Terme di Caracalla (Roma) sito web: www.annazelli.com
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Terme di Caracalla, zona Aventino, dette anche Thermae Antoninianae o Thermae Caeacallae, gli imponenti resti sono visibili alla Passeggiata Archeologica, furono edificate nel III secolo tra il 212 e il 217 dall'Imperatore Caracalla il cui vero nome era Marco Aurelio Severo Antonino Bassiano, e per questo si chiamarono Thermeae Antoniniane vennero inaugurate con libero ingresso per il pubblico nel 216 d.C. Tra gli anni 222 e 235 le terme vennero completate dai successori di Caracalla : Eliogabalo e Severo Alessandro, gli antichi le definirono magnificentissime, per grandezza vennero poi superate dalle terme di Diocleziano. Nel V secolo le terme di Caracalla erano elencate tra le meraviglie dell'Urbe. Vennero restaurate al tempo dell'imperatore Diocleziano e poi da Costantino, e nel VI secolo dal re Teodorico, poco tempo prima che fossero rese inagibili nel 537 per il taglio degli acquedotti da parte dei Goti durante l'assedio di Roma. A seguito dell'abbandono delle terme di Caracalla nei secoli VI e VII nella parte centrale del complesso si insediò un ospizio per il ricovero e l'assistenza dei pellegrini, probabilmente collegato alla vicina chiesa dei Santi Nereo e Achilleo. Successivamente tutta l'area perimetrale venne occupata da un sepolcreto, le antiche strutture durante il periodo di abbandono vennero usate anche come abitazione, finchè tutto il complesso termale non venne ridotto a "terreno agricolo", con prevalenza di vigneti gestiti da enti e comunità ecclesiastiche e dai proprietari delle ville della zona. Tale era il degrado che i ruderi divennero cava di materiali pregiati, e da qui si prelevarono marmi, metalli, colonne, cornici e architravi. Alcuni frammenti architettonici delle terme di Caracalla furono utilizzati per la chiesa di Santa Maria in Trastevere, tre capitelli sono nel Duomo di Pisa, e anche qui, come accadde per altri monumenti dell'antica Roma, la zona divenne una cava di calcare, dove i marmi venivano trasformati in calce. Dal XV secolo inizia la documentazione relativa ai ritrovamenti di maggior rilievo; nel Medioevo le Terme conosciute con i nomi di Antoniniana, Palatium, Antoninianum, furono oggetto di studio da parte dei grandi architetti dell'epoca. Tra le scoperte, le più importanti avvennero durante il pontificato di Papa Paolo III Farnese, nel 1547 vennero rivenute opere "minori"come alcuni busti degli Antonini, una statua di Minerva, una di baccante, una presunta vestale, una di Venere e di un'ermafrodita. Tornarono alla luce il colossale gruppo del supplizio di Dirce, detto "Toro Farnese" e il gigantesco Ercole in riposo detto "Ercole Farnese" copia dell'originale bronzeo di Lisippo, la grande Flora di ispirazione attica del V secolo a.C., opere che divennero parte della collezione Farnese e che ora si trovano al Museo Nazionale di Napoli. Venne scoperta anche una enorme colonna in granito portata a Firenze nel 1561 ed eretta a piazza Santa Trinità, mentre le due grandi vasche monolitiche in granito bigio egiziano lunghe 5,50 metri vennero riutilizzate nel 1612 per le fontane di piazza Farnese. Nel XIX sono stati condotti scavi ed indagini che nel 1824 portarono al recupero di grandi lembi di mosaico pavimentale policromo con 28 figure di atleti che erano parte di una delle palestre ed conservati nel Museo Gregoriano Profano, ai Musei Vaticani, in Vaticano. Un primo scavo documentato risale al 1912, e ancora c'è molto da scavare. Sono continui gli interventi di manutenzione, di restauro e di consolidamento delle strutture. Nel 1938 vennero istallati tra il tepidario e il calidario gli impianti del Teatro dell'Opera, rimasti in piedi fino al 1993. Oggi le terme di Caracalla rappresentano l'esempio più grandioso, completo e meglio conservato di una grande terma imperiale. Le Terme di Caracalla sviluppano in senso monumentale lo schema già perfezionato e ampiamente collaudato nelle terme di Traiano. Le terme di Caracalla si presentano con il corpo massiccio dell'edificio centrale, propriamente balneare, posto nel mezzo di una vasta area aperta, ed interamente circondata da un recinto comprendente portici, sale, esedre e ambienti minori. Il complesso sorge sulle pendici del colle Aventino, chiamato Aventino Minore volto verso la via Appia, la zona già in antico occupata da ville, giardini, case private, non lontana dalla zona popolare che si trovava tra porta Capena e il Circo Massimo. Per realizzare l'enorme spianata a terrazzo sulla quale le terme vennero costruite furono necessari grandi lavori di sbancamento del terreno. Sono stato ritrovati anche i resti di una domus adrianea che è a 10 metri sotto il livello attuale delle terme. Verso valle venne aperta un'ampia strada rettilinea, parallela e adiacente al complesso termale denominata via Nova. Il recinto esterno è delimitato da un muro alto e poderoso, quasi quadrato con i lati di 337 metri per 328 metri. All'ingresso principale vi era un portico con una serie di ambienti su due piani probabilmente adibiti a botteghe e faceva da sostegno al terrapieno. Portico e ambienti giravano tra di loro identici e caratterizzati dalla presenza di due ampie esedre al'interno delle quali vi erano una sala rettangolare absidata e aperta con una fronte di 8 colonne, e ai due lati un ambiente ottagonale coperto a cipolla ed un altro rettangolare e absidato, probabilmente entrambi riscaldati. Il lato a sud-ovest era dotato di una scalinata per l'accesso alle terme direttamente dall'Aventino ed era occupato al centro da una conserva d'acqua della capacità di 10.000 metri cubi, parzialmente affondata nel terreno in pendio e formata da 18 vani coperti a volta e intercomunicanti, disposti in doppia fila. L'alimentazione era assicurata da una diramazione dell'Acqua Marcia, detta "Aqua Antoniniana". Ai due lati della cisterna vi erano due grandi sale absidate e tripartite utilizzate come biblioteche. Davanti alla cisterna, e verso l'interno, vi era una lunga gradinata coi due lati minori curvilinei, una sorta di mezzo stadio che forse poteva essere una monumentale fontana a cascata. L'edificio centrale dei bagni si sviluppava su una superficie rettangolare con i lati di 220 metri per 114 metri. Vi si accedeva attraverso 4 ingressi ed era organizzato sull'asse minore con la successione degli ambienti principali, natatio, aula basilicale, tepidario e calidario, mentre sull'asse maggiore vi era la collocazione simmetrica dei vestiboli e degli spogliatoi, delle palestre a loro volta contornate da vari ambienti e da due serie di 4 aule minori di fianco al calidario. Questa planimetria offriva un doppio percorso anulare, in modo che i bagnanti potessero usufruire di due distinti percorsi simmetrici, che partendo dagli spogliatoi andavano a confluire nella sequenza centrale del calidario, del trepidario, del frigidario, per concludersi separatamente nei rispettivi punti di partenza, ossia negli spogliatoi. Nelle sue strutture murarie tutto l'edificio delle Terme di Caracalla è in un buono stato di conservazione, l'ingresso attuale è di quelli che si aprivano direttamente nel corpo centrale dei bagni. Fotografie Terme di Caracalla Roma Terme di Caracalla, Roma, foto Anna Zelli Vedi : Terme di Roma fotografie e informazioni Vedi Argomenti : per Tevere e Roma Torna Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici di Roma Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici Roma Torna Contatti
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