Pio IX. Oggi ospita stoffe e paramenti liturgici, oggetti provenienti dagli scavi di Pompei, e le porte originali di legno intagliato della loggia di Raffaello. Sulla volta c'è lo stemma Maffai Ferretti, al soglio dal 1846 al 1878, nelle vetrine una selezione di stoffe bizantine e paramenti liturgici settecenteschi, frammenti dei paramenti liturgici che erano nella Cappella del Sancta Sanctorum. Pinacoteca Vaticana, l'edificio della Pinacoteca fu ultimato nel 1931, fu voluto da Papa Pio XI, al soglio dal 1922 al 1939, per riordinare tutta la collezione dei quadri raccolti a partire dal Pontificato di Papa Pio VI, al soglio dal 1775 al 1799. Molti dei dipinti esposti vennero trafugati e portati a Parigi da Napoleone nel 1797, ma in seguito al Congresso di Vienna del 1815 furono restituiti, la restituzione fu anche facilitata dalla intercessione dello scultore Antonio Canova. Le opere hanno una datazione che va dal Medioevo fino al 1800 e sono esposte in 18 sale. L'inaugurazione delle sale avvenne il 27 Ottobre del 1932, l'edificio è opera dell'Architetto Luca Beltrami, sorge su una parte del Giardino Quadrato, isolato e circondato da Viali, ritenuto il posto ottimale per una buona conservazione delle opere. La Pinacoteca Vaticana ha una delle più pregevoli raccolte al mondo, possiede i capolavori dei maggiori artisti della storia della pittura italiana, da Giotto al Beato Angelico, da Melozzo da Forlì al Perugino e a Raffaello, da Leonardo a Tiziano, a Veronese, a Caravaggio e a Crespi. Le prime collezioni papali aperte al pubblico furono le raccolte di pittura a carattere sacro, oggi sono suddivise cronologicamente e per scuole, furono inaugurate da Papa Pio VI nel 1816. Sala 1 : vi sono raccolte le opere dei pittori del XII, XIII, e XIV secolo, detti primitivi, perchè antecedenti a Giotto. Vi sono dipinti su tavole di legno con fondo dorato, le figure hanno contorni netti e colori uniformi e mancano di prospettiva. Al centro vi è la figura ed ai lati le storie della sua vita. Le opere della Sala 1 : Giovanni Bonsi, Madonna col Bambino e i SS. Onofrio, Nicola, Bartolomeo e Giovanni Evangelista. Margaritone d'Arezzo, S. Francesco d'Assisi. Vitale da Bologna, La Madonna dei Battuti. Bernardo Daddi le storie di Santo Stefano. Giovanni del Biondo, Vergine dell'Apocalisse con Santi e Angeli. Francescuccio Ghissi, Madonna dell'Umiltà. Nicolò e Giovanni Giudizio finale,. Allegretto Nuzi, Madonna col Bambino, S.Michele e S.Orsola. Scuola di Giunta Pisano, S. Francesco e storie della sua vita. Scuola Romana, metà secolo XII, Cristo Benedicente. Scuola Romana, secolo XII, Profeta Amos. Scuola Romana, secolo XII, Profeta Mosè. Scuola Umbra, secolo XIII :Croce processionale. Antonio Veneziano, S. Giacomo Maggiore. Sala 2 dedicata ai pittori senesi del XIV secolo e a Giotto, il più grande artista italiano del Medioevo. Da ammirare " Gesù davanti a Pilato" di Pietro Lorenzetti, il dipinto ha una sua eleganza, le forme sinuose ed i colori caldi; " il Redentore benedicente" di Simone Martini, al centro della Sala c'è il " Trittico di Giotto " detto Stefaneschi dan nome del committente, è dipinto su entrambi i lati e sul pannelo centrale c'è la rappresentazione di " San Pietro in trono con Angeli e offerenti" da una parte, mentre dall'altro lato 'è " Cristo in trono con angeli e l'offerente Cardinal Stefaneschi" Da notare le decorazioni a mosaico del trono. Da ammirare inoltre nella seconda sala : Bernardo Daddi, Madonna del Magnificat. Gentile da Fabriano le Storie di San Nicola di Bari. Giovanni di Paolo, Compianto sul Cristo morto. Giovanni di Paolo, Orazione di Gesù nell'orto. Giovanni di Paolo, Annunciazione, tavola di biccherna. Pietro Lorenzetti, Cristo davanti a Pilato. Simone Martini il Redentore benedicente. Lorenzo Monaco, Fatti della vita di