Acquedotto Neroniano via Santo Stefano Rotondo (Roma) Rione Monti R. I sito web: www.annazelli.com
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acquedotto neroniano via santo stefano rotondo rione monti (roma) |
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Acquedotto Neroniano via di Santo Stefano Rotondo, Rione Monti, sono visibili i resti dell'Acquedotto Neroniano che era un prolungamento dell'acquedotto Claudio. L'Acquedotto Neroniano con i suoi Arcus Neroniani, cioè "archi dei Neroni", che derivano il nome da Nero che era un cognome della gens Claudia, erano acquedotti più piccoli rispetto a quelli più grandi visibili fuori Roma, l'Acquedotto Neroniano prese poi il nome di Acquedotto Celimontano quando la Domus Aurea fu smantellata, il ramo venne modificato così da fargli raggiungere i colli Celio ed Aventino, e fu rinominato Arcus Caelimontani, "archi del Caelimontium", cioè della II Regio che comprendeva appunto il Celio e i rilievi minori. L'acquedotto Neroniano venne fatto costruire dall'imperatore Nerone, poco più a sud della Porta Maggiore, come diramazione dell'Acquedotto Claudio, per l'alimentazione della Domus Aurea, del lago e del ninfeo del tempio del Divo Claudio; il suo percorso attraversava, tramite archi, il Colle Celio, ricalcando il percorso sotterraneo dell'Acquedotto dell'Acqua Appia arrivando fino alla valle del Colosseo. Successivamente Domiziano realizzò un prolungamento dell'acquedotto per approvvigionare i palazzi imperiali del Palatino: superava, con arcate alte quasi 40 metri , la valle tra il Celio e il Palatino, oggi attraversata dalla via di San Gregorio, dove sono tutt'oggi visibili i resti. Nella zona del Laterano che appartiene al Rione Monti, i resti visibili sono a piazza San Giovanni in Laterano accanto al dismesso Ospedale delle Donne, proseguendo poi per la via di Santo Stefano Rotondo, se ne vedranno le arcate a destra e a sinistra della strada, fino ad arrivare su via della Navicella, dove vi è un enorme resto quasi davanti alla fontana della Navicella. Le arcate sono in mattoni ed alcune di queste hanno una altezza tra i 19 e i 22 metri furono in seguito restaurate dai Flavi, da Adriano e soprattutto da Settimio Severo e da Caracalla nel 211 d.C.; durante il VI secolo, il taglio degli acquedotti ad opera di Vitige, re dei Goti, tolse anche alla zona del Laterano ogni approvvigionamento idrico che ne allontanò i residenti, e fino al secolo scorso la zona era adibita a coltivazione, i resti degli acquedotti vennero poi utilizzati per ricavarne pietre e mattoni per altre costruzioni, ed ora sono inglobati nel nuovo e contemporaneo tessuto urbano. Fotografie Acquedotto Neroniano via S. Stefano Rotondo resti Acquedotto Neroniano a via Santo Stefano Rotondo, Roma ,foto Anna Zelli
resti Acquedotto di Nerone, via Santo Stefano Rotondo, Roma, foto Anna Zelli
resti Acquedotto di Nerone, via Santo Stefano Rotondo, Roma, foto Anna Zelli
resti Acquedotto di Nerone, via Santo Stefano Rotondo, Roma, foto Anna Zelli
resti Acquedotto di Nerone, via Santo Stefano Rotondo, Roma, foto Anna Zelli
resti Acquedotto di Nerone, via Santo Stefano Rotondo, Roma, foto Anna Zelli
Vedi : Foto Piazza San
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