RIONE SANT'ANGELO R. XI ROMA GUIDA TURISTICA INFORMAZIONI STORICHE ARTISTICHE TURISTICHE FOTO ANNA ZELLI www.annazelli.com
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Rione
Sant'Angelo R. XI (Roma) Il Rione Sant'Angelo, R. XI, Roma, situato sulla sponda sinistra del Tevere, davanti all'isola Tiberina, prima della edificazione dei muraglioni era spesso esposto alle inondazioni del Tevere, , prende il nome dalla chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, eretta sui resti del portico di Ottavia, è il più piccolo dei rioni di Roma. In epoca romana era la IX Regio Augustea del Circo Flaminio, il secondo circo per grandezza ed importanza edificato intorno al III secolo a.C. Sant'Angelo si trovava al di fuori delle mura serviane, ed aveva una posizione strategica in quanto i vicini ponti Fabricius e Cestio, facilmente collegavano Roma al di là del fiume. Inoltre il rione era anche in prossimità sia del Campidoglio che del Foro Romano, centri vitali di Roma, pertanto qui sorsero edifici come il tempio di Bellona, il tempio di Apollo Sosiano, il tempio di Giunone Regina, l'area sacra di Largo Argentina, il foro Olitorio, e il Teatro Marcello, il teatro Balbo, il Portico d'Ottavia di età repubblicana del I secolo a.C. eretto da Augusto per la sorella e il porticus Philippi eretto dal suocero di Augusto L'edificazione dei due portici comportarono la demolizione di parte del circo Flaminio. Dopo il taglio degli acquedotti da parte dei Goti, la zona divenne importante per l'approvvigionamento di acqua potabile dal Tevere, ed inoltre da qui si poteva controllare l'accesso alla città dai ponti Fabricio, oggi ponte Quattro Capi, dal ponte Cestio e dal ponte Emilio, oggi ponte Rotto, che in epoca medioevale furono gli unici ponti transitabili iscritti all'interno delle mura aureliane. I monumenti romani vennero quindi trasformati in fortezze, e sempre durante il Medioevo il rione si popolò oltre che di pescivendoli alla Pescheria, di commercianti, di operai, di cimatori, di fabbri, ai fabbricanti di calce alla Calcara, fino alle botteghe al Teatro Marcello. Il mercato di pesce fu trasferito qui al portico d'Ottavia dal foro Piscario che era al Foro Romano e vi rimase fino all'Ottocento. Come il vicino rione Sant''Eustachio, in epoca medioevale una parte della zona del rione Sant'Angelo era chiamata Vinea Thedemari, mentre la sua parte settentrionale venne chiamata Calcaràrio, per i forni di calce che qui produssero la calce ottenuta bruciando i marmi dei Fori, questi forni si trovavano nelle botteghe nei pressi del Teatro Marcello e sono ricordati dal nome della via delle Botteghe Oscure. Vi erano anche i funari, i quali presso la chiesa di Santa Caterina dei Funari torcevano le funi nel cortile porticato della Cripta Balbi. I cardatori e i cimatori avevano le botteghe presso la chiesa di San Valentino. Fu da qui che nel 1347 i romani alla guida di Cola di Rienzo partirono all'assalto del Campidoglio con l'intento di ripristinare la repubblica romana. In questa zona fu notevole anche l'afflusso degli ebrei che iniziarono a risiedere qui dal XII secolo con l'istituzione nel 1555 del Ghetto, che ha caratterizzato in modo determinante l'aspetto del rione. Qui vi furono il predominio dei Savelli e degli Orsini a monte Savello, dei Mattei e dei Cenci. Qui si insediarono dapprima le famiglie baronali dei Fabi e successivamente dei Savelli che già sul colle Aventino possedevano la fortezza di Rocca Savella, e che trasformarono in fortezza il teatro Marcello. Mentre la famiglia degli Stefaneschi edificarono un castello il Castrum Aureum all'interno del teatro Balbo e della cripta Balbo che più tardi donarono al convento di Santa Caterina. Vi si insediarono anche i Mattei, i