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ANTICO PONTE SUBLICIO SCOMPARSO (ROMA)
detto anche pons Sublicius, ponte Emilio, ponte Orazio Coclide, ponte di Teodosio

L'antico ponte Sublicio, che oggi è totalmente scomparso,  chiamato pons Sublicius, poi ponte Emilio, ponte Orazio Coclide, ponte di Teodosio, è scomparso, venne edificato più a valle dell'Isola Tiberina, si deve la sua edificazione al fatto che nonostante l'isola Tiberina fosse un pilone naturale tra le due sponde del Tevere, in realtà dell'isola se ne fece un uso privato e non pubblico, oltretutto, il ponte di destra dell'isola che andava nella odierna zona di Trastevere, era per lo più inagibile, per proteggere i depositi di grano ed i molini all'interno dell'isola, e prima che il ponte di destra fosse definitivamente interrotto, le autorità provvidero alla edificazione di un ponte che permettesse l'attraversamento del fiume Tevere. Si scelse un punto a valle dell'Isola Tiberina, che non fosse troppo vicino, per ragioni di sicurezza, ma nemmeno troppo lontano dal centro della città, e dalla sponda sinistra del Tevere, dall'Aventino e dal Palatino, dove si trovava un importante centro commerciale di bestiame il Foro Boario, dove oggi c'è la piazza Bocca della Verità. Il ponte doveva anche immettere alla sponda destra del Tevere, in quella zona che ad immemorabilis, superato il colle Gianicolo, immetteva alle zone del centro Italia. L'altra ragione per la quale l'antico ponte Sublicio, doveva essere più a valle, era anche difensiva, ovvero, la testata sinistra del ponte non doveva immettere direttamente al centro della città, per questo doveva trovarsi  più lontano rispetto alla porta Trigemina, in modo da evitare che un eventuale nemico che avesse espugnato ponte Sublicio non potesse invadere la città. E forse è proprio una ragione difensiva che impose alle autorità dell'epoca di non permettere l'accesso all'isola Tiberina, visto che il ponte a sinistra immetteva direttamente al centro città. Il ponte era ubicato a sinistra sulla sponda sotto il colle Aventino mentre la sponda destra era sotto il colle Gianicolense (Gianicolo). L'arcaico ponte Sublicio, era venerato dalla cittadinanza, era stato costruito interamente in legno, senza apporto di ferro, ed era legato anche ad antiche cerimonie sacre e leggende. Sulla data di costruzione del ponte Sublicio si hanno purtroppo notizie scarse, secondo le fonti di Livio e di Dionigi di Alicarnasso, il ponte sarebbe stato costruito dal re Anco Marcio, quindi più o meno verso la fine del VII secolo a.C., il Re voleva includere alla città di Roma anche il colle Gianicolo, che non doveva essere luogo per il nemico, ma parte integrante della città, e per questo provvide il Gianicolo di mura, e di un ponte che ne consentisse l'accesso. Si considera il Sublicio come il primo, il più sacro, e più antico ponte della città di Roma, perchè in realtà i due ponti dell'Isola Tiberina, anche loro antichi, non erano ad uso pubblico. L'antico ponte Sublicio, venne costruito in legno, senza l'uso del bronzo e del ferro, aveva una sua particolare sacralità ed era curato dai "pontifices", a questo proposito Varrone nel I secolo a.C., ricorda che il termine pontifices derivasse dal pons, ponte, e che il ponte Sublicio, fosse stato costruito e restaurato dai pontefici e che sempre loro si occupavano dei riti sacri che si svolgevano sulle due due opposte sponde. La costruzione di un ponte era un fatto molto importante per la città, un evento sacro, e per questo l'opera veniva affidata alle più alte cariche e ad una particolare magistratura religiosa, di rango più elevato. Nelle società antiche la fondazione di qualsiasi edificio importante, richiedeva l'intervento di un sacerdote, per auspicarne fortuna,   che ne propiziasse eventi positivi e allontanasse le forze maligne. A maggior ragione il ponte era un elemento importante, preposto ad attraversare un fiume tanto minaccioso come il Tevere, per cui i pontefici dovevano ingraziarsi con i loro riti l'ira del Deus Tiberinus. Sembra che in antico si celebrasse il 15 maggio, il rito degli Argei, dei "sexagenarii de ponte", dove in origine venivano sacrificati degli uomini, ultra sessantenni che venivano buttati dal ponte, poi,  a questo rito crudele, si ovviò gettando nel Tevere 24 fantocci di vimini, (ce lo racconta Varrone), questo rito serviva ad ingraziarsi il fiume, e ad impedire che si scrollasse di dosso il ponte. Pertanto i pontefici, furono un corpo di specialisti detentori delle arcaiche regole sacre nella costruzione dei ponti di Roma, e il primo ponte di Roma, che probabilmente fu l'arcaico Sublicio, rivestiva un carattere di enorme importanza nella vita sociale, economica e religiosa della antica Roma. Plutarco racconta che allo zio di Anco Marcio, Numa Pompilio, si deve l'istituzione dell'ordine sacerdotale dei Pontefici, e che lo stesso Numa Pompilio sia stato il primo Pontefice, pontifex deriva anche dal "potere", potens, di offrire sacrifici agli Dei che sono i veri signori e potenti dell'Universo.  