Piazza Sallupara Piazze di Viterbo,Vie di Viterbo, Viterbo, info sito ufficiale web www.annazelli.com
Viterbo |
piazza sallupara viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PIAZZA SALLUPARA |
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Piazze di Viterbo centro
Guida Turistica Viterbo
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Piazza Sallupara, Viterbo, chiusa sul lato che costeggia le mura, qui si trova un edificio che presenta i resti di volte e un massiccio bugnato che sorregge un arco, oggi murato, qui si trovava lo Stallone del Papa, che fu edificato intorno al 1480, da Papa Sisto Iv , era una struttura adibita al ricovero dei cavalli, delle milizie che risiedevano nella Rocca Albornoz. Nel 1841 Papa Gregorio XVI ne mutò la destinazione facendovi trasferire il carcere cittadino fino ad allora ubicato a piazza del Comune tra via Cavour e via San Lorenzo. La sistemazione a penitenziario venne spostata al convento domenicano di Santa Maria in Gradi, quando il convento fu espropriato dopo l'unione della città al Regno D'Italia; questo spostamento del carcere, segnò il ritorno dell'edificio di piazza Sallupara all'autorità militare , come dipendenza della Caserma installata a piazza della Rocca, ampliata con l'aggiunta di altre costruzioni. L'edifico di piazza Sallupara fu semidistrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. L'antico Stallone non è ancora stato restaurato (anno 2023). Si accede a piazza Sallupara da piazza della Rocca e da piazza San Faustino. Le ex scuderie del Bramate a piazza Sallupara a Viterbo,si trovano tra piazza della Rocca e piazza san Faustino, un gioiello del Rinascimento viterbese, architettura del Bramante. “La Stalla” che viene ammirata da tutte le nazioni Straniere è considerata per la più bella d’Italia”, così venivano definite le Scuderie papali di Viterbo in Sallupara, in una relazione inviata nel 1703 a papa Clemente XI Albani. L’interesse nei confronti delle Scuderie bramantesche era iniziato dal 1970, quando l’architetto Simonetta Valtieri insieme a Enzo Bentivoglio, ancora studenti di architettura, incuriositi dai fusti di due colonne con capitelli incassate nel muro di un edificio abbandonato, abbiamo cercato di guardare all’interno delle mura diroccate, scorgendo un’altra colonna con il capitello emergente tra una massa di rovi. In seguito a una istanza corredata da nostre pubblicazioni che ne dimostravano il valore, la Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Lazio ha vincolato la struttura, destinata alla demolizione. Non si può comprendere l’importanza delle Scuderie senza conoscere l’ambizioso programma di trasformazione della Rocca Albornoz (che nel Rinascimento sostituisce la residenza papale presso il Duomo) intrapreso da papa Giulio II, il quale, risiedendovi per oltre dieci giorni nel settembre 1505, constatato che l’edificio, nonostante gli interventi operati da Pio II, manteneva ancora un carattere medioevale per il suo impianto irregolare, si rivolge a Bramante, che ne trasforma la corte interna apponendovi due nuovi fronti con porticati e logge e una fontana al centro. Documenti del 1506 e del 1508 attestano la presenza di Bramante a Viterbo. L’intervento risale agli stessi anni che vedono l’avvio dell’ “ammodernamento” della Basilica Vaticana con la conseguente progressiva distruzione dell’antica basilica paleocristiana, artefici gli stessi personaggi, Giulio II e Bramante. A completare la funzionalità della nuova residenza papale, viene costruito all’esterno, in località Sallupara, tangente alle mura urbane di Viterbo, l’imponente costruzione delle Scuderie, lunghe 63 metri, a tre navate con volte a crociera poggianti su 24 colonne monolitiche di peperino alte quasi 5 metri, e capitelli d’ordine tuscanico, simili a quelli delle logge dei fronti porticati interni alla corte della Rocca Albornoz. La scala per raggiungere