Via San Giacomo Vie di Viterbo, Piazze di Viterbo, Viterbo, info e foto a cura di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Viterbo |
via san giacomo viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
VIA SAN GIACOMO |
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Ex Chiesa Santi
San Giacomo Apostolo
Guida Turistica Viterbo
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Via San Giacomo, Viterbo, è una via senza uscita, a questa via e' dedicata la ex chiesa di San Giacomo a Martino a via Saffi, si arriva a vai San Giacomo da via Saffi e da via San Martino. Da vedere lungo la via :una piccola scalinata di accesso ad una casa privata, uno stemma di San Bernardino al civico 7, e la porta laterale della chiesa dei Santo Giacomo e Martino. Ex chiesa San Giacomo e Martino
Ex Chiesa San Giacomo Ex chiesa di San Giacomo e Martino, via Saffi, sconsacrata, Viterbo, è nota nel 1236 ed è annoverata tra le chiese minori della città di Viterbo. Venne elevata a parrocchia, nel XV secolo ed era tra le chiese più ricche di suppellettili e di dipinti. Tra il 1429 e il 1473 nella chiesa sono documentate sei cappelle, alcune delle quali erano appannaggio delle maggiori corporazioni di arti e professioni presenti e attive nella Città, numerose erano anche le cappelle: tra queste, la cappella di S. Anna, era sotto la cura dell’Arte degli Speziali, le cappelle di San Giovanni Battista, di San Gregorio erano nel portico della chiesa, la cappella dell’Annunziata, la cappella di S. Caterina e la cappella dei Santisimi Pietro e Paolo, quest’ultima apparteneva all’Arte dei Falegnami. Nel 1470 venne costruito il campanile, mentre al 1494 risale un inventario delle suppellettili che attestava la ricchezza di questa Chiesa,tra le sue proprietà c’era un tabernacolo d’argento ed una statuetta di legno dorato. Nel 1569 le rendite della chiesa divennero meno consistenti e la parrocchia venne unita a quella di San Martino. Ma poco dopo, la chiesa di San Martino venne demolita per l’apertura della Via Farnesiana oggi via Cavour; il ricavato dell’espropriazione venne impiegato per il restauro della chiesa di San Giacomo che, venne ricostruita su disegno di Giovanni Malanca, e quindi, tornò ad essere sede della parrocchia sotto il duplice titolo dei Santissimi Giacomo e Martino. La ricostruzione di San Giacomo si protrasse per lungo tempo, essendo necessario demolirla dalle fondamenta. Nelle operazioni di restauro vi fu la ristrutturazione di una parte del campanile e la sistemazione dell’area competente ad una casa limitrofa. Ai lavori parteciparono: papa Gregorio XIII che, nel 1581, autorizzò l’affrancazione di canoni e censi per ricavarne le risorse necessarie all’esecuzione dei lavori; Onorato di Ser Mattia, notaio e cancelliere del Comune, nel 1587 donò una somma per dipingere la cappella dedicata alla Madre di Dio; e lo stesso Comune nel 1624, contribuì con 300 scudi alla ricostruzione della facciata. La chiesa era tra le preferite della popolazione, e qui si annovera anche la presenza di molte confraternite, ma a seguito della peste questa chiesa subì una battuta d’arresto. Vi furono vari interventi di restauro, uno nel 1828, ed un altro nel 1904, e si ebbe la riapertura della chiesa nel 1950. Successivamente, però la chiesa è stata chiusa al culto. Oggi , è sede di importanti iniziative culturali della città. San Giacomo Apostolo San Giacomo Apostolo il Maggiore San Giacomo Apostolo, detto “Il Maggiore”, vita opere storia,, a lui era dedicata insieme a San Martino, la ex Chiesa dei Santi Giacomo e Martino, a via Saffi, Viterbo. Era un apostolo, uno che fu accanto a Gesù, assistette con Pietro alla Trasfigurazione, alla resurrezione della figlia di Giairo e alla notte del Getsemani. Morì martire nel 42. La sua popolarità è dovuta alle spoglie, traslate da Gerusalemme in Spagna, e scoperte al tempo di Carlomagno divenute meta di grandi pellegrinaggi medioevali. Il “Cammino di Santiago” ancora oggi è battuto da milioni di pellegrini ed è Patrimonio dell’Umanità Unesco. È protettore di pellegrini, viandanti, cavalieri e soldati. Il sepolcro contenente le sue spoglie, traslate da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto al tempo di Carlomagno nell’814. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medioevali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata in Galizia, nel Nord della Spagna. Ancora oggi il Cammino di Santiago è una delle mete europee e internazionali più frequentate dai pellegrini. È detto “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. Lui e suo fratello Giovanni sono figli di Zebedeo, pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Chiamati da Gesù (che ha già con sé i fratelli Simone e Andrea) anch’essi lo seguono (Matteo cap. 4). Nasce poi il collegio apostolico: "(Gesù) ne costituì Dodici che stessero con lui: (...) Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono" (Marco cap. 3). Con Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani. Conosciamo anche la loro madre Salomè, tra le cui virtù non sovrabbonda il tatto. Chiede infatti a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli, che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà. Così, ecco l’incidente: "Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono". E Gesù spiega che il Figlio dell’uomo "è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" (Matteo cap. 20). E Giacomo berrà quel calice: è il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. "Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni" (Atti cap. 12). Questo Erode è Agrippa I, a cui suo nonno Erode il Grande ha fatto uccidere il padre (e anche la nonna). A Roma è poi compagno di baldorie del giovane Caligola, che nel 37 sale al trono e lo manda in Palestina come re. Un re detestato, perché straniero e corrotto, che cerca popolarità colpendo i cristiani. L’ultima notizia del Nuovo Testamento su Giacomo il Maggiore è appunto questa: il suo martirio. Dopo la decapitazione, secondo la Legenda Aurea, i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia. Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato scoperto nell'anno 830 dall'anacoreta Pelagio in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell'Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae ("campo della stella") dal quale deriva l'attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia. Eventi miracolosi avrebbero segnato la scoperta dell'Apostolo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della reconquista nell'840, durante la battaglia di Clavijo e in altre imprese belliche successive, le cui vittorie sui musulmani gli meritarono nella fantasia popolare altomedievale il soprannome di Matamoros (Ammazzamori), che comunque perdurò e rimane. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, tanto che il luogo prese il nome di Santiago e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata, meta ogni anno di milioni di pellegrini provenienti da ogni parte d'Europa e del mondo. Tratto da : https://www.famigliacristiana.it/articolo/san-giacomo-l-apostolo-che-ha-messo-in-moto-l-europa.aspx. Come arrivare a via San Giacomo Viterbo centro
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