I sacerdoti erano preposti alla cura del ponte Sublicio, alla sua custodia, danneggiare o peggio demolire un ponte tanto sacro ai romani come il Sublicio, era considerato un sacrilegio, c'e anche da dire che fu proprio il responso di un oracolo che stabilì che il ponte  venisse costruito interamente in legno. Il primo ponte di marmo fu il ponte Emilio, fatto costruire anni dopo dal questore Emilio Lepido.  Nel 509 a.C, ci fu la cacciata di Tarquinio il Superbo, lo stesso chiese aiuto a Porsenna per restaurare il dominio etrusco a Roma, e il ponte Sublicio venne strenuamente difeso da Orazio Coclide, alla fine la lotta si concluse con la pace e scambio di doni tra le due parti, Porsenna concesse un trattato di amicizia con i Romani, dove si stipulava che ai Romani l'uso del ferro era concesso solo in agricoltura, questo per non perdere l'uso a Roma del bronzo che veniva fornito dagli Etruschi, in modo da non perdere un importante scambio economico e commerciale con Roma. E' probabile che questa sia stata la ragione per cui il primo Ponte Sublicio, fosse edificato interamente in legno, ed è anche  probabile che  per ragioni di stabilità del ponte il  bronzo sia stato impiegato. C'è anche da dire, che un ponte come il Sublicio, che doveva avere una lunghezza di almeno 80 metri, nei suoi piloni non doveva essere solo di legno, non avrebbero retto alla furia del Tevere delle semplici palafitte in legno, quindi è probabile che per la prima volta i romani abbiano messo nell'alveo del fiume piloni in pietra al di sopra dei quali misero delle lunghe assi, chiamate dai volsci "sublicae", da qui il nome del ponte. Le lunghe travi di legno formavano i parapetti, e la via di attraversamento del ponte,in questo modo la costruzione si poteva smontare in caso di pericolo e rimontare a pericolo cessato. Il ponte Sublicio dava a sinistra sul colle Aventino, e qui c'era una porta che dava accesso alla città, mentre a destra dava sul colle Gianicolo, con vie che conducevano al centro e al nord Italia, però non sappiamo la sua collocazione esatta, perchè di questo ponte non ne è rimasta alcuna traccia visibile. Probabilmente c'erano i resti dei piloni di ponte Sublicio, ma con la dinamite usata per liberare il letto del fiume Tevere da ogni "ostacolo" nel 1878, furono fatti "saltare" anche i resti di antiche pile di questo antichissimo ponte che si trovavano sotto l'Aventino (beata ignoranza). Resti che si trovavano menzionati in antiche guide e catalogati come resti del ponte Sublicio o di Orazio Coclide. Il Ponte è menzionato anche in una bolla di Papa Benedetto VIII, che lo colloca presso la Marmorata, che era lo scalo dei marmi verso il Tevere a valle dell'Aventino. Il ponte era collocato subito dopo la antica porta Trigemina, porta che sopravvisse, nei resti di un arco,  fino alle demolizioni del tardo Ottocento, la porta venne demolita per fare spazio all'attuale Lungotevere Aventino(e ancora beata ignoranza !). Il ponte Sublicio, divenne intransitabile dopo le inondazioni del 32 a.C. e de 23 a.C., e negli anni 5 e 69 d.C., probabilmente tali dissesti del ponte, non furono particolarmente sentiti, per la presenza del vicino ponte Emilio, in pietra, oggi ponte Rotto, e meno che mai nel 62 d.C., dopo che furono edificati e transitabili i due ponti Fabricio e Cestio all'Isola Tiberina. Il ponte Sublicio, assunse anche il nome di ponte Teodosio, a seguito dei restauri e di interventi di solidità voluti dall'imperatore Teodosio nel 381 a.C. Il restauro del ponte fu curato dal prefectus urbis Anicio Auchenio Basso, ma già nel 450 d.C., nell'elenco di Polimio Silvio dei ponti di Roma, questo ponte non ha nessuna menzione, nè come Sublicio, nè come Teodosio, probabilmente dopo il crollo definitivo di questo ponte nessuno intese riedificarlo, anche perchè se fosse stato funzionante, necessitava di fortificazioni e drappelli a difesa della città. Come già detto ogni sua traccia nel fiume venne definitiva distrutta dopo l'Unità d'Italia, e non ci fu in quell'occasione Orazio Coclide a difenderlo.

