Ponte Quattro Capi all'Isola Tiberina (Roma) ponti di Roma sul Tevere sito web: www.annazelli.com
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Ponte Quattro Capi chiamato un tempo Ponte Fabricio, è il più antico ponte all'isola Tiberina, Roma, è sulla riva sinistra del Tevere, fu costruito nel 62 a.C. in origine era un ponte ligneo, porta a rione Ripa, cui l'isola appartiene, è tra i ponti più antichi di Roma entro le mura, secondo a ponte Milvio Il nome "Quattro Capi" deriva da quattro teste poggianti sul parapetto, sono di età romana ma non appartengono alla struttura originale, ma furono collocate alla fine del 1500 durante il pontificato di Papa Sisto V in occasione di un restauro. I due ponti sono uniti da una via il vicus Censori. Il ponte prende il nome da Lucio Frabricio che fu il primo costruttore del ponte e che appose la sua firma su una delle arcate. Il nome di "quattro capi" gli deriva da due erme quadrifronti poste ai due lati del ponte, che furono collocate nel 1849 sui due parapetti. Ponte Fabricio è in tufo e in peperino e all'esterno è in travertino, vi è anche una parte in mattoni di epoca tarda risalente a Papa Innocenzo XI, del 1679. Sul ponte vi si legge l'iscrizione del 62 a.C. "L. Fabricius curator viarum". E' a due fornici, tra i quali se ne inserisce uno più piccolo che aiuta a smaltire le acque del Tevere quando è in piena. E' lungo 62 metri e largo 5,50 metri, la luce degli archi è di circa 24,50 metri. Il ponte Fabricio è detto anche ponte Quattro Capi, per la presenza delle due erme quadrifronti, una per parte, piantate all'inizio del parapetto verso la testata sinistra. Tali erme furono poste li per iniziativa dei maestri delle strade del primo Cinquecento, ne erano state poste quattro, ma le altre due andarono perdute nei primi del Settecento Sulle arcate del ponte Fabricio si legge la scritta "Lucius Fabricius G(aii) F(ilius) cur(ator) viar(um) faciendum coeravit" Fabricius era curator, un pubblico ufficiale che aveva avuto l'onere e l'onore di una costruzione pubblica che doveva essere perfettamente eseguita, altrimenti ne avrebbe dovuto rispondere alle severe leggi dello stato romano, e per questo ogni cosa doveva avere la sua approvazione, quindi su entrambe le facciate del ponte si legge la sua approvazione "idemque probavit". Queste scritte originali che si trovano in più punti del ponte Fabricio, attestano che a parte le spallette rifatte nel 1679, ed altri restauri minori, il ponte ha retto per oltre 2 millenni. E' tra i ponti più antichi in pietra di Roma, gli altri sono ponte Milvio, ponte Sant'Angelo, ponte Sisto, e ponte Cestio, meglio conservato, che testimonia la tecnica dell'architettura romana nella costruzione dei ponti. La datazione di ponte Fabricio ci viene fornita da Dione Cassio che parlando degli avvenimenti del 62 a.C. , l'anno prima c'era stata la congiura di Catilina e il consolato a Cicerone, ci dice che fu costruito un ponte che conduce all'isoletta in mezzo al Tevere. Il ponte Fabricio misura 62 metri di lunghezza e 5,50 metri di larghezza, è in blocchi di tufo e di peperino, il travertino riveste l'esterno delle due facciate, il travertino mancate venne sostituito nel '400 da dei mattoni. Il ponte ha 2 grandi arcate di 24,50 metri di luce a sesto ribassato, poggianti su un pilone di dimensioni esagerate, data la poca lunghezza del ponte, ma Frabricio voleva essere sicuro della sua stabilità. Ci sono anche 3 finestre arcuate, per permettere lo sfogo dell'acqua del Tevere in piena, e due piccole finestre laterali di 3,50 metri oggi inglobate nelle case del ghetto e sull'isola dove c'è la Torre della Pulzella, nome dato da una piccola testa marmorea che spicca sulla costruzione medioevale forse del X secolo. L'arco nella parte alta del pilone, la centrale, è ornato da due lesene in travertino con capitello ionico. Questo è uno degli angoli più suggestivi e affascinanti di Roma e del Tevere. Oltre all'iscrizione di cui sopra, vi sono anche le iscrizioni di Marco Lollio e Quinto Lepido del 21 a.C. per attestare la buona agibilità del ponte, probabilmente a seguito di un restauro dopo una delle piene del Tevere. Da notare sulla sponda verso l'Isola Tiberina la Torre della Pulzella, che ha di fronte il campanile della chiesa di San Giovanni Calibita. Sempre sul ponte Fabricio si trova un'altra lapide, dettata dai restauratori di Papa Innocenzo XI, nel 1679, che dice, "Innocenzo XI Pontefice Massimo il Fabricio ed il Cestio che formano un unico ponte, vacillanti per vecchiezza ed affaticati dal peso, al pristino decoro ed a pubblica comodità con più salde spallette e più solida pavimentazione entrambi rafforzati e lastricati restaurò l'anno 1679, terzo del suo pontificato". I vari nomi del ponte Fabricio furono oltre che ponte Quattrocapi, anche ponte dei Giudei, perchè l'area era abitata dagli ebrei, (per volere di Papa Paolo IV nel 1556 gli ebrei vivevano nel ghetto detto "serraglio delli hebrei" circondata da mura e da 5 portoni, e le case degli ebrei, sul lato del fiume, andavano a strapiombo sul Tevere, proprio a ridosso della testata del ponte. Mentre il nome di ponte Tarpeius compare solo 2 o 3 volte, a partire dai primi anni del Cinquecento, forse la reminiscenza del monte Tarpeo presso il Campidoglio. La prima volta che il ponte Fabricio venne invece chiamato Ponte Quattrocapi, si trova in una guida fiorentina di Francesco Albertini del 1510, guida dedicata a Papa Giulio II. Fotografie Ponte Quattro Capi all'Isola Tiberina Roma ponte Quattro Capi, Roma, foto Anna Zelli Fotografie Ponti di Roma sul Tevere e sull'Aniene (scomparsi) Fotografie e Informazioni fiume Tevere Roma Torna i Ponti di Roma Ponti di Roma, foto Anna Zelli Torna Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici di Roma Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici Roma Torna Contatti
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