quali eressero ben quattro palazzi che insieme formarono un isolato, chiamato Isola dei Mattei", altre famiglie nobili scelsero di edificare le proprie residenze nel rione Sant'Angelo, furono i Costaguti, i Santacroce ed i Serlupi. Gli ebrei prima di trasferirsi al rione Sant'Angelo vivevano nei pressi del Porto di Ripa Grande, ma a causa della decadenza del commercio fluviale, all'inizio del XV secolo abbandonarono la sponda destra del Tevere. A quel tempo, a Roma vivevano circa 2.000 Ebrei e 1.200 si trasferirono a Sant'Angelo, un secolo dopo, il 14 luglio 1555, Papa Paolo IV, a capo della Controriforma, promulgò la Bolla "Cum nimis absurdum", con la quale revocò tutti i diritti alla comunità israelita e la rinchiuse nel Ghetto, murandolo, i Cristiani che erano proprietari degli edifici posti all'interno del recinto poterono mantenere la proprietà ma, grazie al così detto diritto di possesso, essi non poterono né mandar via gli inquilini ebrei né aumentarne gli affitti. Il muro che isolava il Ghetto al resto della città di Roma, era munito di 2 porte, che venivano aperte all'alba e chiuse ogni sera, un'ora dopo il tramonto, a quel tempo la zona non conteneva edifici degni di nota la sola piazza importante era Piazza Giudea divisa dal muro in due parti., Dopo la costruzione dei muro di recinzione del Ghetto le tre chiese che sorgevano al suo interno, furono sconsacrate. Agli Ebrei romani era permesso di esercitare solo lavori umili, come straccivendoli, rigattieri o pescivendoli, potevano però dare prestiti a pegno, e questa attività provocò l'odio dei romani contro di loro. Quando uscivano dal Ghetto, gli uomini dovevano indossare un panno giallo, chiamato lo "sciamanno", e le donne un velo giallo, che era dello stesso colore delle meretrici. Durante le feste essi dovevano divertire i Cristiani, gareggiando in competizioni umilianti. Dovevano correre nudi con una corda intorno al collo, oppure con le gambe in un sacco. Talvolta gli ebrei si facevano cavalcare dai soldati a mo' di cavalli . Ogni anno in Campidoglio il Rabbino capo doveva rendere omaggio al Caporione, il capo dei Conservatori, ricevendone in cambio un calcio nel sedere. Con questa "cerimonia" la comunità ebraica riceveva così il permesso di rimanere un altro anno nella città eterna. Ogni sabato la comunità israelitica era obbligata ad ascoltare una predica coatta davanti alla chiesetta di San Gregorio a Ponte Quattro Capi, proprio al di là del recinto. Al tempo della sua costruzione, nel Ghetto, come del resto in tutta Roma, non esisteva acqua corrente. Anni dopo i Pontefici fecero costruire nel rione diverse fontane ed una venne posta in Piazza Giudea. A causa della sovrappopolazione degli ebrei in uno spazio così ristretto, a causa della mancanza di acqua e della vicinanza del Tevere che spesso inondava il Ghetto, la comunità ebraica viveva non solo in povertà ma anche soggetta alle epidemie, ed una più grave delle altre, nel 1656 uccise 800 ebrei, su 4000. Durante il Seicento ed il Settecento non ci furono eventi degni di nota perchè con il trasferimento della sede papale dal Laterano prima e a Borgo in Vaticano, poi, la zona del Campidoglio perse di importanza, prediligendo i papi la vasta pianura del Campo Marzio. Nel 1798, con la Rivoluzione Francese e l'istituzione della Repubblica Romana le porte del ghetto vennero aperte ed un albero come simbolo della riconquistata libertà venne piantato dagli ebrei a piazza Giudea, ma poi, purtroppo, con la caduta di Napoleone gli ebrei furono costretti a rientrare di nuovo entro le mura del Ghetto, solo nel 1847, Pio IX ordinò la demolizione del muro ma, a causa della resistenza dei Romani, il compito dovette essere eseguito durante la notte, e dopo il 20 settembre 