Mura e Porte
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Archi
Passetto Vaticano del Rione Borgo
Roma
Archi del Passetto di Borgo, Corridoio Vaticano,
Rione Borgo, Roma :
Dal
Bastione di San
Marco di
Castel
Sant'Angelo, parte il "Corridore
di Borgo " meglio
conosciuto come
Passetto,
ovvero passaggio sicuro da ogni insidia, che collega direttamente i
Palazzi
Vaticani a
Castel
Sant'Angelo. Il
Passetto
č il tratto di muro che č rimasto e il pių lungo delle
Mura Leonine,
la cinta muraria fu fatta erigere da Papa Leone IV, tra l'848 e
l'842, per difendere la
Basilica
Vaticana e la
cittadella
Leonina dagli attacchi
dei Saraceni. I lavori, promossi da Papa Leone IV, furono diretti
dall'Architetto Agatho, il recinto difenderā quella che in seguito
verrā chiamata "La
Cittā Leonina". Per la
mano d'opera furono impiegate le maestranze del luogo, e le milizie
delle "domus cultae", che erano delle colonie agricole e che
entrarono a far parte del patrimonio della Chiesa. Nell'arco di
Passetto,
chiamato "Arco di Sant'Anna" che si trova sul lato destro del
colonnato di
Piazza San
Pietro e che introduce
alla Via
di Porta Angelica (da
Angelo nome di battesimo di Papa Pio IV), vi č affissa, in alto su
un fornice antico, una piccola lapide dell'epoca di Papa Urbano VIII,
si accenna ad una localitā detta "Capracorum", la quale era una
delle "domuscultae" ed era situata tra Veio e Nepi. Gli abitanti di
Capracorum furono un valido aiuto nella realizzazione del tratto di
Mura
tra le due
torri della
Cittā Leonina. Il lavoro
fu affidato ad un certo Agatone capo della milizia rurale composta
da uomini liberi e schiavi emancipati. I Coloni si distinguevano
dalla cosi detta "masnada", formata da lavoratori semiliberi o da
schiavi che venivano venduti al fondo come "scorte" vive. Questi "milites"
presidiavano i "Castra San Petri", e per alcuni secoli difesero
tutti gli accessi di Roma; costituirono il primo nucleo
dell'esercito dei domini pontifici e dei vassalli armati dei
feudatari che in seguito contrasteranno il potere della Santa Sede.
Quando nell'VIII secolo cadde il dominio dei Longobardi, la Chiesa
si senti sollevata, per il fatto che finalmente la Campagna Romana
era ritornata sicura e vivibile. Poichč le persone erano impiegate
per la cittā vaticana, la Chiesa sentiva la mancanza di braccia per
i lavori agricoli, al tempo di Papa Zaccaria, al soglio dal 741 al
752, la Santa Sede ritenne opportuno investire dei fondi per
finanziare sia i lavoratori che le opere di bonifica delle "domuscultae".
Gli agricoltori vennero raggruppati secondo il loro ceto e secondo
le loro mansioni. Vennero divisi in "originales" i lavoratori del
luogo di nascita e di lavoro, in "conditionales" le persone che per
patto stabilito erano obbligate a prestare la loro opera, "tributales"
o "censibus ascripti" le persone che contribuivano alle tasse , "mansuarii"
se facevano parte della massa. Tutta l'organizzazione prevedeva
anche i responsabili della parte amministrativa del grande
patrimonio, pertanto si ebbero i patrimonia, gli esattori delle
tasse i "conducrores" e gli ispettori superiori i "rectores". Nel
XIII delle "domuscultae" ed anche di Capracorum si perse ogni
traccia a causa della malaria e degli assalti dei briganti (tutte
queste informazioni sono suggerite dalla lapide posta sul primo
dei 26 archi tutt'ora aperti, eccetto 3, lungo il
Passetto di
Borgo che vanno dal
Vaticano
fino a
Castel Sant'Angelo.
L'Arco
di Sant'Anna, prende il
nome dalla
Chiesa di
Sant'Anna dei Palafrenieri,
intitolata alla Nonna di Gesų, aperta al culto, cui si si accede dal
cancello di Ingresso alla
Cittā del
Vaticano, su
Via di Porta
Angelica, la Chiesa di
Sant'Anna č anche la Parrocchia del Vaticano, fu edificata nel 1565,
durante il pontificato di Papa Paolo IV, per conto della
Confraternita dei Palafrenieri, o staffieri del Papa, istituita del
1378 al tempo di Papa Urbano IV Bartolomeo Prigano. L'arco di
Passetto, sul lato di
Via di Porta
Angelica ha un'altra
lapide con inciso "Civitas
Leonina", questo arco fu
aperto da Papa Pio IV nel 1562, insieme agli altri archi
: Arco di Via
del Mascherino, Arco di Via del Farinone, Arco di Via delle Palline,
Arco Vicolo d'Orfeo, Arco di via del Campanile e Arco Via di Porta
Castello. Su ognuno di
questi archi c'č lo stemma Mediceo, consentono il collegamento
tra
Borgo Vecchio
e Borgo Nuovo.
