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Palazzo Rocca Albornoz, Viterbo centro storico, La costruzione si collega alla situazione di crisi delineatasi nello Stato Pontificio in concomitanza con il soggiorno avignonese dei Papi, la loro assenza in Italia aveva sensibilmente indebolito il controllo politico sui territori soggetti alla Chiesa, favorendo l'insorgere di velleità autonomistiche nelle popolazioni delle città o nelle antiche famiglie feudali che vi risiedevano. Per porre riparo a questa situazione i pontefici inviavano periodicamente un Legato generalmente scelto tra i prelati più energici e battaglieri, con l'incarico di restaurare l'autorità governativa. Le varie distruzioni della Rocca tra 1375 e il 1438, furono dovute alle rivolte popolari contro il dominio papale.  Questa fortezza fu voluta dal Cardinale Egidio Albornoz tra il 1354 ed il 1357, che era Vicario generale dei domini ecclesiastici in Italia. Il Cardinale Albornoz era stato incaricato di riconquistare per lo Stato Pontificio i possedimenti perduti a causa della lunga permanenza ad Avignone. Papa Urbano V nel XIV secolo, fu il primo pontefice a far ritorno in Italia. Nel 1375, i viterbesi capeggiati dal prefetto Francesco di Vito, nel tentativo di ribellarsi al ripristinato dominio papale, danneggiarono gravemente la Rocca. Poi Papa Bonifacio IX la fece ricostruire nel 1395 per assicurarsi il dominio sulla città di Viterbo. Nel 1438, la rocca venne nuovamente demolita per volontà di Eugenio IV. Con Papa Callisto III, dal 1457 venne ripristinata nuovamente. Fu fatto scavare il pozzo centrale e si rintracciarono le fondamenta di precedenti ed antiche costruzioni sulle quali furono elevate le nuove murature. A questa ricostruzione parteciparono tutte le maestranze di Viterbo e delle zone limitrofe, per la ricostruzione vennero usati materiali ricavati dalla demolizione del palazzo Tignosini, di un casale Tignosini che si trovava nei pressi si Santa Maria del Paradiso, e di un palazzo che era nei pressi di Santa Maria della Carbonara. Papa Pio II Piccolomini completò i lavori aggiungendo un fossato e il ponte levatoio La Rocca subì ulteriori modifiche con Papa Sisto IV che fece costruire un'ampia scuderia coperta con volte sostenute da 24 colonne tuscaniche , che ospitava circa 100 cavalli. La Rocca fu gravemente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. L'attuale cortile della Rocca fu opera di Donato Bramante, che nel '500 lo progettò su commissione di Papa Giulio II della Rovere, al centro del cortile vi è una fontana pozzo.Il Papa Giulio II voleva consolidare il potere militare dello Stato Pontifico e per questo scopo aviò la costruzione di edifici militari e riadattare quelli già esistenti. Papa Giulio II fece sosta a Viterbo nel 1506, prima di andare a Bologna, accompagnato dal Bramante . Prima degli interventi sulla Rocca, probabilmente la parte residenziale era sul lato destro, Poi, Papa Paolo III Farnese realizzò la loggia che si affaccia sulla piazza. All'interno de cortile si trova uno degli accessi ai piani superiori, questo venne monumentalizzato su progetto di Sangallo il Giovane con l'immissione di due semicolonne laterali  coronate da un timpano triangolare. Il loggiato che affaccia sulla piazza rende più residenziale questo complesso militare. La Rocca dal 1523 al 1527 fu concessa in uso ai Cavalieri Gerosolomitani, tornò ad essere una fortezza e residenza saltuaria dei pontefici fino al 1738, anno in cui fu destinata ad accogliere il primo brefotrofio in assoluto dello Stato Pontificio, Nel 1848 venne occupata dalle truppe francesi e poi torno ad essere orfanotrofio fino al 1860. quando divenne alloggio delle truppe pontificie prima e di quelle italiane dopo. Nei primi anni del '900 la loggia era murata e tra una colonna e l'altra si aprivano delle finestre. Alla fine degli anni 70 la struttura appartenne al Demanio statale e destinata a spazio museale. Nel 1986, dopo lavori piuttosto complessi, il museo venne aperto al pubblico. Al pian terreno alla sezione Architettura Etrusca sono esposti reperti appartenenti all'area dell'Etruria derivanti da scavi effettuati  tra il 1956 e il 1986 in località Acquarossa e San Giovenale. Il primo piano è dedicato a reperti di età romana provenienti da Musarna e da Ferento.La Rocca fu anche la sede del III Reggimento dei Granatieri di Sardegna, i quali presero parte durante la seconda guerra mondiale al fronte greco - albanese, subendo gracìvi perdite umane. Questa tragedia è ricordata da una lapide posta sul muro della Rocca.