S. Benedetto. Lorenzo Monaco, S. Antonio Abate incontra l'eremita Paolo. Niccolò di Tommaso, S. Brigida di Svezia e la visione della Natività. Sano di Pietro, Natività e annuncio ai pastori. Sano di Pietro, Fuga in Egitto. Sassetta, Visione di S. Tommaso d'Aquino. Sassetta, Madonna dell'Umiltà. Sala 3, ci sono le opere di artisti del primo Quattrocento, a Firenze si ebbe il passaggio al nuovo modo di dipingere, tende a scomparire il fondo dorato, le figure cominciano ad avere un aspetto più solido, la prospettiva presenta un unico punto di fuga centrale nel quale convergono le rette per indicare la profondità. Di notevole pregio del Beato Angelico, frate domenicano, sono una piccola tempera su tavola che raffigura "La Madonna con il Bambino", e "San Domenico e Santa Caterina" Si nota il raffinato connubio tra le nuove tecniche pittoriche e il gusto per la miniatura tipico del Medioevo. Si possono ammirare nella sala 3 : Beato Angelico Storie di San Nicola di Bari. Benozzo Gozzoli Madonna della cintola. Filippo Lippi e aiuti, Incoronazione della Vergine, Angeli, Santi e donatori. Masolino da Panicale, Transito della Vergine. Masolino da Panicale, Crocifissione. Sala 4, in questa sala ci sono le opere di Melozzo da Forlì, pittore emiliano, 1438 - 1494, "Gli angeli musicanti" sono solo un frammento di un più vasto affresco che ricopriva il catino absidale della Basilica Santi Apostoli, a piazza Santi Apostoli, il dipinto raffigurava " Cristo in gloria tra gli angeli e gli apostoli " Sempre de Melozzo ci sono "Sisto IV", e "Platina", raffigura la nomina del Platina a Prefetto della Biblioteca Apostolica, è ritratto in abito cardinalizio Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II. Tutti i personaggi sono inseriti in una architettura rigorosamente in prospettiva, con i classici motivi dei soffitti a cassettoni ornati da rosette, modanature dorate e ghirlande di rovere. La gran parte della sala 4 è dedicata a Melozzo da Forlì. Vi si ammirano anche le opere di : Marco Palmezzano : Madonna col Bambino e SS. Francesco, Lorenzo, Giovanni Battista, Pietro, Domenico e Antonio Abate,Cristo Portacroce. Sempre di Marco Palmezzano, Vergine col Bambino in trono con SS.Giovanni Battista e Gerolamo e Sacra Famiglia con S. Elisabetta e S. Giovannino. Di Marco Palmezzano e aiuti, Annunciazione. Sala 5, è ancora dedicata alla pittura del Quattrocento, vi possiamo ammirare "I Miracoli di San Vincenzo Ferrer" di Ercole de Roberti, qui si ritrova un tema tipico nella pittura italiana dell'epoca, il gusto per le rovine antiche e per le architetture del passato. Marco Basaiti, Madonna col Bambino e S. Giovannino. Benedetto Buglioni, Stemma di Innocenzo VIII in terracotta Lucas Cranach il Vecchio, la Pietà. Sala 6, ci sono le opere di artisti del XV secolo legati alla tradizione trecentesca con sfondi dorati e attenzione ai dettagli. Polittico di Montelparo : Alunno, Incoronazione della Vergine e Santi. Trittico di Camerino, l'alunno, Crocifissione tra i SS.Venanzio, Pietro, Giovanni Battista e Porfirio. Trittico Rospigliosi : Bartolomeo da Foligno, Incoronazione della Vergine, Natività, Adorazione dei Magi. Carlo Crivelli, Madonna col Bambino e la Pietà. Pittore Crivelli e aiuti, Madonna col Bambino e quattro Santi. Polittico : Antonio Vivarini, S. Antonio Abate tra i SS. Sebastiano, Cristoforo, Venanzio e Rocco. Sala 7, raccoglie le opere della scuola umbra, vi si può ammirare del Perugino La Pala dei Decemviri : "La Vergine con il bambino e i 4 Santi: San Lorenzo, San Ludovico di Tolosa, Sant' Ercolano, e San Costanzo", terminata nel 1495 , i soggetti sono in pose pacate ed equilibrate, in un paesaggio sereno. Aveva già dipinto nella Cappella Sistina nel 1461 "La consegna delle chiavi" Sempre nella Sala 7 è anche notevole "San Girolamo in Trono" di Giovanni Santi, padre