L'arco su
Via dei
Corridori fu aperto dal
Comune di Roma nel 1933, su entrambe le aperture vi č inciso : "
Pius III Medices Pontifex Max Viam Angelicam tribus millibus passuum
as Cassiam duxit e nell'anno 1933 . XI E.F. fu aperto questo secondo
fornice". Dopo altri 5 fornici murati il Comune di Roma ne aprė
un'altro nel 1950 su
Via del
Mascherino, si arriva
quindi agli archi di
Via del
Farinone e di
Vicolo delle
Palline e all'arco di
Vicolo
d'Orfeo, sotto all'arco
di
Vicolo d'Orfeo c'č una
Madonnina, edicola sacra,
chiamata la "Madonna del dito", cosė chiamata perchč il pittore fa
uscire un solo dito dal manto della Madonna. Dopo
l'Arco del
Campanile, si
raggiungono 3 grandi arcate murate all'altezza di
Borgo Pio,
con sovrapposti altrettanti stemmi marmorei di Papa Clemente VIII.
Queste 3 arcate ora chiuse, furono aperte dopo il 1598 a seguito di
una enorme inondazione del
Tevere,
da Papa Leone IV, che voleva costruire un alveo per far defluire le
acque, ma il progetto si prospettō irrealizzabile ed allora le 3
arcate furono nuovamente chiuse (si trovano all'altezza
della Chiesa
Santa Maria in Traspontina).
Subito dopo i 3 archi murati, due fornici si aprono su
Via di Porta
Castello, ai quali
rispettivamente furono sovrapposti lo stemma Mediceo di Papa Pio IV
del 1562, e lo stemma con "S.P.Q.R." del Comune di Roma del 1950.
Sul muro che separa i due archi fu apposta l'8 dicembre
l'immagine
della Madonna della Misericordia,
al posto di una piccola statua che era ridotta piuttosto male.
All'altezza di
Piazza Pia,
Piazza che il Comune di Roma dedicō a Papa Pio IX il 21 giugno del
1860, si aprono due fornici per il traffico locale, ed altri 3
fornici arrivano fino al muro di cinta
di Castel
Sant'Angelo, a cavallo
del
Viale Ceccarius fino al
Bastione
di Castel Sant'Angelo,
si contano altre 8 arcate in piena luce costruite nel 1934 da
Attilio Spaccarelli (uno degli architetti di Via della
Conciliazione). L'ideazione di
Passetto
č controversa e incerta : secondo varie fonti fu proprio Papa
Niccolō III, la cui famiglia era proprietaria del
Castello,
a costruire sulle
mura Leonine
di Papa Leone IV, il
camminamento di
Passetto, sovrapponendo
alle
mura un
corridoio
che permettesse ai Pontefici in caso di pericolo di abbandonare il
Vaticano
e rifugiarsi a
Castel
Sant'Angelo. Mentre
secondo altre fonti, l'idea del
Corridore
fu di Papa Bonifacio IX Tomacelli, e l'opera venne terminata
dall'antipapa Giovanni XXIII che si chiamava Baldassarre Cossa. E
ancora secondo altre fonti Papa Bonifacio IX fu solo il restauratore
di
Passetto, mentre gli
archi furono realizzati dall'antipapa Alessandro V che si chiamava
Pietro Filargis. Oppure che l'antipapa Giovanni XXIII abbia curato
solo il restauro, e questa informazione sembra essere la piu
attendibile. Il
Corridio di
Passetto venne
ripetutamente restaurato durante il Pontificato di Papa Niccolō V,
di Papa Sisto IV e di Papa Alessandro VI. Papa Alessandro VI
custodiva personalmente le chiavi di
Passetto
e nel 1494 e vi si rifugiō quando a Roma venne Carlo VII di Francia.
Cesare Borgia si trasferė a
Castel
Sant'Angelo, con le
figlie, due paggi e quattro domestici. A
Castel
Sant'Angelo vi si
rifugiō nel Settembre del 1526 Papa Clemente VII, minacciato da Ugo
Mocada e da Pompeo Colonna. Sempre Papa Clemente VII vi si rifugiō
di nuovo la mattina del 6 Maggio del 1527 quando Roma fu invasa
dalle milizie di Carlo V, i Lanzichenecchi, il pontefice raggiunse
Castel
Sant'Angelo accompagnato
da Paolo Giovio e nell'ultimo tratto di
Passetto,
che era scoperto, avvolse il Papa con il suo mantello affichč
nessuno dalla strada potesse vederlo e offenderlo malamente. Il
fornice che congiungeva il
Passetto di
Castello fu demolito nel
1849 durante la Repubblica Romana, fu poi Papa Pio IX a volere la
sua ricostruzione.
Foto Archi Passetto
Vaticano Corridore di Borgo Roma
Foto Archi di Passetto, Rione Borgo, Roma, foto Anna Zelli
Le Mura e le Porte a Borgo
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