RIONE PONTE R. V ROMA GUIDA TURISTICA ROMA INFORMAZIONI STORICHE ARTISTICHE TURISTICHE FOTO ANNA ZELLI www.annazelli.com
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Rione Ponte R. V (Roma) Il Rione Ponte, R. V, Roma, deriva il nome dal ponte Sant'Angelo che ricalca il più antico ponte Elio, appartenuto al rione Ponte fino a Papa Sisto V e poi passato al rione Borgo. Il nome medioevale di questo rione era Regio Pontis et Scortichiariorum con il riferimento presso Ponte Sant'Angelo di laboratori dove venivano conciate le pelli degli animali per la loro lavorazione, gli scortichiarii, un'attività che si svolgeva anche nel vicino Rione VII, Regola. In epoca romana questa zona faceva parte della regio IX Campo Marzio. Il rione Ponte segue il corso del Tevere e questa sponda in antico era protetta dalle mura Aureliane sulle quali si aprivano la porta Cornelia ed altre aperture secondarie chiamate posterule. Le mura aureliane erano protette e difese da torri e fiancheggiate nella parte interna da una via basolata. Tra le antiche posterule dell'attuale rione ponti vi era la posterula Domitia, presso la quale vi era l'approdo delle imbarcazioni che portavano materiali da costruzione per gli edifici del Campo Marzio, questo approdo è stato individuato, nel 1890 dal Lanciani, nei pressi di Tor di Nona, sotto l'antico Teatro di Apollo, sul lungotevere, ed era formato da una piattaforma in tufo che poggiava su palafitte. Qui nella zona di Ponte, vi era anche lo sbarco dei marmi e le officine dei marmisti, come in altre zone di Roma. Sempre qui veniva sbarcato anche il vino, che veniva portato al Tempio del Sole presso la chiesa di San Silvestro a piazza San Silvestro (rione Trevi e rione Colonna). Presso il porto che era nella zona dell'attuale rione Ponte vi era anche un culto mitologico dedicato alle cicogne, chiamato ad ciconias. In asse con l'antico ponte di Nerone vi era la via Recta che corrispondeva all'attuale tracciato della via dei Coronari. Nella zona dell'attuale lungotevere Tebaldi, che in epoca romana era compresa tra il ponte di Agrippa e il ponte di Nerone, entrambi scomparsi, vi si svolgeva probabilmente la corsa del trigarium, infatti un cippo dell'epoca dell'imperatore Claudio, che rappresenta un carro tirato da tre cavalli, è stato ritrovato presso la chiesa di San Biagio della Pagnotta, e fu probabilmente posto qui dai curatores alves Tiberis, in quanto in questa zona vi era uno spazio sacro nel quale si teneva la corsa dell'october equus, che era una corsa di trighe, carri a tre cavalli, nella quale il cavallo vincitore veniva poi sacrificato dal "flamen martiali", un sacerdote di Marte, al dio della guerra, il sangue della coda del cavallo veniva colato nell'ara di Marte che si trovava in Campo Marzio. Sull'altro lato del trigarium vi erano i navalia che erano degli arsenali posti sul Tevere. Sempre in questa zona sul lato che affacciava verso il Vaticano vi era il Tarentum un luogo dedicato al culto di Dite, che era Plutone il dio degli inferi e a Proserpina, il cui l'altare che normalmente era sepolto, veniva disseppellito solo in occasione delle cerimonie sacre. Fu in questa zona che si tenne la cerimonia funebre dell'Imperatore Adriano prima della sua sepoltura all'interno del suo Mausoleo, trasformato nel tempo dai papi nella fortezza di Castel Sant'Angelo, che oggi appartiene al Rione Borgo. Sempre in questa zona vi era il monumentale arco dedicato ai trionfi dell'imperatore Graziano, dell'imperatore Valentiniano e per ultimo dell'imperatore Teodosio. Nella zona che attraversava l'antico ponte Elio, oggi ponte Sant'Angelo, vi era un arco commemorativo formato da 3 fornici chiamato porticus maximae innalzato tra il 379 e il 383 dagli imperatori ancora esistente durante il pontificato di Papa Urbano V, al soglio tra il 1360 e il 1370, ma oggi definitivamente scomparso. In questa zona vi era anche un canale a cielo aperto chiamato l'Euripo che convogliava nel