Fontana Rocca Albornoz

fontana pozzo cortile rocca albornoz viterbo piazza della rocca info e foto anna zelli

Fontana pozzo cortile alla Rocca Albornoz, Fontana di Pap gIULIO ii, piazza della Rocca, Viterbo, si trova al centro del cortile della Rocca Albornoz, è priva di decorazioni, fu commissionata da Papa Giulio II della Rovere, commissionata al Bramante, la fontana ha la forma di una coppa , sulla parte esterna si trova lo stemma di Papa Giulio II della Rovere. , la quercia con i rami intrecciati sormontata dalle chiavi papali intrecciate.

Cortile Rocca Albornoz

cortile rocca albornoz piazza della rocca viterbo

Cortile Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, L'attuale cortile della Rocca fu opera di Donato Bramante, che nel '500 lo progettò su commissione di Papa Giulio II della Rovere, e conferisce al palazzo un aspetto meno militare. Si sviluppa su due piani quello inferiore è caratterizzato da archi a tutto sesto poggianti su pilastri, mentre il lato superiore è definito da una loggia con colonne tuscaniche

.Archi cortile Albornoz

archi al cortile rocca albornoz viterbo piazza della rocca

Archi cortile rocca Albornoz

Archi al cortile della Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, sorreggono il oggiato e all'interno ospitavano una scuderia.

Loggia cortile Albornoz

loggia cortile rocca albornoz viterbo piazza della rocca info e foto anna zelli

loggia cortile Albornoz

Loggia Cortile Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, si trova sul lato superiore del cortile ed è definita da colonne tuscaniche.

Stemmi cortile Rocca Albornoz

stemma al cortile rocca albornoz 1

Stemmi cortile Loggia Albornoz

Stemmi cortile Rocca Albornoz, uno è al di sotto della loggia, dove iniziano gli archi vi è uno stemma.e poi ce ne sono altro due.

Loggia Rocca Albornoz

loggia rocca albornoz viterbo centro storico info e foto anna zelli

loggia Rocca Albornoz

Loggia esterna alla Rocca Albornoz piazza della Rocca, Viterbo, il loggiato presenta ad di sotto una iscrizione a caratteri cubitali, che attesta l'intervento dei Farnese ai lavori.

Panorama Loggia Albornoz

panorama dalla loggia rocca albornoz viterbo info e foto anna zelli

Panorama Rocca Albornoz

Panorama dalla Loggia della Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, da questa loggia si ammira la vista della città di Viterbo fino ai Monti Cimini.

Stemmi Rocca Albornoz

stemma al cortile rocca albornoz 1

Stemmi Rocca Albornoz

Stemmi alla Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo, sul lato esterno della Rocca.

Lapide caduti III Reggimento

lapide lato estero palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Lapide caduti III Reggimento

Lapide in ricordo dei caduti del III Reggimento dei granatieri di Sardegna, posta sul lato esterno della Rocca. Morti durante la guerra sul fronte greco albanese.A piazza San Francesco c'è un monumento in loro onore.

Torre Rocca Albornoz

torre rocca albornoz piazza della rocca viterbo

Torre Rocca Albornoz

Torre alla Rocca Albornoz, piazza della Rocca, Viterbo,questa si deve al Cardinale Piccolomini, che nel 1459 ordinò la copertura del tetto della Rocca, la creazione di sale e di camere, e l'inserimento di torriori perimetrali. Le quattro torri furono edificate da maestri muratori longobardi. Sopravvive una sola torre verso la porta Fiorentina.

