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Mura Vaticane di Papa Urbano VIII Roma

Le Mura Vaticane di Papa Urbano VIII, Roma, furono volute da Maffeo Barberini, di Firenze, che divenne Papa con il nome di Urbano VIII, e che fu al soglio pontificio tra il 1623 e il 1644. Papa Urbano VIII volle sia il restauro del sistema difensivo di Roma che una nuova cinta muraria munita di bastioni fino alla Città Leonina, per questa opera venne incaricato l'architetto Marc'Antonio De Rossi. Le nuove mura iniziavano nei pressi della Porta Cavalleggeri e salivano su per il colle Gianicolo fino alla Porta Aurelia, che venne demolita. Sulla sommità del Gianicolo le mura voltavano ad angolo retto scendendo verso il Tevere lungo le mura Aureliane lasciando fuori la Porta Portuense. Urbano VIII tenne fuori la porta Aurelia, la Porta Portuense e la Porta Settimiana del recinto Aureliano e la Porta Santo Spirito della Città Leonina. Per ricavare i fondi per la realizzazione di questa grande opera estorse denaro e preziosi a tutti i sudditi e spogliò dei bronzi tutti i monumenti. Questo ampliamento della cinta muraria di Roma portò la cinta difensiva alla massima estensione perimetrale di 25 Km. Queste mura vennero più volte restaurate fino al 1870, ma dopo l'Unità d'Italia per esigenze urbanistiche si assistette al deterioramento e alla distruzione di molte opere architettoniche di Roma incluse le porte e parte della cinta muraria. Infatti fu demolito il tratto di muro tra la Porta Santo Spirito e il Tevere, vennero abbattute la Porta Angelica e la Porta Cavalleggeri e la Porta Salaria. Nel contempo furono approvati con una legge del 1877 i restauri della cinta muraria e l'edificazione di 15 forti, sulla destra del Tevere a Monte Mario, a Trionfale, alla Portuense, e sulla sinistra del Tevere all'Ostiense, all'Ardeatina, all'Appia Antica, alla Casilina, alla Prenestina, alla Tiburtina, a Pietralata, a monte Antenne. Fortunatamente sono arrivati fino a noi molti tratti delle mura di Aureliano e di Onorio, che possiamo seguire quasi per tutto il loro percorso. In sintesi: le Mura Aureliane che avevano resistito durante il Medioevo, grazie all'opera di restauro dei Pontefici testimoniata dalle lapidi, dalle iscrizioni e e dagli stemmi apposti sulle mura e le porte, vennero unite alle mura Leonine, erette nel IX secolo da Papa Leone IV a difesa del Vaticano e di Borgo, ebbero con Papa Urbano VIII lavori di ampliamento e di consolidamento. Poi nel XVII secolo alle mura Leonine vennero annesse le Mura Gianicolensi realizzate sempre da Papa Urbano VIII, L’atto di nascita della cinta delle Mura Vaticane è del 15 luglio 1641, quando Castelli e Bonazzini, architetti della Camera Apostolica, effettuarono le prime misurazioni, il progetto, invece, venne realizzato e ultimato dagli architetti Giulio Buratti e Marcantonio Rossi. Le mura Vaticane di Papa Urbano VIII, furono realizzate in tempi rapidissimi. Le mura Vaticane sostituirono alcuni tratti delle mura Aureliane che vennero abbattute nella zona transtiberina. Mentre le Mura Gianicolensi volute da Papa Innocenzo X seguirono il percorso dalla porta Portese, che sostituì la Porta Portuense, e si snodavano fino al Sant'Uffizio, per salire poi rapidamente fino alla cima del colle Gianicolo dove si apriva la porta San Pancrazio che venne ricostruita nel 1854. Qui si snodava la cinta muraria a difesa di Trastevere che piegando verso nord raggiungeva il colonnato della Basilica di San Pietro, da qui avevano inizio le mura Gianicolensi inaugurate nel 1840, e successivamente restaurate dall'amministrazione pontificia.