del grande Raffaello. Nella sala 7, vi si possono ammirare anche : Cola dell'Amatrice, L'Assunzione della Vergine e i SS. Lorenzo, Benedetto, Maria Maddalena e Scolastica. Pastura, La Vergine consegna la cintola a S. Tommaso; La Messa di S. Gregorio; S. Gerolamo penitente. Perugino : San Benedetto, Santa Flavia, San Placido. Pinturicchio e G.B. Caporali : Incoronazione della Vergine.Giovanni Santi, S. Girolamo in trono. Spagna,Giovanni Di Pietro, Madonna del latte tra S. Maria Maddalena e S. Antonio da Padova e Natività e arrivo dei Re Magi (Madonna della Spineta). Sala 8,vi si trova un arazzo "dell'ultima cena", tratto dall'opera di Leonardo da Vinci, vi si trovano anche arazzi fiamminghi del XVI secolo su cartoni di Raffaello, in passato erano collocati alla Cappella Sistina. Al centro della sala vi sono esposte le opere di Raffaello, " l'incoronazione della Vergine", del 1502 - 1503, "La Madonna di Foligno " del 1511 - 1512, contemporanea al lavoro delle Stanze dell'appartamento di Giulio II, "La trasfigurazione " del 1518 - 1520, eseguito ad olio su tavola dove si nota l'influenza con Michelangelo, i due artisti chiamati da Giulio II lavorarono entrambi per il Vaticano, Michelangelo alla Cappella Sistina e Raffaello alle Stanze di Giulio II. Raffaello mori all'improvviso nel 1520. Nella sala 8 di Raffaello : Pala Oddi : Incoronazione della Vergine, Predella Pala Oddi : Annunciazione dei Magi e Presentazione al Tempio, Predella Baglioni : Fede, Carità e Speranza, Madonna di Foligno, Trasfigurazione. Gli Arazzi presenti in questa sala : Raffaello / P.Van Aelst (Bruxelles), Pesca Miracolosa, Consegna delle chiavi, Lapidazione di S. Stefano, Conversione di S. Paolo,Accecamento di Elima, Guarigione dello storpio, S. Paolo predica ad Atene, fregio delle Ore, fregio delle Stagioni,fregio con stemma di Clemente VII. Sala 9, vi si può ammirare un'opera incompiuta di Leonardo da Vinci, il "San Girolamo" del 1482 sullo sfondo il paesaggio tipicamente leonardesco con ghiacciai e montagne in lontananza, il volto scarno del Santo che abbandona tutti gli averi terreni. Nella sala si può ammirare anche il "Compianto sul Cristo morto" di Giovanni Bellini. Bernardino de' Conti, Ritratto di Francesco II Sforza. Polidoro da Caravaggio, Andata al Calvario. Sala 10, vi si trovano le opere dei maggiori pittori veneti del Cinquecento. Di Tiziano la "Madonna di San Niccolò dei Frari", con la bella donna velata sul lato sinistro del dipinto; di Paolo Callari detto il Veronese possiamo ammirare "Sant' Elena" con la prospettiva dal basso ed interpretata come una donna ricca e vestita con un ampio abito di broccato luccicante. In questa sala troviamo anche : Paris Bordon, S. Giorgio uccide il drago. Garofalo, Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla. Garofalo, Sacra Famiglia e S. Caterina. Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, Incoronazione della Vergine detta Madonna di Monteluce. Moretto da Brescia, Madonna col Bambino e i SS. Gerolamo e Bartolomeo, detta Madonna della Pera. Tiziano, Ritratto del doge Niccolò Marcello. Veronese, Allegoria delle Arti Liberali e Visione di Sant'Elena. Sala 11, vi sono le opere di pittori della seconda metà del Cinquecento, tra i quali possiamo ammirare di Giorgio Vasari "La lapidazione di Santo Stefano", di Ludovico Carracci il "sacrifico di Isacco", del Cavalier D'Arpino "l' Annunciazione", del Barocci "il riposo durante la fuga in Egitto". Barrocci, Annunciazione, Riposo durante la fuga in Egitto, Beata Michelina, S. Francesco riceve le stimmate. Ludovico Carracci, Trinità col Cristo morto. Marco dal Pino, Torchio mistico e Cristo in gloria. Girolamo Muziano : Resurrezione di Lazzaro, San Girolamo. Marcello Venusti, S. Bernardo schiaccia il demonio. Jacopo Zucchi, Processione di S. Gregorio Magno