Museo Nazionale Etrusco

museo etrusco albornoz piazza della rocca

Museo Nazionale Etrusco

Museo Nazionale Etrusco, piazza della Rocca, nei pressi di porta Fiorentina, è all'interno della rocca Albornoz, Viterbo, zona centro storico. Il museo si snoda su più piani, ed ospita anche la ricostruzione fedele della vita e degli ambienti degli etruschi desunti dallo studio degli scavi di Acquarossa, un sito archeologico etrusco romano che dista solo 7 chilometri da Viterbo e che fu distrutto in seguito alle lotte del VI secolo a.C. E' stata ricostruita la scena del teatro di Ferento, decorata dalle statue delle Muse; vi sono anche esempi del sito archeologico etrusco di Musarna, anche questo vicino a Viterbo, con l'esposizione di un mosaico con iscrizioni etrusche ritrovato proprio a Musarna. Al piano terra sono esposti i risultati degli scavi dell'Istituto Svedese nei siti di San Giovenale e di Acquarossa, vere pietre miliari per la conoscenza degli abitati etruschi di VII- VI sec. a.C. All'ultimo piano trovano spazio i corredi funerari dei più importanti centri dell'Etruria meridionale interna ed infine, attraversando il loggiato di Paolo III Farnese, si raggiunge la stanza che custodisce la prestigiosa tomba della biga etrusca trovata ad Ischia di Castro. Al piano terreno è collocata una sezione sull’architettura etrusca nel viterbese con reperti degli scavi dell’Istituto Svedese di Studi Classici, effettuati durante gli anni sessanta, nella zona di San Giovenale e dell’insediamento di Acquarossa del VII e del VI secolo a.C. Il primo piano è dedicato ai reperti etruschi di Musarna, con il famoso mosaico ellenistico con iscrizione in alfabeto etrusco trovato nelle terme, e reperti di Ferento con il ciclo statuario di otto Muse ed una copia del Pothos di Scopa, che ornavano il teatro, risalenti al 150 d.C. e  che fino a poco tempo fa erano ospitate a Firenze. Il primo piano accoglie anche due sezioni dedicate al centro etrusco-romano di Ferento nei pressi di Viterbo, con la ricostruzione della scena del teatro decorata dalle statue delle Muse, e la presentazione del sito di Musarna, anch'esso vicino a Viterbo, che grazie agli scavi della Scuola Francese ha permesso di gettare nuova luce su di un centro etrusco dell'interno nel periodo della romanizzazione: a tale proposito si segnala l'eccezionale mosaico con iscrizione etrusca ivi rinvenuto. Al secondo piano una carrellata delle più significative attestazioni archeologiche dell’Etruria meridionale interna attraverso l’esposizione di materiali provenienti dall’area delle necropoli rupestri, un esauriente excursus su questo singolare aspetto della civiltà etrusca; ci sono inoltre realtà archeologiche dall’area intorno al lago di Bolsena. Un allestimento a parte è dedicato alla prestigiosa tomba della Biga, rinvenuta ad Ischia di Castro, completa del corredo, il museo propone un panorama sulle diverse realtà dell'Etruria meridionale interna, particolare attenzione è rivolta alla ricostruzione della vita quotidiana degli Etruschi con la ricostruzione di edifici a grandezza naturale. All'ultimo piano trovano spazio i corredi funerari dei più importanti centri dell'Etruria meridionale interna ed infine, attraversando il loggiato di Paolo III Farnese, si raggiunge la stanza che custodisce la prestigiosa tomba della biga etrusca trovata ad Ischia di Castro.La vita degli etruschi  e dell'Etruria meridionale interna è stata fedelmente ricostruita con edifici a grandezza naturale