il fienile al piano superiore era di testata, verso San Faustino, mentre dal lato opposto, verso la Rocca, si trovava l’ingresso originario (dove oggi sono visibili due colonne inserite nel muro, a seguito della demolizione di una campata, avvenuta in tempi moderni). L’edificio venne trasformato in Carcere su progetto dell’Ing. Vincenzo Federici (1839) che ne riconfigurava il fronte verso la piazza dotandolo di un portale bugnato e di una semplice intelaiatura architettonica.Le ex Scuderie, abbattute in parte dai bombardamenti del 1944, che hanno provocato il crollo parziale del piano superiore, nel tempo, con l’incuria e l’abbandono sono crollate le volte e le colonne, l’edificio, appariva fino a pochi anni fa un cumulo di macerie invaso da una ‘foresta’ di rovi cresciuti al suo interno, e stava per essere demolito e sostituito da una nuova costruzione. La costruzione di un edificio a destinazione militare, realizzato tra la Rocca e le sue Scuderie, interromperà, alla fine dell’Ottocento, ogni continuità funzionale tra i due edifici, facendo perdere nel tempo anche la memoria del loro rapporto, facilitando così per decenni l’abbandono della struttura, che nel 1839 aveva avuto una riconfigurazione a seguito della sua trasformazione in carcere, rimasto in funzione fino ai bombardamenti del 1944. Opere di Restauro delle Scuderie,La Rocca Albornoz, a Viterbo, “nel Rinascimento era divenuta residenza dei Papi a sostituzione del palazzo papale presso il Duomo. Le Scuderie che Bramante ha ristrutturato per papa Giulio II, a piazza Sallupara, a Viterbo, sono definite in una relazione del 1703 al papa Clemente XI come: La Stalla che vien ammirata da tutte le nazioni Straniere e considerata per la più bella d’Italia. Trasformate in Carceri nell’800, bombardate nell’ultima guerra e crollate nel corso degli anni a seguito dell’abbandono, il loro recupero è stato avviato attraverso un lungo percorso di procedure verso l’operatività, partito dal vincolo fatto imporre alla Soprintendenza (sulla base di studi attestanti la presenza di Bramante nel progetto) che ha salvato l’edificio dalla demolizione”. È stato possibile grazie alla sinergia tra Fondazione Carivit, l’Amministrazione comunale che ha acquisito le Scuderie dal Demanio militare, e la Banca Carivit (Gruppo Intesa San Paolo) che ha erogato un significativo contributo per il loro restauro. Sinergia che “ha consentito, chiude l’architetto Simonetta Valtieri, di trasformare la situazione di marginalità e degrado di una zona interna alla città in una nuova risorsa culturale, che, a opera compiuta, valorizzerà tutta l’area circostante” Il rinvenimento di tutte le 24 colonne (anche se alcune spezzate) dell’impianto originario bramantesco e di tutti i loro capitelli, ha indotto a riconfigurare il progetto originariamente proposto, intendendolo come un restauro di ricomposizione teso ad esaltare le parti autentiche e la fisionomia originaria del “monumento”, limitando le aggiunte necessarie alla sua rifunzionalizzazione. Il progetto prevede la ricollocazione in sito sulle loro basi originarie (ancora celate da una pavimentazione realizzata nel secolo scorso) di tutte le colonne antiche, preliminarmente ricomposte tramite anastilosi, e la riconfigurazione della spazialità originaria di 7 campate nella zona Sud delle Scuderie, da ricoprire con crociere eseguite con tecniche e materiali moderni, lasciando la zona Nord scoperta, ma ricollocandovi le colonne, come in un sito ‘archeologico’. Inoltre il rinvenimento, in luoghi diversi, di tre pezzi di un’iscrizione, un tempo collocata nell’edificio, ha consentito di ricostruire la scritta [IVLI] VS . II [PO]NT . MAX., dicitura che testimonia ulteriormente il ruolo determinante avuto da Giulio II nella realizzazione di questo edificio. Piazze di di accesso a piazza Sallupara
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Aggiornato Marzo 2024