Tevere le acque in eccesso del più lontano stagno di Agrippa. Mentre i colli di Roma dopo il taglio degli acquedotti da parte dei Goti e dei Bizantini furono abbandonati e ridotti a poche anime e ad una economia agricola, la zona di Ponte, fu una delle poche zone sempre abitata di Roma nonostante le incursioni distruttive dei barbari, in quanto l'approvvigionamento idrico era garantito dal Tevere, allora potabile. Inoltre aveva il vantaggio di avere strade che conducevano al ponte Sant'Angelo e al Vaticano. La zona specialmente dopo il trasferimento della sede papale dal Laterano al Vaticano, crebbe di importanza ed economicamente era sostenuta dai pellegrini che andavano in San Pietro, qui sorsero locande, osterie e un fiorente commercio di oggetti sacri. Le antiche posterule delle mura Aureliane, in epoca medioevale, che erano lungo le sponde del Tevere, fungevano anche da luogo di scalo delle merci tra le due sponde del fiume, si ricordano infatti la chiesa di Santa Maria in Posterula e una via della Posterula, tra queste vi era anche la posterula Domizia, citata sopra, dove c'era lo sbarco dei marmi, a tal proposito vi è una colonna in marmo cipollino che si trova a via Parigi, proveniente proprio dal rione Ponte. Papa Sisto IV pavimentò le strade, diede un nuovo assetto viario al rione, con le vie di Monte Brianzo, e via Tor di Nona che un tempo si chiamava via Sistina a Ponte. Anche Papa Sisto V provvide alla pavimentazione delle attuali vie Tor Sanguigna, e via della Maschera d'Oro o degli Acquasparta. Nel Cinquecento, poi, vennero costruite case per le famiglie aristocratiche e per le famiglie mercantili alla cui decorazione concorsero artisti come Raffaello, Giulio Romano, Perin del Vaga, Federico Zuccari, Pirro Ligorio ed altri. Gli affreschi ornavano non solo gli interni di questi palazzi ma anche le facciate, ma purtroppo oggi di queste decorazioni resta ben poco. La caratteristica fisionomia rinascimentale del rione Ponte è visibile nella via del Coronari che in epoca medioevale era la via dei mercanti di oggetti religiosi, mentre oggi è la via degli antiquari, rinascimentali anche la via del Banchi Vecchi che era la via dei banchieri e dei cambiavalute, la via di Monte Giordano e la via dell'Orso che era la via delle cortigiane. Sempre in questo rione vi era nella piazza di Ponte S. Angelo, antistante il ponte Sant'Angelo che appartiene oggi al Rione Borgo, il luogo deputato alle esecuzioni capitali e prima di arrivare qui si svolgeva la processione del Crocefisso, portato a spalla, coperto da un telo nero, seguito dalla confraternita vestita a lutto e da un carro sul quale l'incatenato baciava una immagine del Cristo, il corteo si dirigeva con il condannato, a piazza di ponte Sant'angelo dove si trovava la forca montata per il condannato, che qui trovava la morte per impiccagione. Un volta eseguita la condanna un prete sempre qui arringava al popolo ammonendolo sulle conseguenze dei suoi peccati. Questa zona era anche grandemente afflitta dalle ricorrenti inondazioni del Tevere si ricorda l'inondazione del 1598, che improvvisamente allagò le celle del seminterrato e del piano terra delle prigioni di Tor di Nona che provocò l'annegamento di centinaia di carcerati. Camminando per il rione si possono vedere delle piccole lapidi a ricordo delle varie inondazioni, con la data e l'altezza raggiunta dal livello dell'acqua. Il rione Ponte ebbe un periodo di splendore con l'apertura del Teatro di Apollo, e per la presenza del palazzo della Zecca. Questa zona di Roma è stata anche ampiamente documentata dalle fotografie del conte Primoli, che immortalò la trasformazione di questo rione quando Roma passò dallo Stato Pontificio a capitale d'Italia dopo l'Unità d'Italia. Alla fine de''Ottocento, la trasformazione più significativa di questo Rione e di Roma, fu caratterizzata dalla edificazione dei muraglioni sul Tevere, dei lungotevere e dei ponti Umberto I, di ponte Vittorio Emanuele