1870, gli Ebrei romani cessarono di essere considerati cittadini di seconda classe. La condizione di sovrappopolamento del rione si protrasse fino al 1870, durante gli anni Trenta fu edificata la via del Teatro Marcello, il teatro Marcello venne restaurato ed isolato abbattendo le costruzioni che aveva intorno, nel 1848 vennero abbattute le mura del ghetto pontificio dai liberali guidati da Ciceruacchio, e con la edificazione dell'argine del Tevere ed i relativi muraglioni e lungotevere, furono modificati anche l'aspetto medioevale del rione. Si diede poi anche l'avvio alla costruzione della Sinagoga. Durante gli anni venti Sant'Angelo venne coinvolto nel gigantesco programma di demolizioni messo in atto dal regime fascista. Nel 1926, il quartiere intorno al Teatro di Marcello venne demolito, isolato e restaurato, molti vicoli e piazzette pittoresche scomparvero ma, fortunatamente vennero alla luce molti templi romani e bellissime case medievali fino a quel momento nascosti sotto costruzioni più tarde. Dopo le demolizioni del periodo fascista, venne deciso di modificare i limiti storici del rione, stabiliti nel 1743 sotto Benedetto XIV e quindi il rione Sant'Angelo si è esteso, incorporando parti marginali ma importanti del rione Campitelli e del rione Ripa. Durante l'occupazione tedesca di Roma nel corso della seconda guerra mondiale, la comunità ebraica romana benchè costretta a pagare 50 kg d'oro alle SS, per evitare la deportazione nei campi di concentramento nazisti, fu in parte deportata il 16 ottobre 1943, e purtroppo 2.091 ebrei romanimorirono nei campi di sterminio Tedeschi, altri ebrei vennero uccisi il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine. . Sant'Angelo ospita anche diverse istituzioni culturali, come l' Enciclopedia Italiana, la Discoteca Nazionale e il Centro di Studi Americani, che possiede la biblioteca europea più importante avente come soggetto gli Stati Uniti. Rione Sant'Angelo monumenti e luoghi di interesse storico : Teatro Marcello, portico d'Ottavia, insula Mattei, palazzo Mattei di Paganica, palazzo Mattei di Giovem palazzo di Giacomo Mattei, palazzo Mattei Caetani, palazzo Costaguti, palazzo Santacroce, casa dei Vallati, Casa di Lorenzo Manlio, Albergo alla Catena, chiesa di Santa Caterina dei Funari, chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, chiesa di San Gregorio della Divina Pietà, chiesa di San Stanislao dei Polacchi, chiesa di Santa Maria in Campitelli, chiesa di San Nicola in Carcere. chiesa di Sant'Ambrogio della Massima, oratorio di Sant'Andrea dei Pescivendoli, chiesa di Santa Rita da Cascia in Campitelli, chiesa di Santa Maria del Carmine e del Monte Libano. Il Rione Sant'Angelo è delimitato da : il lungotevere Cenci, via del Foro Olitorio, via del Teatro Marcello, via Montanara, piazza Campitelli, via Cavalletti, via dei Delfini, piazza Margana, via Margana, via dell'Aracoeli, via delle Botteghe Oscure, via Florida, Largo Arenula, via di Sant'Elena, via in Publicolis, via Santa Maria del Pianto, via delle Cinque Scole, piazza delle Cinque Scole, via della Tribuna in Campitelli, via di Monte Savello, via del Progresso, via dei Falegnami. Stemma del Rione Sant'Angelo R. XI Roma Stemma del Rione Sant'Angelo : è un angelo su sfondo rosso, con un ramo di palma nella mano sinistra. In un'altra versione, l'angelo appare con una spada nella mano destra ed una bilancia nella sinistra. Mappa del Rione Sant'Angelomappa Rione Sant'Angelo (Roma) disegno di De Zio Rione Sant'Angelo R. XI RomaRione Sant'Angelo, Roma, foto Anna Zelli torna Rione Sant'Angelo - Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma Rione Sant'Angelo - Rioni di Roma - Guida turistica di Roma
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