Egidio Albornoz

Egidio Albornoz Cardinale vita opere e storia

Famiglia Egidio Albornoz

Famiglia Albornoz, Egidio Albornoz, e la Rocca Albornoz a Viterbo, oggi sede del Museo Nazionale Etrusco. Egidio Albornoz, Alvarez Carillo de Albornoz, vita opere e storia : nacque a Carrascosa del Campo,Spagna, nel 1310, venne eletto Cardinale da Papa Clemente VI nel 1350, morì a Viterbo il 24 agosto 1367. E’ sepolto nella Basilica di San Francesco ad Assisi. Fu un militare, Cavaliere, Condottiero di Ventura,  al servizio dello Stato Pontificio. A lui si deve la fondazione del Collegio di Spagna, che è una istituzione accademica bolognese. Il padre, Don Garcia era un discendente del Re Alfonso V di Leon, mentre la madre Teresa De Luna era parte della Real Casa D’Aragona. Studiò Legge a Tolosa, dopo di che venne nominato Elemosiniere Reale, poi Arcidiacono di Calatrava, e infine il 13 maggio del 1338, divenne Arcivescovo di Toledo, al posto dello zio materno Ximenes che lo aveva avviato alla carriera ecclesiastica. Al seguito del Re Alfonso XI di Castiglia, salvò il Re durante una battaglia contro i Mori. Alla morte del Re Alfonso, gli succedette il figlio Pedro soprannominato EL Cruel, a causa della sua crudeltà e lussuria. Egidio Albornoz, lo rimproverò aspramente per la sua condotta, e fu per questo che il Re Pedro, lo odiava, e cercò anche di ucciderlo. Egidio Albornoz, quindi, andò via dalla Spagna e si rifugiò alla Corte Papale di Avignone. Qui venne accolto benevolmente da Papa Clemente VI, che lo nominò Cardinale di San Clemente nel 1350, a seguito di questa nomina, rassegò le proprie dimissioni dalla carica di Arcivescovo di Toledo. Alla morte di Papa Clemente VI venne eletto Papa Innocenzo VI, il quale prevedendo di tornare alla sede papale di Roma, incaricò il Cardinale Albornoz di restaurare l’autorità papale nei territori della Chiesa in Italia, che nel frattempo erano gestiti dai signorotti nobili locali , i quali, esercitavano il loro potere in completa anarchia dal papato. Albornoz venne nominato Legato e Vicario degli Stati Papali con poteri straordinari sulle Chiese della Provincia di Roma e del Regno di Sicilia.Il Cardinale Albornoz nel 1553 con un piccolo esercito di mercenari e dopo essersi assicurato la benevolenza dell’Arcivescovo Giovanni Visconti di Milano e di quelli di Pisa, Firenze e Siena, iniziò le sue operazioni militari contro il potente Giovanni di Vico, Prefetto di Roma, e Signore di Viterbo, il quale aveva usurpato una vasta parte dei territori papali. Giovani di Vico venne sconfitto nel 1354 nella battaglia di Orvieto. Successivamente a Montefiascone venne stipulato un trattato di Pace con il quale Giovanni di Vico fece atto di sottomissione al Cardinale di Orvieto, e venne eletto Governatore di Corneto per 12 anni. La sottomissione di Giovanni di Vico comportò il ritorno all’ordine papale delle città ghibelline dell’Umbria. In seguito, a supporto del Cardinale Albornoz, Papa Innocenzo VI gli affiancò Cola di Rienzo, tribuno di Roma, che fu nominato Senatore di Roma e che doveva contrastare lo strapotere della nobiltà romana. Nel 1354, Cola di Rienzo entrò a Roma, salutato come liberatore. Cola di Rienzo, in seguito,però, impose tasse oppressive, e i suoi costosi passatempi lo resero inviso ai romani, nel 1354, cadde vittima della furia della folla. Con la morte di Cola di Rienzo,  Albornoz riuscì a riportare l’ordine papale anche a Roma. A questo punto, Albornoz dopo essersi guadagnato il supporto di Gentile da Mogliano di Fermo e di Rodolfo da Varano di Camerino, iniziò le sue imprese militari contro i Malatesta di Rimini, Rodolfo da Varano di Camerino, sconfisse i Malatesta.Nel 1355 venne stipulato un trattato di Pace con i Malatesta i quali divennero fedeli alleati delle forze pontificie. La sottomissione dei Malatesta fu presto seguita da quella dei Montefeltro, che portò i distretti di Urbino e Cagli sotto l'influenza del cardinale. Poco dopo, la città di Senigallia e i signori di Ravenna e Cervia (i fratelli Bernardino e Guido da Polenta) si sottomisero al cardinale.Francesco II degli Ordelaffi, Signore di Forlì, e il suo alleato Giovanni di Ricciardo Manfredi, Signore di Faenza, si rifiutarono ostinatamente di sottomettersi. Nel 1356, per ordine del Papa, fu proclamata una crociata contro di loro. I Manfredi non se la sentirono di continuare nella lotta e cedettero Faenza all'Albornoz il 10 novembre 1356[, ma l'Ordelaffi e sua moglie, la bellicosa Marzia degli Ubaldini, restavano ancora da sottomettere. La crociata contro i Forlivesi continuò ad essere predicata in varie parti d'Europa, oltre che in Italia: ad esempio, in Germania e in Ungheria: l'intera Cristianità si stava mobilitando contro Francesco Ordelaffi. Dopo tutte queste vicende militari in Italia, Albornoz chiese a Papa Innocenzo VI di richiamarlo ad Avignone, visto che a parte gli Ordelaffi tutti i territori erano stati ricondotti al potere papale. Al posto di Albornoz, in Italia,  venne