e Miracolo della neve. Sala 12 ,E' dedicata alla pittura del primo Seicento, che ereditarono dal Caravaggio il gusto per la pittura realista, da ammirare del Domenichino "La comunione di San Girolamo" del 1616, di Guido Reni "La Crocefissione di San Pietro" e "San Matteo e l'angelo", Madonna col Bambino e i SS. Tommaso e Girolamo (Pala Olivieri), della scuola del Caravaggio "San Pietro che rinnega il Cristo"; del Caravaggio la "Deposizione della Croce" del 1604, di Nicolas Poussin il "Martirio di Sant'Erasmo". Guercino, S. Maria Maddalena penitente, Incredulità di S. Tommaso. Andrea Sacchi, Visione di S. Romualdo e Messa di S. Gregorio. Jean Valentin Martirio dei Santi Processo e Martiniano. Sala 13, Dipinti del fiammingo Anton Van Dyck, di Pietro da Cortona e del francese Nicolas Poussin. Pietro da Cortona : Visione di San Francesco, Davide uccide il Leone, Davide uccide il gigante. Orazio Gentileschi, Giuditta e l'ancella con la testa di Oloferne. Nicolas Poussin, Vittoria di Gedeone sui Madianiti. Guido Reni, La fortuna trattenuta da Amore. Andrea Sacchi, Interno di S. Maria in Vallicella : canonizzazione di S. Filippo Neri. G. Seghers, J. Wildens, S. Francesco Saverio. G. Seghers, J. Wildens, S. Ignazio di Loyola. Sala 14, Dipinti che vanno dal 1600 al 1700. Carlo Maratta Ritratto di Clemente IX, Baciccia, Concerto di Angeli e Visione di San Francesco Saverio.Andrea Belvedere, Fiori e frutta. Andrea Camassei, S. Pietro battezza i SS. Processo e Martiniano. Bartolomé Esteban Murillo, Martirio di S. Pietro d'Arbues. Pietro Navarra (?), Natura morta con elementi classici e frutta, Pietro Navarra (?), Natura morta con elementi classici e frutta. Sassoferrato Madonna con il Bambino. Daniel Seghers e Erasmus II Quellin, Ghirlanda di fiori con la Madonna e il Bambino. Daniel Seghers e Erasmus II Quellin, Ghirlanda di fiori con la Madonna e il Bambino. Daniel Seghers e Cornelis Schut (?), Ghirlanda di fiori con S. Goswino martire. Daniel Seghers e Erasmus II Quellin, Ghirlanda di fiori con "Ecce Homo". Sala 15 vi possiamo ammirare : Pompeo Batoni, S. Giovanni Nepomuceno davanti alla Vergine. Pompeo Batoni, ritratto di Pio VI. Sebastiano Conca, Deposizione, Cristo nell'orto, Miracolo di S. Turibio di Lima. Giuseppe Maria Crespi, Sacra Famiglia, Ritratto a Benedetto XIV.Donato Creti, Osservazioni Astronomiche. Giovanni Battista Crosato, Madonna col Bambino con S. Antonio da Padova e un Santo Vescovo. Gaetano Gandolfi, Trionfo della Fede. Pier Leone Ghezzi, Martirio di S. Clemente. Thomas Lawrence, Ritratto di Giorgio IV d'Inghilterra. Francesco Mancini, Riposo durante la fuga d'Egitto, Lotta fra Amore e Pan. Francesco Trevisani, Cristo e la Samaritana al pozzo. Sala 16 vi sono esposti i dipinti dell'artista Boemo, Wenzel Peter, 1745 - 1829. nato nei dintorni di Praga, tra le opere: "Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre", Autoritratto, Combattimento di una zebra con un leopardo,Gufo con preda e paesaggio, Tigre, Combattimento di un leone con una tigre. Sala 17 Vi si trovano modelli in creta di statue di Gian Lorenzo Bernini e Antonio Raggi, angelo di destra, modello per una statua dell'altare della Cattedra di San Pietro. Gian Lorenzo Bernini e Ercole Ferrara, Angelo di sinistra modello per una statua dell'altare della Cattedra di San Pietro. Gian Lorenzo Bernini, angelo di sinistra per una statua dell'altare della Cattedra di San Pietro, Testa di San Giovanni Crisostomo, Testa di Sant'Atanasio. Sala 18 Icone greche risalenti dal secolo XV al secolo XIX, Angelo Bizamano, sec. XVI, S.Giorgio uccide il drago, Arte Russa, forse Novgorod, fine XV, inizio XVI sec. San Nicola e sorie della sua vita.Arte Russa, secolo XVII, Calendario Sacro o "Menologio", Arte Russa, sec. XIX, Icona della Beatissima Vergine, Arte Russa (Novgorod?), 1500 