Porto Tiberino (Roma) gli scomparsi Porti Fluviali di Roma sul Tevere sito web: www.annazelli.com
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Il Porto Tiberino all'Isola Tiberina, fu il primo e più importante complesso portuale e commerciale di Roma, si trovava all'altezza dell'attuale palazzo dell'Anagrafe e la chiesa di santa Maria in Cosmedin, ne occupava tutta l'area, in un'ansa del Tevere oggi scomparsa, era praticamente di fronte alla punta meridionale dell'Isola Tiberina, nei pressi dei Templi del Foro Olitorio e del Tempio di Portunus, che era la divinità a tutela del porto, il bacino probabilmente era delimitato a valle dal ponte Emilio e a monte dal ponte Fabricio, occupando quindi uno spazio di circa 8000 mq. Alle spalle del porto verso l’interno si estendeva la zona paludosa del Velabrum, che si insinuava nella valle compresa tra il Palatino e il Campidoglio fino a raggiungere la valle del Foro Romano. I re della dinastia etrusca ebbero il merito di bonificare queste paludi attraverso la costruzione della cloaca maxima, che sfociava nel Tevere dopo aver descritto una curva subito a nord del tempio di Ercole Olivario. Durante gli scavi eseguiti dal Lanciani si rinvennero ampi resti di argini di opera quadrata di tufo di Grottascura datati al 179 a. C. e collegati con le strutture terminali della Cloaca Maxima. Probabilmente l'opera si deve a Servio Tullio, da reperti rinvenuti recanti la data del VI secolo a.C. Il censore Marco Fulvio Nobiliore nel 179 a.C. fece dei lavori di sistemazione del porto Tiberino, ma con la realizzazione del porto fluviale dell'Emporium sotto l'Aventino, nella attuale zona di Testaccio,anche questo porto venne progressivamente abbandonato, e cadde definitivamente in disuso dopo le inondazioni del 98 d.C. e del 105 d.C. fino a scomparire definitivamente. Il porto Tiberino aveva una banchina lunga quasi 500 metri e larga 90 metri, vi era un molo pavimentato ed attrezzato. vi attraccavano le navi provenienti dal mare, ed un edificio a ridosso del molo consentiva l'immagazzinamento e la vendita dei prodotti. Tutta l’area pianeggiante compresa tra il fiume Tevere, il Campidoglio, il Palatino e l’Aventino, rivestì nell’antichità un’importanza decisiva per le origini e lo sviluppo di Roma, ma anche prima della nascita storica dell’urbe, tra la fine del II millennio e i secoli iniziali del I millennio a.C. Il porto commerciale di Roma, quindi, il Portus Tiberinus, era situato nella zona compresa tra i tre templi sotto la chiesa di San Nicola in Carcere ed il Tempio di Portunus. La tradizione mitologica relativa a questa area lungo il fiume Tevere, molto antica, fa riferimento alla presenza di popolazioni greche ed orientali, ben prima della fondazione di Roma da parte di Romolo. Il culto di Ercole presso l’ara maxima nel foro Boario fu uno dei primissimi culti stranieri introdotti a Roma, e lo stesso Romolo, ne comprese l’importanza, e decise di includere il santuario di Ercole (che ora è sotto la chiesa di santa Maria in Cosmedin) nel solco primigenio della città. La frequentazione di questa zona di Roma da parte di mercanti greci è testimoniata a livello archeologico dal rinvenimento, nell’area archeologica di Sant’Omobono, di abbondante materiale ceramico di fattura geometrica, risalente alla prima metà dell’VIII secolo a.C. Il santuario di Ercole sotto Santa Maria in Cosmedin inizialmente non era altro che un luogo di ritrovo dei mercanti greci, in seguito consacrato alla divinità. A Servio Tullio, alla metà del VI secolo a.C., si deve la sistemazione del portus Tiberinus, accanto al quale vennero come già detto