nominato Androin De la Roche, Abate di Cluny. L'Albornoz si trattenne ad Avignone solo per poco tempo. Il suo successore in Italia, l'Abate di Cluny, abbandonò i metodi militari per trattare con buoni risultati con l'esperto e valoroso Francesco Ordelaffi. Tuttavia, gli intrighi di Giovanni di Vico (il prefetto di Roma) nell'Alto Lazio e in Umbria e nuove minacce verso l'Urbe richiesero nuovamente la presenza dell'Albornoz in Italia. Il papa gli ordinò di tornare nel dicembre 1358. Immediatamente ricominciò le operazioni militari della crociata contro i Forlivesi (in realtà, si trattò di quattro crociate consecutive), diretta in particolare contro l'Ordelaffi, i cui tentativi di assoldare Konrad von Landau, detto il conte Lando, e la sua Grande Compagnia furono frustrati da un contratto siglato dal cardinale con il Lando stesso. L'Ordelaffi, dopo un'ultima fortunata operazione militare, fu finalmente costretto a trattare, per l'esaurirsi delle risorse, il 4 luglio 1359 e lo stesso giorno il cardinale prese possesso di Forlì, insediando nel Palazzo del Comune sia la sua cancelleria sia la propria residenza, comprensiva di una sala consiliare. Il fatto che il cardinal legato risiedesse proprio in Forlì, dalle lunghe tradizioni ghibelline e ultima città ribelle al Papa, aveva il chiaro valore simbolico di indicare che il processo di "normalizzazione" dello Stato della Chiesa poteva dirsi compiuto. Una volta riconquistate tutte le terre della Chiesa, negli anni sessanta del XIV secolo il cardinale avviò un progetto di fortificazione militare dello stato, chiamata appunto la "politica delle Rocche", con la quale provvide a far edificare una serie di fortificazioni che andarono a costituire una sorta di spina dorsale armata lungo l'asse longitudinale Romagna-Marche-Umbria-Lazio. L'obiettivo era quello di tenere sotto controllo i territori riconquistati, presidiando militarmente i centri urbani e i punti di snodo più strategici, e al tempo stesso far sentire alla popolazione l'effettiva presenza dell'autorità centrale ecclesiastica e la possibilità di sue azioni militari, sia pure in presenza di una certa autonomia concessa alle amministrazioni cittadine. Sorsero così grandi castelli, molti dei quali ancora ben conservati, come le rocche di Narni, Spoleto, Piediluco, Sassoferrato, Forlimpopoli e Viterbo. Non solo: molte preesistenti costruzioni vennero fortificate, come nel caso ad esempio di Assisi, Todi, Acquaviva Picena e Urbino. Il territorio pontificio ritornò nella quasi totalità sotto l'autorità papale. Rimase Bologna, che venne recuperata in seguito ad una complessa trattativa con i Visconti. Al principio degli anni sessanta, Giovanni Visconti da Oleggio, che governava su Bologna, entrò in guerra con Bernabò Visconti di Milano, che mirava ad ottenerne la signoria. Non potendo contrastare il potente Bernabò, il 17 novembre 1360 Giovanni Visconti consegnò la città al cardinale Albornoz,, che in precedenza aveva cercato invano di raggiungere un compromesso con Bernabò. L'Albornoz cedette in cambio al Visconti la città marchigiana di Fermo. Alla morte di Papa Innocenzo VI nel 1362, venne eletto Papa Guglielmo di Grimoard con il nome di Papa Urbano V. il quale, nella primavera del 1363  proclamò una crociata contro Bernabò. In aprile il cardinale riportò una vittoria a Salaruolo, presso Faenza, e la completa sottomissione del tiranno divenne solo una questione di tempo. Ma l'idea della crociata contro i Turchi si era talmente radicata nella mente del papa che il 13 marzo 1364 fu conclusa con Bernabò un'affrettata pace, le cui condizioni erano estremamente favorevoli all'usurpatore, che ricevette 500.000 fiorini d'oro per la restituzione dei territori pontifici occupati. Il Cardinale Albornoz, avev di nuovo riportato sotto il controllo papale tutti i territori dello Stato Pontificio e aveva reso possibile il ritorno del Papa a Roma. Ma non ricevette la gratitudine che si era duramente guadagnato. Urbano V dette credito ai nemici del cardinale che lo accusavano di essersi appropriato del denaro pontificio. A causa di ciò, l'amministrazione della Romagna fu tolta all'Albornoz e affidata all'arcivescovo di Ravenna. In conseguenza di questo, il cardinale chiese di essere richiamato dall'Italia e scrisse una lettera al papa nella quale faceva un resoconto della sua gestione. Il papa si rese conto del suo errore e, in risposta, concesse il dovuto riconoscimento per l'inestimabile servizio che l'Albornoz aveva reso al papato. Nel 1367 Urbano V tornò a Roma; l'Albornoz lo ricevette a Viterbo, ma morì prima che il papa potesse entrare nella città eterna. In accordo con i suoi desideri, fu sepolto nella Basilica di San Francesco d'Assisi, nella Cappella di Santa Caterina, da lui stesso commissionata all'architetto Matteo Gattaponi, che per il Cardinale aveva già progettato molte fortificazioni. Quattro anni dopo, i suoi resti furono traslati nella cattedrale di Toledo. (sintesi, dal testo di wikipedia).