Il porto fluviale dell'Emporio, scomparso, venne fatto edificare da Marco Emilio Lepido e Lucio Emilio Paolo nel 193 a.C., per l'insufficienza del porto Tiberino, e per soddisfare le nuove esigenze dovute all'espansione e allo sviluppo della città di Roma. Il porto fluviale dell'Emporium aveva una semplice copertura in legno, lastricato in pietra e dotato di un grande magazzino, chiamato Porticus Aemilia, utilizzato per contenere le derrate alimentari. I resti di questo porto, detto Emporio, sono visibili sul lato sinistro del nuovo ponte Sublicio venendo da piazza dell'Emporio, a rione Testaccio.  Reperti archeologici vennero rinvenuti tra il 1868 e il 1870, in occasione della edificazione degli argini del Tevere, e dei Muraglioni, interrati, vennero di nuovo riportati alla luce nel 1952 e poi dal 1974 e a   tutt'oggi  proseguono i lavori di scavo. I resti dell'Emporium si possono vedere, affacciandosi da ponte Sublicio, da qui si vede un edificio con file di ambienti, ed una banchina lunga circa 500 metri, e profonda 90 metri. Era un molo piuttosto esteso, con pavimento a grandi lastre in travertino, utilizzato probabilmente come piazzale per lo scarico e lo smistamento delle merci. Tutto il complesso è addossato ad un muraglione più antico che delimitava verso il fiume un'altra serie di magazzini coperti a volta chamati Horrea, che davano verso Testaccio, che era all'epoca la zona commerciale di Roma. L'attività dell'Emporio rimase in funzione fino alla creazione dei grandi porti di Claudio e Traiano di Ostia, e divenne solo un semplice deposito di materiali, specie di marmi, da cui il nome della via Marmorata.

Fotografie antico Ponte Sublicio Roma

antico ponte sublicio roma (scomparso)

antico ponte Sublicio, Roma, foto Anna Zelli, in alto l'Aventino, i piloni in basso a sinistra

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