costruiti i santuari di Fortuna, e di Portunus. Lo stesso Servio Tullio recinse questa parte di Roma con la sua cinta muraria serviana, lasciandone fuori solo la zona del porto. Gli scavi della Area Sacra di S. Omobono, hanno rivelato che la zona compresa tra il Campidoglio e l'Aventino era già frequentata in epoca protostorica arcaica, e qui si era formata un'area di scambi commerciali, le imbarcazioni risalivano il fiume e sostavano nel porto Tiberino, che era come già detto, tra l'attuale Anagrafe e il Tempio di Portunus, tra il foro Olitorio e il foro Boario, Portunus era il dio dei porti e il nume tutelare delle porte e degli ingressi, il tempio a lui dedicato è nell'area del Foro Boario, sul lato meridionale del bacino fluviale. Il tempio di Portunus era subito dopo la porta Flumentana che faceva parte delle mura repubblicane ed era separato dal porto dal vicus Lucceius, una strada che portava all'antico ponte Emilio, oggi, ponte Rotto, che fungeva da collegamento tra la città e la sponda etrusca, anche il tempio di Portunus venne danneggiato dalle inondazioni del Tevere che devastarono anche la zona portuale tra il III e il II secolo a.C. Quando la zona non ebbe più la sua funzione originaria, anche il tempio subì delle trasformazioni, e venne adattato in chiesa dedicata alla Madonna con il nome di Santa Maria De Gradellis, forse per una scalinata che scendeva al fiume, e poi in chiesa di S. Maria Egiziaca. Durante i lavori per la costruzione del palazzo dell'Anagrafe, tra il 1936 e il 1937 di fronte alla punta meridionale dell'Isola Tiberina, furono ritrovati numerosi horrea, magazzini costruiti in laterizio e travertino, gli horrea, i magazzini, furono costruiti da Traiano che reimpiegò l'area dove precedentemente c'era l'antico porto fluviale Tiberino. In età medioevale la riva destra del Tevere, nel tratto che va dall'attuale porta Portese fino al ponte Rotto, era conosciuta come riva romea, cioè dei pellegrini, che sceglievano la via fluviale per raggiungere la città, soprattutto negli anni giubilari. I pellegrini, infatti, dal porto di Fiumicino risalivano il fiume su imbarcazioni trainate a mano o tirate dai bufali e, dopo un viaggio di due giorni, sbarcavano nel grande porto a sud della città. Nel 1842 questo antichissimo sistema di trasporto fu sostituito dai primi rimorchiatori. In età imperiale gli interventi più importanti in questa zona di Roma furono costituiti dallo smantellamento del porto fluviale in favore del porto di Ostia. La costruzione dell’emporio di Marmorata e soprattutto i grandi rifacimenti del porto ostiense ad opera di Claudio e Traiano svuotarono di ogni importanza commerciale la zona del foro Boario e del foro Olitorio. Il Foro Boario ed il Circo Massimo furono inseriti da Augusto nella XI regio, mentre il foro Olitorio rimase nella IX regio e l’area dei templi di Fortuna e Mater Matuta, la Dea del mattino e dell'aurora tempio della dea che era nell'area di Sant'Omobono, fu fatta rientrare nell’VIII regio. Fotografie Porto Tiberino (scomparso) Roma Porto Tiberino, scomparso, era all'Isola Tiberina, Roma, foto Anna Zelli
Porto Tiberino, scomparso, Roma, foto Anna Zelli
Porto Tiberino, scomparso, Roma, foto Anna Zelli Fotografie Porti Fluviali di Roma sul Tevere (scomparsi) Fotografie e Informazioni fiume Tevere Roma Torna i Porti Fluviali di Roma (scomparsi) Porti fluviali di Roma (scomparsi), Roma, foto Anna Zelli Torna Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici di Roma Rioni di Roma - Guida Turistica di Roma - Itinerari Turistici Roma Torna Contatti
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