Il Cardinale Egidio Albornoz e i suoi rapporti con Viterbo, di lui rimane la Rocca Albornoz, a piazza della Rocca, che aveva la funzione di presidio militare. Fu sotto il Papato di Giulio II della Rovere che si diede l’avvio a questa costruzione, e ne affidò il compito all’architetto Donato Bramante. Il progetto iniziale prevedeva un cortile aperto a pianta rettangolare, aperto su un lato, ed inquadrato da due loggiati simmetrici, con la centro una fontana con lo stemma pontificio. Fu poi Papa Paolo III Farnese, a portare a termine l’opera, cambiandone però la struttura austera, ingentilendola in una struttura più elegante, e per questo fece aprire un loggiato esterno rivolto alla città, qui, sotto il loggiato estero,  vi è una iscrizione a testimonianza del suo operato. Nel tempo l’edificio ha subito diverse destinazioni, fu adibito a caserma fino al 1981, e poi destinato a sede museale. Infatti qui si trova il Museo Nazionale Etrusco che si articola su tre piani. Nel portico del cortile vi sono alcuni sarcofagi etruschi provenienti da Norchia, Ferento e Viterbo, databili tra il V e il II secolo a.C. Al piano terra le sale ospitano elementi della architettura domestica etrusca provenienti da San Giovenale, Blera, Acquarossa, rinvenuti durante gli scavi del 1960 effettuati dall’Istituto Svedese di Studi Classici. Vi sono altresì altre sale dedicate a reperti provenienti da Ferento e Musarna. Altra sala è dedicata ai reperti provenienti dalla necropoli rupestre di Ischia di Castro. Oltre a visitare il centro storico di Viterbo, il quartiere medioevale di San Pellegrino, il Palazzo e la loggia dei Papi, è bene anche visitare questo importate Museo Etrusco, situato nella Rocca voluta dal Cardinale Egidio Albornoz.