ca., Dormizione della Vergine, Giorgio Klontzas, secolo XVI, S. Tito vescovo,Maestro greco-veneto, secolo XV, Incoronazione della Vergine e Santi, Antonio Papadopoulos, sec. XV, Madonna che allatta il Bambino, Scuola di Cefalonia, fine sec. XVIII - inizio XIX, Iconostasi di Cefalonia, Emmanuele Tzanfournari, sec. XVII, Dormizione di S. Efrem il Siro, Vittore (di Bartolomeo, sec. XVI?), Adorazione dei Magi. Museo Gregoriano Profano fu fondato nel 1844 da Papa Gregorio XVI, per accogliere i ritrovamenti degli scavi durante il suo pontificato, a Roma, a Ostia, a Veio e a Cerveteri ed inizialmente si trovava nel Palazzo Apostolico Lateranense, Papa Pio IX aggiunse nel 1854 il Museo Cristiano, con sculture, sarcofagi ed iscrizioni di epoca cristiana antica, e successivamente venne aggiunto il Lapidario Ebraico, poi, nel 1910, sotto il Pontificato di Papa San Pio X, vennero aggiunte iscrizioni in gran parte provenienti dal Cimitero Ebraico della Via Portuense. Il Museo dal Laterano fu trasferito per volere di Papa GiovannI XXIII, in un'ala dei Palazzi Vaticani che corre di fianco alla Pinacoteca, fu inaugurato nel 1970, l'ala venne costruita appositamente per ospitare il Museo Gregoriano Cristiano, il Museo Pio Clementino e il Museo Missionario. In un allestimento molto semplice presenta significative collezioni di reperti archeologici dal V secolo a.C. al IV sec. d.C.. In esposizione vi sono opere originali greche e copie o rielaborazioni romane di opere greche, sculture romane di età repubblicana e della prima età imperiale, urne, sarcofagi, rilievi, decorazioni architettoniche, incisioni pagane e altri reperti più tardi. Particolarmente significativi nel settore dell'arte greca,vi sono alcuni frammenti del Partenone, una testa di Athena, un rilievo funerario attico,mentre la sezione dedicata alla scultura romana ospita numerose opere, tra le copie romane, da segnalare il famoso gruppo bronzeo di Atena e Marsia di Mirone e un mosaico pavimentale scoperto nel 1833 in località vigna Lupi a sud dell'Aventino. Nella prima sezione del museo vi sono reperti originali greci tra questi la stele funeraria di un giovane, frammenti di marmo che provengono dal Partenone di Atene, il frammento di una testa di cavallo, un frammento con rilievo di testa di fanciullo, la testa di Atena, e altri frammenti e rilievi. Nella seconda sezione copie e rielaborazioni di originali greci, copie del celebre gruppo bronzeo di Mirone Atena e Marsia, a terra un grande mosaico pavimentale, scoperto in un antico edificio dell'Aventino, una galleria di Hermes, Mercurio, la statua colossale di Poseidon, Nettuno, che posa il piede sulla prua di una nave con un grande delfino che fa da sostegno alla statua, figure dionisiache, repliche di satiro in riposo attribuito a Prassitele del IV secolo a.C., il rilievo di Medea e le Peliadi, ritratto di Demostene, la testa di Achille, la statua di Sofocle proveniente da Terracina, erma di Omero, torsi virili, statue femminili, e moltissimo altro. Nella terza Sezione, sculture romane del I e inizio II secolo, con ritratti romani di età tardo repubblicana e della prima età imperiale, rilievi funerari, un'ara rotonda dedicata alla Pietà, una statua idealizzata con manto, coppia di sileni dormienti, rilievo con la personificazione delle 3 città etrusche Vetulonia, Vulci, e Tarquinia, statua colossale seduta forse dell'imperatore Claudio, calco in gesso della testa di Augusto, e moltissimo altro. Nella quarta sezione, una serie di sarcofagi. Nella quinta sezione, reperti di scultura romana del II e del III secolo, tra i quali la statua di Antinoo, frammento di rilievo con due lottatori, frammenti di statue togate in porfido, altare con le dodici fatiche di Ercole, Diana d'Efeso, statua di Esculapio, e molto altro. Fa parte del museo Gregoriano Profano