Teatro Marcello (Roma) sito web: www.annazelli.com
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Teatro di Marcello, Roma antica, è un teatro tutt'ora visibile, e ben conversato posto nella parte meridionale del Campo Marzio, nota in epoca romana come Circo Flaminio, situata tra il Tevere e il Campidoglio, fu il secondo teatro stabile di Roma, ideato da Giulio Cesare che scelse nel 46 a.C. un luogo adatto dove impiantare la grande platea, abbattendo degli edifici già esistenti, infatti in precedenza dove oggi si trova il teatro, vi erano un tempio dedicato alla dea della Pietà risalente forse al 150 a.C. e un carcere. Probabilmente l'edificazione del teatro Marcello comportò l'occupazione della parte curva del preesistente Circo Flaminio, che da allora divenne una semplice piazza, e lo spostamento e la ricostruzione degli edifici sacri circostanti, come l'antico tempio di Apollo e il tempio di Bellona. La fondazione, a causa del terreno paludoso e soggetto a inondazioni venne eseguita su pali di rovere con un anello in calcestruzzo di 6,33 metri di spessore. Alla morte di Cesare nel 44 a.C. i lavori furono sospesi e vennero ripresi da Augusto nel 22 a.C., dopo la morte del nipote e figlio adottivo Marco Claudio Marcello, figlio della sorella Ottavia al quale il teatro venne dedicato, infatti sembra che vi fosse una statua di Marcello in bronzo dorato. Il teatro venne terminato ed inaugurato 11 a.C. dopo avervi fatto svolgere i "Ludi Saeculares", il primo utilizzo del teatro sembra risalire al 17 a.C.. Il teatro Marcello ricorda e forse ispirò la successiva edificazione dell'Anfiteatro Flavio, il Colosseo, che venne edificato 83 anni dopo, ha la forma semicircolare tipica del teatro e non circolare tipica degli anfiteatri. Il Teatro Marcello che sembra potesse ospitare 15 mila spettatori, aveva due ordini di arcate, era a due piani, e le colonne che vediamo alla destra del piano terra sono state ricostruite, presentava un attico, che è scomparso per essere stato sostituito dalla una fortezza medioevale dei Savelli prima e poi durante il Rinascimento dal Palazzo Orsini, palazzo che si trova a piazza di Monte Savello. La cavea non è visitabile, in quanto i pochi resti della cavea e della scena del teatro si trovano appunto sotto questo palazzo e nel giardino del palazzo Savelli - Orsini. Il teatro di Marcello aveva la struttura tipica del teatro romano delineata dalla cavea a pianta semicircolare muri a raggiera collegati da volte a botte inclinate che si trovavano sotto i gradini della cavea, i quali erano interrotti da due ambulacri concentrici, uno esterno, che si apriva con arcate e uno più interno detto Ambulacro dei Cavalieri. La struttura dei fornici si ripeteva a gruppi di sei: uno con rampa in leggera salita conduceva all'ambulacro più interno, due affiancati ospitavano le rampe per salire e scendere dai piani superiori, mentre altri tre erano in comunicano tra loro. Oltre l'ambulacro interno, i fornici proseguivano con vani stretti e lunghi di altezza minore. Gli ambienti più esterni, erano suddivisi da tramezzi in muratura probabilmente di epoca giulio-claudia, che furono probabilmente utilizzati sin dagli inizi ed anche successivamente come botteghe. Un ambiente centrale presentava sulla volta una decorazione in stucco bianco articolata in tondi e ottagoni con figure di repertorio, che fu realizzata probabilmente nella seconda metà del II secolo. La facciata del Teatro Marcello è in travertino e presenta tre ordini, due inferiori con le arcate inquadrate da un ordine di semicolonne doriche, un altro ordine con capitelli tuscanici e prive di base al piano terreno, e capitelli ionici superiormente. Originariamente le arcate erano 41 e le semicolonne 42. I due ordini sono separati da una fascia con risalti in corrispondenza delle semicolonne, che fungevano da marcapiano. L'attico al terzo piano, del quale restano poche tracce, si presentava invece a parete continua ed era decorato con paraste corinzie. Le chiavi d'arco erano decorate da grandi mascheroni teatrali in marmo bianco, alcuni dei quali furono recuperati durante gli scavi. L'altezza originaria doveva raggiungere i 32,60 metri circa, mentre oggi la parte superstite è alta all'incirca 20 metri. Per ragioni statiche data la paludosità del terreno, vi è una alternanza dei materiali usati sia per i blocchi di cui si compongono i pilastri sia delle arcate interne del deambulatorio; i muri radiali dei cunei e il primo tratto dei fornici erano in blocchi di tufo per i primi dieci metri di lunghezza, poi in opera cementizia con paramento in reticolato, con inserti in travertino. per le imposte e le chiavi d'arco, mentre le pareti degli ambulacri interni erano invece in muratura e infine le volte erano tutte in calcestruzzo. La stanza in fondo all'ingresso centrale è l'unica che ha conservato un tratto degli antichi stucchi decorativi della volta. La cavea probabilmente aveva un diametro di 129,80 metri, ed era divisa in una parte inferiore, chiamata ima cavea, accessibile dall'Ambulacro dei Cavalieri, una parte intermedia, chiamata media cavea, accessibile dal secondo piano, e una parte superiore, chiamata summa cavea, accessibile tramite scale dall'ultimo livello. In corrispondenza dell'orchestra del diametro di 37 metri sono stati ritrovati i bassi gradini di marmo che ospitavano i seggi dei posti riservati chiamati proedria. In un frammento della Forma Urbis Severiana si ha una idea di come doveva essere la scena, che si presentava rettilinea e con un portico di sei colonne verso l'esterno. Ai lati della scena vi erano due Aule regie, ambienti absidati coperti con volte a crociera, in quella di sinistra restano ancora in piedi un pilastro e una colonna. Dietro la scena si trovava una grande esedra, dove probabilmente vi erano i due tempietti ricostruiti della Pietas e di Diana. Intorno al 1150 i Fabi fortificarono sia ciò che era rimasto del Teatro Marcello, che la stessa collinetta chiamata oggi Monte Savello e verso la fine del XIII secolo i Savelli ne fecero il loro fortilizio. Nel 1500 Baldassarre Peruzzi costruì i due piani di abitazioni che ancora oggi si vedono,ma il palazzo acquistò la sua forma definitiva nel 1712, allorchè passò agli Orsini. Nel XIX secolo il teatro Marcello era ridotto in condizioni davvero pietose, con il seminterrato e le arcate inferiori occupate da misere bottegucce di straccivendoli e simili, tanto da aver perduto l'aspetto di Teatro e di aver suscitato l'indignazione dello stesso Poeta Gioacchino Belli. Nel 1926 ad opera dell'architetto Alberto Calza Bini, il teatro fu opportunamente ripristinato nella sua forma attuale e debitamente restaurato. Fotografie Teatro Marcello Roma Teatro Marcello, Roma, foto Anna Zelli
Teatro Marcello, Roma, foto Anna Zelli
Teatro Marcello, Roma, foto Anna Zelli
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