Palazzo Rocca Albornoz Viterbo centro storico

palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo info e foto anna zelli

Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Palazzi di Viterbo

Stemmi lato esterno al palazzo Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo

stemma lato esterno palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo

stemma lato esterno palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo

stemma lato esterno palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Stemma lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Stemmi a Viterbo

Lapidi lato esterno Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo

lapide lato estero palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro

stemma lato esterno palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro

stemma lato esterno palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro

Lapide in ricordo dei caduti del III Reggimento dei granatieri di Sardegna

stemma lato esterno palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo centro storico

Lapide lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Lapidi Viterbo centro

Simbolo Reggimento III Granatieri di Sardegna

simbolo reggimento terzo granatieri di sardegna rocca albornoz viterbo

Simbolo III Granatieri di Sardegna, Rocca Albornoz, Stemmi a Viterbo

Loggia Rocca Albornoz sede Museo Etrusco Viterbo centro storico

loggia rocca albornoz viterbo centro storico info e foto anna zelli

Loggia lato esterno Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Logge di Viterbo

Panorama dalla Loggia della Rocca Albornoz

panorama dalla loggia palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo

Panorama Loggia  Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Panorami di Viterbo

panorama dalla loggia rocca albornoz viterbo info e foto anna zelli

Panorama Loggia  Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Panorami di Viterbo

Cortile Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo

cortile palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo

Cortile Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Cortili di Viterbo

Fontana pozzo alla Rocca Albornoz Viterbo

fontana pozzo cortile rocca albornoz viterbo piazza della rocca info e foto anna zelli

Fontana cortile Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Fontane lavatoi di Viterbo

fontana palazzo rocca albornoz piazza della rocca viterbo

Fontana cortile Palazzo Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Viterbo - Fontane lavatoi di Viterbo

Stemma Fontana Cortile Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo

stemma fontana cortile rocca albornoz piazza della rocca viterbo info foto anna zelli

stemma Fontana pozzo cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, - Stemmi a Viterbo

Archi al cortile della Rocca Albornoz

archi al cortile rocca albornoz viterbo piazza della rocca

Archi cortile della Rocca Albornoz Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Archi Viterbo centro

Loggia Cortile Rocca Albornoz

loggia cortile rocca albornoz viterbo piazza della rocca info e foto anna zelli

Loggia cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Logge di Viterbo centro

Stemmi cortile Loggia Albornoz piazza della Rocca Viterbo

stemma al cortile rocca albornoz 1

Stemmi cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Stemmi a Viterbo

stemma cortile rocca albornoz viterbo 2

Stemmi cortile Rocca Albornoz, Piazza della Rocca, Piazze di Viterbo - Stemmi a Viterbo

stemma cortile rocca albornoz 3

Stemmi cortile Loggia Albornoz piazza della Rocca Viterbo - Stemmi a Viterbo

Torre alla Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo

torre rocca albornoz piazza della rocca viterbo

Torre Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo - Torri di Viterbo centro

Torre Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo - Torri di Viterbo centro

Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz piazza della Rocca Viterbo

museo etrusco albornoz piazza della rocca

Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, Piazza della Rocca - Musei di Viterbo centro

Egidio Albornoz vita opere storia

Egidio Albornoz Cardinale vita opere e storia

Egidio Albornoz vita opere storia - Famiglie nobili Personaggi di Viterbo

Piazza della Rocca Viterbo centro storico

piazza della rocca viterbo centro storico info e foto annazelli

Piazza della Rocca Viterbo

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Aggiornato Marzo 2024

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