il Lapidario Ebraico, con reperti della Catacomba di Monteverde scoperta nel 1602 e lastre sepolcrali. Museo Pio Cristiano, fu istituito nel Palazzo Lateranense da Papa Pio IX nel 1854, successivamente trasferito ed inaugurato in Vaticano nel 1970, raccoglie le antichità cristiane venute alla luce nel corso degli scavi effettuati nelle catacombe e nelle antiche basiliche. Di notevole interesse per quantità e qualità di reperti è la sezione dei sarcofagi del III-V sec. d.C., integrata con calchi in gesso di opere conservate altrove, come il sarcofago di Giunio Basso il cui originale è esposto nel Tesoro di San Pietro. Da segnalare anche il Sarcofago dogmatico della prima metà del IV secolo con episodi del vecchio e del nuovo testamento, e la celebre statua del Buon Pastore del III secolo radicalmente restaurata e la collezione epigrafica cristiana. Museo Filatelico e Numismatico, si trova al termine della rampa di scale che conduce al Museo Missionario Etnologico, qui vi è la raccolta dei francobolli, cartoline postali, ed aerogrammi emessi dallo Stato della Città del Vaticano dal 1929 data in cui lo Stato della Città del Vaticano acquistò con la firma del trattato Lateranense il potere di emettere la sua moneta ed i propri francobolli, ad oggi, divisa per pontificati, una serie di bozzetti per la realizzazione dei francobolli, una serie di francobolli del 1934, materiale tipografico, monete emesse dallo Stato della Città del Vaticano dal 1929. Vi sono anche bozzetti, lastre e materiale tipografico dedicato alla numismatica, affiancata dalla esposizione di gessi, monete, fusioni in bronzo, necessari per produrre i coni dei pezzi. Vi sono anche alcune rarità filateliche dello Stato Pontificio. Museo Missionario Etnologico, fu costituito da Papa Pio XI nel palazzo del Laterano ed inaugurato il 21 dicembre del 1926, fu portato poi qui per volere di Papa Giovanni XXIII, inizialmente era ospitato nel palazzo Apostolico del Laterano e aperto qui al pubblico nel 1973 in un edificio fatto costruire appositamente da Papa Paolo VI. La collezione documenta i culti religiosi delle civiltà extraeuropee, la collezione è formata da opere provenienti dalla Mostra Missionaria realizzata in occasione del Giubileo del 1925 e in parte dal Museo Borgiano di Propaganda Fide . In seguito il museo è stato arricchito da alcune donazioni di privati e reperti raccolti in numerose missioni cattoliche . L'itinerario espositivo è assai vario, abbraccia un vasto arco temporale , testimonianze del taoismo cinese, dello shintoismo giapponese, del buddismo, del lamaismo tibetano, dell'induismo, dell'islamismo, dell'animismo diffuso in Polinesia e Melanesia. L'Africa è presente con opere di arte copta, reperti islamici del nord del continente ma anche con sculture lignee, amuleti, e oggetti relativi al culto dei morti e alle pratiche magiche delle differenti etnie. Per l'America sono documentate le religioni precolombiane degli Incas, dei Maya, degli Atzechi e i riti delle popolazioni dell'America centrale. L'esposizione comprende anche opere di arte cristiana realizzate in vari paesi, meta di missioni. Vi sono esposte opere di artisti extraeuropei molte provenienti dalla Esposizione Missionaria del 1926, opere provenienti dal Museo Borgia e da doni delle diverse congregazioni missionarie e da donazioni private. Vi sono due percorsi, il percorso principale ospita le varie forme delle religioni extraeuropee , nel secondo percorso dedicato agli studiosi vi sono le collezioni etnografiche. Nel primo percorso vi è una sezione dedicata alla Cina, al Giappone, alla Corea, al Tibet, alla Mongolia, al Sud-Est Asiatico, al Sub Continente Indiano, all'Indonesia, all'Oceania, alla Polinesia, alla Melanesia, all'Australia, all'Africa Settentrionale, all'Alto Nilo, al Madagascar, all'Africa