II, e ponte Principe Amedeo d'Aosta e il ponte provvisorio dei Fiorentini scomparso, detto del "soldo" perchè bisognava pagare per attraversarlo. L'edificazione dei muraglioni mutò non solo l'aspetto del rione Ponte ma anche di tutti gli altri rioni di Roma che si affacciano sul Tevere, infatti si persero le quinte scenografiche dei bei palazzi rinascimentali , le finestre i balconi che si affacciavano sull'acqua, le vie e i viottoli che scendevano lungo le sponde del fiume. Fino a poco tempo fa, prima dell'attuale ventennio Berlusconiano, che ha trasformato il rione Ponte, e non solo questo, purtroppo, in luoghi di ritrovo, in bar, pizzerie, pubs, vi erano molte e bellissime botteghe artigiane, botteghe di orafi, di doratori, di restauratori di mobili antichi, negozi di libri antichi e di libri usati, e negozi che artigiani, ed anche sulla via dei Coronari questi negozi d'arte sono stati per la maggior parte soppiantati oggi da ristoranti e bar. Questo rione rappresenta il cuore di Roma, con le sue belle terrazze, gli attici, i tipici tetti romani, oggi abitati per lo più dai forestieri, e poco dai romani per i costi eccessivi delle case. Rione Ponte monumenti e luoghi di interesse storico : la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, palazzo Scapucci dove c'è la Torre della Scimmia, l'Osteria dell'Orso, Casa de Martelli che era vicino alla chiesa di S. Maria in Posterula su via dell'Orso, casa Caetani all'Orso, palazzo Altemps, la chiesa di Sant'Apollinare, palazzo Lancellotti, la chiesa di San Simeone, il demolito Teatro di Apollo a Tor di Nona, piazza Fiammetta, la chiesa di San Salvatore in Lauro, Monte Giordano, la via della Pace, l'arco della Pace, la chiesa di Santa Maria della Pace, il chiostro del Bramante, piazza dell' Orologio, la torre dell'Orologio, ponte Vittorio Emanuele, ponte Umberto, ponte Amedeo d'Aosta, palazzo Sacchetti, la chiesa di San Biagio della Pagnotta a via Giulia, il palazzo dell'Arciconfraternita del Gonfalone, palazzo Cesi degli Acquasparta, palazzo Altoviti, scomparso era sull'attuale lungotevere, piazza delle Cinque Lune, la chiesa di Sant'Apollinare, il palazzo dell'Apollinare, il palazzo Altemps, palazzo Aldobrandini a via dei Banchi Nuovi, palazzo Sterbini, via dei Banchi Vecchi, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano in Banchi, palazzo Crivelli, via del Banco di Santo Spirito, la chiesa dei Santi Celso e Giuliano, palazzo Alberini, palazzo Niccolini, palazzo del Banco di Santo Spirito, la chiesa dei Santi Faustino e Giovita detta dei Bresciani, oratorio di San Pietro e Paolo detto del Gonfalone a via delle Carceri, la fontana di vicolo del Cefalo, la Casa di Fiammetta , la chiesa di Santa Maria del Suffragio a via Giulia, chiesa di Santa Lucia in Tinta, Torre della Legnara che apparteneva agli Orsini, chiesa di Santa Maria dell'Anima, palazzo Taverna, Albergo e Osteria dell'Orso, ponte Sant'Angelo (che fa parte anche del Rione Ponte), fontana del Leone a piazza San Salvatore in Lauro, palazzo Sforza Cesarini su Corso Vittorio Emanuele II, Torre chiamata Tor di Nona, Teatro Tor di Nona di Apollo scomparso, torre detta Tor Sanguigna, palazzo Primoli. Il Rione Ponte è delimitato dal : Tevere, da via del Cancello, via dei Portoghesi, piazza delle Cinque Lune, piazza di Tor Sanguigna, via di Santa Maria dell'Anima, via della Pace, via del Governo Vecchio, piazza della Chiesa Nuova, via dei Banchi Vecchi, vicolo della Scimmia. Stemma del Rione Ponte R. IV Roma Stemma del Rione Ponte : un ponte con tre arcate. Lo stemma del rione Ponte ha due versioni, una tardo-medievale, con tre arcate e il possente torrione posto sul lato sinistro, e una rinascimentale, nella quale vennero aggiunte le statue di San Pietro e di San Paolo, patroni della città di Roma, posti alla destra del ponte. Mappa del Rione Ponte mappa Rione Ponte (Roma) disegno di De Zio Foto Rione Ponte Roma
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