Occidentale, all'Africa centrale, all'Africa orientale, all'Africa meridionale, al rapporto tra Africa e Cristianesimo, America meridionale, America centrale, America e Cristianesimo, America settentrionale, Asia, Persia, Medio Oriente , e la Sintesi Missionaria con oggetti provenienti dalle varie missioni. Museo Storico Artistico del Tesoro di San Pietro, sotto la Basilica di San Pietro, custodisce ciò che resta del Tesoro di San Pietro, la collezione si è formata nei secoli anche grazie alle donazioni di pontefici, imperatori, sovrani o semplici pellegrini giunti a Roma per vedere la tomba dell'Apostolo Pietro. Nelle varie sale sono esposti paramenti sacri, oggetti di culto, opere d'arte orafa, candelabri, ostensori, calici e reliquiari. oggetti cesellati con pietre preziose, sono presenti nel museo reperti archeologici che ricordano l'antica basilica voluta dall'Imperatore Costantino del IV secolo. Da ammirare inoltre donazioni della Fabbrica di San Pietro, come la tomba di San Sisto IV, capolavoro di scultura bronzea realizzato nel 1493 da Antonio Pollaiolo su commissione di Giulio della Rovere, futuro Papa Giulio II, ed il sarcofago di Giulio Basso risalente al IV secolo, esempio di arte paleocristiana scoperto nel 1595 nell'area adiacente alla Basilica di San Pietro. Al Museo vi si accede dalla Sagrestia, dalla navata sinistra della Basilica di San Pietro. Necropoli della via Triumphalis, Scavi condotti dal 1940, hanno portato alla luce tombe del I secolo a.C. che si trovavano sul lato nord del Circo di Nerone, erano sepolture pagane con affreschi e ricche decorazioni, affiancate successivamente da sepolture cristiane , tra le sepolture vi è una che sembra essere stata la tomba di Pietro. (visitabile su richiesta) vedi Basilica di San Pietro per leggere maggiori informazioni. Padiglione delle Carrozze, dal 1991 si trova nell'Appartamento Papale del Palazzo Apostolico del Laterano, fu istituito da Papa Paolo VI, nel 1973 ed in origine era sotto il Giardino Quadrato in Vaticano, conserva cimeli e testimonianze della mobilità pontificia, come selle, portantine, carrozze, automobili, modellini corredati da dipinti e fotografie. Il vestibolo ospita il busto di Papa Paolo VI, opera di Guarino Roscioli, il modellino della prima locomotiva entrata nella Città del Vaticano, vi è il modellino di Berlina Pontificia del XVII secolo, vari tipi di selle, la portantina di Papa Leone XIII regalata nel 1887 al Papa dai fedeli napoletani, oltre a 13 carrozze tra le quali la maestosa Berlina di Gran Gala di Papa Leone XII, la Berlina del Cardinale Luciano Bonaparte donata poi a Papa Pio IX, la Carrozza da viaggio a quattro posti che il Re di Napoli Ferdinando donò a papa Pio IX nel ritorno a Roma dal suo esilio di Gaeta. In fondo alla sala auto pontificie appartenute a Papa Pio XI. Oltre alla collezione di carrozze e di automobili vi sono anche le portantine usate da pontefici e cardinali, affiancate dalla documentazione fotografica di solenni cortei. Fra i pezzi più belli c'è una berlina di gran gala della prima metà dell'800 costruita da Gaetano Peroni per Papa Leone XIII trainata da 6 cavalli e utilizzata nelle grandi occasioni. Museo Storico del Vaticano al Palazzo Lateranense, è nella Basilica di San Giovanni in Laterano, vi si accede dall'atrio della Basilica, è diviso in due grandi sezioni, è sorto nel 1973 per volere di Papa Paolo VI è formato da 4 saloni e da 8 stanze, decorati con affreschi tardo manieristi. Vi sono esposti arazzi, dipinti, culture lignee, paramenti sacri, cimeli papali, iconografie dei Papi dal 500 ad oggi, significativi cimeli dei corpi militari Pontifici. Mappa dei Musei Vaticani
Da vedere ai Musei Vaticani : i Palazzi che oggi ospitano i Musei Vaticani, sono una delle gallerie d'arte più grande ed importante al mondo, erano in origine Palazzi Rinascimentali costruiti per i Papi come Papa Sisto IV, Papa Innocenzo VIII e Papa Giulio II. I Palazzi Vaticani, dove ci sono i Musei Vaticani, sono formati da lunghi cortili e gallerie che collegano il Palazzo del Belvedere di Papa Innocenzo VIII agli altri edifici e furono progettati da Donato Bramante per Papa Giulio II nel 1503. La maggior parte degli ampliamenti successivi fu realizzata nel XVIII secolo, quando le inestimabili opere d'arte di proprietà del Vaticano, furono esposte per la prima volta al pubblico. Per oltre 4 secoli i Papi, hanno svolto il ruolo di Mecenati e profondi conoscitori d'arte. Il risultato è stato che nei Musei Vaticani possiamo ammirare la più grande collezione d'arte classica e Rinascimentale al mondo. Nel Vaticano possiamo vedere il Gruppo del Lacoonte, ritrovato nel 1506 all'Esquilino, l'Apollo del Belvedere , ed il bronzo etrusco noto come Marte di Todi. Durante il Rinascimento, alcune sale dei Musei, furono decorate con splendidi affreschi, come la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello, e l'Appartamento Borgia. I più grandi tesori del Vaticano sono costituiti dalla raccolta di reperti greci e romani, che furono esposti al pubblico a partire dal XVIII secolo, nel XIX secolo furono ampliate per le scoperte archeologiche di tombe etrusche e per gli scavi in Egitto. Nella Pinacoteca Vaticana vi è una selezionata collezione di dipinti, tra i quali anche opere di Leonardo, di Raffaello e di Tiziano. Le sale più antiche dei Musei Vaticani furono decorate da grandi pittori e scultori del Rinascimento. Sono da vedere: la Pinacoteca Vaticana, sono 18 sale, la Scala elicoidale, Museo Egizio, Museo Chiaramonti, Museo Pio Clementino, Museo Etrusco, Galleria dei Candelabri, Galleria degli Arazzi, Galleria delle Mappe o delle Carte Geografiche, le stanze di Raffaello, la Loggia di Raffaello, gli alloggi dei Borgia Appartamento Borgia, la Cappella Sistina, la stanza degli Indirizzi, la stanza dello Sposalizio Aldobrandini, Museo Pio Cristiano, museo di Arte Cristiana, Museo Gregoriano Profano museo di Antichità Pagane, Museo Missionario Etnologico, i Cortili Vaticani, il cortile della Pigna, Sala Sobieski e dell'Immacolata, Appartamento di Papa Pio V, Padiglione delle Carrozze, Museo Storico, il Braccio Nuovo, la Sala della Biga, la Biblioteca Apostolica Vaticana, Museo di arte Religiosa Moderna, Cappella di Papa Nicolò V detta anche Cappella del Beato Angelico, Appartamenti di San Pio V, Cappella di Urbano VIII, Palazzetto del Belvedere, Cortile del Belvedere, Cortile di San Damaso, Cortile della Biblioteca, Cortile Ottagono, Cortile del Pappagallo , Corridore di Borgo, Torre Borgia, Sala Regia, Sala Ducale, Salone Sistino, Sala delle Dame, Sala dei Chiaroscuri, Sala di Urbano VIII, Galleria Alessandrina, Galleria Clementina. Foto e Informazioni dei Musei Vaticani Città del Vaticano Musei Vaticani, Città del Vaticano, foto Anna Zelli Musei Vaticani, Città del Vaticano, foto Anna Zelli Musei Vaticani, Città del Vaticano, foto Anna Zelli
Musei della Biblioteca Apostolica Vaticana, Musei Vaticani, foto Anna Zelli
Musei della Biblioteca Apostolica Vaticana, Musei Vaticani, foto Anna Zelli Vedi Foto e Informazioni della Cappella Sistina Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano, foto Anna Zelli Musei Vaticani informazioni e fotografie
da vedere alla Città del Vaticano Vedere nei dintorni della Città del Vaticano (Roma) Vedi Musei di Roma e Città del VaticanoFoto Musei Vaticani (Città del Vaticano) Musei Vaticani, Città del Vaticano, Stato Pontificio, foto Anna Zelli torna Città del Vaticano - Guida Turistica Roma - Itinerari turistici Roma Roma Città del Vaticano - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici Roma
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